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Come va l'estate del Milan
06 ago 2018
06 ago 2018
Nell'estate del nuovo cambio di proprietà, il Milan è tornato a sognare.
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Fino alla seconda metà di luglio, l’estate del Milan non ha lasciato spazio alle trattative per il rinnovamento della rosa: le vicende societarie hanno monopolizzato attenzioni ed energie, prima con l’esclusione dall’Europa League decisa dalla UEFA per la violazione del fair play finanziario - sentenza ribaltata dal TAS di Losanna con la riammissione nel torneo - e poi con un nuovo cambio di proprietà. Adesso non è più Li Yonghong ma il fondo Elliott a gestire il club, e come prima cosa i nuovi proprietari del Milan hanno allontanato sia l’amministratore delegato Marco Fassone che il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, protagonisti della pomposa campagna acquisti della scorsa estate, facendro rientrare in società Leonardo, nuovo direttore dell’area tecnico-sportiva.

Il mercato rossonero è quindi sostanzialmente iniziato solo dopo la seconda metà di luglio, a meno di un mese dalla scadenza ufficiale del 17 agosto, e si è subito scaldato con il clamoroso scambio tra Leonardo Bonucci e Mattia Caldara con la Juventus e con la trattativa parallela per portare a Milano Gonzalo Higuaín.Il ritorno di Bonucci alla Juve dopo un solo anno in rossonero è l'immagine che più di ogni altra segna il fallimento dei progetti inaugurati da Fassone e Mirabelli: doveva essere il punto di riferimento tecnico e carismatico della nuova gestione milanista, il nuovo capitano, ed è invece tornato a Torino dopo una stagione più dura di quanto potesse immaginare in cui ha pagato non solo le difficoltà della squadra, ma forse anche le grandi aspettative generate dal suo arrivo e la sua incapacità di cambiare contesto dopo molti anni alla Juve.In modo diverso, sia Caldara che Higuaín colmano il vuoto lasciato dall’ormai ex capitano rossonero. L’ex atalantino eredita naturalmente il suo posto al centro della difesa, mentre il “Pipita” si appresta a diventare il nuovo leader tecnico e carismatico del Milan, un ruolo certificato anche dall’ingaggio che è riuscito a strappare (si parla di 9,5 milioni di euro per la prossima stagione e di 10 milioni di euro per le due successive).Higuaín, l’unico della rosa milanista in grado di rientrare nei discorsi sui migliori interpreti al mondo nel proprio ruolo, sarà senza dubbio il nuovo giocatore di riferimento dei rossoneri, sia a livello tecnico che simbolico. Il suo arrivo cambierà a tutti gli effetti gli equilibri del gioco milanista: l’addio di Bonucci renderà più incerta la fase di costruzione (in questo senso la scelta di Reina come portiere titolare potrebbe compensare in parte), ma d'altra parte Higuaín fa guadagnare pericolosità nella trequarti avversaria arricchendo le alternative a disposizione.L’anno scorso Gattuso poteva contare su profili meno complessi: uno specialista del gioco spalle alla porta come Kalinic, che però ha segnato appena 6 gol, e un attaccante d’area come Cutrone, capocannoniere a sorpresa della squadra con 18 gol, ma limitato nella partecipazione alla manovra. Con Higuaín, Gattuso ha a disposizione un’eccellenza del ruolo, capace di cucire il gioco e allo stesso tempo spietato in area di rigore.La sola presenza del “Pipita” dovrebbe bastare a risolvere i problemi di prevedibilità nell’ultimo terzo di campo, uno dei difetti più evidenti del gioco milanista nell’ultima stagione. Non solo perché Higuaín è un riferimento nei momenti di difficoltà e può cambiare la partita con una singola giocata, il famoso “grande attaccante” che al Milan manca da diversi anni, ma perché con i suoi movimenti ad abbassarsi e con la sua tecnica può togliere responsabilità a Suso e Calhanoglu nella risalita del campo. Può dare a entrambi la possibilità di entrare in azione in zone avanzate, e non necessariamente dopo essersi abbassati per far progredire la manovra, e creare combinazioni di alto livello avvicinandosi a loro, oltre che rappresentare il terminale per la rifinitura preferita dai due esterni rossoneri: il cross a rientrare dopo essersi accentrati. https://twitter.com/juventusfc/status/1025099606101827585 Reina, Strinic e HalilovicIl cambio ai vertici della società ha sbloccato una situazione ferma agli arrivi a costo zero di Pepe Reina e Ivan Strinic, in scadenza di contratto e bloccati da tempo dalla vecchia dirigenza; e di Alen Halilovic, ex promessa del Barcellona finito ai margini all’Amburgo, da cui si è svincolato dopo un anno e mezzo in prestito al Las Palmas prima di firmare col Milan.Le modalità del suo acquisto sono il simbolo delle difficoltà affrontate dopo il passaggio al Barcellona, a nemmeno 18 anni, circondato dall’aura del predestinato. Tre anni dopo, avendo alle spalle un’unica stagione in cui ha giocato con continuità, con lo Sporting Gijón nel 2015/16, Halilovic si è liberato dal contratto con l’Amburgo per provare a ricostruire la sua carriera ripartendo dal Milan. Di certo non era il percorso immaginato quando il Barça decise di scommettere su di lui.Dei tre acquisti conclusi dalla vecchia dirigenza, Halilovic è senza dubbio quello con maggiori prospettive. Reina e Strinic aggiungono esperienza e innalzano il livello della concorrenza per i ruoli di portiere (se dovessero rimanere sia Donnarumma che Reina il Milan avrebbe di fatto due titolari e Gattuso dovrà essere bravo a gestire la situazione) e di terzino sinistro, Halilovic parte in teoria come riserva di Suso, ma potrebbe ritagliarsi uno spazio più importante in altri ruoli.Nel giorno del raduno Gattuso aveva infatti prospettato per l’ex Barcellona un impiego a centrocampo: «Lo vedo mezzala. Ci sono tante mezzepunte che giocano da mezzali ai Mondiali. Ovviamente ha caratteristiche totalmente diverse da Kessié. Qualche partita da mezzala l’ha già fatta. Ha meno incursioni di corsa, ma ha qualità tecniche. Se si mette a posto può far bene».Halilovic ha esordito contro il Tottenham nella tournée americana organizzata per l’International Champions Cup, entrando proprio al posto di Suso. A fine partita Gattuso si è nuovamente soffermato a parlare delle sue caratteristiche: «È bravo quando ha la palla tra i piedi, deve migliorare nelle transizioni difensive, ma quando ha la palla somiglia un po’ a Suso. Anzi, lo vedo più dentro il campo, da mezzapunta, perché ti lascia sul posto nei primi passi».Schierato appunto da esterno destro d’attacco, Halilovic ha mostrato sprazzi del suo repertorio. Il controllo magnetico del suo sinistro e l’abilità nel proteggere la palla, facilitato dal baricentro basso, la calma nello stretto e un’esplosività nei primi passi effettivamente superiore a Suso, la visione periferica con cui riesce a visualizzare tutto il campo, con una particolare predilezione per il cambio di gioco da destra a sinistra.

Il croato non è comunque entrato negli highlights della partita, dominati da Suso, a conferma della sua centralità nel Milan.

Non sarà semplice togliere il posto a Suso, principale riferimento creativo del Milan da ormai un paio di stagioni, ma Gattuso può contare ora su un’alternativa con caratteristiche simili, da poter sfruttare anche in zone del campo meno gradite allo spagnolo. Il talento di Halilovic non si è offuscato nonostante le difficoltà delle ultime stagioni, resta da vedere se Gattuso riuscirà a modellarlo trovandogli un posto in squadra e facendolo avvicinare ai livelli immaginati quando il croato era uno dei giovani più promettenti d’Europa.Cosa manca?«Ho sempre detto il mio pensiero: servono un'alternativa all'attaccante esterno e una mezzala con le caratteristiche di Kessié». Con queste parole nel giorno del raduno Gattuso aveva dato le sue indicazioni sui profili da cercare per completare la rosa, ribadendo un concetto espresso già nelle settimane precedenti. In pochi giorni quasi tutto è cambiato, e basti dire che di fianco a Gattuso in conferenza stampa era seduto il d.s. Mirabelli, con il quale il tecnico rossonero aveva concordato le linee guida per rinforzare la squadra.Il rinnovamento dirigenziale e poi le trattative che hanno coinvolto Bonucci, Caldara e Higuaín hanno chiaramente dettato l’agenda, le prossime mosse di Leonardo potrebbero invece dare a Gattuso i giocatori richiesti. La casella di attaccante esterno potrebbe essere riempita da Bernard, svincolato dopo cinque stagioni allo Shakhtar Donetsk. Leonardo pare abbia già contattato i suoi agenti, ma il brasiliano è seguito anche dal Chelsea. Piccolo, rapido e abituato ad accentrarsi partendo da sinistra, Bernard sarebbe un’alternativa con caratteristiche da esterno più classiche rispetto a Calhanoglu, che Gattuso ha anche schierato da mezzala nelle amichevoli contro il Tottenham e il Barcellona.Sembra invece più difficile trovare una mezzala che abbini il fisico e i movimenti senza palla di Kessié, in effetti un profilo unico nella rosa del Milan. Nell’ultima stagione l’ex atalantino è stato il giocatore di movimento più utilizzato: 4603 minuti tra tutte le competizioni. Il triangolo di centrocampo titolare, composto, oltre che da Kessié, da Biglia e Bonaventura, non dovrebbe cambiare, ma avere un ricambio all’altezza dell’ivoriano aiuterebbe ovviamente a gestirne le energie nell’arco della stagione. Fino a qualche giorno fa si era parlato di un possibile inserimento per Vidal, che nel frattempo ha firmato con il Barcellona. Ma si sta parlando addirittura di Milinkovic-Savic, di Rabiot o del romanista Lorenzo Pellegrini, nomi molto diversi tra loro per caratteristiche e difficoltà dell'acquisto. Insomma, dopo aver rinnovato l’undici titolare con Caldara e Higuaín, completare la rosa con uno o due nomi nuovi, senza perdere nessuno dei giocatori più importanti - le voci più insistenti riguardano Suso e Donnarumma, ma finora non si sono concretizzate in una trattativa - consegnerebbe a Gattuso una squadra sicuramente più forte e competitiva rispetto alla scorsa stagione. Ed è delle ultime ore la notizia del ritorno in società di Paolo Maldini, una figura molto cara ai milanisti che aiuta a immaginare un Milan nuovamente vicino ai fasti passati. Viste le premesse con cui è iniziata l’estate, era difficile immaginare uno scenario così postivo.

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