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Guida ufficiosa agli ottavi di Champions League
14 feb 2017
14 feb 2017
18 domande sulla fase finale del torneo più importante d'Europa.
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Ok, cominciamo dalla fine: qual è la vostra favorita per la vittoria finale?

Fabio Barcellona

Potrebbe essere l’anno in cui si esce dal recinto Real Madrid-Barcellona-Bayern Monaco. Per motivi diversi le tre big non sono imbattibili, anzi mostrano segni di debolezza. Chissà che non la spunti una tra Juventus e Manchester City. La campagna acquisti estiva dei bianconeri è stata una neppure troppo implicita dichiarazione di intenti. La Juve punta la Champions e il passaggio al 4-2-3-1 sembra avere certificato la volontà di utilizzare pienamente tutte le armi a propria disposizione per centrare l’obiettivo. In aggiunta la storia della Juve di Allegri in Champions mostra che il tecnico livornese è particolarmente abile a preparare la singola partita, specie nei turni a eliminazione diretta. Insomma, quest’anno ha delle chance concrete.

Il City è di certo meno solido e sicuro della Juventus (e delle tre big) e la sua fase difensiva continua a traballare. Però, specie con la Premier League ormai lontana, non è impossibile ipotizzare in Champions picchi di prestazione elevatissimi per Pep Guardiola. Non dovrà però sbagliare nulla in tutte le partite, ad iniziare da quelle per nulla semplici contro il Monaco di Jardim.

Dario Saltari

Sono d’accordo con Fabio quando dice che nessuna delle big dà l’impressione di essere imbattibile: soprattutto l’asse Barcellona-Madrid sembra più debole che mai. Per questo motivo, in questo momento vedo un po’ più avanti il Bayern Monaco che, pur avendo diversi problemi, ha pur sempre la mistica di Ancelotti per la Champions League dalla sua. Partendo da queste premesse, quindi, non escludo nemmeno che possa emergere una sorpresa, come la Juventus o il PSG.

Immagini forti per i tifosi bianconeri.

Daniele V Morrone

Come ogni anno penso che vincerà la squadra con la migliore combinazione di talento di base, esperienza, fortuna. Fattori a cui bisogna aggiungere la gestione il proprio picco atletico in primavera. Poste queste quattro variabili, la mia favorita è il Barcellona, che ha dalla sua il miglior giocatore e il miglior attacco del mondo. Oltre a un livello di esperienza europea che manca a tante altre.

Emiliano Battazzi

Secondo me potrebbe essere l’anno del Bayern Monaco, che dopo tre semifinali consecutive potrebbe passare all’incasso. Ma dipenderà molto dai sorteggi e dalla fortuna: l’anno scorso un Manchester City orrendo è arrivato alle porte della finale, e il Real Madrid vincente ha incontrato le proprie avversarie sempre nel loro momento peggiore di forma.

Daniele Manusia

È vero che tendiamo a sottovalutare troppo sorteggi e momenti alternanti di forma. Il trionfo del Portogallo allo scorso Europeo racconta anche del peso di queste due variabili, persino in un torneo che dura solo un mese, e la doppia sfida in casa e trasferta lo alleggerisce appena. E dato che vedo che nessuno parla del Napoli lo faccio io, perché penso che in questo momento giochi un calcio al livello delle migliori europee. Il Real Madrid è un ostacolo gigantesco ma se il Napoli riuscisse a superarlo entrerebbe per forza di cose nei nostri discorsi per la vittoria finale. Anche perché è vero che lo stato di forma atletica conta molto, e la fortuna anche, ma è utile anche giocare meglio delle avversarie. E al momento mi vengono in mente poche squadre che giocano meglio del Napoli.

Emanuele Atturo

Se dovessi scegliere nel solito lotto direi Barcellona, perché in un contesto di difficoltà generali i blaugrana sono quelli con le migliori individualità per superarle nelle sfide a eliminazione diretta. Se nei campionati lunghi è spesso la solidità difensiva a premiare di più, nei doppi confronti - dove pesa molto la regola dei gol in trasferta - un attacco iper-produttivo fa il più delle volte la differenza. (Però anche una fase difensiva particolarmente gracile funziona al contrario come fattore troppo penalizzante).

Per lo stesso motivo il Borussia Dortmund mi intriga come possibile sorpresa (può segnare due gol a qualsiasi squadra), ma anch’io vedo bene soprattutto la Juventus. La squadra di Allegri ha ormai raggiunto un livello trascendentale di gestione delle situazioni delle partite e quest’anno sta vincendo il campionato tenendo le marce basse. Non dobbiamo dimenticarci che lo scorso anno è stata eliminata per un niente da una squadra - il Bayern di Guardiola - che quest’anno forse sarebbe legittimo indicare come favorita assoluta.

Quale squadra seguirete con più interesse?

Dario

Sono molto curioso di vedere come si comporterà il Monaco in una competizione più competitiva della Ligue 1 e dei gironi di Champions, perché per le sue caratteristiche nei 180 minuti può essere letale contro chiunque senza essere ovviamente favorita. Anche dal punto dei singoli, mi piacerebbe vedere il salto qualità definitivo di Bernardo Silva, che sembra essere un giocatore davvero speciale e deve servirsi di questi palcoscenici per dimostrarlo.

Emiliano

Il Siviglia di Sampaoli, per capire fino a che punto il suo gioco è praticabile anche in Champions League: a me sembra esista già una leggera dicotomia tra il Siviglia nella Liga e quello Europeo. In Spagna Sampaoli sa di potersi prendere più rischi (e infatti ha incassato 28 gol in 22 partite), in Europa si è vista una squadra molto più prudente, con una gestione del possesso quasi in senso difensivo (come contro la Juventus), e infatti ha subito gol in una sola partita, quella di ritorno contro i bianconeri.

La mistica del Siviglia all’opera contro il Real Madrid.

Daniele M

Mettiamola così: le uniche squadre di cui sono sicuro di guardare tutte le partite da qui alla fine della competizione sono Siviglia, Napoli, Borussia Dortmund e Juventus. Sarebbe fantastico se due di squadre arrivassero in finale.

Flavio

Sicuramente Juventus e Napoli, perché sono curioso di vedere Sarri e la sua squadra confrontarsi ad altissimo livello e cosa potrà fare la Juventus con il suo nuovo sistema di gioco. Ma anche il Borussia Dortmund di Tuchel, che l’anno scorso, pur esclusa dalla competizione, giocava come al livello delle prime cinque squadre al mondo ed ora potrebbe veramente mettersi alla prova al livello a cui appartiene, sta incontrando difficoltà a livello tattico e paga l’inesperienza dei suoi talenti.

Fabio

Oltre alle partite delle due italiane cercherò di non perdermi City-Monaco e PSG-Barcellona che mi sembrano i due ottavi più equilibrati ed interessanti tatticamente. Poi mi affascinano i progetti tattici di Sampaoli e Tuchel.

Emanuele

Vale la pena citare anche il Benfica, una squadra molto offensiva, che gioca ad altissimo ritmo e che è piena di giocatori di assoluto culto: Mitroglu, Franco Cervi, Zivkovic, Lindelof, Grimaldo, Pizzi. Quella contro il BVB sarà una partita di air hockey.

Il PSG sembra meno dominante, in Francia, degli scorsi anni. Contro il Barcellona di Luis Enrique, da cui è stato eliminato due edizioni fa, quanto peserà l’esperienza europea di Unai Emery?

Fabio

Lo scontro con il Barcellona potrebbe far tornare Emery nella sua comfort zone. Lo spagnolo è un allenatore che si esalta nella preparazione tattica della singola partita e nell’adattamento all’avversario. Ciò spiega in parte la sua abilità negli scontri diretti e i continui successi in Europa del suo Siviglia. In Ligue 1, la superiorità tecnica degli avversari costringe il PSG a giocare quasi sempre lo stesso spartito tattico, ma il doppio confronto con il Barcellona può consentire ad Emery di sfoggiare le sue doti migliori e forse a rilanciare una stagione sino ad adesso deludente.

Era un altro PSG, ma soprattutto un altro Barcellona.

Dario

Se fossi in Luis Enrique non sottovaluterei affatto il PSG. È vero che la squadra parigina ha avuto fino ad ora tanti problemi, sia di risultati (persino in Ligue 1) sia di spogliatoio (Emery ha praticamente litigato con tutti i suoi giocatori principali). Ma è anche vero che l’allenatore spagnolo, così come aveva fatto a Siviglia, ha utilizzato la prima parte di stagione per rodare la squadra migliore e adesso, anche grazie all’inserimento di Draxler, sembra dare l’impressione di essere arrivato ad un buon risultato. Se a questo aggiungiamo la bravura di Emery negli scontri diretti, esce fuori un grosso segnale di pericolo per il Barcellona.

Francesco

Nonostante i raffinati palleggiatori, il PSG non è in grado di controllare la partita, e questo in Francia può diventare un problema. Le avversarie di profilo minore sono vincolate a un’unica strategia di sopravvivenza: non calare di intensità e confidare nell’incomunicabilità che tende a palesarsi tra i reparti della squadra di Emery. Nonostante questo, c’è la speranza di vedere un ottavo di finale equilibrato, perché il Barcellona vive degli stessi disequilibri, è un’altra squadra che preferisce ormai attaccare con meno tocchi e più spazi a disposizione. A quelle latitudini potrebbe non essere ben accolto, ma concedere un po’ di possesso palla sarà salutare per i parigini.

Possiamo dire che, questo, è il peggior Barcellona degli ultimi anni?

Daniele V

Rispetto alle potenzialità questa è una brutta versione del Barcellona. Non al livello dell’ultimo terribile anno di Rijkaard certo, ma direi dai difetti più evidenti di quello del Tata Martino.

Da quando ha definitivamente abbandonato il gioco di posizione per diventare la squadra che gioca per la MSN il Barcellona ha bisogno di tantissime variabili per giocare bene (la prima tra tutte ovviamente la forma di Messi) e non è più in grado di prescindere dall’avversario per via di difetti strutturali che Luis Enrique non si preoccupa più di mascherare dato che i tre davanti risolvono in teoria ogni partita: come la la fascia destra e l’uscita del pallone sotto pressione su tutti, il modo in cui la palla deve passare per Iniesta per iniziare a giocare, il modo in cui Busquets deve difendere troppo da solo.

Non sto certo facendo il funerale a Luis Enrique, ho già specificato prima che rimane la mia candidata alla vittoria finale. Però con il materiale a disposizione e tre anni di tempo per modellarlo mi sarei aspettato molto di più che una squadra totalmente dipendente dal suo giocatore più forte.

Daniele M.

Detto questo, per vincere 6-7 partite non solo può bastare affidarsi a Messi, Neymar e Suarez, ma forse potrebbe anche essere una strategia intelligente soprattutto se non si hanno le idee - e forse i giocatori - per risolvere la crisi sul piano del gioco. La differenza rispetto agli anni passati, ma l’attacco è forse il migliore della sua storia recente. E senza dubbio il migliore tra le sedici squadre arrivate fin qui.

Emanuele

Bisogna per forza anche citare il fatto che dentro uno dei Barcellona peggiori degli ultimi anni sta giocando uno dei migliori Messi degli ultimi anni. L’argentino sta camminando sulle acque: lancia i compagni con precisione golfistica; tira in porta con un pragmatismo e una violenza inconsuete persino per lui ed è ancora capace di passare attraverso muri di uomini ipnotizzati. In più, ogni volta che ha una punizione o segna o prende il palo. Varrà pur qualcosa.

Che partita immaginate tra Napoli e Madrid? La squadra di Sarri riuscirà a controllare il pallone anche contro una squadra di così alto livello tecnico?

Fabio

Non sarebbe una cosa di cui stupirsi eccessivamente. Nonostante la cifra tecnica della squadra, il Real è solo al quinto posto nella Liga per percentuale di possesso palla. Come ha descritto bene Daniele V. Morrone nel suo pezzo monografico, Zidane si sta rivelando sempre più un tecnico pragmatico e sembra proprio che l’esperienza italiana abbia un grosso peso nel suo modo di essere allenatore. Ultimamente ha anche usato la difesa a 3 e, in genere, non ha alcun problema ad utilizzare qualsiasi strumento tattico per giungere alla vittoria. Il possesso palla è solo uno di questi ma non sempre è quello ritenuto necessario al bene della squadra.

Alfredo

Come sottolineato da Fabio (e da Daniele V. nel pezzo linkato), Zidane ha utilizzato la difesa a tre in campionato contro il Siviglia, quando ha avuto la necessità di sistemarsi a specchio contro il 3-4-3 di Jorge Sampaoli, e poi nell’ultima partita di campionato vinta contro l’Osasuna. Potrebbe decidere di schierare così la propria squadra anche contro il Napoli, e in un certo senso Zidane finirebbe per riconoscere il rango raggiunto dalla squadra di Sarri. Lo farebbe nel tentativo di andare a prendere gli avversari negli spazi intermedi con le uscite alte e aggressive dei difensori, provando a precludere ai giocatori del Napoli quel magnifico gioco intessuto ai limiti dell’area di rigore.

Il Napoli ha da temere sé stesso, oltre al Real, e le incognite di un doppio confronto ad eliminazione diretta complicato da gestire. Di quell’ultima volta - contro il Chelsea nel 2012 - sono ancora in rosa solo Hamsik e Maggio. Per loro una responsabilità maggiore nel sostenere il peso di una sfida irripetibile.

Flavio

Io sono abbastanza convinto che sarà il Napoli a controllare la partita, anche per l’attitudine strategica e tattica di Zidane già sottolineata. Oggi come oggi, forse nessuno è sullo stesso piano del Napoli dal punto di vista della consapevolezza del possesso palla, ma credo che la chiave del doppio confronto sarà il rendimento in fase difensiva. La difesa del Napoli è superiore a livello collettivo e in generale maggiormente coordinata, ma la vittoriosa Champions dello scorso anno ha dimostrato quanto la qualità individuale dei difensori del Real Madrid possa fare la differenza.

Daniele M.

Aggiungo solo che il Napoli è sfortunato, secondo me, a giocare la prima partita fuori casa, dove il Real Madrid potrebbe fare una partita più aggressiva del previsto e arriva a giocare al San Paolo con un risultato di vantaggio che, poi, gli permetta di coprirsi e controllare. Il punto fondamentale secondo me è che il Napoli può segnare contro chiunque e in qualsiasi stadio, sarà fondamentale uscire dalla gara di andata almeno con un gol segnato, e poi puntare sull’effetto fine del mondo del San Paolo in serate europee. Io la vedo come una sfida tra il cinismo del Real Madrid - che deriva dalla consapevolezza del grande talento a disposizione, perché Cristiano Ronaldo anche può chiudere la partita alla prima mezza occasione lasciata dalla difesa del Napoli - e la pulizia e brillantezza del gioco del Napoli: Sarri non deve cambiare niente a mio avviso, il Napoli ha tutte le qualità per resistere al tentativo di controllo del Real Madrid e imporre il proprio gioco, in casa e fuori.

Quali giocatori del Real Madrid temete di più?

Alfredo

Luka Modric sarà imprescindibile per il Real. Difficile che non lo sia in ogni condizione, ma sarà fondamentale per saltare il primo pressing del Napoli. Modric ha tanta qualità tecnica e visione di gioco, tutta quella che serve per crearsi il tempo e lo spazio affinché possa trovare un uomo sul lato debole con un cambio di gioco o un lancio sopra la difesa alta del Napoli.

Emiliano

In generale, tutti quelli che garantiscono equilibri a un sistema che sembra molto precario: da Modric a Kroos, ma anche Carvajal, persino Lucas Vazquez. A volte sembra davvero che la squadra si regga più sulle intelligenze di certi singoli giocatori che su un’organizzazione collettiva, che ovviamente c’è ma non è così solida come i risultati.

Modric, in altre parole: per fortuna è tornata la Champions League.

Daniele V.

Non riesce a scattare per più di trenta metri, non dribbla più nessuno e spesso sbaglia anche il primo controllo. Se la palla però gli finisce sul destro in area di rigore Cristiano Ronaldo la mette ancora dentro. Nel segnare è ancora decisivo.

Daniele M.

Io temo l’ingresso di Morata se per caso Benzema non dovesse rendere come Zidane si aspetta, o se il Napoli si trovasse sotto nel punteggio e si sbilanciasse. I suoi strappi potrebbero essere devastanti per la difesa alta del Napoli e il suo curriculum in Champions League è semplicemente ridicolo (10 gol e 7 assist in 31 partite e poco più di 1.500 minuti).

Stiamo sottovalutando il Benfica, che affronterà il Borussia Dortmund? Dove pensate possa arrivare?

Fabio

Il Benfica ha vinto 28 delle ultime 33 partite nel campionato portoghese e, anche considerando il livello non eccelso del torneo, è un’impresa notevole. Tuttavia il riferimento per valutarne le potenzialità è il girone eliminatorio e, francamente, contro il Napoli non ha impressionato e solo la mediocrità di Besiktas e Dynamo Kiev ha consentito ai lusitani di passare il turno. Oltretutto hanno venduto già a gennaio Gonzalo Guedes al PSG, indebolendo la squadra e oggettivamente il valore complessivo dei giocatori è inferiore a quello del Borussia Dortmund.

Dario

Il Benfica è una squadra che mi piace: gioca un calcio ibrido ma non speculativo, molto veloce e divertente. Ha però un grosso problema, almeno quando si cala in una realtà così competitiva come la Champions League: non ha una consistenza tecnica che gli permette di svoltare a proprio favore i momenti decisivi di una partita. Lo si è visto già ai gironi, nella partita d’andata col Napoli al San Paolo, quando, pur mettendo in forte imbarazzo la squadra di Sarri, si è ritrovata al 60esimo sotto 4-0. Ovviamente è un problema che diventa ancora più grave sui 180 minuti, con il peso dei colpi dei singoli che aumenta a dismisura. Forse con il Borussia potrà spuntarla, ma dai quarti in poi la vedo difficile.

Daniele

Il Benfica è una squadra interessante ma con grosse lacune tecniche dal centrocampo in giù. Sinceramente sono curioso di vedere come proverà a sfuggire alla pressione del Borussia dato che è abituata a gestire i palloni in zone di campo molto profonde con i due difensori centrali, e a far salire i terzini fino nella trequarti. Magari Rui Vitoria cambierà strategia e punterà su un approccio maggiormente speculativo, e i giocatori diretti li avrebbe anche per puntare su transizioni e ripartenze. Vedremo, ma credo che il Borussia sia nettamente superiore sul piano tattico, atletico e della tecnica individuale. Quindi, per rispondere alla domanda: no, non credo che lo stiamo sottovalutando. Ma restiamo pronti a stupirci perché alcune frecce al suo arco (Pizzi, Jonas, Zivkovic, Carrillo) le ha.

Anche il Borussia non sta giocando una grande Bundesliga, ma le sfide a eliminazione diretta potrebbero esaltarli. Dov’è il limite della squadra di Tuchel?

Fabio

Per il BVB vale forse il discorso opposto rispetto a quello fatto per i suoi avversari del Benfica: male in campionato, dove sabato scorso sono riusciti a perdere addirittura dal Darmstadt, ma molto bene in Champions. Tuchel è molto bravo, ma la squadra ha il grosso difetto di prendere sempre gol. La porta del BVB è rimasta inviolata solo 4 volte in Bundesliga e in Champions, nonostante il primo posto, la squadra di Tuchel ha subito 9 gol in 6 partite. I motivi sono probabilmente i più vari.

Il primo e più importante è che il talento a disposizione del tecnico non è uniformemente distribuito e nel reparto arretrato ce ne è molto meno che davanti. A causa di infortuni e della voglia di Tuchel di sperimentare, il BVB cambia con continuità interpreti e anche moduli di gioco e ciò non aiuta la ricerca dell’equilibrio così importante in una squadra tanto giovane come il BVB. Però, e le partite contro il Real Madrid e le vittorie in campionato contro Bayern e RB Lipsia (2 delle 4 volte in cui il BVB non ha subito gol) lo dimostrano, i gialloneri sono squadra da big match, in cui è più semplice trovare concentrazione e in cui il talento offensivo può essere pienamente dispiegato. Per me sono nettamente favoriti rispetto al Benfica.

Daniele V.

Il limite del Borussia Dortmund è la sua stessa strategia. Prendere praticamente tutta la migliore gioventù europea e affidarla a un allenatore molto tattico. Per quanto Tuchel possa essere un grandissimo maestro di calcio, il core della squadra è fatto di ventenni che non potranno sul campo evitare errori e giornate ondivaghe. Non è un caso se la stella della squadra e l’unico giocatore nel picco della carriera ha fatto capire a chiare lettere che lascerà la barca a fine stagione. Il Borussia Dortmund può vincere e perdere contro chiunque, ma c’è un muro di esperienza ancora da dover superare. Indubbiamente parte da favorita contro il Benfica, ma già fermarsi ai quarti contro una squadra meno talentuosa ma più esperta non è da escludere per niente.

Emanuele

Assodate come vere tutte le cose che avete detto, nel caso dovesse battere il Benfica, dipenderà molto dal sorteggio. Il Borussia Dortmund partirebbe sfavorita quasi con tutti ai quarti di finale, ma la sua forza offensiva ne farebbe un avversario davvero scomodo per tutti.

Il BVB ha individualità che possono accendersi in qualsiasi momento.

Quale favola tiferete tra Siviglia e Leicester City? Quella hipster di Monchi e Sampaoli o l’epica del Leicester di Ranieri?

Emanuele

Questa credo sia la sfida dal pronostico più chiuso. Il Siviglia è una squadra costruita in modo sperimentale, ma pur sempre con giocatori d’alto livello. Il Leicester invece in questo momento, in Champions League, ha davvero l’aria dell’armata Brancaleone.

Volendo fare i puristi della Champions League, tifando cioè per l’incorruttibilità del livello competitivo, sarebbe bello continuare a vedere le peculiarità tecniche e tattiche del Siviglia andare avanti. Eppure questa campagna europea del Leicester è l’unico brandello che rimane dell’epopea dello scorso anno, col paradosso ulteriore che la squadra di Ranieri è ormai a ridosso della zona retrocessione. È impossibile resistere al fascino degli underdog, specie a un underdog così eccitante.

Alfredo

Del Leicester che abbiamo conosciuto l’anno scorso non c’è più nulla. Non è sopravvissuta né l’impermeabilità della coppia difensiva Morgan-Huth, che mostra ora tutti i suoi limiti, tecnici e anagrafici; non c’è più la chimica tra Vardy e Drinkwater i cui lanci sembrano sempre più casuali e disperati partita dopo partita. Soprattutto non c’è più Riyad Mahrez, praticamente un fantasma confinato ai margini del campo. Il Leicester potrebbe imporsi in una gara secca, spinto dall’orgoglio e dalla sorte. Ma in un doppio confronto, contro una delle squadre più intriganti d’Europa a livello tattico, non ha praticamente speranze.

Dario

Sarebbe bello (per noi neutrali che ne scriviamo da lontano) se il Leicester fosse la prima squadra retrocessa a vincere la Champions League. In questo modo, la retorica sulle favole si mangerebbe da sola e verrebbe risucchiata automaticamente in un buco nero.

Una delle rare volte in cui quest’anno abbiamo visto il vecchio Leicester.

Emiliano

La situazione del Leicester è talmente assurda da rovinare ormai tutto: forse è l’unica squadra che deve aver paura persino di passare il turno. Più prosegue la proiezione europea della “favola” della stagione passata, più si rischia che i giocatori non capiscano bene a cosa appartengono: cioè la lotta per la salvezza.

Daniele V.

Non ci troverei nulla di positivo nell’eventuale passaggio del turno da parte del Leicester, che verrebbe comunque triturata al successivo perdendo risorse mentali e fisiche importanti per evitare la retrocessione. Ben diverso il discorso del Siviglia che ha già dimostrato in questa stagione di potersela giocare alla pari contro chiunque. Molto interessante il fatto a cui aveva accennato nella prima domanda prima Emiliano Battazzi che Sampaoli e Lillo avevano pensato ad un percorso su di un binario parallelo tra Liga e Champions League dove in campionato giocava la versione proattiva e in Champions League quella reattiva. Il lungo stop dell’Europa ha fatto sì che a svilupparsi sia stata solo quella proattiva, che ha aggiunto matrici di pragmatismo che potrebbero fare più che bene in Champions League, quello reattivo quindi è stato messo da parte o è pronto a tornare per le sfide più ostiche?

Daniele M.

Siete senza cuore. E credo che la severità dei giudizi non tenga conto di una cosa: che lo scorso anno nessuno ha regalato niente al Leicester. Ok, adesso lottano per la salvezza, ma il Leicester è anche quello dello scorso anno. L’identità della squadra è cambiata, ma non credo che questa povera di oggi - estrema in negativo quanto lo era in positivo quella capace di segnare al Liverpool lo scorso anno con un lancio di 50 metri di Mahrez e un tiro al volo da 30 di Vardy - sia più “vera” di quella. Spero sinceramente che ritrovino qualcosa della loro identità, qualcosa che basti a salvarsi ma anche a togliersi altre soddisfazioni in Champions League. Fermo restando che il Siviglia è molto interessante e probabilmente superiore in quasi tutto.

La Juventus giocherà l’andata in Portogallo: vi aspettate un atteggiamento attendista da parte della squadra di Allegri?

Fabio

Allegri è tecnico pragmatico: i giocatori della Juventus sono complessivamente superiori, e non di poco, a quelli del Porto. Stabilito questo, Allegri non prenderà rischi eccessivi, consapevole che, in presenza di un vantaggio tecnico, non è strettamente necessario stabilire un vantaggio tattico per battere il Porto.

Flavio

Penso che la Juventus di Allegri abbia sviluppato l’importantissima qualità di saper controllare le partite e i ritmi sia con che senza la palla. Sono d’accordo con Fabio sul fatto che i bianconeri non si sbilanceranno più del necessario nella partita d’andata, ma allo stesso tempo ritengo che sia necessario (provare a) chiudere la pratica già in Portogallo, perché se è vero che il divario tecnico esiste, arrivare allo Stadium con la qualificazione ancora in equilibrio, renderebbe questo gap decisamente meno rilevante.

Francesco Lisanti

Dal punto di vista dell’atteggiamento, la Juventus si trova nella condizione ottimale. Il Porto è una squadra con buone individualità e una modesta organizzazione, può creare pericoli ma non è generalmente all’altezza: più o meno il rapporto di forza che separa la Juve dalle inseguitrici del nostro campionato. Per questo mi aspetto di vedere la Juve interpretare il consueto piano gara: azzannare la partita con intensità nei primi venti minuti, preoccupandosi soprattutto di annullare ogni velleità del Porto sulla partita (posto che Nuno ne abbia) per poi capovolgere il gioco qualora se ne presenti l’occasione. Le recenti partite contro Lazio e Inter andavano in questa direzione.

C’è qualcosa del Porto che potrebbe mettere in difficoltà la Juventus?

Fabio

Il Porto dovrebbe giocare con il 4-3-1-2 ed è squadra che tende a concedere poco: solo 11 i gol subiti in campionato. Il rischio è che i lusitani provino a controllare palla e ritmo della partita e che ci possano riuscire creando superiorità numerica in mezzo al campo col mediano Danilo Pereira e gli altri tre giocatori che Nuno Esprito Santo sceglierà di mandare in campo.

In qualche modo già Inter e Cagliari hanno lasciato intravedere qualche possibile punto di debolezza contro centrocampi avversari folti, e la posizione di Joao Mario e Barella non è stata sempre tracciata bene. Un possesso palla conservativo, che non lasci spazi a ripartenze, ma che abbia il fine principale di togliere ritmo alla fase di possesso della Juve, potrebbe condurre i bianconeri a una snervante gara bloccata in cui i portoghesi potrebbero sguazzare.

Francesco

Contro il 4-2-2-2 di Jorge Jesus, però, Nuno Espirito Santo si è schierato a specchio, con il 4-4-2, e non è nuovo a scelte conservative di questo tipo contro squadre più forti. Non ha rinunciato al nucleo centrale Danilo Pereira - Óliver Torres, ma ha schierato due ali pure come Brahimi e il “Tecatito” Corona al posto di due giocatori più “interni” come Herrera e André André. Il risultato non è stato molto soddisfacente, il Porto ha coperto meglio il campo in ampiezza ma ha anche perso i collegamenti naturali del rombo a centrocampo, per inserire quella combinazione di fumosità e funambolismo di marca algerino-messicana.

Alla fine ha vinto ugualmente, perché André Silva è veramente forte, ed è l’unico elemento che potrebbe davvero mettere in difficoltà la Juventus. Segna 0,6 gol ogni 90 minuti, chissà nei 180.

Emanuele

Non sono neanche sicuro che giocherà, ma anche solo per scaramanzia bisogna per forza citare il “Tecatito” Corona tra le cose che dovrebbero mettere un minimo di giusta ansia alla Juventus. I giocatori capaci di andare in porta in qualsiasi momento, dopo aver saltato avversari in serie, vanno comunque rispettati.

Ancora una volta l’Arsenal ha avuto un sorteggio sfortunato. Contro il Bayern Monaco ha qualche possibilità o peserà il diverso spessore europeo delle due squadre?

Emanuele

Visto che tutti abbiamo già dato per morto l’Arsenal al momento del sorteggio, tolgo subito di mezzo una serie di buone ragioni oggettive perché i “gunners” non ce la faranno neanche stavolta:

  • Tre anni fa l’Arsenal è stato eliminato agli ottavi di finale proprio dal Bayern Monaco. E anche quattro anni fa.

  • L’Arsenal non supera gli ottavi di finale dalla stagione 2009-10 (quella volta eliminò il Porto - tripletta di Bendtner - ma non senza perdere la sfida d’andata).

  • Nella loro ultima sfida, lo scorso anno, l’Arsenal è riuscito a perdere per CINQUE a uno contro il Bayern Monaco.

  • Quest’anno l’Arsenal non ha battuto neanche un avversario di livello.

  • Probabilmente giocherà Oxlade-Chamberlain nei 2 di centrocampo.

  • L’Arsenal è l’Arsenal.

Ma si tratta pur sempre una delle sfide più attese e interessanti di questi ottavi di finale e vale la pena citare brevemente qualche ragione che potrebbe aprire il pronostico. Il Bayern può soffrire in transizione difensiva, specie contro giocatori che vanno a 200 all’ora, specie dalla parte di Alaba, spesso fuori posizione e incerto nei tempi di uscita. L’Arsenal gioca bene in contropiede e proverà a mettere a mettere in difficoltà il Bayern sul piano della brillantezza atletica, specie in una partita d’andata che Wenger dovrà giocarsi con la giusta sfrontatezza. La qualità fisica e tecnica di cui l’Arsenal dispone ogni anno non è mai sufficiente per portare a casa risultati, ma i suoi giocatori troveranno prima o poi una giornata di grazia che coincida con una giornata importante. E non possiamo dare per scontato che non sia questa.

Daniele V.

C’è stato un breve lasso di tempo in cui ho realmente pensato che per una volta l’Arsenal poteva giocarsela alla pari contro il Bayern. Le palline erano appena state aperte e l’Arsenal era in grande forma, oltre ad aver finalmente trovato in Alexis la propria stella indiscussa. Doveva solo sistemare i problemi a centrocampo, trovare un esterno con gol e rimanere intatta fisicamente.

Il Bayern invece era una squadra normalizzata da Ancelotti, priva di brillantezza atletica e seconda in classifica dietro il Lipsia. Siamo a febbraio e l’Arsenal ha fatto l’Arsenal, non toccando i difetti iniziali e peggiorando forma fisica e mentale, mentre il Bayern ha la squadra a pieno regime (manca solo Boateng ancora infortunato) e sembra aver trovato la struttura con cui iniziare la volata primaverile, alzando Thiago sulla trequarti e liberando Müller a destra. A pensarci ora era ovvio sarebbe stato così, per l’ennesimo anno l’Arsenal potrebbe uscire agli ottavi senza troppi rimpianti, ma è stato bello vivere quell’attimo di speranza.

Oltre al 5 a 1, lo scorso anno è andato in scena anche questo più confortante, per l’Arsenal, 2 a 0.

Manchester City - Monaco sarà la partita più divertente di questi ottavi?

Fabio

Sulla carta sì. Tanto per non smentirsi nel week-end il Monaco ne ha fatti 5 al Metz. Ma non è tanto l’enorme quantità di reti fatta dal Monaco in questa stagione a rendere potenzialmente la sfida contro il City la più bella degli ottavi. Quasi in antitesi, è il confronto tattico tra Guardiola e Jardim. Il tecnico portoghese ha ampiamente dimostrato di saper giocare su diversi registri, anche se, a dispetto dei numeri da record del suo attacco, ha una predilizione per un gioco prevalentemente reattivo. Jardim è davvero abile a giocare sulle caratteristiche degli avversari e la sfida strategica con Guardiola è probabilmente la più interessante di questi ottavi.

Dario

Secondo me sì, insieme a Benfica-Borussia Dortmund. Fabio ha già spiegato molto bene perché Jardim potrebbe mettere in difficoltà Guardiola, soprattutto oggi che il livello tecnico del Monaco è così alto e il City ha così poche certezze. Questo non vuol dire necessariamente che vedremo tanti gol: Jardim potrebbe adottare infatti una strategia del tutto speculativa e decidere di difendere basso lasciando il possesso al City per ampi tratti. Nonostante ciò, questa è la sfida da cui mi aspetto più colpi di scena. Lo dico? Lo dico: mi sto per giocare il Monaco ai quarti.

Con la Premier League che sembra irraggiungibile, quanto conta la Champions per Guardiola?

Emiliano

Dipende dalla prospettiva dell’osservatore. Se a valutare Guardiola sono i rancorosi, allora questa Champions è fondamentale: l’unico modo per convincerli della bontà delle sue idee calcistiche. Al tempo stesso, è un rischiosissimo passaggio, perché una precoce eliminazione scatenerebbe critiche e polemiche a un livello che Pep non ha mai conosciuto nella sua vita.

Se a valutare Guardiola è la dirigenza, allora questa Champions è un primo passo, in cui bisogna dimostrare soprattutto un certo standing europeo e un modo di saper affrontare gli avversari: perché in fondo il City l’anno scorso è arrivato fino in semifinale, ma con una proposta calcistica davvero raffazzonata. E infatti non se lo ricorda nessuno.

Daniele V.

Bisogna premettere che difficilmente Guardiola potrà arrivare fino in fondo per via del gap con le candidate al titolo. Direi che a pesare sarà contro chi e come uscirà il City. Essendo il primo anno di un progetto triennale è chiaro che uscire con il Monaco, per quanto una prospettiva reale vista la forma delle due squadre, sarebbe oggettivamente un disastro per un progetto che necessita di grandi sfide europee anche per riuscire a capire bene dove stanno i suoi limiti. Dovesse uscire già ai quarti contro un Bayern o un Real Madrid non credo ci potrà essere molto da aggiungere rispetto all’eliminazione di per sé. Tutto quello che c’è in caso di passaggio dai quarti può cambiare la narrativa della stagione.

Daniele M.

Secondo me dovremmo rifiutare la logica alla base di questo discorso. Non vedo perché devo cambiare idea sull’operato stagionale di un allenatore, o ancora peggio sull’idea generale che mi sono fatto di lui, in base all’eliminazione in una doppia sfida di coppa, che sia agli ottavi, ai quarti, o in semifinale. Sono argomenti che costringono sulla difensiva chi la pensa in un modo diverso da quello che, teoricamente, il risultato sembra dire: ma il risultato, spesso, non dice la verità. Le squadre escono spesso ingiustamente, o per una questione di dettagli microscopici, per sfortuna, per la prova eccezionale di un singolo giocatore avversario…

Di Guardiola, ovviamente, andrà giudicato l’operato nel doppio confronto, considerando che gioca con una squadra imprevedibile con più di una qualità. Ma questa continua prova del nove, come se persino uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio recente, capace di innovare il modo stesso in cui si gioca - a detta di TUTTI gli addetti ai lavori e di tutti i critici più seri - dovesse davvero dimostrare qualcosa a qualcuno è semplicemente ridicola. Guardiola, da quando è lontano da Barcellona, sta cercando di cambiare, se stesso e il suo modo di pensare calcio, ibridando al “calcio di principi” alcune strategie specifiche per rendere le sue squadre più dirette e per scendere a compromessi con contesti tatticamente ostili ai suoi stessi principi. Mi sembra una storia interessante e francamente mi sono stancato di commentatori mediocri che sperano nella caduta di qualche “grande” per salire sul suo cadavere e sentirsi un po’ più alti.

L’Atletico Madrid due anni fa, pur vincendo meritatamente, ha sofferto il gioco del Leverkusen. Pensate che il cattivo momento di forma della squadra di Simeone possa rendere il passaggio del turno più incerto?

Fabio

Nonostante la stagione non esaltante dell’Atletico, quest’anno una sfida equilibrata come quelle di due anni fa mi sorprenderebbe. Il Bayer Leverkusen sta disputando una stagione mediocre e la fiaccola del gegenpressing sembra essersi trasferita a Lipsia. Il calcio di Schmidt è un calcio estremo, che richiede energia e applicazione massime e costanti. Probabilmente si è esaurita la spinta e, rallentando, il Bayer Leverkusen è squadra troppo inferiore all’Atletico Madrid.

Daniele V.

La Champions League è l’ossessione di Simeone. Ci ha puntato tutte le fiches da inizio stagione e per questo ha provato una sterzata proattiva nello sviluppo tattico. Sviluppo che non ha preso i binari giusti e che lo ha costretto a tornare indietro alla versione precedente. Questo ovviamente ha creato non pochi problemi di identità tattica (si è anche visto un improbabile José Giménez mediano in campionato, per dare l’idea di che ritorno alla versione reattiva stiamo parlando). Per quanti problemi possa avere questo Atlético comunque non penso che un Bayer Leverkusen ancora più deludente nella sua Bundesliga, e ancora più in crisi nella sua esecuzione in campo, possa riuscire a passare il turno. In questo caso il peso dell’esperienza credo che conti troppo.

Emanuele

Solo se consideriamo la sfida su un piano puramente ideale. Più nel concreto, in Champions conta la gestione dei momenti delle partite più di ogni altra cosa, e il Leverkusen è davvero disastroso in questo senso. La squadra di Schmidt alterna momenti estremamente luminosi (la vittoria di domenica contro l’Eintracht Francoforte, terzo in Bundesliga) ad altri di profonda oscurità (l’imbarcata contro il Lipsia, poi quasi recuperata). Ma proprio per questa imprevedibilità - in cui la squadra sembra giocare in folle, provando solo a mandare fuori giri l’energia dell’universo - il Leverkusen rimane una squadra che vale la pena seguire.

Pensate potrà esserci qualche sorpresa in questi ottavi?

Dario

Ben due: il PSG e il Monaco ai quarti (W la Ligue 1!).

Daniele V.

Tra gli upset dico che il Napoli può passare il turno. Penso anche il Monaco.

Emanuele

È un turno a cui le squadre favorite arrivano in cattivi momenti di forma, quindi qualche upset dovrebbe arrivare. Sarebbe bello pensare alla squadra che arriva più in forma della sua avversaria, cioè il Napoli.

Emiliano

Potenzialmente ce ne sono diverse, e quindi sarebbe sorprendente se non se ne verificasse neppure una. Dal Benfica al Monaco, c’è spazio per dei ribaltamenti dei pronostici. Il passaggio del turno del Napoli sarebbe una sorpresa ma neppure troppo: è giusto temere i campioni in carica e un gruppo con una caterva di fuoriclasse. Ma il calcio è una sfida tra collettivi, e su quello il Napoli è tra i migliori in Europa.

Daniele M.

Non ho detto niente sulla parte dell’Arsenal, ma credo che il gap con il Bayern di Monaco non sia poi così ampio (se consideriamo l’Arsenal al proprio meglio e il Bayern non al proprio meglio). Poi dico anche il Leicester, che se superasse il turno, considerato il suo stato di forma attuale, più che una sorpresa sarebbe un mezzo miracolo.

Da quale giocatore vi aspettate i fuochi d’artificio?

Alfredo

Il campionato ha certificato la condizione fisica straripante di Gonzalo Higuain: nel 2017 8 reti in 8 partite. Oggi come oggi, non posso credere che non riesca ad imporre la sua legge anche in Europa.

Emiliano

Cavani: è vero che il PSG ha subito la sfida delle sfide, quella che ha perso regolarmente negli ultimi anni, contro il Barcellona. Ma le eliminatorie di Champions sono per i grandi giocatori, e l’uruguaiano deve farsi carico di una squadra con qualche problema di troppo: dopo l’addio di Ibrahimovic, questa sfida contro i migliori attaccanti del mondo serve anche a capire la sua reale grandezza. Per ora è in vantaggio nella corsa alla scarpa d’oro, ma è la Champions il suo vero banco di prova.

Emanuele

Alla fine non penso che l’Arsenal passerà il turno, ma la maggior parte delle sue possibilità sono riposte sui quadricipiti grossi e unti di Alexis Sanchez, che sta giocando ogni partita incazzato nero e che quindi immagino carico a molla per il Bayern.

Daniele M.

Stiamo vedendo un Dries Mertens in forma strepitosa, penso che un contesto del genere possa esaltarlo ancora di più.

Daniele V.

Ancelotti ultimamente sembra aver consegnato le chiavi della squadra a Thiago Alcantara, facendolo giocare nel ruolo più consono per le sue caratteristiche di regista avanzato. Lo spagnolo non ha deluso e sta giocando la migliore stagione della carriera. Un giocatore così creativo in quella porzione di campo dove solitamente la palla scotta nei momenti decisivi per il Bayern potrebbe essere proprio quello che è mancato in questi anni.

Qualche nome meno sentito che possiamo giocarci con gli amici, e magari tra qualche mese dire: “Te l’avevo detto io”?

Fabio

Faccio tre nomi. Il primo, e più conosciuto, è quello di Gabriel Jesus. Di certo non è uno sconosciuto, ma, dopo l’esordio incredibilmente positivo in Premier League, c’è una certa attesa per vederlo anche in Champions. Poi due giocatori del Monaco: Bakayoko e Mbappe Lottin. Bakayoko è un centrocampista ‘94 capace di fare tutto in mezzo al campo. Ha eccellenti doti difensive, sia grazie alle sua forza fisica che gli consente di sradicare palloni agli avversari che alla sua capacità di posizionamento, ma è un buon centrocampista anche in fase offensiva, capace di far circolare il pallone e di lanciare lungo. Mbappe è addirittura un ‘98 che viene paragonato a Thierry Henry. Gioca esterno d’attacco o seconda punta e unisce alla velocità e alla tecnica in conduzione, ottime doti di finalizzazione. In prospettiva è una punta moderna capace di coniugare abilità nell’uno contro uno e progressioni palla al piede, con abbondanti dosi di concretezza in zona gol.

Dario

Fabio mi ha rubato Bakayoko, che quest’anno con il Monaco sta facendo un’annata pazzesca. Rimango nella squadra monegasca e dico quindi Djibril Sidibé, un terzino che può giocare sia a destra che a sinistra dalla fisicità fuori scala persino per gli standard del calcio contemporaneo. Non vorrei essere nei panni dell’esterno sinistro del City che sarà costretto a seguire questo treno ad alta velocità con la palla tra i piedi.

Alfredo

Nelle ultime uscite del Siviglia ho visto bene Pablo Sarabia. Non proprio un giovanissimo in senso stretto (ha 24 anni), è stato impiegato da Sampaoli con profitto in ogni ruolo del centrocampo e dell’attacco. Con la sua capacità di saltare l’uomo, Sarabia è stato utilizzato come grimaldello nelle partite tatticamente bloccate soprattutto salendo dalla panchina.

Flavio

In ordine di fama, Ousmane Dembélé, Emre Mor e Andrija Zivkovic. Sono tre giovanissimi esterni offensivi fenomenali nell’uno contro uno, di quelli rari ma indispensabili nel calcio moderno. Tra l’altro, è probabile che i primi due sfidino il serbo nell’ottavo tra Borussia Dortmund e Benfica: vedremo chi coglierà l’occasione per mettersi in mostra sul palcoscenico più importante.

Daniele

All’elenco di Flavio aggiungo Weigl, che è ovviamente più conosciuto ma a cui manca la consacrazione in un torneo come la Champions.

Francesco

Ora che vedo le cose in prospettiva, mi rendo conto di quanto il Napoli sia assolutamente all’altezza delle squadre più cool d’Europa (BVB, Benfica, Monaco, Siviglia). Dove si può preordinare Fifa2022 in cui Zielinski, Diawara, Rog è il centrocampo più forte del gioco? Ma siccome vogliamo uscire dal recinto, ho già scritto sopra quanto sia forte André Silva, e siccome è veramente forte mi ripeto. Pressa per due, ha visione di gioco, inserimento nello spazio, primo controllo, e segna molto, in tutti i modi. Il club dei grandissimi numeri nove è un circolo notoriamente ristretto a Higuaín, Lewandowski e Suárez. Non ci sono molti altri giocatori così pronti per chiedere tra qualche anno la tessera di iscrizione.

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