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Flavio Fusi
La qualità dei grandi
28 giu 2017
28 giu 2017
L'Italia Under 21 di Di Biagio dura un tempo contro una Spagna aliena.
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Flavio Fusi
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Purtroppo, come quattro anni fa, L’Italia Under 21 ha nuovamente trovato la Spagna a sbarrargli la strada verso un titolo che manca dal 2004 e che quest’anno sembrava essere alla portata. Non

, oppure

, ma alla portata sì. Nel 2013 l’Italia si inchinò solo all’ultimo atto della competizione di fronte alla tripletta di un giocatore come Thiago Alcantara; stavolta sono stati i tre gol di Saul a mettere fine al cammino della nostra Nazionale.

 

Pur con Berardi e Conti squalificati, Di Biagio ha confermato il 4-3-3. Davanti alla porta di Donnarumma hanno giocato i centrali Caldara (recuperato in extremis) e Rugani, con Calabria a destra (con la Repubblica Ceca era stato schierato sul lato opposto) e Barreca a sinistra. Confermato in toto il centrocampo con Gagliardini davanti alla difesa e Benassi e Pellegrini da mezzali. In avanti è stato Petagna a vincere il ballottaggio con Garritano (nel caso contrario, Bernardeschi avrebbe nuovamente giocato da centravanti), scelto probabilmente per la sua abilità nel difendere palla e far salire la squadra offrendosi come bersaglio dei palloni lunghi, dettaglio rivelatasi effettivamente importante contro una selezione possesso-centrica come la Spagna. Bernardeschi a destra e Chiesa a sinistra hanno completato il tridente offensivo.

 

L’allenatore spagnolo, Celades, a sua volta ha optato per il 4-3-3, ma a differenza di Di Biagio aveva a disposizione tutti i suoi titolari. E che titolari. Davanti alla porta di Arrizabalaga c’erano Bellerin, Meré, Vallejo e Jonny; Llorente ha ripreso il suo posto davanti alla difesa (lui, come molti altri aveva riposato contro la Serbia nell’ultima partita del girone) con Saul sul centro-destra e Dani Ceballos sul centro-sinistra. In avanti è toccato a Deulofeu e Asensio giocare ai lati della punta, Sandro Ramirez.

 

La struttura del 4-3-3 della Spagna aveva un’asimmetria abbastanza evidente tra il lato destro e quello sinistro, dovuta alle differenti funzioni svolte di Deulofeu e Asensio. A sinistra, il giocatore di proprietà dell’Everton si manteneva notevolmente largo, quasi a pestare la linea laterale, per farsi pescare in isolamento con un cambio di gioco. L’esterno del Real Madrid, invece, si manteneva

, in modo da lasciare spazio alle proiezioni offensive sulla fascia di Bellerin. Ma Asensio aveva un ruolo decisamente più libero della norma: non ha mancato di dar manforte ai centrocampisti e in alcune occasioni si è fatto vedere sulla fascia opposta nel tentativo di creare superiorità numerica.

 

Anche in fase difensiva non si è visto un 4-3-3 standard, poiché Ceballos prendeva una posizione più avanzata e centrale rispetto a Llorente e Saul, andando a costituire un 4-4-1-1 che permetteva alla Spagna di avere un uomo più vicino a Gagliardini, in modo da poterlo pressare immediatamente.

 


Il 4-4-1-1 spagnolo senza palla, con Ceballos dietro a Sandro, pronto ad aggredire Gagliardini.


 

 



 

L’Italia, che contrariamente alle uscite precedenti è subito partita forte - nei primi cinque minuti si è giocato praticamente solo nella metà-campo della Spagna - ha difeso come al solito con il 4-1-4-1, in cui i singoli avversari venivano persi come punto di riferimento principale.

 

Durante il pressing, Petagna era sempre coadiuvato o da Benassi o da Pellegrini in modo da impegnare i centrali, mentre la mezzala rimasta libera portava pressione su Llorente. L’idea era quella di impedire uno sviluppo della manovra attraverso il centro, costringendo la Spagna a passare dalle fasce. Bernardeschi e Chiesa lasciavano i terzini maggiormente liberi di ricevere, nel tentativo di creare una trappola di pressing (efficace soprattutto a destra) lungo la corsia e

.


 

Gli “azzurrini”, che per la prima volta nella competizione hanno avuto la possibilità di lasciare il possesso all’avversario, si sono fatti apprezzare per l’applicazione del piano di gioco e hanno limitato notevolmente la Spagna, raggiungendo, almeno nella prima frazione, l’obiettivo di Di Biagio: sterilizzare la circolazione di palla, prevalentemente orizzontale, della selezione spagnola. Nei primi 45 minuti la Spagna si è raramente resa pericolosa negli ultimi 16 metri, con la trequarti offensiva spesso sguarnita e Sandro isolato e lasciato in balia di Caldara e Rugani.

 

Dal canto suo, l’Italia ha cercato di proporre la solita manovra diretta e verticale, affidandosi alle sponde di Petagna, la cui fisicità ha dato notevole filo da torcere ai centrali Meré e Vallejo. Giocando con due esterni a piede invertito, Chiesa a sinistra e Bernardeschi a destra, l’Italia necessitava però di maggiori connessioni in fase offensiva per far ritornare il gioco dalla fascia verso il centro della trequarti, ma i nostri giocatori offensivi si sono mossi in maniera poco coordinata e le grandi distanze da coprire hanno fatto morire sul nascere una buona parte degli

.

 



 

Le ampie distanze tra i giocatori hanno anche esposto la squadra di Di Biagio in transizione, visto che gli errori in passaggio si sono moltiplicati e solo le qualità individuali dei nostri difensori hanno risolto la situazione in occasione dei contropiedi che hanno avuto origine soprattutto nella seconda metà del primo tempo.

 

Verso il 35.esimo minuto Celades ha escogitato la mossa che si è poi rivelata decisiva nella seconda frazione, scambiando di fascia Asensio e Deulofeu. Al rientro dagli spogliatoi, Asensio ha preso stabilmente possesso della fascia sinistra, facendosi trovare sempre molto largo, mentre l’ala ex-Milan si è stabilito sul centro-destra, occupando un settore di campo più vicino a Sandro.

 

Questo cambiamento tattico ha scatenato Ceballos, che ha messo in mostra un’intesa eccezionale con Asensio (i due sono stati compagni di stanza nel ritiro polacco, evidentemente anche questo tipo di sintonia ha effetti in campo), operando movimenti complementari a quelli del compagno e causando scompiglio nello schieramento difensivo dell’Italia in occasione del primo gol di Saul.

 

Lo stesso Sandro si è allargato più volte a sinistra quando Asensio veniva dentro il campo e l’Italia ha gradualmente perso tutti i punti di riferimento dei primi 45 minuti.

 

L’espulsione di Gagliardini non ha fatto che complicare le cose per la squadra di Di Biagio, costretto a togliere Chiesa per Locatelli, anche se Bernardeschi è riuscito ad agguantare il pareggio con un tiro sporcato da una deviazione che ha ingannato un non irreprensibile Arrizabalaga.

 

L’1-1, per la verità alquanto estemporaneo, è durato poco poiché al 65.esimo, appena tre minuti dopo, Saul ha pescato il jolly segnando un gran gol dalla distanza che ha riportato la Spagna in vantaggio. Il 3-1 (confezionato dalla “premiata ditta” Ceballos-Asensio e finalizzato da Saul, capocannoniere del torneo con 5 gol) ha mostrato una volta di più quanto l’Italia soffra gli inserimenti dei centrocampisti avversari: in questo caso è stato Locatelli a non assorbire la corsa del centrocampista dell’Atlético, costringendo Barreca a un tentativo tanto vano quanto tardivo di contrastarlo.

 

Gli “azzurrini” saranno certamente delusi di essersi fermati ad un passo dalla finale, soprattutto perché avevano dimostrato non più tardi di qualche giorno fa di poter battere la Germania finalista. Se è vero che la nostra Nazionale disponeva di una dose di talento notevole (è stato un peccato dover rinunciare a Conti e Berardi), è altrettanto vero che la Spagna poteva contare su giocatori di qualità ancora superiore, per non parlare dell’esperienza internazionale di elementi come Asensio e Saul, che guarda caso hanno risolto la partita.

 

Insomma, l’Italia non è riuscita a ribaltare il pronostico pre-partita. D’altra parte, non ci si può riuscire sempre e quando si affrontano avversari di questo calibro è anche giusto riconoscere i propri limiti. Adesso toccherà ai giocatori

(terza al Mondiale di poche settimane fa) e ai pochi superstiti di questa spedizione cercare di alzare finalmente la coppa. A tal proposito possiamo consolarci pensando che l’edizione del 2019 verrà disputata proprio in Italia.

 

 

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