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Redazione basket

La top-50 della NBA: il rush finale

Abbiamo rimesso mano alla nostra classifica di inizio anno in vista del finale di stagione.

La pausa per l’All-Star Game ci fornisce una scusa perfetta per rimediare ai nostri inevitabili errori di inizio anno e rimettere a posto la Top-50 dei giocatori NBA, che trovate qui e qui. La classifica è stata stilata incrociando i voti dei membri della redazione e come la volta scorsa il criterio fondamentale è rispondere alla seguente domanda: “Quale giocatore sposterà di più in attacco e in difesa nel finale di stagione e nei playoff?”. Visto che non sappiamo in che condizioni (o quando) torneranno in campo, da questa classifica mancano sia Kawhi Leonard che Paul Millsap, oltre ovviamente agli infortunati Mike Conley, DeMarcus Cousins, Kristaps Porzingis e Gordon Hayward per i quali il 2017/18 è già finito.

 

  1. Eric Gordon, Houston Rockets

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 48.57

 

Nicolò Ciuppani: Ricordate quando si diceva che Eric Gordon sarebbe stato uno dei migliori al mondo se fosse rimasto sano? L’anno scorso ha giocato 75 partite, quest’anno è già oltre le 50. Non voglio in nessun modo portargli sfortuna e probabilmente la sua salute prolungata è dovuta al suo minutaggio ridotto, ma se continua così i Rockets hanno trovato una gemma a prezzo di saldo.

 

Fabrizio Gilardi: Tre stagioni fa era caduto nel dimenticatoio, due stagioni fa D’Antoni e Morey lo hanno raccattato dalla strada, una stagione fa si è riscoperto giocatore utile, ora è tornato indietro di otto anni – e altrettanti infortuni -, quando era il secondo pezzo più pregiato della trade che ha portato il suo attuale compagno di squadra Chris Paul ai Clippers. Grande storia di rinascita sportiva e riscatto.

 

  1. Andre Iguodala, Golden State Warriors

Precedente: 45

Posizione media: 48.57

 

Daniele V. Morrone: Sta giocando in ciabatte, pensando più a come compilare tweet criptici che a scendere in campo, ma glielo perdoniamo perché sarà fondamentale quando inizierà la vera stagione degli Warriors da metà aprile in poi.

 

Dario Costa: Tutto quello che succede prima di metà aprile lo lambisce solo di striscio. L’idea, ora come ora, è quella di farsi trovare pronto per una nuova cavalcata ai playoff e recitare la sua parte nella super-death lineup.

 

  1. Lou Williams, L.A. Clippers

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 47.71

Daniele V.: Chi l’avrebbe mai detto. Kudos to him.

 

Dario Vismara: Non me ne ricordo tanti altri in grado di realizzare il loro “career year” alla tredicesima stagione nella lega. La rapidità con cui ha accettato il triennale da 24 milioni complessivi con team option sul terzo anno ci dice almeno tre cose: che il mercato dei free agent di quest’estate sarà risicatissimo per tutti quelli che non sono superstar; che vivere a Los Angeles gli piace tantissimo; che il suo ragionamento potrebbe essere stato “oddio ci sono cascati, scappiamo coi soldi”.

 

Nicolò: Le possibilità che sia una stagione estemporanea sono alte e per fortuna dei Clippers sono riusciti a confermarlo ad un prezzo stracciato, roba che ha fatto girare le scatole a tutti gli agenti della lega. Male che vada se lo ritroveranno a prezzo “giusto”.

 

 

 

  1. Myles Turner, Indiana Pacers

Precedente: 47

Posizione media: 46.33

 

Fabrizio Gilardi: Messo in ombra dall’incredibile stagione di Oladipo e da qualche acciacco di troppo, ma la riconferma è d’obbligo.

 

Dario V.: Continuo ad attendere il momento in cui farà un salto di 15 posizioni in avanti. Per ora rimane “solamente” solido e utile, ma la sensazione è che ci sia del potenziale unicornesco ancora inesplorato.

 

  1. Donovan Mitchell, Utah Jazz

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 45.63

 

Dario V.: Il primo passo di una scalata che lo porterà molto più in alto di così. Certo che di rookie che gestiscono tutti i palloni decisivi (42.6% di Usage nel clutch, siamo in top-10 NBA) di una squadra che vuole fare i playoff non ce ne sono in giro tanti. Mancherebbe un po’ di efficienza in quelle occasioni perché requisisce per sé (e sbaglia) tanti tiri, ma si prende quello che c’è — ed è un bel prendere.

 

Dario C.: Dagli exit poll in nostro possesso, la lista ‘“o avrei preso Donovan Mitchell con la scelta (spazio da compilare a piacimento con numero da 1 a 12)” ha buona probabilità di diventare presto maggioranza tra i sedicenti esperti di NBA che affollano i forum sul web e non solo.

 

Lorenzo Bottini: Eccomi, io lo avrei preso in Top-10. Sicuramente prima di Malik Monk e Luke Kennard.


Daniele V.: Eccomi, io invece l’avrei preso proprio con la 8 dei Knicks.

 

  1. Carmelo Anthony, Oklahoma City Thunder

Precedente: 37

Posizione media: 43.56

 

Lorenzo B.: Prima volevo sentire One Shining Moment (ma di questo parleremo un’altra volta) e ho preso per caso quella dell’edizione 2003. We (still) believe.

 

Fabrizio: Nota di merito per aver accettato ed accolto la realtà dei fatti: è un giocatore di secondo piano, si sta comportando da tale.

 

Dario Ronzulli: Stiamo assistendo per la prima volta al Melo versione FIBA in NBA. Con Team USA è un giocatore attorniato da altre stelle e capace di ritagliarsi il proprio spazio risultando alla fine determinante. Non era scontato ci riuscisse, e bene, anche ad OKC.

 

  1. Otto Porter, Washington Wizards

Precedente: 46

Posizione media: 42.78

 

Dario V.: Nel delirio della stagione degli Wizards, ha alzato ragionevolmente il suo livello quando Wall è andato giù. Però qualcuno ha capito che tipo di personalità ha?

 

Nicolò: La stagione perplimente di Washington è stato anche il motivo del suo calo. Posso capire che se corri come un pazzo per 20 partite e per la maggior parte del tempo devi assistere a Beal e Wall che dimostrano l’un l’altro che sono i migliori possano girarti le scatole. Ora che i possessi devono passare di più per le sue mani sta ritornando il giocatore dell’anno scorso.

 

  1. Jrue Holiday, New Orleans Pelicans

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 41.67

 

Fabrizio: Ottima stagione, la migliore della carriera per efficienza offensiva. Però ogni volta che leggo “Pelicans” mi sale il magone, il lieto fine non è stato nemmeno considerato come finale alternativo.

 

Dario V.: Tristemente, potrebbe avere in mano la permanenza di Anthony Davis a New Orleans e di conseguenza i destini della franchigia. Una roba da nulla insomma.

 

  1. Marc Gasol, Memphis Grizzlies

Precedente: 23

Posizione media: 41.13

 

Dario V.: Voto di rispetto, perché per la stagione che ha fatto lui e han fatto i Grizzlies non meriterebbe la top-50. La cosa assurda è che in estate l’allenatore ideale per loro sarebbe… David Fizdale.

 

Daniele V.: Una stagione che definire deludente è dire poco, in difesa su tutto. Vista l’età poi rischiamo che sia la nuova normalità. E fa male.

 

Dario C.: Quando un front office è costretto a scegliere tra un giocatore e l’allenatore e sceglie il giocatore di solito non va a finire benissimo (tranne se il giocatore è nato ad Akron, Ohio). Il pensiero di David Fizdale che se la spassa a guardare le partite dei Grizzlies dal divano di casa toglie il sonno a Marc. E i risultati sono ben visibili sul campo.

 

  1. Eric Bledsoe, Milwaukee Bucks

Precedente: 43

Posizione media: 4o.63

 

Dario V.: Negli enormi up & down della stagione dei Bucks ha fatto il suo, che tanto basta giocare di riflesso a quello con il 34 per non fare troppi danni. Resta da vedere se anche ai playoff può risultare un giocatore utile, visto che ridendo e scherzando va per i 29 anni e l’ultima serie in post-season risale al lontano 2013.

 

Dario C.: L’usato sicuro NBA è come quello del mercato automobilistico: quando l’acquisti ti sembra d’aver fatto un ottimo affare, ma dopo qualche mese ti accorgi che con quell’usato potrai al massimo fare il consueto tragitto casa-lavoro o, nel caso dei Bucks, playoffs-uscita al primo turno.

 

Nicolò: Almeno c’è la conferma che a Phoenix aveva smesso di difendere per voglia, ma potenzialmente era sempre un difensore pazzesco. Da quando i Bucks hanno iniziato a difendere in modo sensato è cresciuto come difensore di sistema.

 

  1. Hassan Whiteside, Miami Heat

Precedente: 42

Posizione media: 40.20

 

Fabrizio: La posizione ormai è consolidata, la sensazione che gli Heat possano fare comunque a meno di lui e siano intenzionati a cederlo al primo offerente anche.

 

Nicolò: Nessuno però vuole correre il rischio di dimostrare che hanno davvero bisogno di lui. Un altro, come Dion Waiters, per il quale il resto della lega è felice che si trovi bene agli Heat per non doversi rovinare il fegato nel prenderlo in considerazione per la propria squadra.

 

  1. Devin Booker, Phoenix Suns

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 38.44

 

Daniele V.: Purtroppo neanche la probabilità che esploda da un momento all’altro per una partita sopra i 50 punti mi può convincere quest’anno a guardare una partita dei Suns.

 

Dario V.: Confermo: see you next year (e speriamo che arrivi un lungo freak dal Draft per dare un senso a una squadra che quest’anno non è sostanzialmente scesa in campo).

 

Dario C.: Il figlio del grande Melvin è destinato a sostituire Tom Hardy nel prossimo capitolo del reboot di Mad Max: quanto a sopravvivere in una terra desolata dove regna l’anarchia e ognuno cerca di restare vivo, la stagione dei Suns equivale a un quadriennio completo all’Actors Studio.

 

Nicolò: Your daily reminder che Booker è più giovane, tra gli altri, di Ben Simmons, Donovan Mitchell, Kyle Kuzma e Joel Embiid.

 

Dario R.: Unica vera luce nel buio che c’è in Arizona. Mi auguro che non venga abbandonato al suo destino da scelte, non solo nel Draft, poco felici della dirigenza.

 

  1. Ben Simmons, Philadelphia 76ers

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 38

 

Dario V.: Meno male che non ci leggono nello Utah, altrimenti ci ritroveremmo i mormoni fuori casa per averlo messo otto posizioni sopra a Mitchell.

 

Lorenzo B.:  Secondo me sta passando sotto traccia che razza di giocatore e che stagione stia facendo Ben Simmons.

 

Dario C.: La posizione 38 è chiaramente un complotto delle sacche di resistenza che non hanno fiducia nel Processo. Ripassate tra dodici mesi per l’ingresso in top 15 e lasciate dei fiori su ogni posizione scalata in omaggio a Sam Hinkie.

 

Daniele V.: Progetto di fenomeno.

 

 

  1. Clint Capela, Houston Rockets

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 37.50

 

Dario V.: Nelle parole immortali di Vince Staples: “Get paid, get paid”.

 

Fabrizio: Il lungo che ogni point guard della lega vorrebbe al proprio fianco.

 

Dario C.: Se non hai nemmeno lontanamente idea di come si faccia a tirare da tre e sei protagonista in una squadra allenata da D’Antoni, allora significa che sei davvero speciale. Certo, giocare con quel backcourt aiuta.

 

  1. Andrew Wiggins, Minnesota Timberwolves

Precedente: 41

Posizione media: 36.89

Daniele V.: Wiggins ha quattro soprannomi: Maple Jordan, Junior Jordan, The Prospect, Mr. Fantastic. A leggerli, considerando che siamo già alla sua quarta stagione, forse le cose non stanno andando come ci saremmo aspettati.

 

Lorenzo B.: O forse se Jordan tornasse oggi sarebbe davvero Wiggins.

 

Fabrizio: La sua stagione in breve: nelle tre partite giocate senza Jimmy Butler a gennaio ha realizzato 93 punti col 57% al tiro. Alla quarta sono arrivati gli Warriors, alla quinta è tornato Butler.

 

Dario C.: Sullo scouting della sua stagione campeggia il titolo “mi si nota di più se tiro o se faccio finta di difendere quando Jimmy e Thibs mi stanno guardando?”.

 

  1. Khris Middleton, Milwaukee Bucks

Precedente: 38

Posizione media: 36.78

Daniele V.: Probabilmente il giocatore meno carismatico di questa classifica. Ma quello che deve fare lo sa fare benissimo e questo basta.

 

Fabrizio: Bisognerebbe ricordarlo al suo ex allenatore Jason Kidd, non si può guidare una berlina ibrida come se si fosse in Mad Max. Ora che può occuparsi di essere silenzioso, efficiente e comodo, migliorerà ancora.

 

  1. Gary Harris, Denver Nuggets

Precedente: 50

Posizione media: 35.89

 

Dario V.: Avevamo promesso che sarebbe salito, e se lo è meritato dopo un inizio difficoltoso. Se i Nuggets sono rimasti in piedi senza Paul Millsap è anche merito suo, probabilmente il miglior giocatore della squadra nelle due metà campo.

 

Daniele V.: Yes! Prossimo obiettivo scalare la top-30.

 

Fabrizio: Il prossimo salto però non dipende da lui, ma dai risultati di squadra dei Nuggets.

 

 

  1. Steven Adams, Oklahoma City Thunder

Precedente: 48

Posizione media: 33.11

 

Lorenzo B.: Sapete chi guida l’NBA per tagliafuori? Quello che fa prendere i rimbalzi a Westbrook.

 

Dario V.: Sul giocatore non c’è più nulla da dire, sul personaggio la richiesta è ormai obbligo: HBO non può non inserirlo nell’ottava stagione di Game of Thrones, è il mondo che ce lo chiede.

 

Dario C.: Il terzo dei Big Three di OKC. Con buona pace di Hoodie Melo.

 

  1. Goran Dragic, Miami Heat

Precedente: 40

Posizione media: 33.10

 

Daniele V.: Sono innamorato di questa versione operaia degli Heat di Spoelstra, per me sicuramente la squadra più divertente da vedere giocare a Est. Lui che ne è il miglior giocatore si prende anche il meritato riconoscimento in questa classifica.

 

Fabrizio: Però non è neanche lontanamente la sua stagione migliore, forse a causa degli sforzi extra con la Nazionale. L’avrei tenuto qualche posizione più giù.

 

Nicolò: L’avrei tenuto sotto un cuscino.

 

Lorenzo Neri: In un mondo fatto di floater, denigrate l’unico che attacca il lungo piazzandogli la spalla nel petto. Vergognatevi.

 

  1. Kemba Walker, Charlotte Hornets

Precedente: 35

Posizione media: 31.80

 

Dario V.: Sebbene la sua squadra sia fuori dai playoff, mi piangeva il cuore a metterlo più in basso di così. Raccoglie lo scettro di Anthony Davis in qualità di “miglior giocatore senza uno straccio di chance di fare i playoff”. Free Kemba.

 

Fabrizio: Ora arriva Mitch Kupchak e sistema tutto. Quasi.

 

Nicolò: Le ultime partite di Kemba sono tra le migliori della sua carriera. È un peccato che vicino a marzo in North Carolina non interessi nulla a nessuno di cosa succeda agli Hornets.

 

Lorenzo B.: Kemba ha una sola possibilità: tornare a New York e vivere fino in fondo la sua narrativa.

 

  1. Kevin Love, Cleveland Cavaliers

Precedente: 32

Posizione media: 31.45

 

Fabrizio: Per fortuna ha pagato anche quest’anno il ticket sanitario, che a vederlo sano per troppo tempo ci stavamo preoccupando. Dal suo rendimento potrebbe passare il destino di un giocatore, una squadra e mezza lega.

 

Dario V.: Sommessamente, è quello che ha sofferto più di tutti l’affaire Isaiah Thomas dentro e fuori dal campo. Insieme non potevano circolare, da solo è ormai chiaramente il secondo violino offensivo della squadra. Se ne ricorderanno anche ai playoff?

 

Nicolò: Lui non ha mai chiesto di giocare da centro, ma ha accettato di farlo. Non è un rim protector neanche per sbaglio (anche se è diventato più competente in difesa di quanto non gli si dia atto), ma ha senso criticarlo per una cosa che gli hanno imposto di fare che va al di sopra delle sue competenze?

 

  1. Andre Drummond, Detroit Pistons

Precedente: 49

Posizione media: 30.11

 

Daniele V.: I miglioramenti così grandi come passatore erano impronosticabili. Chi vi dice che se lo aspettava sta mentendo.

 

Nicolò: Il più grande fuoco di paglia del 2018: dopo l’arrivo di Blake i Pistons hanno vinto tre partite e si pensava che tra lui e l’ex Clippers le cose potessero funzionare. Peccato che fossero tre partite in casa contro squadre al secondo giorno di un back to back. Tra un anno credo lo ritroviamo 10-15 posizioni più indietro.

 

  1. C.J. McCollum, Portland Trail Blazers

Precedente: 36

Posizione media: 27.09

 

Daniele V.: Iniettatemi le sue giocate direttamente nelle vene!

 

Fabrizio: Una delle mie sliding doors preferite: la carriera di C.J. in una squadra in cui non ci sia già Lillard. Se sarebbe meglio o peggio e per chi non ne ho idea, ma mi piacerebbe vedere come va.

 

  1. Victor Oladipo, Indiana Pacers

Precedente: fuori classifica

Posizione media: 25.20

 

Dario V.: La posizione che più mi urta di tutto il ranking: meritava decisamente di più rispetto al 27° posto. Gli Indiana Pacers se la giocherebbero per la prima scelta assoluta al prossimo Draft senza di lui. Faccio mea culpa perché non mi sarei mai aspettato un’esplosione del genere: una delle migliori storie della stagione.

 

Fabrizio: Come prevedibile le sue percentuali da 3 si sono normalizzate, come assolutamente imprevedibile ha continuato lo stesso ad abusare della diretta concorrenza. Non sta facendo tanto peggio di Irving, tutto compreso. E non è una critica a Kyrie.

 

Dario C.: Candidato principe al ruolo di presidente della commissione d’inchiesta sui crimini cestistici perpetrati ai danni dei compagni da parte di Russell Westbrook.

 

 

 

  1. DeAndre Jordan, L.A. Clippers

Precedente: 27

Posizione media: 25.09

 

Nicolò: Troppe persone sono rapidissime ad additarlo per quello che non sa fare, ma occorre pure riconoscere che Socraticamente sa cosa non sa fare. Nelle ultime sei stagioni non è mai sceso una volta sotto il 65% dal campo, e nelle precedenti tre mai sotto il 70%.

 

Fabrizio: Eh, ma senza Chris Paul…”. È rimasto lo stesso identico giocatore.

 

Lorenzo B.: Personalmente spero continui a tirare sempre malissimo i liberi per far impazzire i suoi detrattori.

 

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La redazione basket è composta da gente molto alacre che vorrebbe giocare a basket ma che purtroppo sarebbe troppo bassa anche per il campionato filippino. Almeno due membri della redazione basket sono convinti che il film A Beautiful Mind parli di loro.