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Dario Pergolizzi

Hype: Joao Cancelo

Un terzino offensivo porta dei vantaggi tattici che saranno utili alla squadra di Allegri, anche…

Joao Cancelo è arrivato ieri a Torino per effettuare le visite mediche con la Juventus, dopo una lunga trattativa e anni di monitoraggi, corteggiamenti e cambi di rotta della dirigenza bianconera. È stata colta al balzo l’occasione fornita dal mancato riscatto dell’Inter, dopo un’ottima stagione sotto la guida di Spalletti che ha tolto qualche dubbio sulla fase difensiva.

 

Nonostante l’infortunio ed un atteggiamento iniziale di insofferenza reciproca, che li ha anche portati a lanciarsi frecciate in pubblica piazza, con il bastone e la carota Spalletti è riuscito a tirare fuori il meglio dal suo laterale. E il battesimo di fuoco della Serie A è stato decisivo nel convincere la Juventus a puntare una cospicua parte del budget estivo su di lui. Dopo il rumoroso addio di Dani Alves di un anno fa nel ruolo di terzino destro si sono succeduti Lichtsteiner, Barzagli e un fragile De Sciglio, tormentato prima dalle insicurezze di campo e poi, una volta cresciuto nelle prestazioni, dagli ormai consueti infortuni. La necessità di inserire un interprete di livello era lampante e la scelta di Cancelo può soddisfare una serie di bisogni tecnici e tattici di Allegri.

 

Si tratta di un investimento corposo per gli standard di Marotta (oltre 40 milioni di euro) ma i 24 anni e lo stipendio relativamente basso garantiscono una buona sostenibilità annua, anche nel caso in cui il rendimento non dovesse soddisfare le aspettative.

 

I pro e i contro di un terzino offensivo

Nell’epoca che non possiamo che definire “del Real Madrid di Zidane” abbiamo consapevolezza di quanto due terzini offensivi possano essere un rischio non solo sostenibile, ma che paga anche dividendi abbastanza alti. Certo, per lo stile di gioco della squadra di Allegri è necessaria una massiccia dose di attenzione senza palla, per affrontare fasi medio-lunghe di difesa posizionale e per questo parecchi tifosi juventini sembrano essere preoccupati.

 

Cancelo di sicuro non è un’eccellenza da un punto di vista difensivo, nonostante il buon percorso di crescita nell’ultima stagione. Il terzino portoghese ha ottime doti di contrasto nell’uno contro uno (ne ha vinti 1.32 per 90 minuti la scorsa stagione) e di lettura delle linee di passaggio (1.62 intercetti per 90 minuti), oltre ad avere una grande corsa. Mostra però il fianco nel tempismo di chiusura di qualche diagonale difensiva e soffre particolarmente i cross soprattutto quando si trova sul lato debole, circostanza che lo ha messo in difficoltà in più di una occasione.

 

Si tratta tuttavia di mancanze che un contesto attento alla fase difensiva come quello bianconero può sì evidenziare e amplificare (per contrasto), innervosendo magari il pubblico, ma che al tempo stesso può contenere e limitare, con un’organizzazione difensiva collettiva che mira a concedere poche occasioni in campo aperto agli avversari.

 

Dall’alto al basso: intercetti, tackle vinti, key passes, dribbling riusciti (dati Squawka).

 

Anche se le statistiche difensive sono sempre da manipolare con attenzione, è indicativo il fatto che Cancelo abbia numeri difensivi sostanzialmente in linea col predecessore Lichtsteiner (oggi all’Arsenal) e col concorrente De Sciglio. Ma il dato veramente impressionante è quello dei dribbling riusciti per 90 minuti.

 

Il dribbling di un terzino ha un valore tattico fondamentale, perché può garantire un’alternativa all’uscita del pallone dalla difesa, quando non si riesce a disordinare la linea del pressing avversaria muovendo il pallone. Cancelo, oltre ad essere un buon palleggiatore, con una media dell’84% di passaggi riusciti, è anche molto abile nel creare superiorità numerica attraverso giocate individuali. Ha sempre la percezione della distanza dall’avversario, anche quando è girato di spalle, e questo gli permette di sfoggiare un repertorio di controlli orientati, tocchi di mezzo esterno a seguire e finte di corpo che fanno guadagnare diversi tempi di gioco a tutta la squadra.

 

Per la Juventus avere un’altra fonte di superiorità qualitativa al di sotto della linea del centrocampo può essere una risorsa fondamentale, sia per cercare di far abbassare Paulo Dybala il meno possibile ad aiutare la risalita (limitandone il raggio d’azione in quella che è la zona per lui più prolifica, la trequarti), sia per mantenere un buon grado di imprevedibilità e diversificazione nella costruzione.

 

Cancelo sa condurre palla in maniera efficace, sia mantenendosi su tracce esterne – trasformando la linea laterale da ostacolo a inganno per l’avversario, attirato verso l’esterno subito prima che Cancelo sposti il pallone all’ultimo momento, sempre nel minimo spazio necessario – sia tagliando verso l’interno, quando davanti a sé ha un compagno che dà ampiezza.

 

Cancelo in a nutshell: ricezione con avversario alle spalle...more
...controllo orientato di esterno che diventa un passaggio per il compagno venuto incontro...more
...attacco dello spazio intermedio per ricevere il pallone di ritorno. Avversari tagliati fuori: 3more

 

Come può cambiare la Juve con Cancelo?

È ancora presto per immaginare la Juventus 2018/19, con un mercato estivo ancora incerto tra entrate e uscite. Però l’arrivo di Cancelo può già aprire ragionamenti fondati su alcune prospettive di campo. Innanzitutto, la Juventus potrebbe avere una catena di destra formata da Emre Can e Cancelo, più un terzo nome nella zona alta che dovrebbe verosimilmente essere quello di Paulo Dybala. Proprio per l’argentino l’arrivo di Cancelo potrebbe rivelarsi una buona notizia.

 

La ragione per cui Allegri non è mai riuscito a consolidare un 4-3-3 con Dybala esterno a destra è la difficoltà nel coprire l’ampiezza con un terzino più difensivo come De Sciglio, o uno poco efficiente (pur essendo di spinta) come l’ultimo Lichtsteiner (a cui va aggiunto un Khedira, sempre più avvezzo alla finalizzazione e meno a coprire il campo alle sue spalle).

 

Con i due nuovi innesti, sulla destra Allegri potrà contare su giocatori dalle caratteristiche complementari, come piace a lui: la spinta offensiva di Cancelo potrà essere bilanciata dalle ottime doti di copertura di Emre Can, e Dybala potrà tagliare verso l’interno con sicurezza e costanza. Le sovrapposizioni del terzino portoghese potranno rendere imprevedibile l’esito dell’azione per le difese avversarie, che dovranno scegliere se coprire l’eventuale tiro del numero 10 o l’inserimento laterale di Cancelo.

 

Con un’intesa consolidata nel corso dei mesi, si potrà anche arrivare ad una situazione simile a quella della stagione 16/17, con Dybala che si alterna e palleggia sempre di più con Dani Alves (nel 2017/18 l’intesa migliore l’aveva mostrata con Federico Bernardeschi, partendo da una posizione centrale, però). Difficilmente Cancelo arriverà a toccare le vette di fantasia del brasiliano (che aveva finito la stagione da attaccante), ma in quanto a rapidità di esecuzione e precisione nella rifinitura il livello del portoghese potrebbe non essere così distante, almeno in prospettiva.

 

Se dovesse rimanere confermato il 4-2-3-1 ibrido dell’ultima stagione, con Douglas Costa, Cuadrado o Bernardeschi a partire da destra e Dybala ad occupare le zone centrali, Cancelo potrà comunque dire la sua grazie alla grande associatività, e soprattutto grazie alla capacità di giocare in spazi stretti. A seconda del tipo di esterno che troverà sul suo binario potrà sovrapporsi esternamente con la stessa naturalezza con cui lo farà internamente, con quei movimenti che in Inghilterra chiamano underlapping.

 

Come se la caverà in fase difensiva?

In fase di non possesso, con qualsiasi sistema di gioco, Allegri ha dimostrato di prediligere la difesa con due linee da 4, e ipotizzando che sia Emre Can a slittare da quarto a destra – con Dybala che finisce a fare da seconda punta senza la palla, quanto più possibile scevro da compiti di copertura – Cancelo avrà di fronte un giocatore efficace nelle letture e negli interventi difensivi come il tedesco, cosa che potrebbe aiutarlo ad integrarsi al meglio e diventare autosufficiente anche sotto questo aspetto. Se invece dovesse trovarsi davanti profili meno efficienti dal punto di vista difensivo individuale, come Douglas Costa o Bernardeschi potrebbe faticare un po’ di più.

 

Sarà poi compito dello staff tecnico cercare di migliorarlo anche nelle situazioni che finora lo hanno messo più in difficoltà, come il mantenimento di una distanza consona dal centrale di parte a seconda della necessità o la lettura delle palle alte che arrivano dall’altro lato del campo.

 

L’atteggiamento aggressivo di Cancelo anche senza palla, unito al ritorno ad un centrocampo a 3 che sembra essere nelle intenzioni del mister livornese, potrebbe spingerlo a preferire una linea arretrata più avvezza ad accorciare, togliendo profondità all’avversario ed applicando più spesso il fuorigioco, per ravvicinare i reparti tra loro e trasformare la Juve in una squadra più efficiente nel prendere campo e recuperare il pallone nelle zone più avanzate. Questo esperimento ha iniziato ad avere luogo già nella fase immediatamente post Bonucci, per poi essere abortito dopo un paio di mesi a causa dei risultati non eccellenti dovuti in parte anche alla composizione del centrocampo.

 

Posto che le doti tecniche non sono in discussione, l’impatto caratteriale del portoghese sarà la determinante sul suo successo o meno in questa nuova avventura, anche dal punto di vista difensivo. Quello juventino è un ambiente molto esigente, e lui dovrà mostrarsi sufficientemente forte e motivato da attendere il suo momento anche quando sarà chiamato a qualche panchina di troppo, fisiologica per il modus operandi di Allegri. Senza mollare la presa mentale sulle opportunità che gli verranno date, e impressionando il tecnico e lo staff durante gli allenamenti settimanali, vero ago della bilancia.

 

 

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Dario Pergolizzi, Allenatore UEFA B e video analista, vive e studia il calcio con un approccio sistemico ed ecologico, attraverso le lenti della complessità.