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È stata la stagione di Son
07 mag 2019
07 mag 2019
Manca ancora la partita più importante, ma la stagione del coreano è comunque memorabile.
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Foto di Catherine Ivill / Getty Images
(copertina) Foto di Catherine Ivill / Getty Images
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Son Heung-min ha segnato il primo gol stagionale in Premier League soltanto alla fine di novembre, nella vittoria per 3-1 del Tottenham sul Chelsea. Al nono minuto del secondo tempo la sua squadra era già in vantaggio di due gol, quando Aurier ha tolto la palla a Hazard poco fuori l’area di rigore degli “Spurs” e Alli ha avviato il contropiede, lanciando Son nello spazio lasciato libero da Marcos Alonso.

Son ha quindi ricevuto il pallone in corsa già nella metà campo del Chelsea, avendo alla sua destra la linea laterale e alla sinistra Jorginho, scivolato sulla fascia a coprire Alonso. Di fatto si è ritrovato a sfidare i quattro giocatori del Chelsea rimasti a protezione della loro metà campo correndo da solo palla al piede, perché Kane era troppo lontano per aiutarlo.

Largo a destra, ha sfruttato il chiaro vantaggio su Jorginho, in difficoltà a contenere in spazi ampi uno dei giocatori più veloci della Premier: Son ha prima rallentato per controllare meglio la palla e poi accelerato per lasciarsi alle spalle l’ex regista del Napoli. Quindi si è accentrato sul lato corto dell’area saltando facilmente anche David Luiz e col sinistro, ormai solo davanti a Kepa, ha infilato il pallone in porta mirando l’angolo più lontano.

In Premier League è stato votato come gol del mese di novembre e Son lo ha definito uno dei migliori della sua carriera.

Se si esclude una breve apparizione di dieci minuti da subentrato nella prima giornata di campionato, la stagione di Son al Tottenham è iniziata solo a settembre.

Ad agosto il numero 7 degli “Spurs” ha partecipato da fuoriquota ai Giochi asiatici con la nazionale sudcoreana Under-23, vincendo l’oro e conquistandosi così l’esenzione dal servizio militare (che lo avrebbe tenuto lontano dai campi da gioco per quasi due anni).

La storia era circolata molto, dopo la sconfitta per 2-1 contro il Messico ai Mondiali, quando Son era scoppiato a piangere nello spogliatoio davanti al presidente sudcoreano Moon Jae-in.

Nel 2014 Son aveva mancato l’edizione precedente dei Giochi asiatici - il cui torneo di calcio non è riconosciuto dalla FIFA - per l’opposizione del suo club di allora, il Bayer Leverkusen, e quella della scorsa estate era la sua ultima opportunità. Per capire quanto fosse delicata la vicenda bisogna tenere a mente anche la popolarità di Son tra i sudcoreani (a questo proposito c’è un reportage della CNN da New Malden, un sobborgo di Londra che ospita la più grande comunità di sudcoreani in Europa, che illumina su quanto sia profonda l’influenza di Son sui suoi connazionali) e la sensibilità sul tema del servizio militare.

Gli obblighi militari riguardano ovviamente anche le personalità più famose e chi cerca appigli per evitarli non è benvisto dall’opinione pubblica. In passato ci sono stati casi controversi che hanno riguardato alcune celebrità sudcoreane (tra cui PSY, il cantante di “Gangnam Style”) e Son si trovava quindi in una situazione scomoda, dalla quale è uscito grazie alla partecipazione ai Giochi asiatici.

Gli impegni estivi, però, hanno condizionato la prima parte della stagione di Son, che ha trovato i primi gol solo a fine ottobre, una doppietta al West Ham in Coppa di Lega, e ci ha messo quasi un altro mese per sbloccarsi in Premier, contro il Chelsea.

Esterno o attaccante centrale?

Ma la sfida contro la squadra di Maurizio Sarri è stata significativa anche per un altro motivo. Mauricio Pochettino aveva infatti schierato i suoi giocatori offensivi in modo inusuale: Son affiancava Kane in attacco, alle loro spalle Alli agiva da trequartista, mentre Eriksen era la mezzala sinistra del centrocampo a rombo.

L’accentramento di fianco a Kane, o in sostituzione del centravanti inglese, che per un infortunio alla caviglia è rimasto fuori oltre un mese tra gennaio e febbraio e che si è fatto di nuovo male alla caviglia sinistra nell’andata dei quarti di Champions League contro il Manchester City, è stato una costante per Son in questa stagione, anche se comunque non ha rappresentato una novità.

Da quando è al Tottenham, Son è stato infatti impiegato in diversi ruoli e gli era già capitato di giocare da attaccante, Pochettino lo ha però utilizzato prevalentemente come esterno offensivo, soprattutto a sinistra. Nel ritorno degli ottavi della scorsa Champions League, ad esempio, Son giocò una grande partita contro la Juventus appunto restando aperto a sinistra e mandando in crisi Barzagli con i suoi scatti e i suoi dribbling. E chiudendo sul secondo palo un’azione sviluppata a destra aveva portato in vantaggio il Tottenham, rimontato poi dai bianconeri nel secondo tempo nel giro di tre minuti.

Quest’anno, dopo essersi sbloccato con il gol bellissimo al Chelsea, Son ha attraversato un momento di forma straordinario fino a metà febbraio, contribuendo in maniera diretta a 15 reti in 13 partite di Premier (11 gol e 4 assist) e trovando anche il primo gol stagionale in Champions League, all’andata degli ottavi contro il Borussia Dortmund.

Anche la scorsa stagione Son aveva attraversato un periodo di forma eccezionale tra dicembre e gennaio, con 6 gol e 4 assist in 9 giornate di Premier, e poi a inizio marzo, quando aveva messo in fila due doppiette consecutive in campionato e la grande prestazione contro la Juve in Champions League.

Ora però il rendimento di Son sembra essere salito ulteriormente di livello, e non solo perché è diventato più continuo. In questi mesi Son si è preso maggiori responsabilità e, con Kane limitato dagli infortuni, è diventato di fatto il giocatore più pericoloso del Tottenham. Sette dei suoi ultimi otto gol Son li ha segnati in assenza di Kane: quattro sono arrivati in quattro partite diverse che il centravanti inglese aveva saltato per il primo infortunio alla caviglia, altri tre Son li ha segnati nella doppia sfida contro il Manchester City ai quarti di Champions, dopo che Kane si è di nuovo infortunato alla caviglia in un contrasto con Delph.

Senza Kane

Questa coincidenza potrebbe far pensare che Son giochi meglio senza Kane. È però difficile trovare qualche incompatibilità tra i due. Il dinamismo e il senso per la profondità di Son si incastrano bene con le caratteristiche di Kane, che invece ama muoversi incontro e dare un riferimento tra le linee, aprendosi spesso sul centro-sinistra per calciare in porta o dare continuità alla manovra rientrando sul piede destro.

La crescita di Son è servita piuttosto a non soffrire troppo l’assenza di Kane, che ovviamente è il principale finalizzatore del Tottenham. Quando però gli “Spurs” hanno giocato senza di lui, l’attaccante sudcoreano si è preso maggiori responsabilità nel finalizzare l’azione. Tra gennaio e febbraio, mentre Kane era fuori per il primo infortunio alla caviglia, Son ha segnato 4 gol in 4 partite, tutti in momenti decisivi, se si esclude il gol al Leicester nei minuti di recupero, con il Tottenham già in vantaggio per 2-1.

In quelle quattro partite la sua media gol (uno ogni 90 minuti) e la frequenza con cui tirava (un tiro ogni 22,4 minuti) erano decisamente migliorate rispetto alle medie tenute in stagione, mentre invece era peggiorata la frequenza delle occasioni create (una ogni 179 minuti). Quattro partite sono un campione troppo esiguo per trarre considerazioni generali, ma danno comunque l’idea di come si sia adattato il gioco di Son all’assenza di Kane.

Una dimostrazione ancora più chiara del suo talento, e del livello raggiunto quest’anno, Son l’ha poi data nei quarti di Champions League contro il Manchester City. Il numero 7 degli “Spurs” è stato tra i migliori interpreti dei piani preparati da Pochettino per le due partite.

All’andata il Tottenham ha organizzato una fase difensiva quasi perfetta, e Son ha dato il suo contributo non solo durante il primo pressing sulla costruzione della squadra di Pep Guardiola, ma anche assicurando rientri sulle fasce per raddoppiare Sterling o Mahrez. E a poco più di dieci minuti dalla fine aveva ancora energie per scattare dietro Delph e segnare l’unico gol della partita.

Al ritorno la sua abilità nell’attaccare gli spazi in verticale è stata fondamentale per tenere in bilico la partita nell’incredibile sequenza iniziale in cui Tottenham e City hanno segnato cinque gol in venti minuti. Con una doppietta nel giro di tre minuti Son ha cambiato l’andamento della qualificazione e rovinato i piani della squadra di Guardiola, che era andata in vantaggio già al quarto minuto con Sterling. Il secondo gol, in particolare, è stato molto bello, per l’intuizione di scattare ancora prima che Lucas togliesse palla a Laporte, il movimento fatto per staccarsi da Walker e la conclusione a giro sul palo lontano.

Quanto conta la semifinale

Le due partite ai quarti di Champions contro il City hanno offerto il contesto ideale per far brillare le migliori caratteristiche di Son. Con un centravanti forte fisicamente come Kane o Llorente, il Tottenham ha un riferimento intermedio nella risalita del campo a cui appoggiarsi anche alzando la palla da dietro. Con il suo modo di muoversi e giocare quasi solo in verticale, Son invece velocizza la manovra e le dà profondità.

Dopo aver deciso con tre gol tra andata e ritorno i quarti contro il City, il suo talento nel dare profondità agli attacchi del Tottenham è mancato nella semifinale d’andata contro l’Ajax, un’altra squadra che per il suo modo di giocare tende a lasciare ampi spazi dietro le sue linee. Llorente, schierato di fianco a Lucas, è stato un riferimento per uscire velocemente dalle zone arretrate e aggirare il pressing dell’Ajax alzando la palla, ma i suoi limiti nell’attaccare gli spazi, con e senza la palla, hanno ridotto la pericolosità del Tottenham.

Dopo il cartellino rosso rimediato contro il Bournemouth, che gli farà saltare l’ultima giornata di Premier League contro l’Everton, Son ha solo la semifinale di ritorno con l’Ajax e l’eventuale finale di Champions per rendere ancora più speciale una stagione comunque eccezionale, in cui ha brillato nonostante i tre tornei disputati con la nazionale sudcoreana - oltre al Mondiale e ai Giochi asiatici, Son ha partecipato anche alla Coppa d’Asia a gennaio.

Sempre più di frequente il suo nome viene inserito nei discorsi sul miglior calciatore asiatico di tutti i tempi, un fatto insolito, se si pensa che non ha ancora compiuto 27 anni ed è lontano dal momento in cui si potrà mettere in prospettiva quanto fatto durante la sua carriera. Di certo per un giocatore asiatico non è semplice riuscire a imporsi in Europa come ha fatto Son, che è già adesso il miglior marcatore asiatico in Premier League (42 gol) e in Champions (12).

Davanti a sé Son ha comunque diversi anni per andare anche oltre il livello raggiunto in questa stagione e non tradire le aspettative che lo circondano.

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