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Foto di Alessandro Garofalo/LaPresse
Calcio Emanuele Atturo 25 marzo 2021 7'

Perché Mancini deve portare Soriano agli Europei

Il centrocampista del Bologna ha qualità che nessun altro centrocampista italiano possiede.

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Roberto Soriano è stato convocato in Nazionale per le gare delle qualificazioni ai Mondiali. Mancini lo aveva già chiamato per l’amichevole contro l’Estonia di novembre, ma non ancora per una gara ufficiale. L’ultima volta era stata sei anni fa, quando il CT dell’Italia era Antonio Conte e Soriano giocava con la maglia della Sampdoria, prima di trasferirsi in Spagna, al Villareal. All’epoca Soriano aveva appena iniziato quella che sarebbe stata la sua migliore stagione, o meglio, la più prolifica, nel campionato italiano.

 

Sulla panchina della Samp c’era Sinisa Mihajlovic, Soriano giocava da trequartista senza velleità da rifinitore ma interpretando bene il ruolo di attaccante ombra. Un termine che riassume l’attitudine vietcong di un giocatore di nascondersi tra le foglie delle difese per lanciare un agguato silenzioso alla porta avversaria. Nei suoi gol alla Samp Soriano si materializza in area di rigore per spingere in porta palloni senza padrone; una specie di pressa che dal limite dell’area infila in rete questi cross bassi e lenti che prendono i difensori in controtempo mentre corrono verso la propria porta. Un tipo di centrocampista raro nel nostro calcio, una specie di box-to-box, ma specializzato soprattutto nell’arte della finalizzazione negli ultimi metri.

 

In effetti, Soriano è cresciuto nelle giovanili del Bayern Monaco. Nato a Darmstadt da genitori di origine campana, è entrato al Bayern molto giovane. Viveva in convitto, la ritirata era alle 22 e dopo quell’ora non si poteva andare nella stanza degli altri; sul soffitto della stanza una telecamera controllava che fosse dentro. La Sampdoria lo ha comprato assicurandogli l’ingresso in prima squadra, a differenza del Bayern Monaco. È curioso che Soriano si sia poi trasferito al Villareal: il calcio spagnolo non sembra esattamente il suo, quello di un centrocampista fisico e verticale, che è un tiratore migliore di quanto non sia un passatore. Alla prima stagione segna 10 gol, di cui uno al Betis convergendo verso il centro con passo breve e leggero, prima di tirare di interno forte sul secondo palo.

 


Un gol che sembra segnato dal suo gemello, Nicola Sansone, con cui condivide una simmetria calcistica inspiegabile e inquietante, simile a quella vissuta da Montolivo e Pazzini. I genitori di Soriano e Sansone sono originari di due paesi vicini in provincia di Avellino, sono cresciuti insieme al Bayern Monaco e, dopo qualche anno di separazione, sono tornati insieme con la maglia del Villarreal, e ora con la maglia del Bologna. (È una loro richiesta, quella di essere ceduti insieme? C’è un’attrazione tecnica tra i due che rende troppo invitante ricostruire la coppia? Oppure contengono qualche clausola finanziaria per cui comprare uno rende conveniente comprare anche l’altro?).

 

Dopo una grande prima stagione Soriano non è riuscito più a stare su quel livello, su cui è tornato solo in questa stagione. Tra i 25 e i 30 anni la sua carriera aveva preso un colorito spento, mentre ora è tornato a essere il giocatore che sembrava diventato ormai un’era calcistica fa: un centrocampista completo, solido, efficace sotto porta. Oggi, a fine marzo, ha segnato 9 gol in campionato, uno in più del suo record nel campionato italiano, uno in meno del record personale stabilito in Spagna. Al Bologna dopo una stagione e mezza con un rendimento buono ma non eccezionale, con in panchina Mihajlovic che lo aveva già valorizzato a Genova, quest’anno sta rendendo come mai aveva fatto e la possibilità che venga convocato in Nazionale sono molto realistiche. In questo pezzo voglio convincervi, in tutta onestà, che Soriano deve andare ai prossimi Europei.

 

Soriano e l’intensità in pressing

Innanzitutto va detto che il Bologna sembra una squadra cucita sulle sue caratteristiche. Una squadra che propone un calcio offensivo soprattutto senza il pallone. È la quinta squadra del campionato con l’indice PPDA più basso, quindi una di quelle che lascia palleggiare meno gli avversari nella propria metà campo cercando una riconquista immediata. È la terza per recuperi palla offensivi. Soriano è il primo del Bologna a partire in pressing sulla costruzione bassa avversaria, con una generosità a volte assurda, ballando tra difensori e portiere senza mai esaurirsi. Magari senza recuperare palla ma provando sempre a forzare la giocata degli avversari. È il quinto giocatore della Serie A per azioni di pressing, dietro a centrocampisti che riconosceremmo più facilmente come “interditori” (Thorsby, De Roon, Amrabat, Ekdal), e infatti è il primo in solitaria per pressing nella trequarti offensiva – quasi 50 più del secondo, Thorsby. Queste sue qualità sarebbero importanti a disposizione di Mancini, che sta costruendo una squadra abituata a difendere molto vicino alla porta avversaria.

 

Alcuni esempi della generosità in pressing di Soriano, della sua capacità di sporcare la costruzione della squadra avversaria.

 

Nel calcio contemporaneo i giocatori più tecnici vengono arretrati di trenta metri per giocare davanti alla difesa, e quelli che rimangono a occupare la zona centrale sulla trequarti spiccano più per le loro abilità senza il pallone che per quello che fanno con la palla. È la zona del campo dove c’è più densità e la lotta per le seconde palle è sempre più importante.

 

Questo non vuol dire che Soriano, col pallone, sia inutile. La sua tecnica è essenziale ma di ottimo livello, e a volte, guardando le partite del Bologna, l’acume delle sue letture potrebbe sorprendervi. Guardate questo filtrante contro il Crotone.

 

 

Soriano passeggia sulla trequarti stando vicino alla palla portata da Barrow, la vuole sui piedi, ha già ruotato la testa un paio di volte per osservare il movimento dei compagni sul lato destro, ed è quindi assurdo che – senza mai girarsi – serva l’inserimento di Sansone a sinistra. Un giocatore con cui, com’è naturale che sia, ha sviluppato un’intesa pazzesca, ma che a volte sconta una tecnica di tiro fin troppo pulita quando arriva davanti al portiere (magari Mihajlovic direbbe che gli manca “cattiveria”). Quest’anno Soriano è già arrivato a 5 assist, la quota raggiunta nella scorsa stagione, nella quale aveva stabilito il proprio personale record.

 

Gli inserimenti senza palla

Ma Soriano spicca nel gioco offensivo senza il pallone: per le corse nei corridoi centrali, per gli inserimenti in area di rigore fatti con tempi da orologiaio. «Non ho un ruolo preferito in assoluto, preferisco mantenere le mie caratteristiche, soprattutto quella degli inserimenti senza palla» aveva dichiarato Soriano ormai cinque anni fa. Pur avendo giocato da mediano davanti la difesa, da centrocampista esterno di un 4-4-2, persino da ala, Soriano si esprime al meglio quando può partire dietro a una punta centrale. Nel Bologna la sua influenza realizzativa è diventata particolarmente importante per la scarsa vena di Barrow e Palacio. Soriano, con 9 reti, è il capocannoniere del Bologna: quante squadre hanno un giocatore che guida la classifica di gol e azioni in pressing contemporaneamente? 

 

Quest’anno ha segnato 5 gol da dentro l’area di rigore, e addirittura 2 nell’area piccola. Del resto il Bologna ha i giocatori più creativi sugli esterni, che si occupano di risalire il campo, creare superiorità numerica e rifinire. Soriano ha un talento speciale nel dosare le corse e scegliere i tempi dell’inserimento – una caratteristica rara fra i centrocampisti, che aveva per esempio Marco Parolo per restare in Serie A. Tra i suoi più belli, quest’anno, quello alla Sampdoria, dopo una corsa centrale minuziosa alle spalle della difesa avversaria, conclusa con un tiro d’esterno di prima imprevisto; quello al Sassuolo, attaccando con un istinto da centravanti il primo palo su un cross di Barrow; poi quello che vedete sopra, quando detta il passaggio a Vignato. Un passaggio d’esterno sofisticato, ma a nobilitare le grandi rifiniture ci sono sempre splendide corse senza palla, che tendiamo a dare troppo per scontate. Quest’anno ha segnato 5 gol col destro, 2 col sinistro e 2 di testa, esprimendo una completezza nella finalizzazione da autentico centravanti: «Vorrei segnare anche di orecchio, di ginocchio» ha detto a inizio anno.

 

Eppure non è stato sempre così freddo in carriera: se i suoi smarcamenti, e i suoi istinti in area di rigore sono stati sempre eccellenti, d’altra parte non è sempre stato preciso nella conclusione. Nella sua stagione al Torino, e nella prima al Bologna, era in undeperfomance offensiva. Dall’anno scorso ha iniziato a migliorare, fino all’exploit di quest’anno in cui sta segnando di più di quanto gli xG dovrebbero permettergli in maniera significativa. Tirando più o meno lo stesso numero di volte, ha migliorato gli xG per novanta minuti, selezionando quindi meglio i propri tiri. Ha segnato due volte da fuori area – con un gol bellissimo e difficile al Parma – ma con numero accettabile di tentativi.

 

Le prospettive per l’Europeo

Per Mihajlovic Soriano è il calciatore rivelazione di questa Serie A; ovviamente è come chiedere all’oste se il vino è buono, ma ha fatto bene a notare che: «un altro centrocampista in Italia che ha fatto 9 gol non c’è»; ci sarebbe Veretout, che però ne ha segnati 5 su calcio di rigore. Se prendiamo le ultime stagioni dieci stagioni di Serie A sono rarissimi i calciatori che hanno raggiunto la doppia cifra – Soriano è a 9 ma 10 partite potrebbero bastargli per trovare il decimo. Luis Alberto ha segnato 11 gol nella stagione 2017/18, ma senza il suo impegno in fase difensiva. Per trovare altri centrocampisti dallo stile di gioco simile bisogna risalire a Nainggolan 2016/17 (11 gol); Parolo 2014/15 (10 gol); Vidal 2012/13 (11 gol). Una rosa di nomi che dà la proporzione della grandissima stagione che sta vivendo Soriano.

 

Nelle ultime settimane si sta parlando anche di mercato, con un interessamento della Lazio, ma le prospettive più interessanti nel medio periodo sono quelle che riguardano la Nazionale. Il dibattito sui centrocampisti italiani da portare all’Europeo è uno dei più accesi e interessanti, vista la grande stagione che stanno avendo in tanti. Soriano, però, per la sua stagione positiva, ma soprattutto per la peculiarità delle sue caratteristiche, può starci. Il 4-3-3 di Mancini basato sul dominio del pallone non sembra il suo contesto ideale, ma può offrire delle soluzioni diverse. Contro l’Estonia, per esempio, ha giocato comunque più vicino alla punta, con un triangolo di centrocampo ribaltato, e Tonali e Gagliardini alle sue spalle.

 

In una Nazionale con tanti portatori di palla, ma che fa fatica sempre più del dovuto a segnare, sarebbe strano se Mancini rinunciasse alla capacità di Soriano di attaccare l’area di rigore e di muoversi senza il pallone. Ricordiamoci che un calciatore tocca il pallone l’1% del tempo di una partita, tutto il resto della sua prestazione è fatto dai movimenti che fa senza palla. 

 

 

Tags : bolognaeuro 2020roberto manciniroberto soriano

Emanuele Atturo è nato a Roma (1988). Laureato in Semiotica, è caporedattore de l'Ultimo Uomo. Ha scritto "Roger Federer è esistito davvero" (66thand2nd, 2021).

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