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Daniele V. Morrone
Guida alla Lazio 2017/18
23 ago 2017
23 ago 2017
La squadra di Inzaghi riuscirà a rispettare le aspettative suscitate dalla scorsa stagione?
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Daniele V. Morrone
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 Adam Marusic, Lucas Leiva, Felipe Caicedo, Simone Palombi, Davide Di Gennaro.

 

 Lucas Biglia, Wesley Hoedt, Danilo Cataldi.

 

 



Un anno fa la maggior parte dei tifosi della Lazio stavano aspettando il“Loco” Bielsa, sognando l’inizio di un periodo di grande gioco e divertimento. Avrebbe rappresentato un bagliore in un periodo fin troppo apatico, di cui i tifosi accusano soprattutto la mancanza d’ambizione del proprio presidente, Claudio Lotito.

 

Sembrava uno strano matrimonio quello tra Lotito e Bielsa, e alla fine non si è concretizzato. L’arrivo dimesso di Simone Inzaghi, che aveva chiuso discretamente la stagione e che si è formato come allenatore delle giovanili, non ha di certo acceso l’ambiente. A partire da premesse deprimenti, la stagione invece è andata molto bene grazie proprio al nuovo allenatore. Simone Inzaghi ha saputo gestire nel migliore dei modi una rosa senza coppe europee, che la Lazio sembra sempre soffrire molto, e ha proseguito l’andamento sinusoidale che sta marcando questa tappa della presidenza Lotito, fatto da un’alternanza perfetta di stagioni buone e cattive (positive le stagioni 2012-13, 2014-15 e 2016-17, negative quelle in mezzo).

 

Grazie alla valorizzazione massima del talento in rosa, e alla preparazione tattica del suo allenatore, la Lazio ha chiuso il campionato vincendo con quasi tutte le squadre inferiori, e perdendo solo con quelle superiori. Si è piazzata al quinto posto, ma venendo scavalcata dall’Atalanta nelle ultime giornate, quando le energie si erano spostate sulla finale di Coppa Italia.

 

La Lazio ha inaugurato la nuova stagione giocando un’ottima partita contro i campioni d’Italia in carica e vincendo la Supercoppa Italiana. A fine partita nel giro di campo per festeggiare, il presidente Lotito si è presentato festante per la prima volta sotto la Curva Nord e non è stato fischiato.

 



 

La vittoria in Supercoppa è il quarto trofeo ufficiale della gestione Lotito, ma è una vittoria che va oltre il trofeo stesso. È il successo di un modello scelto dal presidente per avere una squadra solida economicamente e comunque competitiva nel contesto italiano. Una società chiuso al proprio mercato cittadino, incurante delle prospettive anche economiche del calcio contemporaneo (la Lazio non è volata in un altro continente per amichevoli di prestigio preferendo il Trentino come unica base della preparazione) e vogliosa di ridimensionare i tifosi da massa influente a meri spettatori fidelizzati. La Lazio si è cristallizzata nella sua dimensione storica di medio-grande del campionato, anche se è vero che col vuoto lasciato dalle milanesi avrebbe potuto forse essere più ambiziosa.

 

Nel suo modello, la Lazio non vuole mai cedere i suoi giocatori migliori, ma non vuole neanche ricompensarli economicamente abbastanza da invogliarne la permanenza. Per scelta scelte economica consapevole la Lazio ha monte ingaggi da metà classifica e per scelta morale si aiuta neanche oliando il meccanismo dei procuratori (la Lazio è la squadra che paga di meno in serie A le commissioni). Quando le stelle se ne vanno la società prova a essere intelligente nel mercato, cercando di coniugare il più possibile vantaggio economico e tecnico. Emblema di questa idea è la cessione di Biglia, i cui soldi non sono stati reinvestiti su un giocatore dello stesso livello (o superiore) con caratteristiche simili, ma decidendo invece di prendere Lucas Leiva per meno di 6 mln e Davide Di Gennaro gratis. La patata bollente di come sostituire un giocatore fondamentale come Biglia è passata a Inzaghi. Una situazione che rischia di ripetersi con Hoedt e, soprattutto, Keita Baldé.

 



La bravura di Inzaghi ha finito per aiutare la società nell’imporre questo modello. Inzaghi è un allenatore preparato tatticamente, che in un modo o nell’altro ha reso la Lazio una squadra difficile da battere. Il pregio migliore della Lazio è la sua flessibilità, la capacità di adattarsi a qualsiasi avversario grazie a piccoli ritocchi tattici ad hoc di partita in partita. Non è tanto importante quindi il sistema utilizzato (la Lazio ha alternato difesa a tre e a quattro durante la stagione e può disporre o meno del pallone) quanto il fatto che ogni giocatore in campo sa cosa deve fare con e senza palla.

 

Uno stile di gioco che si forma sulla base delle caratteristiche dei giocatori in rosa e può modificarsi a seconda del loro stato di forma. Felipe Anderson, ad esempio, che Inzaghi ha aiutato a sviluppare

; Keita Baldé, che è stato aspettato, istruito e poi

; Marco Parolo che nonostante il declino fisico è riuscito comunque ad avere una stagione all’altezza; Lucas Biglia, a cui è stato cucito un ruolo perfetto per le sue letture; Per non parlare di Milinkovic-Savic,

.

 

Il livello di gioco attuale del centrocampista serbo è il fiore all’occhiello del lavoro di Simone Inzaghi, che è riuscito ad incanalare un grande potenziale in un ruolo perfetto ad esaltarlo, che non ne limita la tecnica e la creatività con la palla. Milinkovic-Savic agisce nello spazio di mezzo, dove la sua struttura fisica dominante e la sua eccellente tecnica nel controllo ne fanno una perfetta testa di ponte per le verticalizzazioni.



 

Verticalizzazioni che può eseguire lui stesso quando non marcato, con un filtrante degno di Biglia.


 

Aiutato dai gol di Immobile nel periodo di ottobre (quando ne ha segnati 7 in 5 partite), Inzaghi si è guadagnato la fiducia della squadra per perfezionare il suo lavoro tattico. Un esempio è l’attenzione che Inzaghi pone agli spazi di mezzo, fondamentali nel calcio contemporaneo. La Lazio è attrezzata per poterli sfruttare al meglio, con gli inserimenti dei centrocampisti e le loro ricezioni. È soprattutto grazie a questi meccanismi che si deve l’esplosione di Milinkovic-Savic e Keita, perfetti per dominare fisicamente e tecnicamente quelle zone del campo. Nell’azione sotto si può vedere come Parolo lasci libero lo spazio di mezzo di destra per l’inserimento di Basta in area. La pausa di Luis Alberto permette all’azione di iniziare e il pallone sembra indirizzato a Basta, se non fosse per il taglio improvviso nello spazio di mezzo di Milinkovic-Savic, che con una ricezione profonda seguita da un colpo di tacco tacco produce la reazione a catena che libera Basta al tiro.

 



 

 

 

Un altro esempio dell’ottimo lavoro di Inzaghi può essere visto nell’ottimo utilizzo del terzo uomo per verticalizzare verso la punta, ideale per il gioco di Ciro Immobile, che quando si tratti di leggere spazi e toccare il pallone una sola volta diventa un ottimo attaccante di manovra. Contro il Málaga in amichevole Immobile fa da terzo uomo, realizzando una sponda per Di Gennaro che verticalizza su Keita. Il vero obiettivo dell’azione sarebbe però l’inserimento della mezzala, e Murgia con un’ottima lettura si fionda in area nello spazio lasciato vuoto con i tempi giusti.

 



 

 

Con la cessione di Biglia e la necessità di un regista che guidi con la palla giocatori come Immobile e Parolo, Inzaghi ha il compito di fare le nozze con Lucas Leiva e Davide Di Gennaro. Il tecnico ha capito subito però che nessuno dei due può sostituire l’argentino e ha deciso di adattare un giocatore che aveva già in rosa, Luis Alberto, che per talento supera entrambi ma che era arrivato per giocare esterno nel 4-3-3. Lo spagnolo non garantisce l’ampia mole di lavoro di Biglia senza palla (e forse per questo contro la Juventus gli è stato schierato Lucas Leiva alle spalle) ma è altrettanto bravo nella gestione della circolazione del pallone e nelle letture. Sarà fondamentale soprattutto nelle partite in cui la Lazio dovrà controllare il pallone (come nell’esordio contro la SPAL).

 



 

 

Luis Alberto potrebbe agire qualche metro più avanti per avere una copertura alle spalle contro le grandi, oppure più indietro per fare spazio anche a Murgia nell’undici.

 



Tra le seconde linee la Lazio è una squadra volutamente imbottita di scommesse e mestieranti che garantiscono un buon livello a un prezzo contenuto. Lukaku come vice Lulic e Marusic come vice Basta, ad esempio. Ma anche Caicedo come vice Immobile, Patric come esterno e Bastos come centrale. Proprio Murgia è l’esempio di come Inzaghi però non abbia paura a guardare anche in casa per ampliare la rosa con giocatori giovani. Murgia, nonostante il gol vittoria in Supercoppa, non sembra pronto per entrare a pieno regime fra i titolari, ma è il perfetto sostituto di Parolo, per caratteristiche tecniche e letture offensive.

 

Inzaghi ci sta lavorando da molto, dopo averlo provato la scorsa stagione come regista, immaginandolo come erede di Biglia. Murgia è un esempio ma ce ne saranno altri in arrivo in stagione. Inzaghi sembra aver già capito a cosa servono prima di ogni cosa le giovanili alla Lazio: non a fare plusvalenze di poco conto, ma a dotare la squadra di giocatori utili alle rotazioni con margini di miglioramento senza dover ricorrere al mercato per ogni buco. Ad aiutarlo in questo lavoro il suo percorso nelle giovanili della Lazio, che gli permette di conoscere alla perfezione ogni componente giovane della rosa, sapendo quindi di chi potersi fidare e come metterlo in condizione di fare subito bene. Simone Palombi, attaccante nell’ultima Lazio di Inzaghi nelle giovanili (2015/16), dopo un anno di prestito da titolare in Serie B alla Ternana, e in attesa di capirne il futuro, è stato utilizzato come come titolare nell’esordio contro la SPAL.

 



 

Siamo arrivati al punto in cui la Lazio inizia la partita con uno schema per la testa di Milinkovic-Savic per guadagnare campo già da subito. Qui Palombi è bravo nel movimento senza palla e ad eseguire la sponda, il serbo è invece stranamente impreciso nel passaggio a Immobile.


 

Palombi è un buon attaccante, senza un talento evidente ma solido tecnicamente, che sa come rendersi utile come attaccante grazie a una buona velocità e tanta dedizione. Per questo può sicuramente aspirare ad avere un futuro come titolare in una squadra di mezza classifica in Serie A. Palombi (che in teoria sarebbe un vice Immobile nelle gerarchie) contro la SPAL è stato utilizzato nel ruolo che lo scorso anno era di Keita, Inzaghi ha limitato però al minimo i suoi compiti tattici per non sovraccaricarlo di responsabilità: gli ha chiesto di ripetere solo il movimento incontro per la sponda e il movimento in profondità successivo. Palombi ha giocato una buona partita e aiutato la squadra in modo diligente. Come fece lo scorso anno Cristiano Lombardi al debutto contro l’Atalanta.

 

Visto il mercato fatto da Inter e Milan e l’impegno europeo, quest’anno la Lazio non deve guardare tanto alla classifica ma deve provare a stabilizzare il proprio rendimento. Il suo sviluppo tattico seguirà probabilmente lo stato di forma dei calciatori e il loro adattamento (potrebbe esserci un ritorno deciso della difesa a 4, ad esempio). Più importante riprendere il filo dello scorso anno: non essere mai inferiori nella battaglia tattica ed essere concreti nelle partite contro le squadre di livello inferiore.

 

Un punto di partenza che permetterebbe di puntare a un risultato indipendente dal contesto esterno, e che permetterebbe alla Lazio una continuità tra le stagioni che è mancata negli ultimi anni.

 



La Lazio continua con successo il progetto di Simone Inzaghi e senza grandi infortuni riesce a mantenere il livello di gioco della scorsa stagione. Con un ulteriore passo in avanti di Milinkovic-Savic si garantisce di lottare per il quarto posto in campionato e per un buon percorso in Europa League. Arriva la vittoria in finale di Coppa Italia contro la Roma.

 



La Lazio non riesce a trovare davvero il sostituto di Biglia, con tutto ciò che ne deriva in termini di efficienza. Un infortunio importante (Immobile o Milinkovic-Savic) mostra quanto sia basso il tetto della rosa ora che c’è anche da giocare l’Europa League. La squadra non riesce a trovare continuità e finisce fuori dall’Europa League e lontano dalle prime 6 a fine campionato. Arriva la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Roma.

 



Per quanto Milinkovic-Savic faccia pensare a un ulteriore miglioramento durante la prossima stagione con conseguente media voti alta, alla fine al Fantacalcio si vince con i gol e Ciro Immobile ne assicura sempre una cifra vicina ai 20. Non sono molti i giocatori che assicurano questi numeri e quindi forse non sarà proprio un affare. Mi sento quindi di consigliare Luis Alberto su cui quest'anno Inzaghi sembra voler puntare forte, con un contributo negli assist da non sottovalutare.

 



Milinkovic-Savic è, a modo suo, l’erede di Pogba nel campionato italiano. Riempie gli occhi tanto per il suo livello quanto per il potenziale del suo gioco. Ha una creatività e una capacità di esecuzione tecnica difficilmente riscontrabile in un giocatore con quel fisico. È senza ombra di dubbio uno dei giocatori più belli da osservare della Serie A e visto che questo rischia di essere il suo ultimo anno in Italia non può che essere il giocatore più atteso.

 

 

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