I temi di interesse attorno alla partita tra Paris Saint Germain e Manchester City erano tanti. C’era quello, più ampio, del confronto tra due squadre che rappresentano tasselli geopolitici ed economici importanti delle strategie globali del Qatar e dell’emirato di Abu Dhabi. Ma anche solo fermandoci al campo, PSG e Manchester City sono, almeno sulla carta - e assieme al Bayern Monaco - le due più forti squadre d’Europa di questa stagione.
La partita rappresentava l’ennesimo capitolo dello scontro tra Guardiola e Pochettino in Champions League. Nei quarti dell’edizione 2018/19 lo “ Sceriffo” aveva eliminato con il suo Tottenham il City di Guardiola, con un’incredibile sconfitta per4-3 al ritorno all’Etihad e un gol annullato in pieno recupero per fuorigioco a Sterling dopo la vittoria per 1-0 nella gara d’andata a Londra. Guardiola si era preso la rivincita la scorsa stagione eliminando il PSG di Pochettino in semifinale con la doppia vittoria in Francia e Inghilterra.
PSG-Manchester City era lo scontro tra Guardiola e Messi, al loro terzo incrocio in Champions League. Nella semifinale dell’edizione 2014/15 il fuoriclasse argentino eliminò il Bayern Monaco allenato dal catalano. Nel 2016/17 invece Guardiola alla guida del Manchester City incontrò il Barcellona di Messi nella fase a gironi, ottenendo un bilancio di una vittoria e una sconfitta.
Per Lionel Messi la partita contro il Manchester City è stata solamente la terza da titolare con la maglia del PSG. Per l’occasione Mauricio Pochettino ha scelto di accompagnare al tridente Messi-Mbappé-Neymar un centrocampo a 3 formato da Ander Herrera, Verratti e Gana Gueye, con il centrocampista italiano spostato dalla sua solita posizione di mezzala sinistra vicino a Neymar e piazzato in mezzo ai due compagni di reparto.
Lo spartito tattico
Il match è stato influenzato tatticamente dal precoce gol del vantaggio di Gueye e si è sviluppato secondo uno spartito tattico ben definito. Il PSG non si è preoccupato troppo del possesso del pallone (44% del possesso per gli uomini di Pochettino) e ha controllato gli spazi difendendo con un blocco medio-basso. In fase di non possesso palla il PSG si è inizialmente schierato con un compatto 4-4-1-1 con Neymar sulla linea dei centrocampisti e Messi in posizione centrale accanto o alle spalle di Mbappé.
Il 4-4-1-1 in fase di non possesso del PSG.
Il City ha attaccato il blocco basso del Paris Saint Germain alzando le due mezzali sulla linea degli attaccanti, disegnando un fronte offensivo di 5 giocatori, con Grealish e Mahrez sempre larghi, Sterling al centro e De Bruyne e Bernardo Silva nelle posizioni intermedie. L’idea era di occupare l’intera ampiezza del campo provando a stirare così le distanze tra i giocatori della linea difensiva del PSG.
A godere di ampia libertà, nell’incrocio dei due schieramenti, è stato Rodri, libero di ricevere senza pressione dalla linea difensiva e di dirigere il pallone verso zone più avanzate.
Lo schieramento offensivo del Manchester City. Rodri non viene pressato da nessun giocatore del PSG che mantiene bassa la sua linea di centrocampo e può fare avanzare il pallone verso i 5 giocatori offensivi.
Il Manchester City ha sovraccaricato la zona sinistra del suo attacco, dove Cancelo si è alzato e ha partecipato alla costruzione della manovra molto più di Walker dal lato opposto. L’influenza di Cancelo sul gioco del City è stata notevole e ha definito il lato forte della fase d’attacco dei Citizens. La squadra ha preferito consolidare il possesso e avanzare lungo il campo con la catena di sinistra costituita dallo stesso Cancelo, Grealish e la mezzala del lato, alternativamente De Bruyne o Bernardo Silva.
Cancelo si alza e definisce il lato forte della fase offensiva del City. Walker rimane più basso. Cancelo è stato il giocatore che, assieme a Rodri, ha giocato più passaggi nella partita (78 il portoghese, 77 Rodri).
Lo sviluppo preferenziale della manovra sulla fascia sinistra e la posizione sempre aperta assunta da Mahrez hanno quindi generato una situazione di isolamento sul lato debole per il giocatore algerino, che il City ha provato a utilizzare come principale arma offensiva. Dopo aver consolidato il possesso a sinistra, e avere così abbassato la difesa avversaria, gli uomini di Guardiola hanno spesso cercato con un cambio di gioco Mahrez, provando a sfruttare il suo talento con tempo e spazio a disposizione.
Con l'andare della partita l’isolamento di Mahrez a destra è diventato sempre più sfruttabile per il City, grazie al prevedibile abbandono di Neymar della posizione di quarto di sinistra in fase di non possesso palla. Via via il brasiliano ha preferito rimanere più alto e non allinearsi con Gueye e il Paris Saint Germain si è quindi trovato a difendere con soli tre uomini sulla linea mediana, rendendo così ancora più problematico il controllo del lato debole.
Neymar rimane sulla stessa linea di Messi e il PSG difende con il 4-3-3.
Il City è riuscito a sfruttare i vantaggi ottenuti sul lato debole, portando al tiro o al cross direttamente Mahrez o, in alternativa e in maniera più pericolosa, attaccando alle spalle il terzino Nuno Mendes appena questi si alzava a contrastare l’attaccante algerino del City.
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Mahrez riceve sul lato debole con tempo e spazio a disposizione. Nuno Mendes esce a contrasto, liberando spazio tra sé e il centrale di sinistra Kimpembe. Lo spazio è attaccato da De Bruyne che riceve il passaggio filtrante di Mahrez in posizione pericolosa per il PSG.
Per tamponare le difficoltà sul lato debole e per proteggere il corridoio interno dagli inserimenti della mezzala del City, nel secondo tempo, Pochettino ha abbassato Gueye al fianco esterno di Nuno Mendes. Il PSG si è così schierato con una linea a cinque capace di proteggere meglio l’ampiezza del campo ma che ha ulteriormente arretrato il baricentro del Paris Saint Germain, rendendo ancora più complesso per i suoi uomini mantenere il possesso e ripartire con efficacia.
Gueye si abbassa sulla linea dei difensori per controllare la posizione di Mahrez.
La difficile fase di finalizzazione del Manchester City
Il dominio del possesso, specie nella seconda parte del match, non è bastato al Manchester City per realizzare almeno un gol a Donnarumma, al suo esordio in maglia Paris Saint Germain. Il City ha avuto un’enorme doppia grossa occasione, nata da un fantastico assist di esterno destro di De Bruyne che ha trovato il colpo di testa sulla traversa di Sterling alle spalle di Kimpembe; e poi c'è stato l’incredibile errore in tap-in a porta vuota di Bernardo Silva. In generale però la squadra ha faticato contro la difesa dell’area degli avversari. I parigini non hanno avuto alcuno scrupolo ad accettare fasi di difesa particolarmente profonde e centrate sulla protezione del cuore dell’area di rigore. Marquinhos e Kimpembe hanno dominato sui 28 cross giocati dal Manchester City (di cui solo 4 alti) difendendo la propria area rispettivamente con 12 e 7 spazzate, ben supportati da Donnarumma autore di 4 uscite alte e 7 parate. L’ottima difesa della porta del PSG è stata favorita dalle difficoltà di smarcamento di Sterling negli spazi stretti dell’area di rigore sui tanti palloni messi in mezzo dai compagni di squadra.
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Sterling è più abile a muoversi in profondità che negli spazi stretti dell’area di rigore in occasione dei cross. Qui taglia alle spalle di Marquinhos e viene servito da un incredibile assist filtrante di Cancelo. Purtroppo per il City la finalizzazione di Sterling non rende onore all’assist del portoghese.
A differenza del City, il PSG è invece riuscito a capitalizzare al massimo la scarna quantità di pericoli generati per la porta di Ederson. Per tutto il match i parigini hanno sofferto il pressing ben strutturato del Manchester City che ha conteso il pallone agli uomini di Pochettino sin dall’inizio della loro fase di possesso. La fluida strategia di pressing del City ha alzato De Bruyne su Verratti e, nelle fasi più aggressive, attaccare anche Donnarumma per non lasciare alcuna superiorità numerica in zona arretrata agli avversari.Più indietro è stato Grealish ad abbassarsi sulla linea di Rodri con De Bruyne sempre alto su Verratti e Sterling e Mahrez sui due centrali avversari.
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De Bruyne su Verratti, Sterling su Donnarumma, Grealish e Mahrez su Marquinhos e Kimpembe: una delle tante fasi di pressing particolarmente offensive del Manchester City. Più indietro Grealish si affianca a Rodri.
Il pressing del City ha funzionato nel prevenire il consolidamento del possesso del Paris Saint Germain che non ha mostrato meccanismi particolarmente efficaci per superare la pressione avversaria.
Gran parte delle responsabilità dell’elusione del pressing degli uomini di Guardiola sono state affidate alla tecnica sotto pressione e al sangue freddo di Marco Verratti, che più volte è riuscito a sfuggire alla pressione e alla marcatura di De Bruyne e a risolvere i problemi di una circolazione palla non troppo brillante nelle fasi di impostazione. Verratti è stato anche elogiato da Guardiola a fine partita, che si è detto "innamorato di lui".
Insieme al pressing, hanno ben funzionato anche i meccanismi del City di recupero rapido del pallone dopo la perdita del possesso, che hanno in parte inibito la transizione offensiva del Paris Saint Germain. Il diverso atteggiamento nel recupero del pallone delle due squadre è ben fotografato dai soli 6 palloni recuperati dai parigini nella metà campo avversaria contro i 29 del Manchester City. Il pressing e il gegenpressing degli uomini di Guardiola hanno avuto successo nel limitare le occasioni d’attacco degli avversari, a cui sono bastati 6 tiri e 0.8 xG per realizzare due reti.
Il triangolo tra Messi e Mbappé e la finalizzazione del fuoriclasse argentino in occasione del raddoppio del Paris Saint Germain rappresentano plasticamente la qualità concentrata - poche volte vista nell’intera storia del calcio - a disposizione di Mauricio Pochettino. Al PSG è bastato, e più volte basterà, una difesa accorta, un po' di spazio a disposizione per i suoi fuoriclasse e qualche occasione nemmeno troppo pulita per vincere la partita.
Tuttavia in Europa, più avanti nella stagione, sarà necessario che il tecnico del Paris Saint Germain presenti una squadra in grado di reagire meglio al pressing avversario, più capace di gestire fasi del match con il pallone tra i piedi e di difendere in maniera più attiva e più avanti nel campo. Lo sforzo difensivo, ben riposto nell’occasione, assegnato a Marquinhos, Kimpembe, Verratti e Gueye potrebbe non essere sostenibile nelle partite decisive della stagione.
Il Paris Saint Germain ha completato 118 passaggi in meno del Manchester City nell’ultimo terzo di campo.
Al termine del match Pep Guardiola si è detto soddisfatto della prestazione dei suoi uomini a cui, nelle parole dell’allenatore, è mancato solo il gol. In effetti la prestazione in entrambe le fasi di gioco del Manchester City è stata soddisfacente, ma la mancanza di brillantezza ed efficacia in fase di rifinitura e finalizzazione merita di essere indagata a fondo per capire se si è trattata di una lacuna occasionale o, piuttosto, di qualcosa di strutturale a cui il tecnico catalano dovrà presto trovare una soluzione.