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Daniele Manusia
Guida alla Fiorentina 2022/23
10 ago 2022
10 ago 2022
Fare meglio dello scorso anno non sarà facile ma la Fiorentina deve provarci.
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Daniele Manusia
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Foto di Fran Santiago/Getty Images
(foto) Foto di Fran Santiago/Getty Images
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Posizionamento lo scorso campionato: Chi in più: Pierluigi Gollini (Tottenham), Dodô (Shakhtar), Rolando Mandragora (Torino), Luka Jovic (Real Madrid), Szymon Zurkowski;Chi in meno: Alvaro Odriozola (Real Madrid), Lucas Torreira (Galatasaray), Krzysztof Piatek (Hertha Berlino), José Callejon (Granada);Una statistica interessante della scorsa stagione: La scorsa stagione la Fiorentina è stata la squadra ad aver completato e tentato più passaggi lunghi (più di 27 metri).A Firenze c’è un certo entusiasmo e non è difficile capire perché. Tre stagioni fa la Fiorentina arrivava a un punto dalla retrocessione; due stagioni fa, invece, arrivava tredicesima con quaranta punti. Non era difficile fare meglio di così - la squadra, intesa come valore potenziale dei giocatori, valeva sicuramente di più - eppure sarebbe stato difficile immaginare che in una sola stagione le cose potessero cambiare così radicalmente. Il settimo posto di Vincenzo Italiano non racconta delle soddisfazioni raccolte lo scorso anno, in una campagna conclusa con le vittorie eccellenti su Juventus e Roma (2-0 in entrambi i casi), oltre a quella sul Napoli (3-2) al San Paolo, in cui, in generale, la Fiorentina ha dato l’impressione di potersela giocare con tutte, arrivando anche a una semifinale di Coppa Italia persa all’andata non senza una buona dose di sfortuna. Il tutto facendo a meno, a stagione in corso, di Dusan Vlahovic, ovvero uno degli attaccanti più prolifici del campionato. Non è difficile immaginare che i quasi ventimila abbonati (per ora), ritengano che lo scorso anno si siano messe le basi per una stagione ancora più entusiasmante. Più si arriva in alto più è difficile migliorarsi, va da sé, ma ad agosto quasi ogni sogno è legittimo. Oltretutto la Fiorentina viene da un mercato estivo soddisfacente, in cui è riuscita a migliorare là dove era necessario. Anzitutto nel ruolo di terzino destro, dove ha preso Dodô dallo Shakhtar per sostituire Odriozola - perdendo magari qualcosa in velocità pura, ma guadagnando in tecnica - e migliorare rispetto a Venuti e Benassi (riadattato nel ruolo da Italiano). Poi in quello di punta, dove Jovic è arrivato promettendo 30 gol, e anche se ne facesse solo la metà andrebbe bene lo stesso, considerando che da gennaio scorso Cabral e Piatek ne hanno fatti 8 in due, coppe comprese. A centrocampo è andato via Torreira, insostituibile sul piano delle caratteristiche tecniche e tattiche, ma è arrivato Mandragora che per quanto diverso, quasi agli antipodi rispetto all'uruguagio, sembra coerente con un centrocampo muscolare in cui sarà Amrabat ad avere maggiori responsabilità al centro. In attesa del rientro in campo di Castrovilli, operatosi al ginocchio sinistro alla fine di aprile, è arrivato anche Zurkowski dopo due anni e mezzo di prestito all’Empoli che, se non andrà via prima della fine del mercato, come Maleh che è alla seconda stagione in viola - e che Italiano ha fatti giocare nelle amichevoli - avrà la possibilità di ritagliarsi spazio in un reparto in cui il livello tecnico è piuttosto alto e ci sarà competizione.Anche in porta la Fiorentina ha sistemato un problema che l’anno scorso ne aveva minato la tranquillità, con Gollini che si giocherà il posto con Terracciano, che comunque aveva stupito in positivo quando ha dovuto prendere il posto di Dragowski (in partenza). Ma forse la notizia migliore di tutte è quella del probabile rinnovo di Milenkovic, dopo mesi in cui sembrava fuori dal progetto e, con il passare dei giorni, sempre meno facile da sostituire. L’importanza di Milenkovic non è solo simbolica, lo scorso anno è stato il giocatore viola che ha effettuato più passaggi dopo Biraghi, quello ad aver fatto più interventi difensivi (tackle più intercetti) e in generale il leader di una difesa chiamata a prendersi molti rischi con e senza palla, fondamentale per dare solidità al sistema di Vincenzo Italiano (e va da sé che dovesse cambiare qualcosa prima della chiusura del mercato, per la Fiorentina cambierebbe moltissimo e si verrebbe a creare un buco forse incolmabile).

Contro il Galatasaray (4-2-3-1) si è visto il pressing alto con Amrabat che prende il centrocampista centrale e Bonaventura che si alza su un difensore centrale di sinistra (sul suo lato destro cioè). Per non lasciare libero il centrocampista dietro Bonaventura si alza Martinez Quarta.

La Fiorentina dello scorso anno è stata a tratti una delle squadra più intense e ambiziose, ma a fronte di una stagione molto positiva ha comunque mostrato qualche fragilità difensiva. Le sconfitte di fine stagione con Sampdoria (4-1) e Udinese (0-4) hanno evidenziato problemi nella gestione dell’aggressività e delle transizioni difensive. È l’altro lato di quell’aggressività che le permette di stare corta e occupare la metà campo avversaria, facendo portare palla fino alla trequarti anche ai centrali difensivi quasi come fossero difensori laterali di una difesa a 3, lasciandoli poi senza troppi scrupoli in due contro due o uno contro uno. Nel 4-3-3 di Italiano (che la scorsa primavera sembrava un 4-2-3-1 asimmetrico, con Amrabat e Duncan più bassi al centro e a sinistra, e Bonaventura più alto sia in pressing che in costruzione, a destra) si attacca sfruttando le fasce e portando molti uomini in area di rigore o nei suoi pressi. I tre attaccanti, ovviamente, più una o due mezzali, più almeno un terzino. Ma capitava di vedere in zone di campo molto avanzate anche il centrale di centrocampo e, talvolta, uno dei centrali difensivi. Ma anche quando non hanno palla e mantengono due linee strette a metà campo, pur non marcando a uomo nel vero senso della parola, ma piuttosto tenendo d’occhio gli appoggi, gli uomini di Italiano scalano spesso in avanti senza preoccuparsi troppo di cosa c’è alle loro spalle.Per due terzi della scorsa stagione è stato fondamentale Torreira, per la sua capacità di prevenire eventuali transizioni avversarie, ma anche la crescita individuale di Igor che ha preso il posto di Martinez Quarta grazie alle sue qualità in marcatura e nella copertura della profondità. Quando le distanze si sono allungate, o c’è stata poca coordinazione nelle scalate e nelle coperture, la Fiorentina ha velocemente perso l’equilibrio. In particolare, lo spazio dietro il centrale di difesa è uno di quei punti deboli strutturali difficili da aggiustare senza cambiare modulo o atteggiamento.Nell’amichevole in Austria con il Galatasaray in cui, in un clima poco favorevole per via dei molti tifosi turchi, la Fiorentina è andata sotto di due gol prima di accorciare le distanze, l’azione del primo gol è nata da una palla persa di Martinez Quarta, che si era intestardito a portarla nei pressi dell’area di rigore viola. Al di là del singolo errore - e del fatto che Martinez Quarta continua a non sembrare affidabile al cento per cento - in situazioni di questo tipo la Fiorentina rivela una fragilità sorprendente. Ha rischiato persino di prendere il terzo gol su un banale pressing ad altezza media, portato con tempi e distanze non corrette, che il Galatasaray ha bucato con un lancio lungo. [gallery columns="7" ids="83109,83113,83112,83114,83110,83111"]

Martinez Quarta spezza la linea e Igor è lento a leggere l’azione. La palla lunga arriva in area e quando il giocatore avversario alza la testa sul lato debole Biraghi è solo contro due avversari. Seferovic stoppa tranquillamente ma calcia su Terracciano. L’azione è molto simile, per chi la ricorda o ha voglia di andarsela a vedere su YouTube, a quella del quarto gol subito dall’Udinese lo scorso anno.

La Fiorentina lo scorso anno sembrava saper difendere quasi solo in avanti. In transizione, o quando si trattava di difendere l’area, varia in maniera sensibile tra un’aggressività soffocante e una passività che espone i singoli giocatori a situazioni difficili spingendoli ad errori anche banali, tipo quello di Igor sul 2-1 della Salernitana, un’azione nata da un passaggio semplice sbagliato di Milenkovic per Venuti; o quello collettivo, di reparto, del gol del momentaneo 4-0 della Sampdoria, in cui dopo che Amrabat ha controllato male e perso la palla nella trequarti Igor e Milenkovic si sono trasformati in due statue di sale che non sanno più se uscire o se difendere lo spazio in area di rigore. Anche contro il Betis la squadra di Italiano ha perso 3-1, subendo i primi due gol nel giro di pochi minuti, il secondo dei quali nato da una bella azione degli spagnoli che hanno sfruttato la pressione di Dodô dentro al campo, sull’avversario diretto, per giocargli lungo alle spalle sulla sovrapposizione del terzino che ha crossato per il gol. Messa così, sembra un po’ troppo semplice cogliere di sorpresa la squadra di Italiano.Se in fase difensiva i margini di miglioramento sono quindi collettivi, di struttura, in quella offensiva è lecito aspettarsi qualcosa di più da alcuni singoli. Sempre guardando ai dati della scorsa stagione è interessante notare come la Fiorentina sia stata la squadra con il rapporto tra gol effettuati e npxG generati (gol attesi) più vicino allo zero: +o.o2. Una prestazione quasi perfettamente “normale” che mette in luce l’assenza di uno o più giocatori capaci di fare qualcosa in più - se si esclude Vlahovic, naturalmente, che prima di andar via aveva un rapporto nettamente positivo +3.9. Per questo ci si aspetta molto da Jovic, che viene da tre stagioni in cui ha fatto dubitare sulle potenzialità del proprio talento ma che dovrebbe far fare un salto in avanti in termini realizzativi alla Fiorentina. Jovic non ha la progressione e la velocità sul lungo di Vlahovic, ma sa muoversi in appoggio e pur non essendo un gigante fa sentire la sua presenza in area di rigore, cosa importantissima per una squadra come la Fiorentina che arriva spesso al tiro passando dalle fasce e dai cross (il gol al Betis in amichevole, un bello stacco di testa sul secondo palo, lascia ben sperare). Quello che ha maggiori margini di miglioramento è Ikoné, dopo sei mesi di adattamento piuttosto difficili deve per forza di cose fare meglio dello scorso anno (appena 1 gol e 1 assist). Contro il Betis è entrato malissimo al posto di Nico Gonzalez (infortunatosi all’anca dopo mezz’ora), perdendo una palla banale e dando il via a un contropiede che sarebbe potuto costare il gol del 3-0 prima della fine del primo, non proprio il modo migliore per iniziare la stagione. Anche perché in tutte le amichevoli Italiano ha dato spazio a Sottil a sinistra (in gol contro Triestina e Galatasaray) che potrebbe prendersi un posto da titolare. Sottil stesso, però, è il tipo di giocatore frustrante a cui non sembra mancare niente ma che sbaglia scelte ed esecuzioni spesso in modo incomprensibile.Persino Nico Gonzalez, che ha convinto i tifosi dopo una prima stagione solida (7 gol e 6 assist) non è stato sempre lucido o preciso negli ultimi metri e, se si guardano i numeri, la sua differenza tra gol su azione e npxG è -3.1, segno che poteva decisamente fare meglio.

Al momento dell’assist di Nico Gonzalez per Piatek contro l’Atalanta (battuta entrambe le volte la scorsa stagione) ci sono ben 6 giocatori della Fiorentina proiettati in avanti.

La Fiorentina in fase offensiva può essere schiacciante, ma anche noiosa, priva di brillantezza. Per questo, quando c’è stato, il talento tecnico di Saponara si è sentito, e per questo forse il giocatore più importante di tutti è Bonaventura, grazie all’imprevedibilità dei suoi inserimenti e delle sue letture con e senza palla. Chissà, magari Dodô potrebbe dare una spinta più. Nei minuti giocati in amichevole si è visto Dodô molto alto sulla linea degli attaccanti, con Nico Gonzalez spinto verso il centro. Tenendo presente che fino ad oggi è stato il lato sinistro quello forte della Fiorentina, con Biraghi fondamentale sia per costruire (è stato il giocatore con più passaggi) sia in rifinitura (e anche quello che ha creato più occasioni da gol, 3.79 ogni novanta minuti secondo Statsbomb), chissà che con l’arrivo di Dodô si apra una strada anche sul lato opposto, rendendo più vario e avvolgente il gioco di Italiano.Potrebbe anche arrivare un altro centrocampista con doti creative. In questi giorni si sta parlando di Lo Celso, che Conte al Tottenham non considera (e lo scorso anno è stato prestato al Villareal, con cui è arrivato in semifinale di Champions League). Lo Celso potrebbe giocare sia come mezzala che come esterno (a destra, a piede invertito) e aggiungere dinamismo, velocità, un piede sinistro raffinato e l’abilità a giocare anche sulla linea degli attaccanti. Per Italiano sarebbe semplicemente un lusso averlo a disposizione. Ma si sta facendo anche il nome di Bajrami che, in ogni caso, potrebbe aggiungere un po’ di qualità e fantasia in una zona di campo dove la Fiorentina si ritrova spesso senza idee.Certo, per fare meglio dello scorso anno alla Fiorentina devono andare bene alcune scommesse. A cominciare dal cambio Torreira-Amrabat, con il marocchino molto più a suo agio quando c’è da portare palla in avanti che in costruzione, dove diventa via via meno preciso più si allunga la distanza da coprire con il passaggio. La coppia con Duncan funziona dal punto di vista difensivo ma è difficile capire come si può inserire Mandragora, mentre Maleh sembra ancora un po’ immaturo. Qualcuno in attacco dovrà alzare il livello, anche perché rispetto allo scorso anno c’è una coppa in più, ed è una coppa lunga e faticosa. Il potenziale per fare come, se non meglio, della passata stagione c’è, ma Italiano ha ancora molto lavoro da fare.Miglior scenario possibile: La Fiorentina non parte benissimo ma dopo i primi mesi vola. Jovic in Conference League sembra inarrestabile, mentre Igor e Milenkovic si mettono in tasca gli attaccanti migliori del campionato. Nico Gonzalez e Dodô si trovano a meraviglia a destra e da gennaio in poi esplode anche Ikoné a sinistra, che segna dieci gol solo nel girone di ritorno. La Fiorentina arriva in finale di Conference League in finale con il Villarreal e in campionato, approfittando del crollo di Roma, Napoli e Lazio, e battendo sia all’andata che al ritorno la Juventus, si qualifica per la Champions League. Peggior scenario possibile: I primi tre mesi sono un disastro e il Twente elimina subito la Fiorentina nei preliminari di Conference League. La difesa trema appena la palla entra in area, Amrabat perde un pallone dopo l’altro e Jovic a gennaio ha segnato appena 4 gol, tanto che Italiano lo mette spesso in panchina per Cabral. Ikoné viene mandato in prestito alla Salernitana, Italiano punta tutto su Sottil. Dopo aver galleggiato tra settimo e ottavo posto per la maggior parte dell’anno, Italiano si deve accontentare di un decimo posto che puzza di mediocrità.Giocatore chiave: Bonaventura è ancora, al momento, l’unico veramente insostituibile. Dalla sua forma e dalla sua ispirazione dipenderà la fortuna offensiva della Fiorentina, aspettando i gol di Jovic e qualcosa in più dagli esterni. In mezzo a tante scommesse, Bonaventura è una certezza.Giocatore da prendere al Fantacalcio: Se non volete spendere troppo per Jovic o Nico Gonzalez (che comunque rischia di lasciarvi un po’ frustrati) la scelta più razionale potrebbe essere proprio Bonaventura, o Biraghi - lo scorso anno ha fatto un solo assist ma la differenza con gli xA è di -4.8, il che significa, semplificando, che i suoi compagni gli devono più o meno altri 5 gol mancati per colpa loro. Se siete dei sognatori, invece, puntate tutto su Saponara. Quando sarà in campo non vi farà pentire.

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