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Guida all'Empoli 2022/23
03 ago 2022
03 ago 2022
L'Empoli riparte da un nuovo allenatore e da un mercato rischioso.
(copertina)
Gabriele Maltinti/Getty Images
(copertina) Gabriele Maltinti/Getty Images
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Piazzamento lo scorso campionato: 14°

Chi in più: Mattia Destro, Razvan Marin, Liberato Cacace, Tyronne Ebuehi, Martin Satriano, Koni De Winter.

Chi in meno: Andrea Pinamonti, Mattia Viti, Kristjan Asllani, Simone Romagnoli.

Una statistica interessante della scorsa stagione: In una stagione che ha visto l’Empoli alternarsi tra alti e bassi molto netti una delle poche costanti è stata il pressing. Secondo i dati di Alfredo Giacobbe, gli azzurri sono stati tra i migliori della Serie A sia per PPDA (quinti dietro solo alle squadre di scuola gasperiniana, cioè Torino, Atalanta e Verona, e al Milan) che per recuperi palla offensivi (settimi, oltre alle squadre già citate si aggiungono anche Inter e Juventus).

Un campionato è una maratona, ha detto una volta Massimiliano Allegri, e nella sua valutazione è quasi impossibile non farsi influenzare da cosa succede negli ultimi chilometri. Come valutare ad esempio la scorsa stagione dell’Empoli? La squadra toscana aveva iniziato tra qualche scetticismo, dovuto soprattutto all’addio dell’allenatore con cui aveva dominato la precedente stagione di Serie B (Alessio Dionisi, diventato il nuovo allenatore del Sassuolo), ma nella prima parte dell’anno si era affermata come una delle sorprese più inaspettate di tutta la Serie A. Un girone d’andata esplosivo che ha visto l’Empoli battere, tra gli altri, la Juventus, la Fiorentina, il Napoli e il Sassuolo dell’ex Dionisi, per un totale di 27 punti collezionati in 19 partite. Punti fatti adattando solo in minima parte i principi di gioco che l’Empoli riproduce come un riflesso involontario al passare dei giocatori e degli allenatori: rimanendo cioè fedele al 4-3-1-2 a rombo, alla difesa alta rigidamente a zona, alla cura maniacale del possesso, e allo sfruttamento delle catene di fascia per far risalire il pallone. In più Aurelio Andreazzoli però sembrava aver capito come far muovere i propri giocatori dentro questa impostazione tattica con più libertà, lasciandogli l’iniziativa di prendere decisioni individuali quando ce n’era bisogno.

Proprio la rimonta negli ultimi minuti contro il Sassuolo di Dionisi sembrava la metafora di una squadra meno scolastica, e più furba nei momenti di difficoltà.

Se avesse ripetuto il girone d’andata, l’Empoli avrebbe raggiunto il suo record storico di punti (54), fissato nella stagione 2006/07 che lo portò a qualificarsi per la Coppa UEFA. E invece il girone di ritorno è sembrato ribaltare tutto ciò che sapevamo sulla squadra di Andreazzoli. La spensieratezza è diventata ingenuità, la libertà si è trasformata in confusione. Nelle ultime 19 partite del campionato l’Empoli ha conquistato praticamente la metà dei punti di quanto aveva fatto nelle prime 19 (14, peggio solo del Venezia che ne ha fatti 10) vincendo appena due partite, di cui una all’ultima giornata contro l’Atalanta. L’altra è stata la surreale rimonta contro il Napoli, in vantaggio per 0-2 fino all’80esimo. In entrambi i casi più che vittorie dell’Empoli sono sembrati harakiri di avversari arrivati alla fine di stagioni stanche.

Forse è stata proprio la mancanza d’ambizione della sua squadra a convincere il presidente Fabrizio Corsi a decidere di sostituire dopo solo un anno Aurelio Andreazzoli, nonostante la salvezza non fosse stata mai in discussione. Nella conferenza di presentazione del nuovo allenatore, Paolo Zanetti, Corsi ha definito la stagione in arrivo come «la più difficile dopo le imprese della promozione e della salvezza», come se la fine dello scorso campionato non avesse diradato del tutto le nuvole accumulatesi all’orizzonte negli ultimi mesi. Per invertire la rotta l’Empoli è quindi tornato a puntare su un nuovo allenatore giovane e ambizioso, nonché ex giocatore del club, caratteristica che sembra imprescindibile per tutti i DS che vogliono dimostrarsi aggiornati. Zanetti viene da una stagione per certi versi simile a quella dell’Empoli, anche se ancora più drammatica. Dopo una promozione in Serie A conquistata ai playoff quasi inaspettatamente, l’allenatore vicentino sembrava essere riuscito a trovare una quadra del mercato lisergico del Venezia, con alcune intuizioni non banali. Gli arancioneroverdi hanno chiuso il girone d’andata con sei punti di distacco dalla zona retrocessione, ma a quel punto il mercato di gennaio è sembrato rompere l’equilibrio già fragilissimo su cui si poggiavano le loro speranze. Come detto, il Venezia è l’unica squadra ad aver fatto peggio dell’Empoli nel girone di ritorno, e pagarne le conseguenze per primo è stato proprio Paolo Zanetti, apparso in burnout a fine stagione ancora prima di essere esonerato (Thomas Henry ne sa qualcosa).

Da un punto di vista tattico Zanetti la scorsa stagione è sembrato particolarmente in difficoltà a cucire i suoi principi su una squadra che per forza di cose era costretta a passare gran parte del tempo sotto la linea del pallone, e in questo senso sarà interessante vederlo all’opera quest’anno in un club che gli permetterà di essere più ambizioso anche di fronte a qualche sconfitta. Credo sia a questo che si riferisse il presidente Corsi quando ha detto che «qui qualche passaggio si può sbagliare, siamo tolleranti e riflessivi». Zanetti, dal canto suo, ci ha tenuto ad apparire in linea con l’ambizione del club ma non naïf come il suo Venezia. «L’Empoli ha l'obiettivo di salvarsi e non solo: vuole arrivare all'obiettivo che si pone con una filosofia ben precisa, vuole proporre un'idea per cui oltre ad ottenere il risultato i giocatori possano divertirsi e valorizzarsi». Poi, però, ha aggiunto: «Ci tengo a fare un calcio offensivo, ma ciò non significa tralasciare la difesa».

Ironicamente Zanetti si ritrova a Empoli in una situazione non troppo diversa da quella da cui si ritrovava l’anno scorso a Venezia. Anche quest’anno, infatti, la sua prima preoccupazione sarà quella di trovare una forma alla sua squadra, dopo che il mercato ha rivoluzionato la rosa. Tenendo fede al pragmatismo del suo DS Pietro Accardi, che in un’intervista all’Ultimo Uomo aveva dichiarato che «una società che vive di vendite e plusvalenze un giocatore al massimo se lo tiene due anni», l’Empoli ha venduto quasi tutti i gioielli messi in vetrina lo scorso anno. Dopo aver perso già nel mercato di gennaio Samuele Ricci, venduto al Torino per circa 10 milioni di euro, il club toscano è passato alla cassa per quello che sarebbe dovuto essere il suo sostituto, Kristjan Asllani, passato all’Inter dopo una manciata di partite tra i professionisti per una cifra vicina ai 15 milioni di euro. Anche l’altra sorpresa uscita fuori dal prodigioso settore giovanile dell’Empoli lo scorso anno, il centrale di difesa Mattia Viti, a sua volta è stato ceduto al Nizza per altri 15 milioni di euro.

Forse l’Empoli, a conferma del suo pessimismo nei confronti della stagione che viene, non riteneva che si potesse ottenere di più dalla cessione di questi giocatori con un ulteriore anno di crescita, il che è strano soprattutto per Asllani, che con la prima squadra dell’Empoli ha giocato poco più di 1500 minuti. Fatto sta che Zanetti, dopo aver perso anche il capocannoniere Pinamonti (che dovrebbe diventare il nuovo attaccante dell’Atalanta) ed essere andato vicino a dire addio anche a Vicario (cercato con insistenza a inizio mercato da Lazio e Fiorentina) e Parisi (per un momento vicino al Nizza, evidentemente appassionato di giovani talenti italiani), si ritrova a dover ricostruire la squadra quasi da zero. E chissà che da qui al primo settembre non possa pescare altre carte imprevisti dal mazzo del calciomercato.

Il primo cruccio sarà capire come sostituire i 13 gol segnati da Pinamonti, che la scorsa stagione è sembrato rinascere in una squadra che dai tempi di Maccarone ha uno storico problema con le prime punte. L’Empoli ha pescato dal Genoa retrocesso Mattia Destro, che nonostante l’ultima stagione tutt’altro da ricordare rimane uno dei migliori attaccanti della Serie A nell’antica arte della finalizzazione. L’attaccante ascolano alla fine ha ancora 31 anni e anche la scorsa stagione, nonostante le difficoltà, ha avuto numeri migliori di Pinamonti per quanto riguarda la conversione delle occasioni da gol (8 non-penalty goals da 7.6 xG, con un’efficienza quindi superiore all’unità, contro i 9 non-penalty goals da 13.2 xG dell’attaccante di proprietà dell’Inter). L’anno scorso l’Empoli era una delle peggiori squadre della Serie A per conversione dei tiri prodotti su azione (7.5%, peggio solo di Genoa e Salernitana), e in questo senso Destro potrebbe essere come acqua nel deserto. Zanetti, in un’intervista a DAZN, ha detto di considerarlo la sua sfida più grande, un attaccante «dalle capacità di altissimo livello», e di avere con lui un patto per una grande stagione.

Rimane da vedere cosa succederà invece senza il pallone, dato che Zanetti sembra puntare molto sul pressing e il recupero immediato del pallone, aspetti del gioco che avevano convinto l’allenatore del Genoa Alexander Blessin a mettere Destro ai margini della rosa. Forse è per questo che l’Empoli si è cautelata prendendo dall’Inter anche un attaccante praticamente opposto, e cioè Martin Satriano, che ha tutto ciò che ci si aspetta dallo stereotipo del mastino uruguaiano: corse, intensità, scarsa lucidità nell’ultimo quarto di campo.

Una delle amichevoli estive dell'Empoli, contro i campioni di Turchia del Trabzonspor, decisa da Mattia Destro.

Accardi è ricorso alle squadre retrocesse anche per riempire il buco che si è venuto a creare al centro del campo dopo le partenze di Ricci e Asllani. Dal Cagliari è arrivano Razvan Marin, che è stato immediatamente reinventato perno basso di un centrocampo a tre, ruolo che in Serie A ha ricoperto non così spesso. Nelle amichevole estive però è sembrato molto a suo agio nel gestire il possesso spalle alla porta, nonostante al Cagliari l’avessimo conosciuto soprattutto per le sue corse palla al piede in verticale. All’Empoli la sua sottovalutata visione di gioco può salire ulteriormente di livello. Nelle due stagioni in Serie A Marin ha realizzato 11 assist. Nell’ultimo anno, rispetto ai pari ruolo dei cinque principali campionati europei, per i dati di fbref è risultato nel 96esimo percentile per Expected Assist e nel 93esimo per azioni che hanno portato al tiro. Il suo è un innesto intelligente.

Rispetto ad Asllani e Ricci, Marin è un giocatore più minimale con il pallone ma più intelligente nelle letture difensive. Con lui, Henderson e Bandinelli, l’Empoli proverà a completare la transizione, avviata già da Andreazzoli, da un gioco rigidamente di possesso a uno più verticale, in cui il pressing e la riconquista immediata del possesso sono considerati fonti di gioco a parte. Vedremo se Zanetti riuscirà a rilanciare la sua carriera in questo modo, di certo per farlo avrà bisogno di una mano supplementare da Pietro Accardi, che a una decina di giorni dell’inizio del campionato si ritrova con la difesa quasi completamente da rifare.

La partenza di Mattia Viti al Nizza infatti apre uno squarcio al centro della difesa dell’Empoli, che è difficile pensare possa essere ricucito dall’arrivo dalla Juventus del giovane Koni De Winter, le cui qualità ad alto livello sono tutte da testare (con la prima squadra bianconera ha giocato appena 81 minuti complessivi in Champions League). Al momento l'unico titolare dovrebbe essere Sebastiano Luperto, esperto mestierante delle squadre della seconda metà della classifica, che con la sua legnosità però sembra inadeguato ai delicati compiti difensivi che ogni anno la squadra azzurra affida ai suoi centrali, soprattutto in un sistema di gioco che ambisce ad allungarsi sul campo. Negli ultimi giorni si è parlato molto di un ritorno di Daniele Rugani, a conferma che l’Empoli sta cercando un profilo esperto in grado di giocare subito nel suo sistema. Se il suo arrivo non dovesse concretizzarsi, però, è difficile pensare ad altri difensori con queste caratteristiche immediatamente disponibili. La solidità difensiva, che parte dai dubbi sulla mobilità di Destro in fase di pressing e arriva alle incognite in difesa, potrebbe essere quest’anno la più grande sfida di Paolo Zanetti. Un allenatore che sembra destinato a rivivere i suoi incubi veneziani.

Miglior scenario possibile

Negli ultimi giorni di mercato, dopo una trattativa estenuante, l’Empoli riesce ad acquistare Daniele Rugani, che a casa ritrova la lucentezza di un tempo. Con la tranquillità di un ambiente che lo vede come padre nobile, Rugani è il leader silenzioso di una squadra che, dopo le difficoltà delle prime giornate, con lui in campo ha un’altra convinzione. Siamo anni luce lontani dall’ideale di Sarri e Giampaolo: l’Empoli con Zanetti diventa una squadra da Bundesliga, che si esalta quando può risalire il campo in verticale mentre gli avversari stanno ancora pensando come riorganizzarsi in campo. Eppure la cerniera difensiva Luperto-Rugani funziona, Destro vince la scommessa con il suo allenatore e a gennaio è già a quota 9 gol. La salvezza non è mai davvero una preoccupazione e nella seconda metà di stagione l’Empoli non crolla, merito anche di un calciomercato di gennaio che a casa riporta anche Saponara, splendido nella sua nuova veste da enganche di centrocampo. L’Empoli, con 50 punti, chiude il campionato undicesimo. Paolo Zanetti è l’allenatore più desiderato della Serie A.

Peggior scenario possibile

Negli ultimi giorni di mercato la trattativa per Daniele Rugani salta. Il centrale di Lucca si accasa al Galatasary, l’Empoli è costretto a ripiegare su Nikola Maksimovic. Alle 19.59 del primo settembre si vede Pietro Accardi lanciare il suo contratto oltre la porta che divide le trattative dalle sue ufficializzazioni, ma nel frattempo l’Empoli ha già perso tutte e quattro le prime partite di campionato. La squadra di Zanetti è divertente da guardare per i neutrali, cerca di segnare sempre un gol in più dell’avversario, a tratti produce delle reminiscenze zemaniane. Mattia Destro, che era partito con sei gol nei primi due mesi, si infortuna però poco prima della sosta per il Mondiale. Il nuovo anno porta in dote un Empoli fragile dietro e inconcludente davanti. A gennaio Nedim Bajrami, l’unica nota positiva, viene venduto alla Fiorentina per 15 milioni di euro. Agli inizi d’aprile, dopo l’umiliante sconfitta casalinga con il Lecce, l’Empoli esonera Zanetti e richiama Andreazzoli. La squadra azzurra ha uno scatto d’orgoglio, batte Milan e Cremonese, ma alla fine è costretta ad arrendersi. All’ultima giornata, dopo uno 0-5 inflitto al Castellani dalla Lazio, l’Empoli torna in Serie B. Il sorriso di Maurizio Sarri mentre esce dal campo sembra una punizione divina per essersi allontanati dal suo ideale.

Giocatore chiave

La scorsa stagione è stata dai due volti come quella dell’Empoli (4 gol e 4 assist nel girone d’andata, 2 gol e 3 assist in quello di ritorno), questa potrebbe essere quella della sua affermazione definitiva. Nedim Bajrami sarà chiamato a creare le occasioni per Mattia Destro e a compensare la sua assenza di dinamismo senza palla: in tutte le due fasi il suo rendimento sarà cruciale al successo della stagione dell’Empoli. Pochi giorni fa Zanetti ha speso per lui parole al miele, forse nella speranza di toglierlo dal mercato (si è parlato soprattutto di Fiorentina). «È un giocatore eclettico e di talento che può giocare in varie zone del campo, abbina tecnica e velocità e ha anche qualche gol in canna. Può fare la differenza e ha molti margini di crescita».

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Quanto crede la vostra lega in Mattia Destro? Se la risposta è circa 10 crediti (su 500 crediti totali) allora potrebbe essere l’affare in grado di svoltare la vostra annata fantacalcistica. Se il suo prezzo dovesse schizzare troppo in alto, invece, meglio guardare altrove. Probabilmente non a Bajrami, che a sua volta potrebbe essere più costoso del previsto vista la scorsa buona stagione, ma a qualche altro affare, chissà forse addirittura a uno. Abbiamo già detto degli assist di Marin, ma occhio anche a Tommaso Baldanzi, che si è messo in luce nel precampionato e potrebbe trovare spazio al progredire della stagione vista la mancanza di alternative credibili davanti. Baldanzi per movenze e gioco ha qualcosa di Raspadori e in due anni, tra Primavera e Youth League, ha messo a segno 25 gol e 15 assist. Quanto vi fidate del vivaio dell’Empoli?

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