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Marco D'Ottavi

Giocatore che pensavi ritirato: Federico Marchetti

Un premio che è difficile da collocare nello spazio e nel tempo.

Se cercate “Federico Marchetti” su Google, i primi risultati e le ultime notizie riguardano un omonimo imprenditore italiano, fondatore di famosa azienda attiva nel settore delle vendite online e che – leggo dal suo sito personale – «è stato definito dal New York Times “l’uomo che ha portato la moda sul web”». Lo stesso avviene se cercate “Federico Marchetti Instagram” (il Federico Marchetti “che ha portato la moda sul web” ha anche più follower del Federico Marchetti vincitore del premio “giocatore che pensavi ritirato”), “Federico Marchetti Linkedin” (questo già più normale) e “Federico Marchetti moda” (questo assolutamente normale, non so perché l’ho cercato onestamente)(se invece cercate “Federico Marchetti portiere” è lui il primo risultato)(ve lo scrivo perché magari avete bisogno di cercarlo per motivi vostri e volevate accelerare il processo). 

 

Esiste per un calciatore un oblio più netto del non essere la persona più famosa col proprio nome? (a meno che non ti chiami Pepe, Lasagna, Buongiorno, Mandragora, nomi così). Federico Marchetti a un certo punto della sua vita –  punto che possiamo collocare più o meno al 13 febbraio 2017, quando era il portiere titolare della Lazio e si è fermato all’improvviso per un problema al ginocchio durante il riscaldamento col Milan – ha smesso di essere il Federico Marchetti più importante e ha iniziato a sparire dalle nostre vite. Doveva essere un problema da poco quello, all’epoca si parlava di uno stop di 10 giorni, ma poi Marchetti non aveva giocato una partita per oltre un anno e mezzo. Prima era stato l’infortunio a tenerlo fuori dal campo, poi era stato messo fuori rosa, apparentemente a causa di un litigio con Lotito. È quello il momento in cui abbiamo iniziato a pensare a lui come giocatore ritirato? Lotito, the playerslayer

 

Nell’estate del 2018 si svincola e firma con il Genoa, ma dopo 4 balbettanti partite da titolare scivola dietro a Radu nelle gerarchie. Per tornare in campo deve aspettare una pandemia e quel momento – spero ve lo siate scordato, ma non credo – in cui organizzare una partita di pallone era una specie di incubo. Nel bel mezzo di un focolaio i superstiti del Genoa erano volati a Napoli con Marchetti titolare. Aveva preso 6 gol ed era tornato a casa. «Tengo testa al vento, quasi sempre al contrario, cambiando la direzione delle vele» aveva scritto prima della partita e non si può dire che quell’imbarcata sia stata colpa sua, anzi.  

 

 

Un paio di mesi dopo, il 20 novembre 2020, aveva avuto invece il suo momento di gloria, quando con le sue parate era stato decisivo in un derby con la Sampdoria, vinto 3-1 dai grifoni. Poi, sparito di nuovo. Per tornare ad avere sue notizie – sue e non del Federico Marchetti “che ha portato la moda sul web” – c’era stato bisogno che un addetto di un autolavaggio distruggesse la Ferrari di Marchetti mentre gliela riportava al campo d’allenamento. Il portiere, almeno in pubblico, era stato fatalista (“Grazie a Dio, nessuno si è fatto male e questa è la notizia più importante” aveva scritto su Instagram), mentre dall’autolavaggio avevano fatto sapere di avere tutte le assicurazioni giuste, ma che «di sicuro il servizio di lavaggio e consegna a domicilio, che faccio pagare 20 euro a prescindere dalla tipologia di mezzo, non lo farò più». The Ferrarislayer.

 

A Genoa Marchetti ci è rimasto quattro stagioni, tra i 35 e i 39 anni, un’età in cui i giocatori di movimento sono per la maggior parte ritirati, ma in cui i portieri possono ancora giocarsi qualche possibilità. Lui, però, ha accettato con serenità – almeno apparente – un ruolo da secondo-terzo portiere come succede a tanti altri, anche se spesso con un curriculum più scarso del suo, che a un certo punto era considerato il miglior portiere italiano dopo Buffon. Nel bel mezzo della stagione 2021/22, con il Genoa che stava scivolando in B e una nuova proprietà americana, Marchetti era rimasto senza contratto, fatto fuori a favore di un nuovo Genoa giovane e scapestrato. È questo il momento in cui si è effettivamente ritirato? No. Marchetti ha resistito. Mentre la lista dei senza contratto piano piano si svuotava come ogni estate, lui ci rimaneva dentro imperterrito. È sembrato potesse tornare alla Lazio, sarebbe stato il secondo di Maximiliano mentre aspettavano che Carnesecchi tornasse dall’infortunio, ma poi non se n’era fatto niente avendo virano su Provedel. Poi il Cosenza era sembrata un’opzione, ma niente. 

 

I giorni sono passati e lui è rimasto in quel limbo: non più giocatore, ma ancora non ritirato. Va avanti così per oltre 6 mesi, mesi in cui non è chiaro se Marchetti sia o no un portiere ritirato (cosa definisce un calciatore in attività da uno che non lo è? Un messaggio di commiato sui social?). In quei giorni riesce comunque a farsi spazio tra le notizie, sempre immagino per fare concorrenza all’altro Federico Marchetti, con un post di fuoco sui social contro Alexander Blessin, appena esonerato dal Genoa. “Sei l’allenatore più povero, falso e presuntuoso che abbia avuto nella mia lunga carriera” ha scritto in inglese, metti che quello non capisse al volo. In risposta, qualche giorno dopo, l’allenatore lo accusa addirittura di essere una specie di Nereo Rocco, un dogmatico del catenaccio: «Era il terzo portiere e non mi piaceva il suo atteggiamento in allenamento. Non si metteva al servizio della squadra. Ho notato di tanto in tanto che questo giocatore sparava contro la mia filosofia di gioco. Il catenaccio è molto radicato in Italia».

 

Il 21 gennaio, dal nulla, arriva la chiamata dello Spezia. A far riflettere il club ligure sono gli infortuni di Dragowski e Zoet e il fatto che Petar Zovko, teorico terzo portiere, nell’unica presenza in campo aveva preso almeno un gol rivedibile. 

 

 

Marchetti inizia ad allenarsi con lo Spezia, il 7 febbraio compie 40 anni, il 19 torna a difendere una porta. È il 25esimo di Spezia-Juventus e Semplici sceglie lui per sostituire Dragowski, costretto a uscire. Sette minuti dopo prende gol da Kean. Lo Spezia gioca bene, ma a metà del secondo tempo Marchetti subisce un altro gol, questa volta con un tiro da lontano di Di Maria. A pensarci, per Marchetti è stata quasi una fortuna: prendere gol da una leggenda di questo gioco. Forse è il vero motivo per cui ha tenuto duro, non si è ritirato nonostante noi pensassimo il contrario: prendere gol da uno che neanche due mesi prima segnava in finale della Coppa del Mondo, non è mica da tutti.

 

Dopo quella partita, Marchetti non ha più giocato. Si è seduto in panchina con grande calma, il 28 maggio si è presentato all’Olimpico per celebrare il decennale della Coppa Italia vinta contro la Roma, insieme a compagni quasi tutti ritirati. Il suo contratto scadrà il 30 giugno e ancora non è chiaro se Marchetti continuerà con lo Spezia in B, o se tornerà in quel limbo tra ritirato o non ritirato. O magari si sfilerà una volta per tutte da questa categoria dello spirito, per fare spazio a nuovi giocatori che pensavi ritirati ritirandosi davvero. Avrei voluto darvi una risposta a questa domanda qui, ma purtroppo cercando su Google “Federico Marchetti ritiro” la prima notizia riguarda il dottor Federico Marchetti – non il Federico Marchetti portiere e neanche il Federico Marchetti che “ha portato la moda sul web”, ma un altro, un dottore nel senso di laureato in medicina, e il suo ritiro del premio “Eccellenze Informazione Scientifica Frontale”. 

 

Noi, ovviamente, non possiamo aiutare Federico Marchetti a trovare un’altra squadra o a scegliere cosa fare del suo futuro. Quello che possiamo fare – pubblicando questo articolo – è sperare di battere l’algoritmo, farlo tornare il primo Federico Marchetti, se non nella ricerca singola almeno in quelle legate al ritiro. Per aiutarci e aiutare lui, potete condividere tutti questo articolo, spammarlo sulle vostre bacheche, ritwittarlo ai vostri follower, raccontarlo ai vostri amici: è per una buona causa.

 

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Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.