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Daniele Manusia
Guida al Gruppo D
19 nov 2022
19 nov 2022
Il girone dei campioni in carica.
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Daniele Manusia
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche, in questo articolo, che metteremo in cima ad ogni pezzo sul Mondiale, abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.Il girone della squadra campione in carica, la Francia, con una sua ex-colonia, la Tunisia, che sarebbe probabilmente disposta a perdere male le altre due partite pur di toglierle qualche punto, e quella Danimarca che i francesi avevano nel girone sia nel Mondiale vinto in casa nel 1998 che nell’Europeo successivo sempre vinto nel 2000 e persino nell’ultimo Mondiale vinto del 2018 (bei ricordi), ma che più di recente, in questo stesso 2022, è stata capace di batterla due volte di seguito in Nations League. La quarta squadra del girone D, l’Australia, sembra essersi imbucata a una festa in cui non conosce nessuno e, in tutta franchezza, sembra esserci andata come l’agnello sacrificale, come la squadra con cui tutte le altre ambiscono a fare tre punti. Un girone che la trequarti di voi seguirà solo per tifare contro la Francia, se non altro per la scandalosa abbondanza di talenti a disposizione (mentre a noi italiani sembra abbiano chiuso il rubinetto del talento), e va bene così anche perché in effetti le squadre che hanno vinto l’edizione precedente spesso fanno male (la Spagna nel 2014, la Germania nel 2018… anche noi dobbiamo ancora riprenderci dalla vittoria nel 2006).Favorite per il passaggio del turnoIl che non significa che sia un girone meno interessante degli altri. Tanto per cominciare grazie alla Danimarca di Kasper Hjulmand (in Danimarca lo hanno ribattezzato “leader della nazione”), che ha tutte le qualità per diventare la beniamino del pubblico neutrale (come, ahimè, quello italiano). Sia per l’ultimo Europeo e l’incredibile recupero non solo sportivo di Christian Eriksen, che per il gioco brillante, il 4-3-3 fluido e dinamico perfetto per il mix di fisica e tecnica dei giocatori in rosa, capace di alternare momenti più intensi e aggressivi a momenti in cui si compatta dietro la linea della palla. Il centrocampo con Hojberg, Delaney ed Eriksen è uno dei più completi di tutto il torneo; sulle fasce Maehle e Kristensen (che gioca nel Leeds) spingono; davanti c’è il talento di Damsgaard, che ha fatto benissimo agli scorsi Europei, e di Skov Olsen che invece pare esploso nel campionato belga (con il Brugge ha già segnato 6 gol quest’anno). Gli manca il numero nove, ma anche lì, chi siamo noi per non sperare che Dolberg trovi se stesso proprio in Qatar?Anche la Tunisia (che esordisce proprio con la Danimarca) potrebbe rivelarsi più ostica del previsto e magari giocarsela fino in fondo. L’attuale allenatore, Jalel Kadri, ha detto che la Tunisia affronterà il Mondiale “senza complessi” anche grazie alle recenti vittorie contro Cile (2-0) e Giappone (3-0), ma viene da una brutta sconfitta (1-5) in amichevole con il Brasile, che ha evocato il fantasma di un’altra brutta sconfitta, quella subita con il Belgio nell’ultimo Mondiale (2-5).

Per la Tunisia è la sesta partecipazione nella Coppa del Mondo, ma non ha mai superato il girone e adesso ci prova con una squadra composta in gran parte di giocatori nati in Tunisia che giocano lì o in campionati vicini (con qualche eccezione: c’è Bronn della Salernitana che è nato in Costa Azzurra, c’è sempre Khazri che è nato in Corsica e gioca a Montpellier, così come i centrocampisti Aissa Laidouni e Ellyes Skhiri entrambi nati in Francia). Per forza di cose penserà prima di tutto a difendersi, contro squadre come Danimarca e Francia, ma quando attacca lo fa con la palla a terra, cercando di sfruttare la tecnica dei propri giocatori migliori. A me piacciono molto anche Ben Romdhane, classe ‘99, e Ben Slimane del 2001, che invece gioca in Danimarca; oltre al più conosciuto Ferjani Sassi, che nell’ultimo Mondiale ha segnato su rigore all’Inghilterra. In avanti poi c’è Seiffedine Jaziri, capocannoniere dell’ultima Coppa Araba (4 gol) che comunque la sua presenza in area di rigore l’assicura.Squadra più interessanteTorniamo a parlare della Francia, allora. Solo l’Italia nel 1934-’38 e il Brasile nel 1958-’62 sono riuscite finora a vincere due edizioni consecutive del Mondiale. La Francia va in Qatar per tentare l’impresa, ma anche per evitare un altro di quei collassi che la colgono alla fine di ogni ciclo o quasi - 1 solo punto nel girone nel Mondiale 2002, da campioni in carica e dopo aver vinto anche Euro 2000; sempre solo 1 punto a Euro 2008 dopo la finale con l’Italia di due anni prima e subito dopo la vergogna del Mondiale sudafricano del 2010, con il litigio tra Anelka e Domenech, il rifiuto della squadra di scendere dal pullman e allenarsi… Stavolta la situazione è più ambigua. Dopo la finale dell’Europeo giocato proprio in Francia nel 2016 (persa in quel modo incredibile con il gol di Eder nei supplementari) e la vittoria nel Mondiale russo, la squadra di Deschamps si è fatta eliminare dalla Svizzera agli ottavi in un’altra partita dai contorni surreali, ma era arrivata prima in un girone difficile e pur non avendo mostrato il meglio di sé ha dato comunque l’impressione di essere una delle squadre migliori. E oggi, prima che il Mondiale inizi, la Francia non può non essere inserita nella lista delle possibili vincitrici nonostante le molte defezioni (Pogba, Kanté, Kimpembe e poi anche Nkunku infortunato da Camavinga in allenamento).

Di interessante ci sarà anzitutto capire come la farà giocare Deschamps. 4-3-1-2, 4-3-3 persino i vari moduli con la difesa a 3 sono possibile a partire dal talento a disposizione. La paura è che Deschamps si complichi la vita da solo insistendo su giocatori con uno stato di forma non eccezionale (Varane come detto viene da un infortunio, ma anche Benzema non era al 100% nelle ultime partite del Real mentre Griezmann ha passato un periodo terrificante con l’Atletico) anziché trovare la formazione migliore in ogni specifica partita. Come in Russia, anche quest’anno la Francia può fare e disfare la trama di ogni partita, trovando gol con singole giocate - ovviamente sarà il Mondiale della verità per Mbappé - o con la forza di un gruppo a cui non manca niente per vincere. Il grande punto di domanda riguarda il centrocampo (Tchouameni-Rabiot-Fofana-Griezmann?), se funziona quello, il resto verrà da sé. Ma se non funziona Deschamps dovrà trovare velocemente una soluzione dalla panchina (Camavinga, Guendouzi che ha giocato una grande prima parte di stagione con il Marsiglia, Dembelé?). Partita da non perdere

Ovviamente Francia-Danimarca (sabato 26 alle ore 17) anche solo per capire come finirà la terza sfida tra loro nel giro di pochi mesi. Per la Francia potrebbe essere importante sbloccarsi mentalmente ed eliminare un piccolo fantasma come questo, oltretutto anche sul piano del gioco sarà un primo assaggio del tipo di partite complesse che offriranno le altre avversarie di prima fascia, con cui non si può pensare di dominare per novanta minuti. Se vincesse la Danimarca, invece, ancora, perché a quel punto non potrebbero pensare davvero di vincerlo questo Mondiale. Damsgaard alla vigilia ha detto che il loro obiettivo è arrivare il più lontano possibile “e magari vincerla questa benedetta coppa”.Giocatore da seguire Questo sarà il primo Mondiale di Karim Benzema, dopo le vicende che lo hanno tenuto lontano dalla Nazionale, poco dopo aver vinto il Pallone d’Oro. Non nel suo momento di forma migliore (come detto, ha avuto dei “fastidi” muscolari, per usare le sue parole, nelle ultime partite con il Real Madrid). Benzema ha una sola occasione per brillare su una scala diversa da quella a cui è abituato, per entrare nella storia del proprio Paese. Tatticamente, anche, è fondamentale per far giocare bene il resto della squadra. Sullo sfondo ovviamente Kylian Mbappé, caso rarissimo di giocatore fenomenale, con un potere incredibile anche fuori dal campo, che finisce però per diventare così antipatico agli spettatori da finire per essere quasi sottovalutato. Mbappé ha l’occasione per zittire le critiche e vestire sempre di più i panni di Padre della Patria. Infine, anche il Mondiale di Christian Eriksen avrà un significato speciale e merita di essere seguito con attenzione particolare…Giovane più eccitante Due nomi che non tutti conoscono, forse. Hannibal Mejbri, naturalizzato tunisino, in prestito dal Manchester United al Birmingham, con il doppio o il triplo dei capelli di David Luiz. È un trequartista esterno, gioca a sinistra a piede invertito ed è un po’ leggerino ma dotato di un bel calcio e un bel dribbling. Nell’Australia invece c’è un piccolo fenomeno che ha compiuto da poco 18 anni, si chiama Garang Kuol ed è conosciuto perché a gennaio si trasferirà al Newcastle, che lo ha comprato la scorsa estate.

Ha giocato poche partite nella prima divisione australiana, entrando sempre dalla panchina, ma ha anche segnando 4 gol nelle prime 7 apparizioni. Inserito nell’All Star Team del campionato che ha giocato contro il Barcellona quest’estate, Xavi ne ha parlato come di un talento “incredibile”. È tecnico, veloce, fantasioso, ha anche un buon tiro. Per l’Australia è quasi impossibile pensare di passare il girone, ma solo per Kuol varrà la pena aspettare il settantesimo delle sue partite.

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