Nel 2021, ve ne sarete accorti, la pandemia è rimasta tra noi e il calcio, anche se ha fatto di tutto per farcelo pensare, non ne è stato certo immune. Oltre al pericolo del virus in sé, la pandemia di coronavirus ha portato i nodi al pettine di un settore – quello del calcio per l’appunto – che già prima sembrava reggersi su un equilibrio economico sottilissimo e che anche quest’anno ha dovuto affrontare chiusure degli stadi, capienze ridotte e un calendario stracolmo di partite. Mai come quest’anno è stato messo così a dura prova il fisico dei calciatori e la capacità di gestione degli allenatori, visto che tra qualificazioni al prossimo Mondiale e lo slittamento di Europei e Copa America dal 2020 al 2021, tra club e nazionali si è giocato praticamente sempre con solo una pausa tra fine luglio e inizio agosto.
Le squadre con le rose più versatili sono quelle che sono arrivate nei primi posti in campionato, hanno avuto successo nella Champions League o all’Europeo, perché a nessuno è bastato attingere ad un gruppo ristretto di cui potersi fidare visti gli infortuni sempre dietro l’angolo per tutti. L’Italia campione all’Europeo, tanto per fare un esempio, ha dovuto fare a meno del suo miglior giocatore Spinazzola dai quarti di finale in poi e lo stesso Bayern eletto migliore squadra lo scorso anno è uscito dalla Champions League ai quarti anche per via delle assenze molto pesanti, a partire da Lewandowski (sostituito dal redivivo Choupo-Moting).
Nonostante questo, anche quest’anno si sono viste diverse squadre bellissime. Come al solito in questa classifica ne troverete però solo una parte perché una classifica per sua natura non sarà mai esaustiva. Poteva tranquillamente esserci una squadra in grado di vincere contro chiunque come il Bayern o il Liverpool, o una squadra ormai costantemente tra le grandi d’Europa come l’Atalanta. Avrei potuto pescare anche tra le squadre della classe media dei vari campionati (dove c’è chi ha fatto bene, come l’Hellas Verona o il Betis di Pellegrini) oppure dalle Nazionali (avrebbero meritato un posto anche Danimarca e Spagna). Dieci posti sono inevitabilmente troppo pochi ma questo è anche il bello perché questo ci costringe a fare delle scelte. Queste sono le mie.