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Antonio Cunazza
I migliori stadi del Mondiale: il Nizhny Novgorod
21 giu 2018
21 giu 2018
Il Nizhny Novgorod Stadium si inserisce perfettamente nel panorama storico della città che ospita il Cremlino.
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Antonio Cunazza
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La città di Nizhny Novgorod risplende fra l’azzurro del cielo e quello delle acque del fiume Volga, che la bagna da nord a sud. Il verde dei tetti piramidali delle 13 torri della fortezza del Cremlino, spiccano sul rosso dei mattoni e il grigio della pietra che avvolgono la struttura del più importante edificio della storia locale.

 

Ma Nizhny Novgorod non è sempre stata così. Dal 1959 al 1991 è stata una “città chiusa”, una di quelle località dell’Unione Sovietica interdette ai visitatori stranieri e, spesso, con forti limitazioni anche per gli stessi residenti in altri luoghi del paese (esistono ancora oggi, se ne stimano una quarantina). Queste città erano punti strategici per l’invio della posta (raccolte sotto un freddo ma esplicativo elenco dal titolo “Caselle Postali” e denominate Zato – acronimo russo di Formazioni territoriali-amministrative chiuse) o centri di produzione industriale a scopo bellico. A Nizhny Novgorod, per esempio, dal 1929 c’era la più grande fabbrica di automobili del paese e, durante la Seconda Guerra Mondiale, era diventata il maggior fornitore di materiale bellico al fronte – e di conseguenza, uno dei bersagli primari per la Luftwaffe tedesca.

 

Ma la storia Nizhny Novgorod, più che al progetto delle “città chiuse”, è legata più che altro all’enorme fortezza che ospita: il Cremlino.

 



Costruito in pietra fra il 1508 e il 1515 dall’architetto italiano Pietro Francesco (del quale poche cronache riportano l’attività al servizio del sovrano russo Basilio III), il Cremlino ha accompagnato la storia di Nizhny Novgorod, fin dalla sua prima versione in legno datata 1221 – quando servì da prima fortificazione in occasione della fondazione della città. All’interno della fortezza sorge la Cattedrale dell’Arcangelo Michele, l’unica chiesa sopravvissuta tra quelle che popolavano il Cremlino in passato. Il bianco della pietra con cui è stata costruita, risalta con la luce diurna e contrasta con i tetti verdi che ricordano le influenze architettoniche dei castelli centro-europei, che contrastano con il barocco degli edifici russi più conosciuti.

 

La fortezza del Cremlino sorveglia la sponda della città a sud della confluenza fra i fiumi Volga e Oka. Quest’ultimo arriva dall’estremo ovest, dove l’Ucraina si scorge a vista, e giunto a Nizhny Novgorod si tuffa nel Volga all’ombra della Cattedrale di Aleksandr Nevskij. Siamo sulla sponda opposta al Cremlino, ed è qui che sorge il Nizhny Novgorod Stadium, uno dei 12 impianti che ospiteranno i Mondiali di Russia 2018.

 





 

Il calcio a Nizhny Novgorod è legato alle vicende dell’FC Volga, il club più importante della città. Viene fondato nel 1963 come risultato della fusione fra il Torpedo e il Raketa quando la città si chiama ancora Gorky, in onore di Maksim Gorky, il celebre drammaturgo russo che nacque qui nel 1868. L’FC Volga, che per tutta la sua esistenza non riuscirà mai ad uscire da una grigia mediocrità di risultati, non farà in tempo a vedere la città cambiare nome fallendo nel 1984, sei anni prima che Gorky diventi Nizhny Novgorod.

 

L’FC Volga rinasce una prima volta nel 1998 come FC Elektronika per poi riprendere la sua denominazione originale nel 2004. Nel 2016, però, fallisce una seconda volta, strozzato dai debiti contratti nei dieci anni precedenti e dall’impossibilità di ripagarli con la modesta posizione di centro classifica in seconda divisione.

 

Dall’anno precedente il calcio professionistico è tornato in città con il FC Volga-Olympiyets, promosso in terza serie. Ma soprattutto inizia la costruzione del Nizhny Novgorod Stadium in vista dei Mondiali.

 



Se la Otkritie Arena di Mosca è uno stadio che rappresenta la simbologia del proprio club, e la Cosmos Arena è una celebrazione della storia sovietica e delle sue imprese spaziali, lo stadio di Nizhny Novgorod è un edificio rappresentativo della città e della sua architettura.

 

La posizione isolata fa spiccare ancor di più l’impianto rispetto al tessuto cittadino: situato in un’area di circa 40 ettari di superficie, libera da edifici, sull’ansa della confluenza fra Volga e Oka, riesce a dialogare perfettamente con l’architettura della Cattedrale di Aleksandr Nevskij, sulla sponda del fiume a meno di 500 metri di distanza.

 

Il giallo ocra della cattedrale ortodossa e l’eclettismo delle sue forme, che uniscono neo-classico, neo-gotico e sprazzi di barocco, fanno da contraltare al bianco e blu che traccia il cilindro esterno dello stadio, segnato da pilastri sottili a sezione triangolare che sorreggono il disco piano della copertura. Il Nizhny Novgorod Stadium rispetta la presenza della cattedrale ma allo stesso tempo crea un contrasto di forze che dà ancor più risalto all’edificio ortodosso, orgogliosamente sicuro di se stesso nel fronteggiare il nuovo vicino di casa.

 





 

Gli 88 pilastri in cemento armato che circondano l’edificio creano la trama verticale di un colonnato che rimanda all’architettura classica e avvolge lo stadio, issandosi su un podio di accesso alle tribune interne. L’immobilità della struttura esterna contrasta con il tema del movimento, proprio del cuore più interno dello stadio. Il catino delle gradinate è, infatti, un blocco interno protetto e schermato dai pilastri esterni. Le rampe di scala che accedono al podio, dal piazzale, disegnano un effetto-vortice appena accennato, in un “

” che mimetizza l’edificio nei periodi di neve invernali.

 

L’effetto vortice viene sottolineato dal blu delle rampe interne, che portano direttamente alle tribune. Il contrasto di questi segni diagonali che si inseguono l’un l’altro, con i pilastri verticali esterni, è decisivo nel dare forza all’edificio. Anche lo scorrere delle acque del fiume Volga viene richiamato allo sguardo dell’osservatore, tramite vele semi-trasparenti in materiale metallico alternate in bianco e in blu, che schermano i vuoti nella parte alta dello stadio, fra il secondo anello e il tetto.

 

Lo stadio può ospitare 45.000 persone e la sua costruzione è stata appaltata all’impresa russa Stroytransgaz – attiva in particolare nell’ingegneria civile e negli edifici industriali, e responsabile anche della costruzione del Volgograd Stadium per i Mondiali 2018. Realizzato nel giro di tre anni, è costato quasi 250 milioni di euro. Le sue tribune sono suddivise su due anelli, separati da una fascia intermedia a due piani che accoglie i palchi e i box vip. Il secondo anello termina con il consueto profilo sinusoidale (chiamato “la ola”) che permette di ottimizzare la distanza della visuale sul campo da qualunque posto a sedere.

 

Il colore blu si appropria degli interni dello stadio, così come il bianco caratterizza l’esterno. Le pareti degli ingressi per ogni settore e tutti i blocchi di servizio (come scale e ascensori) sono evidenziati in blu, che viene ulteriormente declinato in varie sfumature di azzurro e celeste nel colore dei seggiolini.

 

Il disco piano di copertura lascia un oculo ovale aperto sul campo ed è tappezzato da una fantasia di pannelli in policarbonato semitrasparente, nelle gradazioni del blu e dell’azzurro, visibili su entrambi i lati. La struttura di sostegno del tetto è formata da un intreccio di travature reticolari in acciaio, del peso complessivo di 10.000 tonnellate, e l’intera copertura si estende su una superficie di 57.000 mq.

 





 

Il continuo dialogo di tonalità cromatiche definisce il Nizhny Novgorod Stadium come un impianto che si inserisce al meglio anche nel contesto cittadino, andando quasi a mimetizzarsi nei periodi invernali, quando la città e il fiume Volga vengono ricoperti dal bianco delle nevicate.

 

Nonostante sia molto simile all’Estádio Nacional Mané Garrincha di Brasilia, che ha ospitato alcune partite dei Mondiali di Brasile 2014, l’impianto di Nizhny Novgorod è uno stadio che ha una sua forza comunicativa molto chiara: riesce a inserirsi perfettamente nel panorama storico della città (la sua altezza non supera quella degli 87 metri della vicina Cattedrale di Aleksandr Nevskij), celebra le caratteristiche e l’identità naturale della regione, e dialoga con la classicità degli altri edifici storici in un continuo contrasto che fa emergere la sua contemporaneità stilistica.

 

 

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