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Marco D'Ottavi

Napoli vs Google Translate

I migliori tweet dell'account Twitter in inglese del Napoli, che ha qualche problema con le…

Il presupposto più ovvio del mondo è che, in un calcio sempre più globalizzato, i social media sono diventati uno strumento necessario per raggiungere quanti più potenziali tifosi possibili. Senza voler competere con il livello di sofisticatezza e humor dei club tedeschi, da diverso tempo anche in Italia le società sportive hanno una presenza costante e peculiare sui social network con lo scopo di comunicare il proprio brand ai tifosi più lontani e allargare il bacino d’utenza. Un lavoro che richiede anche un mero sforzo linguistico: la Roma ha un account twitter in inglese, spagnolo, francese, olandese, turco, arabo, bosniaco, greco, portoghese e indonesiano.

 

Nulla di nuovo, mi pare, ma ricordarlo serve anche evidenziare quanto è particolare la scelta di una società importante come il Napoli che ha attivato il proprio di account twitter in lingua inglese solo a febbraio di quest’anno. In aggiunta a questo, i tweet di @en_sscnapoli, sono spesso sbagliati, o comunque contengono sempre qualche scelta di traduzione sgradevole.

 

Ne è già stato scritto (il Post ha anche selezionato i 10 migliori) e in alcuni casi è evidente che chi ha scritto il tweet non padroneggia l’inglese. Ho il sospetto che il Napoli sia corso ai ripari cambiando social media manager, magari dopo il famoso caso di pochi giorni fa, precedente alla partita con il Manchester City, dopo il famoso tweet in cui “ogni errore può costare caro” è stato tradotto con “mistakes can cost you dear”, che sarà anche grammaticalmente corretto ma è quanto meno ambigua come scelta di traduzione. Adesso i tweet in inglese del Napoli sono molto migliorati (è comparso anche un “lads” molto disinvolto).

 

E però, nessuno si è chiesto se i tweet venissero tradotti in maniera letterale dall’italiano con un software, diciamo Google Translate, e quindi si tratta di deprecabile pigrizia, da parte del dipendente e della società che, insomma, potrebbe assumere una persona in più ; o se dietro ci fossero davvero gli sforzi di qualcuno che effettivamente sta facendo il proprio meglio senza barare, e che magari mentre noi ridiamo teme di perdere il lavoro, che va a dormire con la paura che scoprano che, come milioni di italiani, non sa l’inglese.

 

Siccome la maggior parte dei tweet dell’account inglese hanno un loro corrispettivo in quello italiano, ho fatto delle prove con dei traduttori online (qui sotto mostrerò solo quello di Google ma in realtà ho provato anche con Bing) e – non ci crederete mai – solo in due casi il tweet maccheronico è frutto del traduttore. Quindi, effettivamente, dietro @en_sscnapoli c’era, o c’è ancora, qualcuno che ci prova e per questo merita il nostro rispetto.

 

Già che c’ero ho provato a capire in quali casi il traduttore avrebbe fatto un lavoro migliore, perché con tutta la comprensione del mondo se al Napoli servisse ancora qualcuno con “livello inglese: buono” io in caso ho i weekend liberi (per le coppe posso trovare un amico).

 

L’esame di maturità

 

 

Questo è uno dei due casi in cui possiamo presumere che chiunque abbia gestito l’account inglese del Napoli in quel momento abbia usato davvero Google Translate.

 

Perché se prendiamo il tweet in italiano e lo inseriamo nel traduttore il risultato (errato) corrisponde.

 

 

Da profondo conoscitore dello strumento voglio dargli un consiglio: nonostante quanto di straordinario abbia fatto o stia facendo Google per le nostre vite, la verità è che devono ancora un po’ lavorare sul traduttore. Al momento, però, ci sono alcuni trucchi da poter usare: per quanto riguarda parole particolari o espressioni complesse, provate anche ad inserirle nel traduttore togliendole dalla frase:

 

 

Ne gioveranno tutti.

 

Lo scorso anno

 

 

Qui c’è poco da fare: nonostante la traduzione di Google faccia abbastanza schifo, è decisamente migliore di quella dell’account del Napoli. C’è però un indizio importante: chi ha tradotto questo tweet deve essere uscito dal liceo da parecchio tempo.

 

Se c’è infatti una regola della lingua inglese che ti ripetevano allo sfinimento a scuola è che davanti alle espressioni “Last day/month/year” non ci va l’articolo. Stessa cosa con “next”, per conoscenza.

 

 

Google Translate avrebbe almeno evitato questo errore marchiano del “the”. Certo, poi avrebbero dovuto spiegare al mondo in che senso “we faced bad things in the negative”. Che però, per quanto non sia una traduzione perfettamente corretta, si avvicina alla poesia sarriana del termine afflosciavamo.

 

La traduzione di Google è anch’essa sbagliata, come deve essere la traduzione di Google per non spingere nel baratro della disoccupazione chi ha studiato traduzione, ma se il Napoli avesse usato questa almeno avrebbe potuto mentire dicendo di aver affidato il proprio account a Lawrence Ferlinghetti.

 

Stay hungry, stay crazy

 

 

Qui entriamo in una caverna profonda della traduzione, non possiamo dire che “crazy” sia sbagliato, però tradurre non riguarda solo i testi: è questione di culture, esperienze, uomini. Tradurre Sarri non è come tradurre che so, Gentiloni, stai traducendo un personaggio complicato, dalle mille sfaccettature.

 

Chi conosce Sarri e la lingua italiana, può capire il senso profondo del suo folli, lo stesso allenatore che sempre parlando della partita contro il City ha detto che sarebbero servite “undici facce di cazzo”.

 

 

Le sfumature di Sarri non può capirle Google (che avrebbe fatto un lavoro peggiore), però possiamo capirle noi e prenderci la licenza di dire che, anche se ci sono delle distanze infinite tra Maurizio Sarri e Steve Jobs, quando uno diceva “stay foolish” e l’altro dovremmo essere folli stavano pensando alla stessa cosa, la stessa necessità di mordere la vita o il campo del Manchester City, che poi alla fine – mi passerete il paragone – sono un po’ la stessa cosa.

 

L’uso totalizzante della particella “of”

 

 

Quanti gol farà in vita sua Schiattarella al Napoli? Lo vogliamo usare questo genitivo sassone “Schiatteralla’s” come anche gli immigrati italiani di un secolo fa hanno imparato ad usare da subito per le insegne dei loro esercizi commerciali?

 

Ancora una volta, chi gestisce l’account in inglese del Napoli dimostra una profonda ignoranza rispetto alle regole più banali della lingua inglese, quelle appunto che studi a scuola e che anche un traduttore automatico può ridarti senza problemi.

 

 

L’account del Napoli è pieno di “of”. Se andate nella ricerca avanzata di Twitter e fate una ricerca in tutto l’account per parola noterete quanti sono. Un mare di “of”.

 

Pasquale Schiattarella è di Napoli, ha segnato al Napoli un gol che forse sperava di non segnare mai, o che forse sognava tutte le notti. Cosa definisce più profondamente Schiattarella di questo gol? La traduzione Goal of Schiattarella non è sbagliata, ma è brutta, non restituisce propriamente il senso di possesso di un gol che il giocatore della Spal vuole tenere il più vicino a se stesso possibile, il tipo di vicinanza che è raccontabile solo attraverso l’uso di ‘s. Tra cinquant’anni Schiattarella racconterà questo gol ai nipotii, e visto che in futuro parleremo tutti inglese, loro lo chiameranno grandpa’s goal (non goal of grandfather dai).

 

Quanto è difficile tradurre “in campo”

 

 

Ancora una volta fregati da Google, un’esperienza che tutti dobbiamo provare prima o poi. Ancora una volta fregati dalla grammatica inglese, anche questa un’esperienza che tutti abbiamo provato prima o poi.

 

 

C’è da dire che la scelta tra “in” ed “on” può essere scivolosa. E allora se non sappiamo, o non ci ricordiamo, che quando una cosa poggia su di un’altra (e non si trova all’interno) si usa “on”, possiamo ancora ricorrere al magico Google Translate.

 

Però, ancora una volta, dobbiamo usarlo bene, e chiederci: dove si trovano i giocatori nel momento che ci serve tradurre? I giocatori si trovano “sul campo” (anche se in italiano suona meglio “in campo), e allora:

 

 

Per quanto riguarda l’uso di “field” al posto di “pitch”… non lo so: siete mai stati a Castel Volturno ai campi di allenamento del Napoli? Io no, quindi non so dirvi se magari si allenano su dei prati, con le mucche, le margherite, magari è così che vuole Sarri. In questo caso la traduzione “field” sarebbe corretta. Ma ne dubito.

 

A questo punto devo esporvi la mia teoria. Secondo me il Napoli, quando ha  deciso di aprire un account in inglese, per risparmiare, ha pensato di rivolgersi ad una persona già presente a libro paga. Magari a qualcuno che avesse vissuto per un paio d’anni in Inghilterra. Magari a Sunderland. Magari un dipendente che avesse vissuto in Inghilterra, a Sunderland, e che avesse tanto tempo libero.

 

 

Non posso averne conferma, ma si spiegherebbe così il motivo per cui Giaccherini non gioca mai. Perché è alle prese con le traduzioni. E se è vero che dopo il recente infortunio di Insigne le traduzioni sono migliorate, non potrebbe spiegarsi con il fatto che il gestore dell’account in inglese è dovuto tornare ad allenarsi, in quanto possibile sostituto dell’esterno napoletano?

 

La realtà è difficile da spiegare, forse la partita contro l’Inter ci darà delle risposte.

 

Speriamo, comunque, che la risposta sia in italiano.

 

 

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Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.