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Antonio Cunazza
I migliori stadi del Mondiale: la Cosmos Arena
02 lug 2018
02 lug 2018
Lo stadio di Samara è un inno al contributo della città allo sviluppo aerospaziale della Russia.
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Antonio Cunazza
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«Roger. Mi sento bene, il morale è eccellente. Pronto per partire». Sono le ore 9.07 della mattina del 12 aprile 1961, a Mosca, e Yuri Gagarin pronuncia queste parole all’avvio del conto alla rovescia chiamato dalla sala operativa del Cosmodromo di Bajkonur (località dell’allora Unione Sovietica, oggi in Kazakhstan). L’astronauta sovietico, all’interno della capsula Vostok 1, si appresta a diventare il primo uomo della storia a essere lanciato in orbita. A 1500 kilometri di distanza da Bajkonur, in direzione nord-ovest, c’è Samara, la sesta città più grande della Russia che, all’epoca del lancio di Gagarin e fino al 1990, si chiamava Kuibyshev.

 

Fu proprio a Samara che venne costruita la navicella Vostok 1. La città, situata alla confluenza fra il fiume omonimo e il Volga, è sempre stato uno dei centri di sviluppo aerospaziale più importanti della Russia e dell’Unione Sovietica. Qui si trova il “Samara Kosmicheskaya”, il Museo dell’Aviazione e dello Spazio, fondato nel 1977. Ma da quest’anno un altro edificio celebrerà il ruolo della Russia nella corsa allo spazio: lo stadio “Cosmos Arena”, costruito appositamente per i Mondiali di Russia 2018.

 





 



La Cosmos Arena non è il primo stadio di Samara, che vive di calcio dagli anni ‘40. Nel 1942 viene fondato il Krylya Sovetov, che muove i primi passi con le partite in coppa di lega sovietica, la Kubok SSSR. Nel 1961, mentre Gagarin vola in orbita, il Krylya conquista la promozione in Klass A, l’allora campionato di massima divisione dell’Unione Sovietica.

 

In quel momento la squadra (il cui nome in russo significa “le ali dei sovietici”) gioca già da quattro anni nel Metallurg Stadium, inizialmente campo di casa della selezione giovanile. Lo stadio viene costruito in pochi mesi, con materiale di risulta in arrivo dalla fabbrica locale intitolata a Lenin, e vedrà i primi interventi di ammodernamento solo negli anni ‘70 con l’abbandono delle gradinate in legno e la comparsa del cemento armato.

 

Dotato di una palestra indoor con campo da basket e pallavolo regolamentari (che lo rendono uno stadio atipico, con sole tre gradinate sui restanti lati del campo), è stato il campo da gioco del Krylya fino ad oggi, arrivando a ospitare turni preliminari di Champions ed Europa League nei primi anni 2000. Nel 2012, due anni dopo l’assegnazione dei Mondiali 2018, scade però il certificato di eccellenza assegnato dalla Federazione russa al Metallurg Stadium, nonostante Samara venga confermata nel lotto delle città ospitanti.

 

La prima idea è quindi di costruire il nuovo stadio su un’isola fuori città, sul fiume Volga. Un progetto tanto affascinante quanto irrealizzabile, così come anche l’altra ipotesi, quella che prevede di costruirlo nei pressi dell’aeroporto cittadino (Samara è un importante hub di comunicazione della Russia ma l’aeroporto è a quasi 50 km dal centro città).

 





 

La scelta finale ricade su un’area appena a nord del centro abitato, a 10 minuti dal vecchio Metallurg Stadium e lungo la superstrada in direzione Mosca. Progettata dallo studio tedesco GMP Architekten di Amburgo, con la consulenza di Aecom, la Cosmos Arena viene inaugurata il 28 aprile, con un’amichevole tra il Fakel Voronež e il Krylya Sovetov (club locale di cui diventerà anche lo stadio di casa) e si svela come un tributo alla città di Samara e al suo contributo fondamentale nello sviluppo aerospaziale della Russia.

 



Il carattere distintivo dell’impianto è la forma a guscio, a rievocare l’aspetto di un’astronave e celebrare la tradizione aerospaziale di Samara. Una forma classica degli stadi “

” (cioè a cupola), tra i quali uno degli esempi più celebri è l’Astrodome di Houston – altra città con una certa tradizione di viaggi in orbita. Ci sono voluti quattro anni di lavori (e di ritardi) per giungere al completamento della Cosmos Arena, arrivato a poco più di un mese dall’inizio dei Mondiali. Ritardi dovuti a contraddizioni e dispute sul disegno dello stadio, sulla sua realizzazione e sui costi.

 

La struttura della grande copertura a cupola sarebbe dovuta essere in materiale semi-trasparente: le intersezioni delle travature reticolari di sostegno, opportunamente illuminate, avrebbero aumentato l’impatto scenico e il richiamo alla tecnologia aerospaziale. Al contrario, la scelta è poi ricaduta su un rivestimento in acciaio continuo che avvolge del tutto lo stadio e termina a terra in una serie di triangoli rovesciati che danno l’idea di una struttura “in fase di decollo”.

 

L’altezza massima raggiunta dalla cupola è di 60 m nel suo punto centrale, dove si trova un oculo che permette l’ingresso della luce all’interno dello stadio. All’interno, la struttura dello stadio è un classico rettangolo che abbraccia il campo da gioco, quasi indipendente dalla cupola esterna a pianta circolare che lo avvolge con un effetto a campana di vetro.

 




 

Negli spazi interni ricavati fra le gradinate e la cupola esterna, si trovano una serie di attività commerciali e negozi la cui installazione è stata voluta principalmente dalle istituzioni locali. Una decisione che, non solo ha provocato ritardi sulla tabella di marcia dei lavori, ma ha anche ingrandito le dimensioni dello stadio, portandolo a coprire un’area di 156.000 mq – quasi il 40% in più del progetto originale.

 

La capienza, invece, è rimasta invariata e lo stadio può ospitare 45.000 persone, disposte su due anelli di gradinate continui attorno al campo, separati da una fascia in cui sono collocati i box e i palchi. Il profilo interno è ondulato, come nello stile degli stadi contemporanei: l’onda sinusoidale trova i suoi punti più alti al centro delle tribune, per poi scendere in corrispondenza degli angoli ed evitare il più possibile la presenza di posti molto lontani dal campo. La curva, inoltre, non è continua ma seghettata, con il ripetersi di “punte” che replicano i triangoli esterni con i quali la cupola del rivestimento termina a terra. Le due strutture, esterna e interna, dialogano tra loro nonostante il forte contrasto delle forme, aumentando il senso di raccoglimento all’interno dello stadio.

 

La Cosmos Arena racchiude in sé i tratti unici di un disegno che rinnova quello dei grandi impianti indoor a cupola, ma trova anche il modo di trasmettere un’idea di moderna intimità, in un perfetto tributo sportivo alla corsa allo spazio che ha segnato la storia della città di Samara e della Russia.

 

 

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