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Altri cinque possibili Palloni d'Oro
04 dic 2018
04 dic 2018
Le ragioni per cui il Pallone d'Oro sarebbe potuto andare a uno tra Messi, Hazard, De Bruyne, Salah o Firmino.
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E che De Bruyne avesse pochi limiti è stato chiaro praticamente da sempre.


 

Tranne Messi, appunto. Ma se De Bruyne non arriva ai livelli di Messi è solo perché nessuno al mondo è come Messi nell'istinto per il dribbling, nel controllo e nella visione di gioco. Ma se prendiamo il suo primo tocco, ad esempio, il controllo, ovvero il primo indicatore del talento naturale insito in ogni giocatore, possiamo paragonarlo solo a quello di calciatori più piccoli di lui e che pesano la metà di lui, a quelli che ormai più di sette anni fa



 



 




 



 



 



 



 



 



 



 



 





L’entusiasmante percorso del Liverpool nella passata edizione della Champions League ha reso, a un certo punto, Momo Salah un candidato credibile per la vittoria del Pallone d’Oro. Sul piatto della bilancia per l’egiziano c’erano essenzialmente le 10 reti realizzate in Europa che, unite ai 29 gol in Premier League nel 2018, e alla sensazione di avere di fronte il migliore giocatore al mondo nel mix di velocità, con e senza la palla, e capacità di finalizzazione, hanno spinto in alto il suo nome nella corsa al trofeo, almeno fino al momento del fallo di Sergio Ramos nella finale di Kiev.

 

Ma a rendere elettrizzante, oltre che vincente, la campagna europea del Liverpool è stato il cocktail di pressing, gioco in transizione e attacco in velocità del calcio heavy metal di Jurgen Klopp, che ha prodotto la squadra che ha segnato di più in Champions League la scorsa stagione – 41 gol, 3.2 per partita – e il gioco più divertente di tutta la competizione. Ma, più che Salah, la vera chiave tattica del successo dei Reds, e fedele interprete di ogni sfaccettatura dello spartito di Klopp, è stato il brasiliano Roberto Firmino, da più parti considerato il giocatore più sottovalutato del panorama

.

 

Il giocatore giunto tre anni fa nella Merseyside dall’Hoffenheim aveva in nuce tutte le qualità che ne hanno decretato il

. Ma è il passaggio dalla guida di Brendan Rodgers a quella di Jurgen Klopp che ha permesso a Firmino di esaltare e sviluppare ai massimi livelli le sue doti.

 

Nell’ultima stagione l’allenatore tedesco lo ha schierato come centravanti nel suo 4-3-3, con Salah alla sua destra e Sadio Mané alla sua sinistra. Il contributo di Firmino nella manovra offensiva del Liverpool è stato semplicemente fondamentale, sia durante i frequenti attacchi in transizione che nelle fasi manovrate: il brasiliano ha mostrato una sensibilità tattica raffinatissima, trovando, all’interno del gioco sopra ritmo e verticale di Jurgen Klopp, una sorta di bolla spazio-temporale dalla quale si è occupato di mettere ordine e canalizzare le energie della sua squadra.

 

La qualità dei suoi movimenti senza palla all’interno del sistema-attacco del Liverpool è sempre stata elevatissima. Il principale lavoro di Firmino è stato quello di fornire, allo stesso momento, il raccordo necessario tra la manovra arretrata e la velocità dei suoi compagni di reparto e creare gli spazi per gli stessi Mané e Salah. La varietà di movimenti utilizzati per svolgere in campo la sua funzione è stata molto ampia: Firmino si abbassava, allontanandosi dalla linea arretrata avversaria, attirando fuori i centrali e disordinando la difesa per creare i corridoi per i tagli profondi dei suoi compagni.

 

La sua percezione dei possibili sviluppi del gioco alle sue spalle è sorprendente e di certo tra le più sviluppate nel panorama mondiale: sa sempre cosa succede e cosa potrebbe accadere dietro di lui quando viene incontro a raccordare il gioco e la scelta della giocata è, quasi sempre, la più efficace per fare progredire l’azione d’attacco della sua squadra.

 

Oltretutto è in possesso di doti tecniche che gli consentono praticamente ogni tipo di giocata. Può giocare di sponda per consentire a un compagno un più semplice passaggio fronte alla porta verso gli attaccanti. È un maestro nella protezione del pallone e utilizza sia i controlli orientati che sottili corpo a corpo per liberarsi delle marcature strette dei difensori che, aggressivamente, lo seguono nel suo gioco di raccordo, per impedirgli o sporcargli le ricezioni. È, ovviamente, capace di mettersi in proprio e dopo avere creato coi suoi movimenti gli spazi da attaccare per Mané e Salah, ha una sensibilità di passaggio evolutissima che gli permette di mandare in porta i suoi compagni con filtranti che tagliano le difese avversarie, sia in campo aperto che in spazi più congestionati.

 

https://twitter.com/francefootball/status/1049245267025956864

 

 

Ma il gioco di Firmino è multidimensionale e la sua comprensione del gioco particolarmente estesa, è capace di creare spazi per le tracce verticali degli altri attaccanti di Klopp anche muovendosi verso l’esterno e, sfruttando a suo favore le mosse dei difensori, può attaccarli alle spalle quando provano ad anticiparlo, assuefatti ai suoi movimenti incontro al pallone.

 

Le sue raffinatissime interpretazioni tattiche, definite poi dalla delicatezza tecnica del suo gioco, risultano ancora più preziose all’interno del contesto iper-dinamico dell’attacco di Klopp, perché regalano i tempi e gli spazi necessari a convogliare tutta la dirompente vitalità della squadra. Firmino mette armonia e creatività in un luogo che senza di lui rischierebbe di essere troppo confuso per potere essere anche efficace.

 

Terminato il lavoro di raccordo, Firmino è anche in grado di attaccare l’area e di concludere a rete con estrema efficacia. La miscela tra la capacità di generare un tiro per i compagni e di finalizzare in prima persona hanno permesso al numero 9 del Liverpool di essere secondo solo a Cristiano Ronaldo nella somma tra gol e assist nella passata edizione di Champions League: 10 gol e 7 assist per Firmino, 15 gol e 3 assist per CR7. Ancora, solo CR7 (55%) ha inciso nelle realizzazioni della sua squadra con un gol o un assist più di Firmino, che è entrato nel 42% dei gol dei Reds.

 

Dei 10 gol realizzati in Champions - lo stesso numero di Salah - 2 sono stati realizzati di testa. Il gioco aereo di Firmino è uno dei tanti aspetti del gioco che, ancor più del suo fondamentale gioco di raccordo, è poco conosciuto e forse non particolarmente apprezzato. Alcuni numeri sono sorprendenti: è il giocatore della passata Champions League che ha ingaggiato più duelli aerei in assoluto (118, secondo Lukaku con 69), secondo solo allo svedese Wernbloom del CSKA nella media a partita (9.1).

 

Le sue doti di testa gli consentono, oltre che di finalizzare, di contendere i palloni aerei ai difensori, generando così seconde palle che il gioco di Klopp non disdegna. In quest’ottica Firmino eccelle anche nella riconquista delle respinte della difesa, utilizzando le sue capacità di previsione del gioco per muoversi in anticipo verso la posizione migliore.

 

In aggiunta, il suo apporto difensivo all’interno del sistema di Klopp è davvero notevole. Le sue capacità di pressing e contropressing forniscono un contributo fondamentale per la stabilità della struttura difensiva del gioco dei Reds. La passata stagione Firmino è stato l’attaccante che, tra i top team della Premier League, ha effettuato ampiamente più tackle sia in assoluto (62) che a partita (2.1), secondo solo a Jordan Ayew dello Swansea nell’intero campionato. Inoltre è stato secondo solo a Christian Eriksen del Tottenham tra i giocatori offensivi delle prime sei squadre della Premier per numeri di intercetti (17). Infine, in ogni fase del gioco è in perenne movimento al massimo della velocità e per questo è l’attaccante della Premier League che effettua più sprint nell’arco dei 90

.

 

Firmino è rientrato con ampio merito entrato nella lista dei 30 possibili candidati al Pallone d’Oro, riuscendo ad entrare alla fine tra i migliori 20 al mondo (diciannovesimo, a parimerito con Rakitic e Sergio Ramos). La sua forza e il suo fascino sono riposti nell’essere, al medesimo tempo, un giocatore classico e un giocatore particolarmente moderno. La sua tecnica, i suoi movimenti senza palla e la sua comprensione del gioco risulterebbero di alto livello in ogni epoca. Al contempo i tratti di modernità sono chiaramente evidenti nell’essenzialità delle sue giocate, nella capacità di portare pressione individuale ai portatori di palla all’interno di un sistema di pressing organizzato e nell’apporto atletico che fornisce alla squadra duellando di testa e sprintando in continuazione lungo il campo.

 

L’equilibrio tra la classicità e la modernità di Firmino è stata la chiave dei successi della scorsa stagione dei Reds, che hanno beneficiato di un giocatore che pur perfettamente integrato nel calcio di Klopp è stato capace di organizzare, giocando da centravanti, il potenziale caos del gioco dei Reds. Non vincerà il Pallone d’Oro, ma di certo nella passata stagione è stato uno dei migliori calciatori nel panorama mondiale e probabilmente insieme a Ronaldo. Modric e Salah il migliore della Champions League.

 

 







 

https://twitter.com/LaLiga/status/1068112585130680320

 



 



 





 

Questo dato è riferito agli ultimi 10 anni di competizione, e qualcuno potrebbe dire che il 2018 di Messi non è stato altrettanto impattante, se non fosse che ha dominato completamente la competizione nazionale - vinta con ampio distacco dal Barcelona e in cui il suo dominio è stato quasi offensivo, visto che ha chiuso come

in ogni singola statistica offensiva: maggior numero di gol, di tiri nello specchio, di assist, di passaggi chiave, di passaggi filtranti e di dribbling riusciti.

 

Ha vinto la Scarpa d’Oro del 2018 e nell’anno solare ha segnato 41 gol ed effettuato 20 assist in 45 partite totali con il Barcelona, che con lui in campo ha perso un totale di 4 partite in tutte le competizioni e stravinto campionato, Coppa del Re e Supercoppa spagnola.

 



 



 



Il 2018 è stato anche l’anno in cui ha perfezionato come mai prima la sua tecnica di calcio nelle punizioni.


 



 







 



 





Solo pochi giorni fa Eden Hazard

di non meritare il Pallone d’Oro: «Anche se ho avuto un buon anno, devo tenere i piedi per terra. Penso ci siano giocatori che sono stati migliori di me». Guardando superficialmente il suo anno solare, è difficile dargli torto: Hazard non è riuscito nemmeno a qualificarsi per la Champions League; con il Chelsea ha segnato nel 2018 quanto suo fratello Thorgan al Borussia Monchengladbach (15 gol in tutte le competizioni); e ha vissuto il suo unico momento di picco quest’estate al Mondiale.

 

In Russia però ha dimostrato di poter fare la differenza come pochi altri: il belga ha trascinato il Belgio fino alla semifinale (persa solo contro la Francia campione) ed è stato giustamente premiato come secondo miglior giocatore del torneo (dietro a Modric, che poi ha vinto il Pallone d’Oro).

 



Hazard è da diversi anni in quella cerchia di giocatori eccezionali per cui h

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