Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Emanuele Atturo
Kostic è il giocatore che mancava alla Juventus
10 ago 2022
10 ago 2022
Uno stile di gioco peculiare, ma che potrebbe tornare utile.
(di)
Emanuele Atturo
(foto)
Foto di Matthias Hangst - FIFA/FIFA via Getty Images
(foto) Foto di Matthias Hangst - FIFA/FIFA via Getty Images
Dark mode
(ON)

Filip Kostic gioca all’Eintracht Francoforte da quattro stagioni ma ogni anno sembra che debba andar via, troppo forte per il contesto che lo circonda. Doveva andare al Manchester United, all’Inter, al Milan. Il trasferimento alla Lazio, un anno fa, sembrava davvero vicino. Poi la trattativa è naufragata dentro una serie di piccoli dettagli grotteschi. Il suo agente che accusa l’Eintracht di averle dato un indirizzo mail sbagliato per sabotare la trattativa; il club tedesco risponde dicendo che è stata la Lazio a sbagliare mail, dimenticando la lettera ‘k’ nel nome. Il 31 agosto Kostic viene informato dell’incidente, salta l’allenamento per protesta e anche la partita contro l’Arminia Bielefeld. Il giorno dopo fa pace con allenatore e compagni, torna in campo e ricomincia la sua vita. Come ogni anno, Kostic resta e a maggio l’Eintracht alza l’Europa League. Un traguardo difficile da immaginare a inizio stagione, e in cui Kostic ha spiccato come miglior giocatore della squadra e forse del torneo.Al 68’ della finale contro il Glasgow Rangers l’Eintracht è in una brutta situazione: era la squadra favorita e quella che durante la partita aveva avuto più occasioni, ma stava perdendo. Kostic riceve palla nella sua posizione ideale: defilato sulla fascia sinistra, i piedi quasi sulla riga laterale, fa quello che fa sempre: crossa col suo piede mancino dentro l’area. I suoi cross, però, non sono convenzionali, hanno qualcosa di più preciso, di più esatto, rispetto alla norma. In quel momento taglia la palla col collo del piede, facendola filare sul prato e tra le gambe avversarie come in uno di quei colpi da biliardo calibrati in una folla di palle. Santos Borré taglia sul primo palo e segna il gol del pareggio, che trascina la partita ai rigori che premieranno i tedeschi.

È l’ultimo assist stagionale di Filip Kostic, il tredicesimo, il cinquantatreesimo con la maglia dell’Eintracht: più di dieci ogni anno. Il suo contratto scadeva nel 2023 e quest’estate il suo trasferimento è stato inevitabile. Dopo il corteggiamento degli ultimi anni di quasi tutte le migliori squadre italiane è stata la Juventus alla fine a comprarlo davvero, spendendo meno di venti milioni, non pochi per un trentenne in scadenza, ma che danno la misura del fatto che Kostic oggi è arrivato all’apice della sua carriera. Non possiamo ignorare però che se Kostic avesse goduto di maggiore considerazione non avremmo dovuto aspettare l’inizio della Bundesliga per vederlo partire. La verità è che da quando ha iniziato a farsi conoscere, nel 2014 con la maglia del Groningen, Kostic non ha goduto di molta attenzione. Giocava nella squadra in cui era cresciuto Arjen Robben, ed era stato paragonato a lui per la capacità di convergere implacabilmente da destra verso sinistra per provare il tiro. Noi ne scrivevamo nel 2015, quando era passato allo Stoccarda per 6 milioni di euro e aveva già iniziato a modificare il suo gioco in modo sempre più peculiare. Non più esterno mancino che gioca a destra a piede invertito, tutto dribbling a rientrare e tiri, ma esterno sinistro a piede naturale. Kostic ha invertito le sue traiettorie di corsa: non più in diagonale ma lungolinea.

Uno dei primi assoli di Kostic in Bundesliga.

Kostic ha uno stile demodé, una tecnica asciutta e senza fronzoli da vecchio tornante degli anni ’70. Non ha lo stile elusivo dei grandi dribblatori, né ha bisogno di trovare tasche di spazio centrali in cui ricevere e rifinire. In questo, Kostic ha davvero poco di moderno. Non si accentra per ricevere nei mezzi spazi, non gioca a piede invertito, non ha letture sofisticate. Gioca con i piedi sulla linea laterale, porta la palla con l’esterno sul binario di fascia con l’unica idea di tenerla il più lontano possibile dai difensori avversari. Corre con la compostezza di un duecentometrista e trovando velocità di punta sorprendenti per il suo metro e ottantacinque. Anche per questo i suoi numeri sui dribbling sono di tutto rispetto. Ha un incedere pesante e solenne, mentre sembra così preso dal correre che pare solo interessato a scappare con la palla, infilandosi in vicoli ciechi, in situazioni compromesse in cui il sinistro viene messo a dura prova per trovare lo spazio per un cross. In un modo o nell’altro, però, Kostic lo trova sempre. I suoi numeri creativi sono piuttosto spaventosi. 13 assist lo scorso anno, 14 quello prima, altri 11 l’anno prima ancora. Più di 3 passaggi chiave a partita lo scorso anno, migliore dell’intera Bundesliga. Nel campionato tedesco, dal 2014 a oggi, solo Thomas Muller ha servito più assist di lui (e stiamo parlando del diavolo che ha rubato il segreto degli assist infiniti). È fra i migliori per corse progressive, passaggi progressivi, e ovviamente xA. È stato fra i giocatori creativi statisticamente migliori del 2021.Kostic è stato la fortuna delle punte centrali che hanno brillato con l’Eintracht nelle ultime stagioni: Haller, Jovic, André Silva. Tutti e tre si sono consacrati come grandi finalizzatori con Kostic ad armare i loro tiri. È stato la loro fortuna grazie a un fondamentale caduto in disuso negli ultimi anni di calcio contemporaneo, ovvero il cross. Kostic è un crossatore seriale: nessuno ha crossato più di lui in Bundesliga dal 2014 a oggi. È un fondamentale certificato come inefficiente dalle statistiche, almeno se eseguito in un certo modo, cioè in una zona di mezzo tra il fondo e la trequarti, ai lati dell’area di rigore, particolarmente defilati sulla fascia, ovvero la zona classica del cross di prima del terzino che si sovrappone. Al contempo però sono anni in cui sta spiccando fra i migliori giocatori al mondo Trent Alexander-Arnold: forse sarebbe riduttivo definirlo il miglior crossatore al mondo, perché la sua capacità balistica è così complessa da essere semplicemente un rifinitore a tutto campo. Alexander-Arnold, all’interno di uno dei sistemi più meticolosi al mondo, ha trovato comunque il modo per esaltare il suo piede con cross soprattutto dalla trequarti, infilati forti tra linea difensiva e portieri, in quella fascia grigia dove le palle arrivano difficili da difendere per tutti.Kostic, in realtà, sembra fregarsene: crossa da tutte le altezze della fascia sinistra, ma non c’è un suo cross che non sia interessante, che non contenga qualche promessa, un pensiero dietro (la visione di Kostic del cross che incrocia la corsa dell’attaccante), o anche solo un taglio al pallone particolarmente ben fatto. I cross di Kostic, non so come dire, sembrano materialmente diversi dagli altri: la palla piove in area più forte, più precisa, più esatta. Kostic è la fonte creativa dell’Eintracht, ma lo è tramite i cross in area. Per rendere essenziale un giocatore così peculiare la squadra negli anni ha sviluppato sistemi molto verticali, che si esaltano su campi lunghi, transizioni dirette. Nell’annata 2018/19, in cui l’Eintracht si è spinto fino in semifinale di Europa League, Kostic giocava largo a sinistra di un 3-5-2 piuttosto tradizionale. Nell’ultimo anno, quello della vittoria della coppa, Kostic era sempre largo a sinistra, ma di un 3-4-3 in cui l’esterno offensivo davanti a lui era Daichi Kamada, un trequartista molto associativo, che ama starsene nei corridoi centrali e fornire tanti appoggi e inserimenti. Insomma, il compagno ideale per armare le corse di Kostic.Non è certo un caso, che Kostic - nella sottovalutazione generale - sia invece stato sempre molto apprezzato in Italia, la patria delle difese a tre e quindi degli esterni a tutta fascia. Il ruolo in cui Kostic si è affermato come uno dei migliori specialisti in Europa.

Un minuto e mezzo di Filip Kostic che crossa.

Meno scontato è che Kostic sia finito alla Juventus, che sulla carta non dovrebbe giocare con difesa a tre e quinti di centrocampo. Tuttavia l’acquisto di Kostic è interessante proprio perché aggiunge un giocatore con caratteristiche inesistenti in rosa, in una zona di campo in cui la squadra di Allegri è stata pressoché ininfluente. Kostic è la soluzione individuale a diversi problemi collettivi della Juventus. Può far progredire il gioco con le sue corse potenti a tutto campo, per una squadra che l’anno scorso faticava disperatamente a risalire il campo dalla difesa bassa; può aggiungere una soluzione in ampiezza a sinistra in una squadra che l’anno scorso aveva un vuoto da quel lato. Morata naturalmente tendeva a giocare più centrale, Alex Sandro negli ultimi anni è diventato offensivamente ininfluente e spesso era Rabiot a portare qualche sporadico attacco in ampiezza da quel lato (partendo dalla sua posizione largo a sinistra in fase difensiva, dove la Juve si schierava con un 4-4-2). Per questo il lato forte della Juventus era quello destro, con Danilo, Cuadrado e Dybala, tutti e tre molto influente seppure in modo diverso.Non è ancora chiaro con quale modulo dovrebbe giocare la Juventus, ma non è così importante per un allenatore che storicamente ha sempre assecondato le caratteristiche dei suoi giocatori, esaltandone le associazioni. È proprio questo che dovrebbe aggiungere Kostic: connessioni interessanti con gli altri giocatori offensivi della Juventus.In un teorico 4-3-3 con Chiesa ancora fuori, il tridente della Juve potrebbe schierarsi asimmetricamente, con Di Maria a destra che viene più dentro al campo e Kostic a sinistra che resta più largo. Senza troppe idee su come schierare difese schierate, e senza troppa qualità nella fascia centrale del campo, la Juventus della scorsa stagione ha abusato della soluzione dei cross. Cuadrado è stato il giocatore della Serie A a provare più cross per 90 minuti, addirittura 1,5 più di Candreva (la leggenda indiscussa di questa statistica). La Juventus dovrebbe provare a crossare meno, ma nel frattempo aggiungere uno dei migliori crossatori d’Europa non è stata una brutta idea. I traversoni da sinistra di Kostic, soprattutto, sembrano la soluzione ideale per Dusan Vlahovic, che potrà attaccare i cross del connazionale sul primo palo col piede forte.

Un gol di Vlahovic tagliando sul primo palo. L'uso quasi esclusivo del sinistro è uno dei difetti principali del centravanti, e non potrà che essere contento se il gioco si bilancia un po' di più a sinistra.

In fase di non possesso poi la Juventus potrebbe tranquillamente tornare a difendere col 4-4-2, abbassando Kostic sulla linea dei centrocampisti e sgravare Di Maria di troppi compiti di copertura. Kostic però aggiunge anche flessibilità, perché Allegri potrebbe giocare anche con la difesa a 3 (e aiutare Bonucci a coprire i propri limiti atletici attuali) con il serbo largo a sinistra, una soluzione buona anche per quando tornerà Chiesa, e se arriverà Depay. Kostic naturalmente aggiunge anche una soluzione per i calci piazzati, diretti ma soprattutto indiretti. Altra situazione di gioco in cui eccelle.Data la sua situazione contrattuale, e un rapporto con l’Eintracht ormai esaurito, Kostic era una grande occasione in questo calciomercato. Se il suo gioco singolare e un po’ démodé non ha forse attirato squadre dalla Premier League, Kostic sembra un giocatore fatto per il nostro campionato, col suo atletismo e il suo stile diretto e senza fronzoli. Magari non un giocatore che ci fa strappare gli occhi, ma uno generoso, e da cui si sa più o meno sempre cosa aspettarsi. Cosa può chiedere di più un allenatore italiano?

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura