Cska Mosca vs Khimki Region Mosca
1) Hanno detto a coach Dimitris Itoudis che può stare sereno?
Probabilmente ci avranno provato in tutti i modi, facendogli notare cinque cose:
- che la serie di playoff del suo Cska contro i cugini del Khimki entrerà nella storia del gioco solo per gli almanacchi e per l’inedito scontro tra due russe nei playoff, con l’Armata Rossa favoritissima e un record immacolato stagionale di 4-0, con vittorie tutte in doppia cifra;
- che l’Olympiacos è dall’altra parte del tabellone dei quarti e che quindi dovrà prima passare dalle forche caudine dell’intraprendente Zalgiris e poi, nel caso, eliminare i campioni in carica del Fenerbahce prima di approdare alla finalissima belgradese, unico momento in cui il Cska potrebbe incrociare la sua bestia nera;
- che anche senza Milos Teodosic il Cska Mosca è rimasto al top in Europa: prima per rating difensivo, Net Rating, percentuale da tre e percentuale reale (dati RealGM), e seconda per rating offensivo. Anzi, questo è stato forse l’anno della gestione-Itoudis in cui i moscoviti sono stati maggiormente superiori rispetto al resto delle avversarie, con il Fenerbahce diretto rivale arrivato secondo e staccato di ben tre vittorie;
- che Nando DeColo, se possibile, sta giocando una pallacanestro ancora più efficiente, con un impressionante 59% da due e 51% da tre (entrambi record personali), risultato di una stagione chirurgica e meno stressante grazie ai due nuovi fenomenali compagni di squadra - il tuttofare Will Clyburn e il play Sergio Rodriguez - cui si è aggiunta la crescita di Cory Higgins, trasformando il Cska in un mostro a quattro teste indecifrabile dalle difese per quasi tutto l’anno;
- che il vantaggio del fattore campo è un ostacolo storicamente invalicabile per le avversarie, che il suo record contro il Khimki tra Eurolega e VTB è 16-2, che il Cska ha vinto gli ultimi 14 incontri, che tutte le serie giocate in VTB prima di questa con lui in panca son finite 3-0… Ma ciò nonostante non ci sarà nulla da fare: il perfezionista Itoudis dirà comunque che sarà una serie durissima.
2) Alexey Shved riuscirà a vincere almeno una partita nel derby europeo?
Noi speriamo fortemente di sì: la splendida stagione del Khimki Mosca non meritava l’ottavo posto e il conseguente accoppiamento suicida con i soliti cugini megalomani del Cska, avendo bazzicato per tutto l’anno tra la sesta e la settima posizione. Ora i gialloblu di Georgios Bartzokas, allenatore di forte personalità subito riscattatosi dalla pessima annata col Barcellona, sono però di fronte alla squadra che tra Russia ed Europa li batte da sempre (81-17 l’impietoso confronto diretto), e ci vorrà una gara strepitosa del capocannoniere dell’Eurolega per strappare almeno una vittoria.
Alexey Shved, quest’anno recordman per punti segnati in una stagione, dovrà fare i conti con una difesa che è spesso stata crudele nei suoi confronti, tenendolo sotto le abituali medie consapevole di quanto il successo del Khimki dipendesse dalle sue mani fatate. Lo aspetta una serie faticosissima e dispendiosa, ma se la rivelazione della stagione Anthony Gill insieme ai suoi compagni sapranno impensierire il Cska con continuità, forse potremo assistere a un piccolo inedito sprazzo di festa dei tifosi del Khimki nell’altrimenti grigio e inesorabile dominio Rosso. Magari in Gara-1, la madre di tutte le partite-trappola, per vedere finalmente coach Itoudis sudare per un reale motivo.
Fenerbahce Istanbul vs Baskonia Vitoria
3) Qualcuno ha detto a coach Zelimir Obradovic che sta per arrivare la prima sconfitta in una serie di playoff?
Prima di tutto, a Mago Zelimiro non c’è bisogno di dir nulla: qualsiasi cosa voi pensiate, Egli già sa. E, sapendo tutto, avrà già preparato la serie contro il Baskonia nel miglior modo possibile sulla Terra, per evitare il maggior numero possibile di problemi alla propria squadra. Ciò nonostante, la prima sconfitta del Fenerbahce nei playoff Eurolega da quando c’è Obradovic in panchina potrebbe arrivare nelle prossime settimane, e per diversi motivi:
- Vitoria si presenta alla vigilia della serie sulla scia di sei successi nelle ultime sette gare in Eurolega e 11 sulle ultime 12 in ACB; è la squadra più in forma d’Europa, si accoppia bene con i turchi, gioca con grande fiducia e un basket rapido che fa grande affidamento sul tiro dall’arco, caratteristiche che potrebbero essere maldigerite dal Fener;
- la Fernando Buesa Arena è da sempre un fattore fondamentale nelle vittorie del Baskonia, anche e soprattutto contro le squadre di Obradovic, storicamente in difficoltà in terra basca;
- sebbene i turchi siano stati a lungo la seconda miglior squadra d’Europa, non hanno mostrato quella superiorità manifesta e la classica fiducia da schiacciasassi che negli ultimi due anni aveva intimorito al solo sguardo le avversarie del Vecchio Continente, concedendo sì il minor numero di punti a partita (anche a causa del solito ritmo controllato), ma faticando a più riprese;
- tutti sapevano che rimpiazzare Ekpe Udoh e Bogdan Bogdanovic con il suo gioco totale sarebbe stato pressoché impossibile, e così è stato. Marko Guduric, il sostituto “diretto” in tutto e per tutto come giovane serbo talentuoso giunto alla corte di Mago Zelimiro per il salto decisivo, si è rivelato spesso insicuro, pur mostrando sprazzi esaltanti nella seconda parte di stagione; mentre l’infortunio al caro vecchio Bobby “My name’s Alì” Dixon e al fido Nikola Kalinic hanno destabilizzato le rotazioni chilometriche dei campioni in carica.
4) Il Baskonia Vitoria può sognare l’upset dell’anno?
Realmente, no. Ma potrà mettere in grave difficoltà la difesa di coach Obradovic, spingendo sull’acceleratore ogniqualvolta se ne presenterà l’occasione e cavalcando il proprio cavallo georgiano di razza, quel Tornike Shengelia ormai confermatissimo giocatore d’elite che metterà in difficoltà i lunghi dinamici del Fenerbahce (Jan Vesely, Jason Thompson e Nicolò Melli) con il suo mix di atletismo, mobilità e rocciosa fibra caucasica.
Purtroppo per la squadra di coach Pedro Martinez il veterano Jayson Granger - una delle guardie più esperte d’Eurolega, essenziale per il gioco ad alta velocità di Vitoria - salterà le prime due gare a Istanbul. La sua assenza (quinto in Europa per assist a partita con 5.3 di media ), pur complicando la già ardua trasferta in terra turca, rischia di diventare l’opportunità perfetta per gli altri esterni - il redivivo Rodrigue Beaubois, l’ex Siena Matt Janning e Janis Timma su tutti - per prendersi più tiri e responsabilità.
Vitoria con le proprie folate offensive spera di portare il terribile avversario fuori dai consueti binari, ma nei due scontri diretti stagionali ha sempre avuto la meglio il Fenerbahce, micidiale nel far valere la propria esperienza e profondità nelle rotazioni sul basket spumeggiante dei baschi. Una vittoria di Huertas & co. in Gara-3 in terra spagnola sembra lo scenario ad oggi più probabile, con Gara-4 traguardo conclusivo dell’avventura del Baskonia, combattuto strenuamente fino alla sirena.
Panathinaikos Atene vs Real Madrid
5) Chi vincerà Gara-5 tra Panathinaikos e Real Madrid?
Già, diamo per scontato che questa sarà la serie più eccitante, equilibrata e divertente delle quattro, considerando in primis il periodo scoppiettante che sta attraversando la truppa verde di Xavi Pascual: striscia aperta di 12 vittorie tra coppa e Grecia, imbattuti in campionato e quarti in Eurolega a parimerito con gli odiati rivali dell’Olympiacos (terzi) e… del Real Madrid, ovvero l’ultima squadra capace di battere il Pana in stagione (datato 8 marzo). Sgarbo cui i trifogliati hanno replicato scalzando gli spagnoli dal quarto ambitissimo posto, l’ultima posizione che assegnava il vantaggio del fattore campo in questi playoff.
Ciò significa che le prime due gare e la probabilissima “bella” - Gara-5 -, saranno giocate nell’infernale OAKA Arena di Atene e non più al WiZink Center madrileno, come sembrava essere fino a poche giornate dalla fine. Non una bella notizia per gli uomini di coach Pablo Laso, ma ciò nonostante il Real rimane leggermente favorito, avendo dimostrato durante l’anno di essere in assoluto la squadra più forte tra le due, seppur non con grandi margini. Il Pana è stato battuto di 17 a Madrid, vincendo di soli due punti in casa ma con gli avversari privi di due stelle come Anthony Randolph e Gustavo Ayon, oltre che del solito - sfortunatissimo - Sergio Llull.
Proprio il ritorno per Gara-3 dello storico capitano dall’infortunio che lo sta tenendo fuori dallo scorso agosto potrebbe essere la miccia definitiva per il successo dei blancos, che hanno appena dichiarato inagibile per la serie Facundo Campazzo: l’argentino era stato cruciale per tamponare l’assenza di Llull e dare fiato a Luka Doncic ma ora, dopo il suo infortunio, nei primi due match ateniesi sarà chiesto al micidiale tiratore Jaycee Carroll più che a Rudy Fernandez di salire di livello. Gara-5 all’OAKA potrebbe quindi diventare un instant classic della competizione e, con un finisher come Mike James in più nel motore, il Panathinaikos avrà una concreta possibilità di ritornare alle Final Four dopo sei anni di astinenza. Doncic permettendo.
Lo scontro tra i due candidati MVP Doncic e Calathes potrebbe regalare momenti come questo.
6) A proposito: Luka Doncic avrà imparato la lezione dalle scorse Final Four?
Le lacrime di Luka Doncic sul finale di Real Madrid vs Fenerbahce nella semifinale europea di Istanbul dello scorso anno avevano fatto il giro del mondo, con il “Niño Maravilla” coperto da un asciugamano e consolato da coach Laso nel quarto periodo che avrebbe spedito i turchi in finale per 84-75. Era stata la sua peggior partita dell’anno, con zero canestri e un -5 di valutazione che avevano portato inevitabilmente alla frustrazione la stellina slovena.
Questa stagione, con in mano (anche) i possessi e le ulteriori responsabilità di Llull fermo ai box, Luka non si è tirato indietro, anzi, diventando un serio candidato al premio di MVP (con la miglior valutazione media d’Europa - 22,7 - se la giocherà con il solito DeColo, Shved e Calathes, prossimo avversario ai playoff). Ora lo attende il doppio banco di prova definitivo per coronare un’annata finora trionfale: per arrivare alle eventuali Final Four nella città del cuore - Belgrado - c’è da superare il Pana in una serie tostissima, per veri uomini, una battaglia dove Doncic non potrà permettersi di aspettare Gara-3 prima di iniziare a giocare come accaduto lo scorso anno contro il Darussafaka.
Il Real in Eurolega è spesso stato Luka-dipendente, e tutti al Parque del Buen Retiro sperano che i sensibili quanto preoccupanti cali al tiro da fuori nella seconda parte di regular siano una fase di transizione ormai superata (32% da 3 in Eurolega). Per sapere se Wonder Boy è cresciuto rispetto alle lacrime di 11 mesi fa e se sia pronto per recitare un ruolo da protagonista assoluto al più alto livello continentale, basterà aspettare ancora poche ore...
7) Dimitrios Giannakopoulos c’è o ci fa?
Accade raramente che in Europa venga dato continuo risalto alle diatribe che si accendono fuori dai campi di gioco, ma quanto capitato tra l’Eurolega e il proprietario del Panatinaikos Atene è storia che non poteva passare inosservata e, va detto, principalmente per volontà del focoso Giannakopoulos.
Il proprietario del Pana, famoso per le proprie plateali proteste, sta usando da mesi il suo profilo Instagram ufficiale e non solo per portare avanti quella che ritiene essere una legittima lotta ai trattamenti ingiusti subìti dalla sua squadra sin da dicembre 2017, quando in seguito alla partita (vinta) contro la Stella Rossa, a suo dire i greci - nelle sue parole “la miglior squadra di sempre dell’Eurolega” - sarebbero stati trattati come “il nemico numero uno o una squadra minore” dagli arbitri.
Jordi Bertomeu e l’organizzazione non si sono fatti attendere, sanzionando il proprietario con un’interdizione di 12 mesi (poi ritotta a 5) da tutte le arene d’Eurolega, oltre ad una multa di 60mila euro. Divieto di cui Giannakopoulos si è naturalmente infischiato, minacciando di abbandonare l’Eurolega per una coppa FIBA (la concorrenza), accusando Bertomeu di gestire maluccio le finanze delle proprie coppe e provocando infine un’ulteriore multa di 60mila euro.
Ora, con il Real Madrid ad Atene per almeno due gare e una possibile Gara-5, tutti gli occhi dell’Europa dei canestri saranno puntati su Giannakopoulos e sulla direzione arbitrale: se qualcosa dovesse andar male nell’una o anche nell’altra direzione, potrebbe succedere un putiferio cui il Pana non è nuovo fin dai tempi di coach Obradovic (ora peraltro inviso all’umorale proprietario).
Un post condiviso da dimitris giannakopoulos (@dpg7000) in data: Apr 12, 2018 at 2:23 PDT
Olympiacos Atene vs Zalgiris Kaunas
8) Quanti sono stati i frequentatori delle infermerie dell’Olympiacos durante l’anno?
All’ultima partita di regular season, l’Olympiacos si è presentato proprio contro lo Zalgiris senza due punti fermi del quintetto, l’ala e simbolo Georgios Printezis e il miglior difensore della squadra Kostas Papanikolau. Il primo era stato fermato dallo staff greco già a fine 2017 per problemi prima alla schiena e poi al piede destro, finendo sotto i ferri del chirurgo a fine marzo; il secondo ha avuto ripetuti problemi di tendinite al ginocchio. I due, sommati, hanno saltato 10 partite di Eurolega (5+5) e 14 partite di campionato (8+6) giocando sopra il dolore per gran parte dell’anno, cosa confermata anche davanti ai nostri occhi quando Printezis a Milano ad ogni cambio chiedeva trattamenti fisioterapici alla parte superiore della schiena.
Ma le due stelle greche non sono state le uniche afflitte da problemi non trascurabili al proprio logorato fisico: il leader Vassilis Spanoulis ha saltato otto partite in Grecia e dieci in Eurolega; l’ala Dimitris Agravanis (scelto al secondo giro da Atlanta nel 2015) ha finito la propria stagione dopo sole 8 partite europee per la rottura del crociato; il lungo Kim Tillie - segreto di pulcinella di Vitoria lo scorso anno - non è nemmeno riuscito a giocare una partita di Eurolega, finendo sotto i ferri a ottobre 2017 per problemi al muscolo adduttore - e il suo sostituto Kyle Wiltjer ha comunque saltato due partite in Europa… e la lista continuerebbe, con sostanzialmente un solo giocatore capace di giocare tutte e 30 le partite di Eurolega, il tiratore lettone Janis Strelnieks.
Per la serie contro lo Zalgiris i “Big Three” sono tornati tutti a disposizione di coach Ioannis Sfairopoulos, ma i problemi fisici diffusi potrebbero diventare la ragione principale delle difficoltà greche in uno scontro delicato contro i più freschi e atletici lituani, spinti dall’ardore del loro coach Sarunas Jasikevicius e dall’euforia di una piazza appassionata. Certo, la schiacciante esperienza è una chiave sempre importante in questo momento dell’anno, così come il (terrificante) vantaggio del fattore campo e l’usuale prima difesa d’Europa (prima per percentuale reale concessa, 46.5%), e la storia recente racconta di un Olympiacos che dalle difficoltà è sempre riuscito a trovare gli spunti migliori per sorprendere. Ma non ci stupiremmo di una eventuale Gara-5, fermo restando che quando i biancorossi sono stati al semi-completo, il record è stato di 8 vittorie su 12: basterà anche questa volta?
L’ultimo scontro di regular season tra le due squadre è stato un buon antipasto.
9) Sarunas Jasikevicius può riportare lo Zalgiris alle Final Four?
Sì! Saras può arrivare a compiere imprese che sono proibite agli altri esseri umani, in campo così come ora in panchina. Il probabile Allenatore dell’Anno ha condotto il suo Zalgiris a dei playoff storici - non li giocavano dal glorioso 1999, l’anno di Tyus Edney e della Coppa Campioni - affinando un sistema di cui aveva posto le basi lo scorso anno e che in questa stagione ha stupito tutta Europa per bellezza, efficacia e numero di alternative. Al di là della classifica - un sesto posto fantastico - è stata la continuità della pallacanestro espressa e la consapevolezza acquisita nel sistema dai suoi giocatori a sbalordire, con risultati anche eclatanti come le vittorie sul Fenerbahce e sul Cska.
Maestro Yoda del pick and roll da giocatore, Jasikevicius - ben conscio dei suoi benefici - ha esasperato ulteriormente questo fondamentale, inserendone infinite varianti all’interno dei suoi giochi insieme a passaggi consegnati, tagli continui e ribaltamenti di lato, con i suoi sempre in movimento e pretendendo massima concentrazione e intensità con delle semplici, fulminanti occhiatacce.
Per concretizzare la propria idea di Gioco e trasmetterla sul parquet Jasi necessitava di un giocatore-guida che potesse intuire il suo quoziente cestistico, e l’ex-Gonzaga Kevin Pangos è stato l’ideale: da lui sono nati i migliori pick and pop con l’intramontabile Paulius Jankunas, le triple per il cecchino Arturas Milaknis o l’ordine fulmineo ai giovani lituani come il forte Ulanovas di sfruttare i mismatch in post basso. Da lui - e ovviamente dal proprio coach - il giovane padawan Vasilije Micic sta imparando l’antica arte del playmaking, il tutto in un contorno entusiasmante e di grande energia come quella sprigionata dai tanti tifosi della Zalgirio Arena trascinati dal loro Re verso la Terra Promessa. Proprio l’Olympiacos è stato battuto due volte su due in stagione: se ci aggiungete che i lituani sono i migliori nel difendere i pick and roll avversari - di cui i greci si nutrono avidamente - con le loro “trap”, potremmo finalmente avere un upset degno di questo nome.