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Immagine tratta da internet
Calcio Alfredo Giacobbe 30 novembre 2015 6'

Le migliori della classe?

Leicester e Manchester United, prima e seconda in Premier League, danno vita a un pareggio poco spettacolare.

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Pochi avrebbero scommesso sul fatto che lo scontro per il vertice della Premier League, superato ormai il primo terzo di campionato, sarebbe stato tra Leicester City e Manchester United. Sulle pagine dei quotidiani, allo scarso blasone dei primi hanno fatto eco le cattive prestazioni dei secondi. Eppure i “Foxes” ospitavano i “Red Devils” occupando la testa della classifica e precedendo di un punto gli avversari. Ranieri e van Gaal, tanto volubile e machiavellico il primo quanto idealista e testardo il secondo, rappresentano per gli inglesi il peggio che un manager straniero possa offrire in terra d’Albione.

 

Spoiler: il momento più avvincente di tutta la partita è stato il duello tra Vardy e de Gea, con le regole d’ingaggio del bar.

 

Calcio posizionale? Lo stai facendo male

All’inizio di entrambi i tempi, il Leicester ha vissuto i momenti migliori dal punto di vista della disciplina tattica. Gli undici in blu aspettavano gli avversari nella propria metà campo, ordinati secondo un classico 4-4-2. Quando lo United muoveva il pallone dal centro verso l’esterno, l’ala più vicina al pallone scattava in avanti sulla linea degli attaccanti Vardy e Okazaki. Il 4-3-3 che ne derivava annullava ogni linea di passaggio per il centro del campo e costringeva gli uomini in rosso a proseguire la giocata sulla fascia o a tornare indietro per riorganizzare l’attacco.

 

La forma della squadra di Ranieri veniva compromessa dall’assommarsi dei tentativi di trasformazione dell’azione da difensiva a offensiva. Il Leicester è una squadra peculiare, con due giocatori tecnicamente sopra la media (Vardy e Mahrez), tre corridori veloci e resistenti (Okazaki, Albrighton e Simpson), altri sei mestieranti con abilità idonee al ruolo ricoperto da ciascuno, ma comunque incapaci di gestire il possesso per lunghi periodi. Ogni pallone riconquistato è, per quelli del Leicester, come lo sparo dello starter, con i primi cinque tra quelli citati alla caccia di uno spazio alle spalle degli avversari.

 

Alcune fasi di gioco sono state, per i motivi descritti, molto confusionarie. L’ordine difensivo dei padroni di casa lasciava spesso a desiderare, soprattutto quando ripetuti tentativi di contropiede del Leicester andavano a vuoto e il Manchester United tentava di ragionare. Le maggiori difficoltà il Leicester le ha vissute sul lato destro, quello dove agiva Riyad Mahrez, sicuramente il giocatore meno concentrato tra quelli sulla linea dei centrocampisti. Molto spesso un calciatore dello United riusciva a trovare spazio tra le linee proprio alle spalle del franco-algerino, piuttosto svagato nei suoi compiti di marcatura. Oppure Mahrez veniva spinto da Young ad allargarsi oltremodo verso la linea del fallo laterale, costringendo la seconda punta Okazaki a scendere nella linea dei quattro per colmare il vuoto lasciato dal numero 26.

 

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Huth e Morgan incerti sul da farsi in impostazione.

 

In generale, il Leicester è sembrato tenere le distanze tra i reparti con molta difficoltà. A inizio azione, i due difensori centrali restavano soli a gestire il pallone, con il resto della squadra che provava a risalire il campo, in maniera spesso scoordinata. Nei momenti più eccessivi di disordine tattico, si sono visti i centrocampisti collassare sui difensori, finendo per formare un’unica linea che aspettava gli avversari ben dentro l’area di rigore. Nonostante gli spazi che si venivano a creare, lo United è stato incapace di trarre un vantaggio.

 

Van Gaal punto e a capo

Van Gaal è tornato indietro di un anno e mezzo, riproponendo la difesa a tre, sistema che l’allenatore olandese ha adottato nonostante il forfait dell’ultimo secondo di Marcos Rojo, sostituito da McNair: un sintomo del fatto che van Gaal avesse preparato la partita proprio in quel modo. La difesa a tre permetteva allo United di occupare gli spazi centralmente per togliere linfa al pericolo numero uno Vardy, oltre che ad avere una copertura doppia sui rientri verso l’interno del campo di Mahrez e Albrighton.

 

Proprio questi ultimi hanno costretto Darmian e Young a centellinare le sortite offensive. Con il Leicester che proteggeva la zona centrale del terreno di gioco e con una circolazione di palla ancora molto lenta, incapace di approfittare dello spazio che gli avversari concedevano in alcune zone, gli esterni dello United sono stati sì coinvolti di continuo, ma non sono riusciti a incidere sul match. Sul finire del primo tempo, Martial ha provato a coadiuvare Young sull’out sinistro, per approfittare delle distrazioni di Mahrez, ma così facendo finiva per svuotare l’area di rigore, rendendo vani i tentativi di cross o di finalizzazione dell’azione.

 

Ranieri ha fatto di tutto per rendere difficile il lavoro di Van Gaal: la prima linea di pressing formata da tre uomini ha costretto Carrick ad abbassarsi per restare nei pressi dei centrali di difesa, in modo tale da aiutarli a portar su il pallone; Schweinsteiger e Mata erano tagliati fuori dal resto della squadra, da quelle che per lunghi tratti sono sembrate marcature a uomo da parte di Kanté e Drinkwater (insomma, qualcuno ha reso pan per focaccia a van Gaal!). Anche quando è intervenuto con le sostituzioni, Ranieri non ha mai operato un cambio tattico che potesse in qualche modo distrarre qualcuno dei propri uomini dalle consegne assegnate in settimana.

 

contropiede

Una situazione ricercata con continuità dal Leicester: le due punte Vardy e Okazaki, con l’aggiunta di Mahrez, che attaccano la linea di difesa avversaria stando molto vicini tra loro.

 

Uno schema, due esiti

I gol per l’1-1 finale sono scaturiti nel primo tempo e entrambi dalla stessa situazione di gioco, ovvero da due corner a favore del Manchester United, battuti alla sinistra del portiere Schmeichel. In entrambi i casi si è notato, al limite dell’area di rigore, un blocco formato da 3 uomini per ciascuna squadra. Schweinsteiger, al centro del blocco, doveva creare una situazione che permettesse ai colpitori deputati, Smalling e McNair, di liberarsi ai suoi lati. Il primo tentativo fallito, col pallone che spioveva nella zona del portiere, che saltava ad anticipare Smalling, ha innescato il contropiede letale che ha portato Vardy nella storia della massima competizione domestica.

 

Vardy sta al calcio inglese come Billy Elliot stava alla danza, la sua storia personale sembra già pronta per essere raccontata sui grandi schermi. Fino a quel momento della partita, Vardy aveva messo in apprensione la retroguardia dello United con i suoi continui scatti sul filo del fuorigioco, ma non aveva creato pericoli sostanziali. Sulla ripartenza da calcio d’angolo, Vardy si è ritrovato contro i due esterni Darmian e Young e ha avuto gioco facile su di loro.

 

Vardy1

Sul calcio d’angolo per lo United, Vardy è piazzato a zona, per coprire il possibile passaggio al limite dell’area. Sul contropiede, innescato da Schmeichel su Fuchs, Young segue Vardy fino a un certo punto e poi cerca goffamente di metterlo in fuorigioco. Nella ripetizione dell’azione, ventuno minuti dopo, da quel blocco di uomini cerchiati in rosso sbucherà Schweinsteiger per il gol del pareggio.

 

Poco prima del riposo, Schweinsteiger riporta l’equilibrio nella partita: ancora coinvolto in un blocco che avrebbe dovuto liberare i due compagni, il tedesco trascina Okazaki fino al limite dell’area di porta, in un mismatch fisico che costituisce forse l’unico errore tattico di Ranieri nei novanta minuti.

 

Boring United

La partita ha offerto pochi spunti e poche emozioni. È stato lampante come van Gaal intenda il calcio quando Schweinsteiger, uno dei suoi pretoriani dai tempi del Bayern Monaco, in pieno recupero e con niente da perdere, ha giocato palla all’indietro anziché tentare l’uno contro uno che gli avrebbe poi permesso di servire Martial in campo aperto.

 

All’epoca del van Gaal plenipotenziario dell’Ajax, Bielsa disse che adorava la testardaggine della sua squadra nel voler costruire l’azione d’attacco perfetta, che portava i suoi uomini spesso ad abortire l’azione corrente con un passaggio all’indietro. Quella che per Bielsa era la ricerca della Bellezza sul campo da calcio, per i tifosi dello United sta diventando una dannazione e una perdita dei valori costitutivi del club.

 

Il Leicester continua a sognare un posto nella prossima Europa League, certamente alla loro portata, visto il livello medio per ora basso di questa Premier League. I complimenti di van Gaal agli avversari nella conferenza stampa del giorno che precede la partita, quando ha pronosticato la vittoria del campionato da parte dei “Foxes”, sono sembrati fin troppo ossequiosi e nascondevano male la volontà di non caricare di eccessive responsabilità i propri giocatori.

 

Vardy sembra non volersi fermare: con il gol allo United (al quale aveva segnato il suo primo in Premier League lo scorso anno) ha superato il record di Ruud van Nistelrooy e ora è a quota 11 segnature consecutive. Mahrez, se è lacunoso in alcuni aspetti del gioco, è una delizia per gli occhi quando parte palla al piede in velocità. Se i due dovessero mantenere questa costanza di rendimento, e se dovessero resistere alle sirene del mercato di gennaio, per Ranieri sarà lecito sognare in grande.

 
 

Tags : jamie vardyLeicesterManchester Unitedpremier leagueriyad mahrez

Alfredo Giacobbe è nato a Napoli, dove vive e lavora. Ingegnere come Manuel Pellegrini, ha dipinto l’area tecnica attorno al suo divano.

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