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Emanuele Atturo
Mondiali Random: Senegal-Uruguay 3-3
19 nov 2022
19 nov 2022
Una partita a caso dei Mondiali, dalla nostra newsletter.
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Emanuele Atturo
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Foto di Ben Radford/Getty Images
(foto) Foto di Ben Radford/Getty Images
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Questo articolo è stato pubblicato in origini sulla nostra newsletter, Stili di Gioco, riservata agli abbonati. Ogni settimana la rubrica è dedicata a una partita random della storia della Serie A: una partita poco significativa e che non è entrata negli annali. Da questa settimana, fino alla fine del torneo in Qatar, la rubrica sarà dedicata ai Mondiali usando la stessa logica. Per ricevere ogni settimana questa rubrica e altri contenuti puoi abbonarti qui.

Al termine di Francia-Senegal si dice che a Dakar non si trovassero più galli: l’animale aveva la sventura di essere il simbolo della Francia e tutti gli esemplari erano stati arrostiti per festeggiare una vittoria clamorosa. Il Senegal aveva battuto i campioni in carica, diventando la Nazionale culto dei Mondiali del 2002 in Corea del sud e Giappone. Era la vittoria di un’africana perfetta: contro la nazione che l’aveva colonizzata e in cui diversi suoi giocatori erano nati. Il ct Bruno Metsu, lo “stregone bianco”, ha i suoi metodi. Due giorni prima della partita la squadra non si è allenata. Piuttosto si è dedicata a saune, zingarate notturne, tornei di braccio di ferro. Khalilou Fadiga, fantasista della squadra, viene accusato di aver rubato una collana d’oro dal valore di 250 mila euro in una gioielleria di Daegu. Lo stregone bianco pensa che il calcio sia gioia, perché dovrebbe reprimere quel gruppo di esseri umani stravaganti ed eccezionali? Il suo predecessore, tedesco, vietava le treccine fra i giocatori, lui invece si era convertito all’Islam.Cito un articolo della Gazzetta dello Sport, a sua volta citato inquesto racconto di Giuseppe Pastore: «hanno giocato spesso partitelle tra scapoli e maritati sulle spiagge di sabbia bianca di Sali, hanno fatto lunghe pennichelle nel pomeriggio e poi le ore piccole nelle discoteche della costa Atlantica e in particolare al Thiossane, il night di Youssou N’Dour che è da tempo il loro padrino. Mentre i futuri avversari disputavano partite su partite e facevano controlli e test di ogni genere, il pallone d’oro africano Diouf e i suoi compagni hanno ricaricato le batterie al sole di giorno e a luci rosse di notte».Alla terza partita il Senegal ci arriva in testa al proprio girone insieme alla Danimarca, con cui ha pareggiato nel turno precedente. Non deve perdere, però, contro l’Uruguay, che ha 1 punto e ha bisogno di vincere. È un Uruguay minore, almeno rispetto a quelli che verranno. Una squadra che alla Garra Charrua non può aggiungere molto talento, a parte quello immaginifico di Alvaro Recoba. Per il resto l’Uruguay è pieno di giocatori mezzi ironici che popolano la nostra memoria infantile e che la parte più razionale di noi vorrebbe abbandonare - ricordi inutili. Federico Magallanes, attaccante del Venezia che somiglia ad Antonio Banderas coi capelli lunghi. Capelli sembrano quelli di un lagotto romagnolo. Diego Forlan, che però è ancora molto giovane e ha solo 4 presenze in Nazionale. Fabian O’Neill, indecifrabile uomo sempre in bilico tra il fenomeno e il bluff. Gonzalo Sorondo, vabbè. Gianni Gigou a cui era stato dedicato il surreale coro: «Vendeva le castagne sotto casa di Cafù, Gianni Gigou Gianni Gigou». A capitanare la squadra, truce, Paolo Montero.La difesa dell’Uruguay è davvero troppo lenta, e dopo venti minuti El Hadji Diouf è già scappato verso la porta senza nemmeno che lo vedessero. Coi capelli platinati, ha una pazzia più grande del suo talento, comunque significativo, ed è di quegli attaccanti che vivono di piccoli inganni. Così, di fronte al portiere, scarta alla destra, e nonostante non venga toccato - e in fondo abbia la porta vuota davanti - si butta a terra. Fabian Carini alza le mani in segno di innocenza. Fadiga segna il rigore; Metsu, con i capelli effetto bagnato e un giacca oversize+giacca da designer berlinese, indica le posizioni mantenendo la sua pokerface.Nei minuti successivi bisogna segnalare un paio di gesti notevoli di Tony Silva. Una parata su una punizione di Alvaro Recoba di per sé non clamorosa, ma clamorosa è la tranquillità con cui blocca la palla. Poi un’uscita folgorante, di testa, al limite della propria area, su un lancio lungo in cui aveva i difensori vicini. Tipo un’evoluzione dello sweeper-keeper: agire da difensore alto anche a difesa schierata. Silva all’epoca era il terzo portiere del Monaco di Deschamps.Il Senegal gioca con un 4-3-3 molto offensivo. Diouf parte da sinistra ma taglia molto verso il centro a piede invertito, avvicinandosi a Fadiga, numero dieci creativo che gioca da rifinitore. Henri Camara invece è un’ala più classica che gioca a destra rimanendo spesso larga. Davanti il totem Bouba Diop. Da sinistra il Senegal entra come vuole e da lì, dopo aver rubato palla al solito svagato Recoba, uno scarico per Bouba Diop - grande come il minareto della moschea di Dakar - che apre di piatto e la mette sotto la traversa. Montero cammina sconsolato con la testa bassa, la maglia dell’Uruguay con i laccetti retrò sul petto gli infonde una tristezza antica. Gli si è appiccicata la sensazione di non esistere, per gli attaccanti del Senegal. Di non essere un ostacolo di nessun tipo tra loro e la porta.A 3:33 del video si vede un giocatore del Camerun guardare un giocatore dell’Uruguay come si guarda un mostro. Gli ha rifilato una spallata a palla lontana e non capisce perché. Quel giocatore uruguaiano è Sebastian Abreu detto “El Loco”, ha 26 anni e questa partita è uno degli episodi che TV tropesdefinirebbe di “Start of Darkness”. Bouba Diop segna ancora, coordinando il suo pesantissimo corpo per prenderla col piatto e metterla sotto la traversa. Carini manco si muove, ma è un portiere davvero? E pensare che la Juve si sospettava gli avesse falsificato il passaporto pur di portarlo in Italia, che ci avevano visto? Com’è possibile che a un certo punto sia stato scambiato con l'Inter con FABIO CANNAVARO? Cos’era il calcio italiano in quegli anni?Fatto sta che a fine primo tempo il Senegal vince 3-0, scampando pure le conseguenze di una mega rissa finale, scatenata da Belzebù Abreu, che se ne va in giro con un ghigno diabolico, delle corna rosse che gli spuntano dalla testa. Questa partita però non sarebbe stata raccontata qui, se fosse finita così.A inizio secondo tempo l’Uruguay segna subito. Dario Silva, che sembra Richarlison, tira addosso a Tony Silva, sulla respinta segna "El Chengue" Morales (24 gol in 28 partite nella sua stagione col Nacional). È entrato al posto di Abreu, e dopo il gol succede una cosa strana. Vediamo Morales sfilarsi la maglia ma poi… sotto ha un’altra maglia identica. A guardare meglio non sembra proprio essersela tolta, cosa è successo? Un mistero alla Antonioni simile al video di Tatarusanu che sparisce dall’inquadratura di qualche settimana fa. [gallery columns="7" ids="86006,86007,86008,86009"]

wtf?

A metà secondo tempo c’è una palla deliziosa di Recoba. Un passaggio di interno dolce e morbido come marzapane. La sciatteria con cui Silva spara il tiro a lato è da denuncia. Il suo tiro di sinistro, di controbalzo, è di una bruttezza dolorosa. Fa male vederlo. Dario Silva avrebbe dovuto chiedere il cambio dopo questo tiro. Avrebbe dovuto chiedere perdono alla nazione, per quel tiro.Dario Silva è stata un buon attaccante, ma in quella partita forse capisce che deve farsi da parte perché sta arrivando una nuova generazione di attaccanti uruguaiani. Nel secondo tempo è entrato Diego Forlan, capelli color paglia e zigomi affilati che gli scavano, tutto attorno, gli occhi celesti come la maglia dell’Uruguay. Fa un gol clamoroso. Stoppa di petto ai venti metri, la palla gli rimane sotto, lui la calcia con un mezzo esterno con cui prolunga la traiettoria sul secondo palo.Recoba prova a pareggiare su punizione ma tira a lato. Diouf ha la palla del 4-2, completamente solo davanti a Carini, ma gli tira addosso. È paradossale che Diouf, il maggiore talento di quella Nazionale, la più grande rivelazione di quel Mondiale, non abbia segnato nemmeno un gol. Quando Forlan sbaglia un’altra occasione abbastanza pulita, la partita pare finita. Il modo in cui calcia Forlan, prendendo per terra, è inconsueto. Forse c’è lo zampino del marabout, lo stregone ufficiale che la Nazionale senegalese si è portato dietro. Un uomo cieco, che fa i suoi incantesimi con serpenti, corna di bue e varie erbe dalle magiche virtù.Alla fine però Morales si guadagna il rigore, a due minuti dalla fine, e Recoba lo segna. Succede però un’altra cosa incredibile. Forlan calcia appena entrato in area. Calcia forte sul palo scoperto, così forte che Silva neanche prova la parata. Accanto a lui c’è però Diatta che salva sulla riga di testa. C’è un uomo pingue dell’Uruguay che mentre guarda la scena muove la testa come mosso dai neuroni a specchio. C’è Recoba che incatena una serie di ingiurie al divino. C’è Forlan che ha l’aria triste, ma avrà modo di rifarsi. L’Uruguay va a casa, il Senegal agli ottavi, dove batterà la Svezia. Festa in tutto il mondo. A Roma Walter Veltroni promette un maxi-schermo per far vedere i quarti di finale. Lì però, contro la Turchia, entra in gioco uno dei più celebri carnefici della storia del calcio, Ilhan Mansiz, che segna il gol vittoria al 94’ e impedisce al Senegal di superare le colonne d’ercole dei quarti di finale.PS. Risolto il mistero della maglia di Morales. A quanto pare sotto ne indossava una di Fabian O'Neill, che era assente perché infortunato. Insomma, un tributo. Morales giocava effettivamente con due maglie dell'Uruguay, una sopra l'altra.

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