
Ecco a voi la presentazione del terzo girone degli Europei francesi (qui il primo, il secondo, il terzo e il quarto girone). Se non vi basta, e volete ulteriore approfondimento su quanto alta gioca la difesa dell’Albania, o su come è andato nel dettaglio il girone di qualificazione della Romania, vi rimandiamo al nostro libro Guida ufficiosa agli Europei 2016, edito da Baldini&Castoldi.
Buona lettura! Buon divertimento! Buon Europeo!
Girone E
Italia
Belgio
Irlanda
Svezia
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L’Italia arriva a questo Europeo con le aspettative più basse persino rispetto a quelle precedenti al Mondiale brasiliano. Possiamo cominciare però con il dire che il girone è più che alla portata?
Fabio Barcellona
A me sembra un girone piuttosto complesso ed equilibrato. La teorica quarta forza, l’Irlanda, ha spirito e compattezza per rendere complesse tutte le partite e buona tradizione nelle competizioni internazionali. La Svezia ha Ibrahimovic, che può davvero decidere da solo qualsiasi match. Il rischio grosso, in un girone così equilibrato, è che le squadre si rubino punti a vicenda e che la terza classificata resti fuori dal ripescaggio. Detto questo, probabilmente non è nemmeno così male che l’Italia debba affrontare tutte partite contro avversari ostici. Per come è costruita e per il tipo di allenatore che è Antonio Conte, la squadra deve sempre giocare con attenzione e intensità massima e Belgio, Svezia e Irlanda non permettono certo cali di concentrazione o partite prese sotto gamba.
Daniele Manusia
Aggiungo che se c’è un rischio che di sicuro non correremo con Conte in panchina è proprio quello dei cali di tensione. È vero che è un girone equilibrato ma secondo me il gioco degli avversari si adatta bene a quello dell’Italia, se si toglie la superiorità tecnica del Belgio che è in grado di fargli controllare la palla più o meno quando vogliono (almeno contro squadre inferiori). Svezia e Irlanda sono due ottime sparring-partner soprattutto per mettere alla prova la fase offensiva e l’intensità, ed è vero che affronteremo uno dei migliori Ibrahimovic degli ultimi anni (in amichevole contro il Galles, al netto dell’anarchia con cui si muove quando non gli arrivano i palloni, è stato sublime), ma non credo che offriranno un’alternativa valida al piano di gara italiano.
Certo, basta un episodio a sfavore e la prospettiva dell’Italia cambia totalmente: potremo contare sulla continuità del nostro gioco ma non su grandissime imprese, non abbiamo enormi margini di miglioramento rispetto a quello che sappiamo e abbiamo visto (appunto: miglioramenti e peggioramenti dipendono dagli avversari e dagli episodi), possiamo al limite accelerare un po’ il ritmo che è già molto alto in partenza. Con questo voglio dire che dipenderà molto da come si metteranno le cose, e che preferirei che l’Italia non si trovasse a dover rimontare nessuna partita, né a dover vincere per forza, ad esempio, all’ultima partita contro l’Irlanda. Al tempo stesso, se gli episodi si allineano bene dall’inizio ce la giochiamo anche con il Belgio, che è un po’ la nostra nemesi: possono giocare collettivamente molto male, ma hanno talmente talento a disposizione che in ogni momento sanno di poter tirare fuori conigli, struzzi e persino elefanti dal loro cappello.

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Il Belgio non ha entusiasmato allo scorso Mondiale e non ha cambiato molto, ma adesso alcuni giocatori chiave tipo De Bruyne sono nel pieno della loro maturità, o quasi. Pensate sia una possibile favorita per la vittoria finale? E quale risultato minimo vi aspettate per non parlare di delusione?
Alfredo Giacobbe
Quello belga è un collettivo eccezionalmente dotato, se solo pensiamo che dall’undici base che ha in testa Wilmots resterebbero esclusi calciatori di altissimo profilo come Radja Nainggolan e Yannick Ferreira Carrasco. Le semifinali erano l’obiettivo minimo del CT, che avrà rivisto al ribasso i suoi auspici dopo gli infortuni dei due centrali difensivi titolari, Kompany e Lombaerts. Gli esperimenti in amichevole sono stati finora infruttuosi (4 gol incassati in 3 partite contro Svizzera, Finlandia e Norvegia) e, a qualche giorno dall’esordio nella competizione, il Belgio non ha ancora scelto una coppia di centrali titolari.
Fabio
Non penso che il Belgio sia una delle due o tre squadre favorite. I problemi sia contingenti, dovuti agli infortuni, che strutturali nel reparto arretrato, con la carenza di terzini che finisce per svuotare anche il ruolo di centrale, influenzano negativamente l’intera squadra, sia in termini di supporto alla manovra dei difensori esterni sia in termini di solidità della difesa. Il talento a disposizione è indiscutibile, ma i meccanismi di gioco in fase di attacco posizionale continuano a non essere pienamente convincenti e troppo legati al rendimento degli esterni e agli inserimenti nel cuore dell’area di Fellaini.
Noi siamo andati meglio.
Daniele M.
Sono d’accordo con Alfredo e Fabio, penso che dovremo guardare almeno la prima partita per capire il vero valore competitivo del Belgio. Il talento è davvero molto ma si permettono lunghi momenti di manierismo in mezzo alle partite che ne compromettono non solo la solidità ma anche il valore globale. Wilmots sembra accontentarsi di occasioni improvvisate e difficili, applaudendo a bordo campo a ogni spunto offensivo di un suo giocatore (applaudendo a qualsiasi spunto offensivo) anziché cercare di mettere i suoi giocatori migliori nelle condizioni ideali. Non li metto tra i favoriti oggi, pur sapendo che hanno i giocatori per svoltare una partita alla volta, perché contro squadre più organizzate rischiano di dover finire a difendere nella propria metà campo, con una difesa, come detto, non dello stesso livello rispetto al centrocampo e all’attacco. Molto dipenderà dal calendario, ma credo che una semifinale potrebbe essere un risultato soddisfacente.
Daniele V. Morrone
Dopo averla attesa per anni adesso è il momento che questa generazione ci dimostri se tanto hype era realmente giustificato. La squadra ha delle lacune, ma come tutte le partecipanti escluse Francia e Germania, e soprattutto i picchi di talento sono troppo alti per poter avere queste lacune come giustificazione. Forse sono troppo esigente, ma tutto quello che non è la semifinale sarebbe una delusione.
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Quanto peserà per il Belgio l’assenza di terzini? Potranno competere con squadre come Francia, Germania e Spagna con 4 difensori centrali in campo contemporaneamente?
Fabio
Il Belgio è parecchio in difficoltà nel ruolo di terzino, sia a destra che a sinistra. Addirittura nell’amichevole contro la Svizzera come terzino destro è stato impiegato Axel Witsel. Uno degli schieramenti possibili è quello con Alderweireld e Vertonghen come terzini, rispettivamente a destra e sinistra, con il ventenne Denayer del Galatasaray e la comparsa del Barcellona Vermaelen come difensori centrali. Paradossalmente l’assenza di terzini di ruolo, unita alle indisponibilità di Kompany e Lombaerts, potrebbe indebolire più la zona centrale della difesa che le fasce. Di fatto è possibile che in mezzo giochino la quinta e la sesta scelta, dietro i due assenti e i due difensori del Tottenham schierati sull’esterno. I quali, specie Alderweireld, possono giocare più che dignitosamente nel ruolo di terzino, in virtù di due eccellenti piedi, specie sul lungo. Più che delle difficoltà offensive figlie dell’assenza di due terzini di spinta, che effettivamente esistono, Wilmots dovrebbe preoccuparsi della solidità della sua difesa, a dispetto dei quattro centrali schierati in campo. E non solo contro le più forti squadre dell’Europeo.
Alfredo
Le scelte di Wilmots sono vincolate, non ci sono alternative a Vertonghen e Alderweireld. Il primo attacca con maggiore convinzione, come gli chiede Wilmots; il secondo mostra qualche reticenza di troppo. Entrambi sono lenti nei rientri, e questo potrebbe creare qualche problema di stabilità difensiva, anche perché il Belgio non riesce a predisporre delle marcature preventive. In questa ottica, più dei terzini, a me non ha convinto l’impiego di Denayer (non deve aver convinto neanche Wilmots, che nella terza amichevole lo ha dirottato sulla fascia). Schierato da centrale ha mostrato molte indecisioni, soprattutto quando era chiamato alle uscite laterali. Creare un due contro due centralmente con uno schieramento a due punte, e avere un attaccante bravo nei tagli interno-esterno, per sfruttare lo spazio dietro al terzino, contro questo Belgio può fare la differenza (Immobile ha questo tipo di movimento nel suo set, così come ce l’ha Eder).
Edeeer!
Francesco Lisanti
Wilmots però ha convocato anche dei terzini veri. Certo, al netto di questa bizzarra vacanza di talento (che potrebbe romanticamente ricordare il rapporto tra il Portogallo e le prime punte) il meglio a disposizione dell’allenatore è una coppia marcatamente offensiva: Jordan Lukaku a sinistra, Thomas Meunier a destra. Lukaku junior sembra ogni volta poter letteralmente bruciare il prato e se arriva sul pallone in corsa può spostare chiunque, mentre Meunier ha finalmente ritrovato continuità questa stagione e offrirebbe più soluzioni tattiche nello sviluppo del possesso. Se proprio è necessario schierare una coppia improvvisata, io preferirei tutta la vita sacrificare la coppia di terzini per preservare al centro un duo affiatato, completo ed estremamente efficace come Vertonghen-Alderweireld. Considerando tutte le difficoltà che spesso incontra il Belgio con la costruzione dal basso, in questo momento Wilmots riterrà che una scelta del genere possa rovinare definitivamente gli equilibri già precari, e preferirà lasciare sulle fasce due uomini di cui si fida, ma non dovrebbe precludersi la possibilità di stravolgere l’assetto difensivo.
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Wilmots sembra essersi obbligato fin dalle convocazioni (con pochi centrocampisti e molti trequartisti) a schierare il Belgio con il 4231. Vi aspettate variazioni sul tema?
Alfredo
Non mi aspetto variazioni sul tema, il 4-2-3-1 è il modulo che Wilmots ha varato nella fase post-Mondiale. La convinzione del tecnico è che il cambio di sistema aiuti la sua squadra ad imporre il proprio gioco, contro squadre che sempre più spesso preferiscono chiudersi e attendere il Belgio.
Mi aspetto pochi cambiamenti anche negli uomini scelti ruolo per ruolo: nei due slot davanti alla difesa, Witsel e Fellaini partono più avanti degli altri, nonostante Nainggolan rappresenti una scelta migliore del centrocampista del Manchester United. Fellaini è un giocatore di difficile catalogazione, ma finisce per diventare imprescindibile per i suoi allenatori: man mano che il pallone sale dalla difesa all’attacco, Fellaini avanza dalla linea dei mediani alla linea degli attaccanti, cambiando così il modulo della sua squadra dal 4-2-3-1 al 4-3-3, e dal 4-3-3 al 4-2-4. È un riferimento quando è necessario alzare il pallone, sia con un cross sia con un lancio dalla difesa, in caso di difficoltà nella costruzione bassa della manovra. La sua indispensabilità in fase di possesso fa dimenticare le sue lacune nelle situazioni difensive e di transizione.
Anche per quel che riguarda l’attacco, la scelta degli uomini dovrebbe essere più che consolidata, con Eden Hazard, De Bruyne e Mertens ad agire alle spalle di Romelu Lukaku.
Fabio
Un tecnico più visionario di Wilmots avrebbe potuto provare a impostare un 3-4-3 a tre rombi di scuola olandese, valorizzando il dinamismo di Nainggolan e Dembelè, le capacità in impostazione di Alderweireld e Verthongen, sopperendo alle assenza di terzini di ruolo. Ma è in effetti una soluzione rischiosa da sviluppare nel poco tempo dedicato alle nazionali. Per cui non credo che il Belgio si discosterà dal suo 4-2-3-1 in cui il triangolo di centrocampo è piuttosto fluido. Piuttosto non sono escluse sorprese nella scelta degli uomini. L’abbondanza nei ruoli offensivi può consentire a Wilmots di cavalcare, come già fatto ai Mondiali in Brasile, con Origi al posto di Lukaku, il giocatore più in forma. E ci sarà da tenere d’occhio anche Ferreira Carrasco.
Occhio a Ferreira Carrasco.>
Daniele M.
Affascinante la soluzione di Fabio e chi lo sa, magari Wilmots proverà davvero una difesa a 3 contro l’Italia come qualcuno sta dicendo, anche se il problema è chi si farebbe la fascia intera, in quel caso. Il gioco del Belgio è prevedibile fino alla trequarti, ma da lì in poi ci pensano i singoli e credo che Wilmots abbia scelto più giocatori possibile che possano fargli svoltare una partita. Non vorrei sbagliarmi, ma penso che anche Nainggolan sia stato convocato per i gol segnati più che per gli altri aspetti, molto più importanti, del suo gioco. Il 4231 è il modulo-frankenstein perfetto, quello in cui i pezzi stanno insieme da soli, anche se non è detto che stiano bene insieme.
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Questo sarà, probabilmente, l’ultimo grande torneo di Ibrahimovic. E ci arriva dopo quella che forse è stata la sua miglior stagione negli ultimi anni. Che tipo di influenza potrà avere in un torneo così breve?
Fabio
Ibrahimovic ha il potere di tradurre in reale efficacia offensiva, tutto il lavoro della sua squadra, che obiettivamente senza di lui farebbe un’enorme fatica a trovare la via della rete. È fondamentale nella Svezia, ma non è sufficiente a innalzare la propria squadra al livello delle migliori nazionali del torneo.
DanieleV.
La mia idea è che Ibra è la singola variabile che per la Svezia può significare passaggio o meno del girone riuscendo a vincere almeno contro l’Irlanda, quindi se pure la sua influenza può essere poca in termini di vittoria finale, per la Svezia è tutto. Dall’eventuale passaggio del turno in poi dipenderà molto dagli accoppiamenti, anche l’influenza di Ibra nella partita.
Daniele M.
Va detto anche che Ibra si abbassa talmente tanto che fa da regista avanzato. Quando è inspirato manda in porta anche i terzini in sovrapposizione. Credo che molto dipenda dalla sua intesa con Kallstrom, il regista basso, e dal movimento in profondità degli altri compagni. In questo senso non so se il fatto che sia un torneo corto cambia qualcosa, nel senso che il suo vero potere in questa Svezia potrebbe manifestarsi nel gioco in generale.
Francesco
Sarei deluso se al termine della manifestazione Ibra non ci avesse regalato almeno una singola e isolata giocata memorabile. La pericolosità della Svezia dipenderà poi soprattutto dai movimenti dei compagni che gli ruotano intorno, ma questo tipo di gioco è reso possibile anche dal carisma di Ibra e dalla credibilità che si è costruito trascinando da solo la Svezia, come nei playoff qualificazione. Non c’è uno scenario in cui Ibra gioca male e la Svezia passa il girone.

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La Svezia lo scorso anno ha vinto l’Europeo Under 21, oggi in rosa ci sono talenti più o meno giovani come Forsberg, Lewicki e John Guidetti. A che punto è il ricambio generazionale svedese?
Fabio
6 degli 11 titolari della vincente finale degli Europei Under 21 dello scorso anno sono nella lista dei 23 di Hamren. È un buon numero e il segno di un ringiovanimento della rosa della Nazionale svedese. In prospettiva il più forte di tutti è il difensore centrale Victor Lindelof, ventuno anni, esploso nella seconda parte al Benfica, autore di due buone prove nei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Le prestazioni con il suo club dovrebbero avere garantito a Lindelof un posto nell’undici titolare e l’interesse di Mourinho per il suo Manchester United. Anche Lewicki è un buon centrocampista d’ordine, dotato di un buon piede nella distribuzione del gioco e intelligente nella copertura degli spazi.
Daniele V.
Il ricambio c’è stato ed è stato fatto in modo intelligente, mantenendo comunque buona parte della generazione di Ibra anche se sul viale del tramonto. Perché quella post U21 non ha ancora raggiunto la piena maturazione e quella a metà tra i due blocchi principali (tolto Forsberg) non ha giocatori in grado di spostare la bilancia. Detto questo purtroppo nessuno dei nuovi è un progetto di fenomeno, paradossalmente la squadra campione d’Europa u21 ha solo portato altri giocatori di contorno per Ibra e nessuno che possa realmente aiutarlo .
Francesco
Avrò gli occhi puntati su Lewicki. Al fianco di Kim Kallstrom sarà sollevato da molte responsabilità in fase di impostazione e potrà applicarsi completamente alla fase difensiva, che interpreta con ammirevole disciplina e senso tattico, con la possibilità di dettare il primo passaggio dopo il pallone recuperato, un ruolo un po’ à la Montolivo. È certamente destinato a lasciare il Malmö, e mi auguro che vederlo inserito in un contesto tecnicamente e tatticamente più competitivo possa aiutare a capire a quale dimensione può ambire per il momento.
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L’Irlanda, allenata dalla coppia Martin O’Neill-Roy Keane, ha eliminato la Bosnia nello spareggio qualificatorio e non regalerà niente a nessuno. Quante possibilità ha di arrivare seconda o terza?
Francesco
Il clima non è dei più sereni. Il primo motivo d’angoscia è dettato dal calendario che pone subito l’Irlanda di fronte alla Svezia: una partita che ha tutta l’aria di essere decisiva, in cui un pareggio potrebbe addirittura determinare l’eliminazione di entrambe le squadre. Il secondo è dettato dalla condizione fisica dei migliori giocatori, apparsa deficitaria nelle ultime amichevoli: Seamus Coleman è stato costretto a forzare i tempi di recupero dopo un infortunio al bicipite femorale e sei settimane di stop, mentre James McCarthy non ha ancora ben identificato i problemi muscolari tra inguine e coscia che lo affliggono, ma di recente ha tranquillizzato i tifosi irlandesi sul suo stato di forma.
Il terzo è dettato dalle frizioni nello spogliatoio: dopo la sconfitta contro la Bielorussia, Roy Keane ha praticamente insultato tutti i calciatori (so-Roy-Keane), poi ha detto che stava scherzando, poi O’Neill gli ha sostanzialmente rinfacciato l’incidente di Saipan 2002, seppur con sagace raffinatezza, e alla fine Coleman ha preso le difese di Keane, di fatto ammettendo che gli insulti ai compagni di squadra erano meritati. Non deve stupire che solo pochi giorni fa regnassero entusiasmo e complimenti reciproci - la convivenza di due personalità non propriamente equilibrate come quelle di O’Neill e Keane rappresentava dal principio un rischio che in Irlanda hanno deciso di accettare.
Fabio
All’Irlanda mancherà molto l’Aviva Stadium di Dublino, dove nelle qualificazioni non ha mai perso, ha vinto con la Germania, ha collezionato 11 dei 15 punti disponibili e ha poi battuto la Bosnia-Erzegovina nei vincenti play-off che la hanno portata in Francia. Per una squadra britannica che basa il suo gioco sulla corsa, l’intensità e l’aggressività, l’assenza delle mura amiche è un handicap notevole e manca il palcoscenico adatto ad amplificare le proprie virtù e spaventare gli avversari. Dipenderà molto dalla prima partita: un pareggio, o ancora meglio, una vittoria contro la Svezia moltiplicherebbe la convinzione negli irlandesi e creerebbe il contesto tattico ideale per affrontare Italia e Belgio pensando solo a difendersi senza alcun obbligo di classifica di gettarsi in attacco.
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Pensate che il gioco di Conte si esprimerà meglio contro squadre offensive come il Belgio o contro sistemi reattivi, che probabilmente lasceranno all’Italia l’iniziativa, come Svezia e Irlanda?
Fabio
Il rischio che corre il 3-5-2 dell’Italia è quello di appiattirsi troppo verso un 5-3-2 con la conseguente difficoltà a risalire il campo e ad alzare il baricentro della squadra. Questo rischio appare ridotto contro Svezia e Irlanda, più concreto contro il Belgio.
Daniele M.
Esatto, la paura è che contro squadre che controllino la palla gli esterni finiscano molto bassi, e senza ampiezza il gioco di Conte dipende dalle combinazioni tra le due punte. Conte ha dichiarato che non allena le ripartenze, il che significa che preferisce squadre che ci lasciano l’iniziativa. Ma l’Italia non eccelle neanche nel recupero alto del pallone. Sarà una delle poche squadre a provarci, comunque, e anche se contro il Belgio ci aspettano molti minuti senza palla nella nostra metà campo, e risalirlo in maniera rapida sarà difficile, credo che si potrà trovare una soluzione nei cambi di gioco. Se funzionasse potrebbe diventare il nostro piano contro le grandi squadre.

Alfredo
Tutto giusto. Il rischio dell’Italia di appiattirsi in un modulo eccessivamente difensivo e di perdere il controllo del centrocampo dipende in gran parte dall’avversario. Le ali belghe costringeranno i nostri esterni verso il basso, se Vertonghen e Alderweireld avranno il coraggio di spingersi oltre la metà campo, i nostri 3 centrocampisti centrali verranno messi in inferiorità numerica. Per cui, meglio Irlanda e Svezia...
Daniele V.
Aggiungo che dopo aver visto l’esecuzione offensiva del 3-5-2 l’Italia avrà bisogno di molte occasioni da gol prima di riuscirne a segnare uno. La Svezia e l’Irlanda giocando in modo reattivo sono avversari che daranno all’Italia la possibilità di scegliere come arrivare in porta e questo è un vantaggio avendo un attacco così poco efficiente.
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Chi dobbiamo tenere d’occhio nell’Irlanda?
Francesco
Il piede sinistro di Robbie Brady, che sarà molto probabilmente impiegato come terzino, ha già condannato la Bosnia e nelle ultime amichevoli si è confermata una delle principali armi offensive dell’Irlanda. Sfruttando l’abilità nel gioco aereo di Shane Long e dei difensori centrali, può creare pericoli da qualunque zona del campo o più facilmente da calcio piazzato. Per il resto è raro che l’Irlanda costruisca pericoli a partire da azioni manovrate, salvo estemporanee invenzioni del folletto Wes Hoolahan, che pur con qualche riserva da parte di O’Neill sarà messo al centro della trequarti come stampa e tifosi invocano.
I giocatori più forti e rappresentativi rimangono Coleman, McCarthy e Long, ma dei primi due preoccupano le condizioni atletiche, del terzo la capacità di incidere. L’attaccante del Southampton sa di essere condannato a toccare pochissimo la palla e di trovarsi di fronte a un bivio: potrebbe entrare in quella dimensione mistica che a volte rapisce i centravanti in vista delle grandi manifestazioni, oppure non vedere mai la porta.
Fabio
I migliori giocatori sono probabilmente i due terzini: Seamus Coleman ventisettenne dell’Everton e Robbie Brady ventiquatrenne del Norwich City. Coleman è un giocatore che mette assieme forza e doti aerobiche che gli consentono di percorrere la fascia di continuo e a tutta velocità. Brady invece è dotato di un piede sinistro educatissimo (nel club gioca infatti come ala) con cui può mettere palloni di qualità in mezzo all’area avversaria, fondamentali in una squadra che basa molte delle sue chance offensive nel gioco aereo.
Daniele M.
A proposito di gioco aereo: quando gioca con l’Irlanda a me piace molto O’Shea. La tecnica da centrocampista in un difensore centrale è un lusso che poche squadre a livello dell’Irlanda possono permettersi.
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Dei tanti talenti a disposizione del Belgio quale potrebbe essere il più decisivo?
Alfredo
L’infortunio di Kompany ha portato la fascia di capitano sul braccio di Eden Hazard. Wilmots pretende da lui più presenza nella partita, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista mentale. La nazionale lo sta aiutando ad uscire dalle secche della sua peggior stagione in carriera, quella fascia sul braccio è lì a ricordargli che sta arrivando l’ora di restituire qualcosa alla sua squadra.
Se invece dovessi scegliere una sorpresa dell’Europeo punterei su Michy Batshuayi. L’attaccante ventiduenne è stato convocato a sorpresa nella lista dei 23 e sulla carta ha davanti Lukaku, Benteke e Origi nelle gerarchie del suo commissario tecnico. Però sul finale di stagione è sembrato in ottima forma, ha segnato 4 volte nelle ultime 4 uscite con l’Olympique di Marsiglia; e se Lukaku dovesse fallire l’impatto con un grande torneo, come gli è già accaduto due anni fa in Brasile, potrebbe essere lui il jolly che esce dalla panchina.
Fabio
L’attacco posizionale del Belgio si risolve spesso negli spunti individuali sull’esterno del campo. In quest’ottica, tra un De Bruyne schierato in fascia, un Hazard reduce da un’annata disastrosa e un Mertens sempre troppo individualista, potrebbe venire fuori Ferreira Carrasco, già decisivo nella finale di Champions League.
Daniele V.
Continuo la mia crociata pro De Bruyne nata dopo la sfida contro il PSG nella Champions League di quest’anno che mi ha convinto definitivamente del posto di De Bruyne tra i migliori. Per me non esiste nel Belgio un giocatore in grado di raggiungere il tetto dell’ipotetica prestazione migliore di De Bruyne e soprattutto in grado di essere più decisivo di lui quando conta.
Daniele M.
Oltre ai nomi già fatti sottolineo l’importanza tattica di Fellaini nel gioco di Wilmots. Anche se non sono d’accordo sull’utilizzo che ne viene fatto (secondo me il meglio di se lo ha dato nell’ultima stagione all’Everton giocando vicino alla fascia sinistra e combinando con il terzino e l’esterno) i suoi colpi di testa rischiano di essere una soluzione cercata spesso dal Belgio, così come la palla sul suo petto per risalire il campo. Ma Fellaini potrà essere decisivo anche in negativo, se mai si trovasse a dover coprire molto campo in fase difensiva il Belgio scoprire di avere un bel buco a centrocampo. In questo senso, il giocatore più decisivo per ll’equilibrio di squadra è Witsel, che praticamente è l’intero centrocampo del Belgio.
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Pensate che nonostante tutto anche l’Italia abbia qualcuno in grado di fare la differenza? Chi?
Fabio
Più che a un singolo giocatore, penso al quartetto Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini. È chiaro che il rendimento difensivo di una squadra nel suo complesso dipende da tutti e gli 11 giocatori e quello specifico del reparto dipenda anche dal grado di protezione che il resto della squadra (e in questo la Juventus è maestra) è in grado di fornire alla linea arretrata. Con tutti i distinguo del caso, rimane comunque un reparto che per qualità individuale e conoscenza reciproca non ha eguali in Europa. Se il resto della squadra supporterà a dovere questo che è il vero punto di forza della squadra, l’Italia potrà andare avanti nel torneo. Ciò non significa che gli azzurri dovranno giocare un calcio reattivo e difensivo, ma che dovranno mettere in campo tutti i meccanismi necessari per difendere, in ogni fase di gioco, con la corretta attenzione, curando bene, ad esempio, i posizionamenti preventivi in fase di attacco.
Francesco
Barzagli è ancora il difensore più forte al mondo nell’uno contro uno, e questo mi pare decisamente un fattore in grado di decidere una partita. Quanto alla trequarti offensiva, Candreva è la figura più vicina ad un game-changer a disposizione del roster, e non è un caso se i due gol contro la Finlandia nascono da un rigore che si è procurato in isolamento (e ha trasformato) e da un suo cross calciato perfettamente a centro area. Quest’anno mi è parso sempre molto pigro con la maglia della Lazio, non tanto nella disponibilità al sacrificio quanto nella lucidità delle scelte, ma va detto che la rigida organizzazione di Conte dovrebbe garantire sempre almeno una scelta semplice e immediata. Potremmo vedere un Candreva completamente diverso, posto che in un eventuale 3-5-2 trovi spazio - e spero di sì.
Daniele M.
Anche senza fenomeni a cui affidare le nostre speranze credo ci sia più di un giocatore in grado di risolvere le partite con un colpo isolato. Candreva, El Sharaawy, ma persino Giaccherini o Pellé (persino con i tiri da fuori), Insigne o Zaza (specie se entra in corsa sfruttando il vantaggio atletico). Sono tutti giocatori che se fossi nei nostri avversari non sottovaluterei.
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Detto che non è una squadra fenomenale, quale pensate possa essere il punto debole dell’Italia di Conte dal punto di vista tattico?
Daniele M.
Una cosa che non abbiamo ancora visto è come sarà l’Italia quando verrà pressata. Il gioco di Conte si basa sull’impostazione del rombo difensivo, se un’avevrsaria ci toglierà anche quello resta davvero poco a cui aggrapparsi.
Fabio
L’Italia rischierà da un punto di vista tattico se non avrà sempre un atteggiamento attivo in campo, in ogni fase di gioco. In quella offensiva, la chiara assenza di palleggiatori a centrocampo, rende indispensabile la continua ricerca di soluzioni per incidere sullo schieramento difensivo avversario, sollecitandolo continuamente, senza fare ristagnare la manovra.
In fase difensiva l’Italia dovrà sforzarsi, anche in situazioni di difesa posizionale, di essere aggressiva e di preparare i presupposti della fase successiva alla riconquista del pallone senza farsi schiacciare troppo all’indietro in una linea a 5 difensori.
Francesco
Considerando che il modulo-base pare destinato a rimanere il 3-5-2 e che il blocco difensivo è rimasto immutato, l’Italia avrà probabilmente gli stessi equilibri tattici che aveva la Juve di Conte. Grande controllo della partita con il pallone tra i piedi, ma anche difficoltà a coprire il campo in ampiezza e a sostenere i duelli sulle fasce quando l’inerzia imporrà di abbassarsi a protezione dell’area. Tutto dipenderà dalla qualità e dalla rapidità del recupero palla, perché contro Scozia e Finlandia abbiamo passeggiato sul velluto, ma non siamo tecnicamente adeguati né tatticamente coordinati per restare troppo tempo in balia degli avversari.
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Invece, sempre dal punto di vista tattico, quale pensate si potrebbe rivelare un punto di forza di questa Nazionale?
Fabio
Sempre con riferimento al punto precedente, un atteggiamento tattico costantemente propositivo, difficile da trovare nel calcio delle nazionali, che frequentemente nel corso delle partite si prendono delle pause, potrebbe essere la carta vincente degli azzurri. Inoltre, escluso il Galles, nessun’altra compagine schiera una difesa a 3 e poche sono quelle che impiegano due punte pure. Queste peculiarità potrebbero tradursi in un piccolo vantaggio competitivo per gli azzurri, contro squadre non abituate a fronteggiare questo tipo di schieramento.
Daniele M.
Secondo me i meccanismi offensivi che ha sviluppato l’Italia, a livello di nazionali possono fare la differenza.
Daniele
L’Italia ha la fortuna di avere un gruppo in grado di assorbire senza problemi un cambio di sistema anche a partita in corso potendo passare dalla difesa a 3 a quella a 4 o anche solo attaccando con due punte, due punte e due esterni, o col tridente, e questo è indubbiamente un vantaggio soprattutto contro le nazionali meno preparate. Oltre a poter permettere di correggere in corsa un piano gara sbagliato o interpretato male o anche solo un cambio di contesto. Veramente poche squadre hanno la duttilità tattica dell’Italia o i mezzi per reagire.
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Qual è la vostra peggiore/migliore previsione per il cammino dell’Italia?
Francesco
Non mi ritengo psicologicamente pronto per rispondere a questa domanda, iniziano a tremarmi le mani sulla tastiera, ma ne approfitto per chiedervi: la diffusa convinzione «se non usciamo subito, arriviamo in fondo» che fondamento ha? È figlia delle recenti umiliazioni mondiali (come dire, se solo avessimo battuto Nuova Zelanda, Slovacchia e Costa Rica, certamente avremmo saputo far fronte a tutte le altre corazzate...)? Oppure vi sembra che abbia un senso sulla base del potenziale di questa selezione?
Alfredo
Se parli di una sorta di senso di inferiorità, questo può essere figlio del nostro modo di essere. Le mie vigilie dei Grandi Tornei si somigliano tutte, man mano che ci si avvicina all’esordio le scelte del CT vengono viste sotto una luce diversa, le altre non sembrano così tanto forti. Poi il mio vicino mette la bandiera sul balcone, sempre la stessa ogni due estati, e ricasco nell’illusione che, sì, possiamo giocarcela anche noi. Io penso che i quarti siano un obiettivo realistico per questa squadra, soprattutto se riusciamo a non perdere dal Belgio all’esordio.
Fabio
Penso che nella peggiore delle ipotesi l’Italia arriverà almeno agli ottavi di finale. Nell’arco delle tre partite e considerando la possibilità di essere ripescata come terza, mi pare complesso che l’Italia non riesca a passare il turno. In generale poi sono moderatamente ottimista per il cammino dell’Italia, ponderandolo anche con le basse aspettative riposte sulla nazionale di Antonio Conte. A differenza delle ultime due edizioni dei Mondiali, in cui gli azzurri hanno miseramente fallito, il progetto tattico della squadra è chiaro e definito e questo è sempre garanzia di buon successo.
Daniele V.
Beh sì è davvero difficile pensare di non raggiungere gli ottavi. Da quel momento in poi come sempre è difficile fare una previsione senza sapere gli accoppiamenti. Qui mi ricollego al discorso di Francesco e penso che dire una cosa come “arriviamo fino in fondo” sia impossibile senza sapere le squadre da affrontare. Penso però sia un discorso nato dall’esperienza dello scorso Europeo, in cui oggettivamente l’approdo in finale passeggiando sulla Germania è stato un risultato che ha qualcosa della narrativa dell’Italia che “si esalta nelle difficoltà” e “quando conta vince sempre contro i tedeschi”. Narrativa che se sposata giustifica una possibile ripetizione anche in questo Europeo dove le difficoltà sono sulla carta anche maggiori. E dove arrivando primi nel girone in teoria potrebbe capitare la Germania ai quarti…
DanieleM.
Potrebbe mettersi male per via del calendario che ci farà affrontare le avversarie in ordine decrescente di valore. La mia previsione peggiore è quella in cui arriviamo a 0 punti contro l’Irlanda, magari neanche meritandolo. La migliore ci vede di nuovo in finale. Ce la giochiamo più o meno con tutte, anche se difficilmente saremo la squadra migliore.
Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Coca-Cola, all'interno della campagna #tifiamoinsieme, una campagna basata sull’idea di come il tifo per la Nazionale sia per tutti energia positiva e voglia di stare insieme, un sentimento forte che supera tutte le divisioni e unisce le persone. La redazione de l’Ultimo Uomo seguirà alcune partite dell’Europeo da casa Coca-Cola e vi racconterà le emozioni delle partite con un live twitting.