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Tommaso Clerici
Le promesse delle MMA italiane
20 set 2023
20 set 2023
Si sta discutendo molto dello stato delle MMA in Italia, ma quali sono i fighter da tenere d'occhio?
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Tommaso Clerici
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Fabio Barbieri
(foto) Fabio Barbieri
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Qualche settimana fa Manolo Zecchini - con un record complessivo di 11 vittorie e 4 sconfitte - ha esordito in UFC diventando il nono atleta italiano (o cresciuto sportivamente in Italia) ad entrare nella gabbia della promotion di MMA più importante del mondo. I suoi predecessori sono stati, in ordine cronologico: Alessio Sakara, Ivan Serati, Alessio Di Chirico, Marvin Vettori, Mara Romero Borella, Carlo Pedersoli Jr, Alen Amedovski e Danilo Belluardo. Purtroppo, Zecchini ha perso per KO al primo round contro il francese Morgan Charrier. Complessivamente gli italiani in UFC hanno disputato 59 match, vincendone 22, perdendone 35, con un no contest e un pareggio, per una percentuale di successi del 32% circa. L’unico che vanta un bilancio in attivo è Marvin Vettori. La sconfitta di Zecchini a cui si aggiungono quelle recenti di altri due fighter in odore di UFC - ovvero Dylan Hazan e Michele Martignoni, sconfitti nei loro impegni titolati in Cage Warriors, la promotion europea più importante - ha riacceso un dibattito che torna attuale ciclicamente: quale è lo stato di salute delle MMA italiane? Alcuni addetti ai lavori sostengono che la situazione sia critica per una serie di errori perpetrati negli anni da parte dell’intero sistema (atleti, coach, manager, promotion), altri invece si mostrano fiduciosi soprattutto per via dell’investimento che proprio Cage Warriors sta facendo in Italia, programmando eventi con una certa continuità che permettono sia a fighter professionisti che a dilettanti (un dettaglio non da poco) di fare esperienza ad alto livello ed ottenere visibilità. Insomma, c’è da disperarsi o bisogna essere ottimisti?

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Un post condiviso da Alex Dandi (@alexdandimma)

Alex Dandi, il commentatore italiano degli eventi UFC su Dazn, non è molto ottimista, ad esempio.

Va detto anzitutto che, in passato, le MMA in Italia hanno goduto sicuramente di maggiore attenzione e cura mediatica, rispetto a quello che succede oggi. Si pensi all’ascesa di Conor McGregor, al successo mainstream di Alessio Sakara, all’esordio di Alessio Di Chirico o al periodo che ha portato Marvin Vettori alla chance titolata in UFC. Oggi il feeling sembra essersi interrotto e il seguito è diventato piuttosto tiepido, soprattutto per l’assenza di un volto catalizzatore e trascinatore, vincente in gabbia in palcoscenici importanti, e che sappia coinvolgere e appassionare un pubblico più ampio. Un insieme di caratteristiche che genera le superstar, personaggi unici che però, per definizione, non nascono tutti i giorni. Per il resto è una questione di prospettive: può essere giusto e ambizioso tentare di alzare l’asticella e considerare i periodi di picco di notorietà delle MMA italiane come lo standard, ma in realtà sappiamo bene che l’Italia non è un Paese con una tradizione e una cultura favorevoli allo sviluppo delle arti marziali miste. Non mi stupirei se con Vettori a un passo dalla cintura UFC avessimo raggiunto l’apice per i prossimi anni, nonostante il livello delle palestre e di conseguenza delle nuove leve sia in aumento costante. Un altro problema che attanaglia il settore dalla base è quello economico: quasi nessuno è mai riuscito a fare business in modo sostenibile (sì, insomma, in attivo) con le MMA. In Italia i promoter organizzano più che altro per passione, i coach si sacrificano per amore dello sport e degli atleti, i fighter guadagnano poche centinaia di euro. Il CONI sembra non avere nessuna intenzione di riconoscere e quindi dare un ben altro status a questa disciplina. Alla luce di tutto ciò sembra un miracolo essere riusciti ad avere nove italiani in UFC, seppur con un bilancio totale piuttosto amaro.

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Un post condiviso da Lorenzo 'Borg' Borgomeo (@lorenzo_borgomeo)

Questo è il parere di Lorenzo Borgomeo, attualmente il coach più importante in Italia.

Tenendo presente che fighter come Vettori, Zecchini, Hazan, Martignoni e tanti altri hanno tempo e modo di rifarsi oggi vi presentiamo (in ordine casuale, non è una classifica) alcuni atleti italiani che potrebbero regalarci nuove gioie in futuro. Si tratta di fighter in rampa di lancio o lontani dai radar, che si stanno facendo notare per le performance in gabbia e che non militano in major promotion (come ad esempio Bellator MMA). Michael “Sniper” Pagani (7-0, 1 NC)

Foto di Fabio Barbieri Classe 1998, Pagani è un peso leggero (categoria al limite dei 70 chili) che si allena al Mixed Martial Pro Team di Lonato del Garda, in provincia di Brescia. Ogni giorno copre 120 chilometri per partire dal suo paese, arrivare in palestra e tornare a casa. In passato ha svolto parte dei camp sia all’Aurora MMA di Roma che all’Allstars Training Center di Stoccolma, il team di Khamzat Chimaev e di Alexander Gustafsson. Pagani è uno striker che ha cominciato con il karate da bambino per poi passare alla kickboxing per diversi anni, fino all’approdo definitivo alle MMA. In gabbia da professionista ha ottenuto 5 vittorie su 7 prima del limite. Si è affermato in Venator Fighting Championship grazie a una serie di finalizzazioni spettacolari e alla battaglia con il più esperto Gianluca Rocca (che Pagani avrebbe perso ai punti se non fosse stato per le irregolarità commesse dall'avversario e sanzionate dall’arbitro).

In particolare la ginocchiata saltata con cui Pagani ha messo KO un altro prospect italiano, in un match in diretta sulla piattaforma di streaming di UFC, ha fatto il giro del mondo, venendo ricondivisa dai profili social di ESPN e dalla pagina europea di UFC. Così Pagani ha firmato con First Round Management di Malki Kawa, manager che vanta nella sua scuderia Jon Jones e altri top fighter, ed è approdato al Cage Warriors. La promotion gli ha contrapposto James Power, un inglese imbattuto e promettente, ma il talento italiano ha risposto presente alla prova di maturità sconfiggendolo per decisione unanime. Ora ha dichiarato di volersi prendere un periodo di riposo in vista di appuntamenti che testeranno ulteriormente il suo livello.Jasmine “The Bull” Favero (3-0)

Foto Dolly CrewFavero è un peso piuma (66 chili) che ha attirato l’attenzione degli appassionati per il suo percorso immacolato da pro, svolto interamente in Cage Warriors: tre match, tre vittorie prima del limite, due per TKO e una via sottomissione. Veneziana, 23 anni, si allena alla Combat Academy, vicino a Padova. Entra in una palestra di arti marziali da bambina e non se ne va più, finché si cimenta nelle MMA dilettantistiche: vince tre volte i campionati italiani, un oro ai Campionati europei con la Nazionale e un argento ai Mondiali. Al contrario di tanti colleghi e colleghe continua a lavorare a tempo pieno in ufficio, riuscendo a ritagliarsi degli spazi per gli allenamenti. È un’atleta di nuova generazione, completa nei diversi aspetti delle MMA. Giuseppe “Gearfifth” Ruggeri (8-0)

Foto Instagram / @gearfifth.mmaPeso piuma (66 chili) muscolare ed esplosivo, 24 anni compiuti, atleta dell’Aurora MMA ma siciliano di Brolo, Ruggeri è un altro fighter che ha avuto un'ascesa travolgente in organizzazioni minori per poi superare l'esame del debutto in Cage Warriors contro un veterano ed ex campione della promotion, su cui si è imposto ai punti. Una sfida che però gli ha procurato un grave infortunio al ginocchio all’inizio del primo round, a cui Ruggeri ha resistito stoicamente per gran parte del match, ma che poi lo ha costretto a un lungo periodo di stop fuori dalla gabbia che dura tuttora. Ruggeri è un fighter moderno: le sue vittorie prima del limite sono divise equamente tra TKO e sottomissioni. Ha raccontato di essere entrato per la prima volta in una palestra per gioco, con un amico, in un qualsiasi giorno d’estate, oggi tra abilità tecnica e tenacia il futuro sembra sorridergli. Emanuele “Clark Kent” Sabatino (5-1)

Foto Instagram / @ema.saba_mmaSabatino milita nei pesi welter (77 chili), è un fighter molto tecnico e completo che ha cominciato con le MMA da adolescente in una palestra della sua città, Vercelli. Oggi si allena anche al Cardano Top Team in provincia di Novara e dopo una carriera di alto livello da dilettante, in cui si è laureato campione italiano e ha partecipato con la Nazionale a Europei e Mondiali, esordisce da professionista nel 2019. Al quarto match del suo percorso viene sconfitto ai punti dall’esperto Michelangelo Colangelo, in una sfida equilibrata che ha suscitato malumori per il verdetto. A quel punto Sabatino entra nell’orbita del Cage Warriors e affronta due avversari che sconfigge rispettivamente al primo round e ai punti, confermando il suo potenziale e aprendosi la strada nella promotion britannica. Fabiola “The Queen” Pidroni (5-0)

FotoAres FCPidroni, torinese che si divide tra la palestre Il Dojo Team e Gracie Barra Torino, ha 29 anni e combatte nei pesi paglia (52 chili). Comincia da bambina con il judo, entra in Nazionale e ci milita fino ai 22 anni, poi un’operazione al ginocchio la costringe a lasciare. Nel 2018 indossa i guantoni da boxe e pratica kickboxing, così arrivano anche le MMA, con il debutto da professionista nel 2021. È una fighter completa che vanta 4 vittorie su 5 ottenute prima del limite (3 di queste per KO/TKO) e che ha già disputato la maggior parte degli incontri all’estero, facendosi notare – anche lei è rappresentata da First Round ManagementL’ultimo incontro, vinto al primo round per TKO in Ares FC, importante promotion francese, le era valsa la chiamata al Dana White’s Contender Series, l’anticamera di UFC. Purtroppo gli Stati Uniti non le hanno concesso l’ingresso nel loro territorio per motivi legali e la chance è sfumata. Ma Pidroni sicuramente non demorderà: ha tutte le carte in regola per continuare a stupire. Dario “Neanderthal” Bellandi (6-1)

Foto Instagram / @dariobellandiPeso medio (84 chili) livornese, Bellandi ha 27 anni e viene da 4 vittorie consecutive in Cage Warriors, di cui 3 conquistate prima del limite. È approdato alle MMA a 18 anni, dopo essere stato un calciatore dilettante, entrando della palestra Rendoki Dojo (è compagno di team di Chiara Penco). Si rivela un prodigio, vincendo l’oro agli Europei con la Nazionale degli amatori per due anni consecutivi e arrivando in finale al Mondiale.

Dopo le prime due vittorie da professionista, nel 2020 debutta in Cage Warriors e perde ai punti contro un avversario in rampa di lancio. Due anni più tardi ritorna in azione e inizia la striscia positiva che dura ancora oggi. Dotato di mani pesanti, è molto abile anche nel ground game. Alla fine dell’ultimo impegno ha chiesto la chance titolata per strappare la cintura al veterano inglese Mick Stanton (12-7), vediamo se la promotion lo accontenterà per una sfida al cardiopalma. Emanuele “Thug” Zaccaria (6-1)

Foto Instagram / @emanuele_zaccariaZaccaria è un peso gallo (61 chili) di 29 anni, che vive a Gallarate, dove si allena alla Uban Arena con la supervisione di Aurora MMA, e che recentemente ha stupito con un grande rientro dopo quasi tre anni di assenza. Esordisce da pro nel 2016 e vince sempre al primo round per sottomissione – oggi è cintura marrone di brazilian jiu-jitsu dopo un passato anche nel pugilato e nella kickboxing, oltre alle gare di lotta libera - salvo per la sconfitta contro Manuel Milito (altro atleta parecchio promettente ma fermo dal 2019). Dopo la pausa già citata torna in gabbia nel 2022 in Cage Warriors e sottomette al primo round un avversario molto più esperto, per confermarsi a qualche mese di distanza con una nuova sottomissione alla seconda ripresa. Ha finalizzato 5 avversari su 7 in carriera. Il suo prossimo impegno è previsto per il Cage Warriors 162 del 28 ottobre a Roma, in cui sfiderà l’ucraino Andrey Tyshchenko (6-2). Francesco “Berserker” Nuzzi (10-1, 1 NC)

FotoDAZN MMANuzzi è considerato da anni una delle speranze delle MMA italiane. Peso gallo (61), 27 anni, altamurano, da bambino comincia con il karate, più avanti approda alla kickboxing e infine ecco le MMA, nelle quali è professionista dal 2016. Dopo un percorso convincente in Italia e all’estero (con anche un match disputato e vinto in Cina) sbarca in Brave CF(l’organizzazione da cui è emerso Chimaev) contro un avversario quotato, e allora viene ingaggiato dall’americana Professional Fighters League(PFL). All’esordio, dopo un inizio in salita, Nuzzi accusa una ditata irregolare e viene dato il No Contest. Ha vinto l’incontro successivo per KO al primo round con un head kick spettacolare e si è qualificato per i playoff (perché PFL funziona come un torneo a eliminazione diretta con un ricco montepremi finale): tornerà in azione a fine mese conto l’esperto francese Frans Mlambo (14-5).

Un’ottima notizia, dato che dal 2019 Nuzzi ha combattuto solamente una volta all’anno. Il talento e la concretezza sembrano esserci, anche perché oltre ad allenarsi nella palestra Wolf Temple del suo paese passa lunghi periodi di allenamento alla Syndicate MMA di Las Vegas. Non resta che assistere alle prossime performance. Valentina Scatizzi (2-1)

Foto PFL MMAÈ di Ladispoli ma si allena alla SBG Ireland, la palestra di Dublino che ha formato Conor McGregor e dove è di casa anche suo fratello, il noto fighter italiano Daniele (lui in Bellator MMA, con un record oggi di 12-7). Valentina Scatizzi è un peso mosca (57 chili) di 27 anni, è una lottatrice con un forte background nel judo, dotata di uno striking pericoloso, utile a chiudere la distanza per riuscire ad afferrare le avversarie e a trascinarle al suolo. Ha disputato e vinto l’ultimo incontro in PFL, qualificandosi alle semifinali del torneo in cui affronterà la più quotata Griet Eeckhout (7-4, 1 pareggio) il prossimo 30 settembre. E pensare che Scatizzi viene dal mondo della danza, anche se suo padre ha sempre insegnato judo, coinvolgendola spesso negli allenamenti in palestra, finché il fratello ne ha intuito il potenziale e le ha consigliato di dedicarsi alle MMA ad un’età non convenzionale. Un suggerimento subito colto che potrebbe regalare gioie ai fan di questo sport.Wisem “Pantera” Hammami (8-1)

Foto Instagram / @wisemhammami L’italo-tunisino Hammami ha già scritto la storia laureandosi double champ della promotion araba UAE Warriors, unificando le cinture della divisione asiatica e di quella africana dell’organizzazione. Hammami si è formato in Italia, cominciando con la boxe a 16 anni per poi passare alle MMA sotto la guida di Mauro Cerilli, ex campione dei pesi massimi in Cage Warriors attualmente in One Championship. Cerilli ha raccontato di averlo strappato alle cattive compagnie accogliendolo nella sua palestra di Terracina.Hammami ha debuttato da pro nel 2018 e ha vinto i suoi primi 5 match al primo round, di cui 4 per TKO. Arriva così l’approdo in UAE Warriors, organizzazione di ottimo livello in cui Hammami vince il titolo dei pesi medi al secondo match, per TKO alla seconda ripresa. A quel punto incappa in una brutta battuta d’arresto: perde il primo incontro in carriera subendo un KO devastante grazie a un head kick potente e preciso. Così Hammami decide di trasferirsi negli Emirati Arabi Uniti, nella palestra 971 MMA & Fitness Academy ed è tornato in gabbia lo scorso agosto, diventando doppio campione della promotion grazie a un netto TKO al primo round. Hammami, 26 anni, vanta una fisicità notevole per essere un peso welter, oltre a un buon allungo. È un fighter moderno, perciò completo, dotato di un ottimo wrestling (viene dalla lotta) ma con una solida impostazione da kickboxer. È uno di quegli atleti dalla mentalità aperta, sempre pronto ad imparare e a uscire dalla propria comfort zone. Di certo è uno dei profili più maturi per il grande salto.

Il futuro delle MMA italiane è anche negli overhand e nei takedown di questi dieci fighter, del loro talento e dedizione. Sono chiamati a una doppia impresa: sfondare in uno sport ipercompetitivo e conquistarsi l’attenzione di pubblico e media. Il tutto cercando di rendere una passione (a cui si dedicano mente e corpo, consumandosi), un lavoro vero e proprio. Se le MMA italiane ce la faranno sarà soprattutto merito degli atleti, mancando un supporto concreto e strutturale; se non accadrà, probabilmente non sarà colpa di nessuno. Con chi ce la si prende se una disciplina sportiva non attecchisce in una certa cultura? Negli anni sono stati fatti tanti passi avanti ma è difficile capire se il meglio sia alle spalle o se debba ancora venire. Nel frattempo bisogna contare su un fatto: quando un fighter entra in gabbia lo fa per cambiare la sua vita, per riscattarsi, per ottenere quello che non ha e che sogna, a qualsiasi costo. E come in tutte le discipline,

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