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Illustrazione di Andrea Chronopoulos
Euro 2020 Federico Aquè 3 giugno 2021 5'

Guida al Portogallo

Il livello è molto alto, ma non sarà facile difendere il titolo vinto cinque anni fa.

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Il cammino del Portogallo verso gli Europei è stato più complicato del previsto. Il girone l’ha concluso al secondo posto dietro l’Ucraina, che è rimasta imbattuta nei due confronti con i portoghesi: un pareggio senza gol nella gara di andata e una vittoria per 2-1 al ritorno, che ha rischiato di far perdere gli Europei ai lusitani. A due giornate dalla fine, e con un solo punto di vantaggio sulla Serbia, al Portogallo sono servite due vittorie, contro rivali modeste come Lituania e Lussemburgo, per difendere il secondo posto, e quindi la qualificazione. A prendersi la scena, come sempre, è stato Cristiano Ronaldo, con una tripletta contro la Lituania (vittoria per 6-0) e il gol della sicurezza, il 2-0 a pochi minuti dalla fine, contro il Lussemburgo. Ronaldo ha chiuso il girone di qualificazione segnando in tutto 11 gol, al secondo posto nella classifica marcatori, dietro soltanto a Harry Kane.

 

Come gioca?

La squadra sembra piuttosto definita e l’unica incertezza riguarda la disposizione del centrocampo. Se cioè il Portogallo si schiererà con il 4-2-3-1, e quindi con Danilo e William Carvalho a proteggere la difesa e a coprire i quattro giocatori offensivi, oppure con il 4-3-3, con Danilo vertice basso e William Carvalho e Bruno Fernandes come mezzali. In realtà cambia poco, visto che, anche se dovesse partire da mezzala, Carvalho resta più vicino a Danilo, mentre Fernandes si muove con più libertà in avanti. Anche iniziando con il 4-3-3, cioè, i movimenti e le caratteristiche dei giocatori in mezzo al campo disegnano comunque una sorta di 4-2-3-1, magari solo un po’ asimmetrico.

 

Davanti, il centravanti è Cristiano Ronaldo che però, come sappiamo, non occupa la posizione in modo statico ma si apre spesso sulle fasce, e in particolare a sinistra, per essere coinvolto nell’azione. Ai suoi fianchi Fernando Santos ha schierato spesso João Félix (a sinistra) e Bernardo Silva (a destra), due giocatori con qualità eccezionali ma poco adatti a riempire con continui movimenti senza palla lo spazio liberato da Ronaldo al centro.

 

Portogallo-lato-sinistro

Ronaldo si allarga a sinistra e il Portogallo resta senza un riferimento centrale.

 

I portoghesi concentrano il loro possesso in zone laterali e di solito la palla avanza formando triangoli sulle fasce. Il livello è molto alto sia a sinistra, dove Guerreiro, Félix e Ronaldo possono combinare anche senza l’intervento della mezzala in zona, e cioè Carvalho; sia a destra, dove la verticalità di Bruno Fernandes si compensa bene con la pausa data da Bernardo Silva, che ragiona di più e dà il tempo ai compagni di riempire l’area, dando anche modo a João Cancelo, il terzino da quella parte, di avvicinarsi o sovrapporsi.

 

Quando non ha la palla di solito il Portogallo è piuttosto attendista, pressa poco e tende ad abbassarsi per ridurre il campo alle spalle dei difensori centrali. In mezzo la certezza è Rúben Dias, e anche se gioca nel Manchester City va detto che non è molto a suo agio a difendere in spazi ampi, mentre al suo fianco dovrebbe giocare uno tra Pepe e Fonte. Insomma, i portoghesi possono contare su una coppia difensiva molto solida se non ha spazi ampi da coprire alle spalle, e per questo sono molto attenti a non sbilanciarsi, a non rischiare per non farsi attaccare in campo aperto.

 

Chi va tenuto d’occhio?

È scontato dire Cristiano Ronaldo, che però gioca in un ruolo poco amato, il centravanti, e non ha di fianco nessun attaccante che impegna al suo posto la linea difensiva e crea spazi per i suoi tagli. E per questo il suo rendimento sarà più fondamentale del solito nell’economia di squadra. Fernando Santos può pensare di inserire André Silva, che ha vissuto la miglior stagione della carriera con l’Eintracht Francoforte. L’ex Milan ha segnato 28 gol ed è stato il secondo miglior marcatore della Bundesliga, alle spalle dell’imprendibile Lewandowski, autore di ben 41 reti, un nuovo record per il campionato tedesco.

 

Stavolta comunque il livello attorno a Ronaldo sembra molto alto. Come detto, ai suoi fianchi dovrebbero esserci João Félix e Bernardo Silva, entrambi dotati delle qualità necessarie per inventarsi scambi elaborati con la stella portoghese e di creare occasioni per lui. Oltre a loro due, la squadra può contare su un altro creatore eccezionale come Bruno Fernandes, che in nazionale fa più fatica a esprimersi ai livelli toccati con il Manchester United ma resta uno dei migliori in Europa nel far risalire la palla e dare l’ultimo passaggio.

 

Per una volta, poi, anche la difesa sembra affidabile. Rúben Dias è cresciuto molto nell’ultimo anno, imponendosi da subito come una delle colonne del Manchester City, e ai suoi lati ci sono due dei migliori terzini-registi del torneo. A destra Cancelo gioca in modo più classico rispetto a quanto ha fatto con il City nell’ultima stagione: non entra dentro il campo e occupa la fascia, ma anche da lì sa essere molto prezioso per l’azione. Rapha Guerreiro, poi, si muove forse con un po’ più di libertà e si accentra spesso e a sinistra rinforza il palleggio permettendo a William Carvalho di concentrarsi sui compiti difensivi.

 

Insomma, Ronaldo è sempre la stella ma attorno a lui c’è una squadra molto forte.

 

Ha dei punti deboli?

È vero che Pepe e Fonte vengono da stagioni incredibili: il primo si è fatto notare per le sue prestazioni in Champions League, tra cui una maestosa agli ottavi contro la Juventus, mentre il secondo ha vinto il campionato con il Lille; ma la carta d’identità non mente (tutti e due sono nati nel 1983) e non è detto che riescano a dare le necessarie garanzie a livello fisico, in un torneo breve e con partite ravvicinate. Fernando Santos si fida molto di entrambi e non ha convocato altri difensori centrali più giovani, a eccezione di Rúben Dias, tenendosi come possibile alternativa solo l’arretramento in difesa di Danilo, che però per il commissario tecnico portoghese è il mediano più affidabile.

 

Più avanti il pacchetto composto da Bruno Fernandes, João Félix, Bernardo Silva e Cristiano Ronaldo è il migliore possibile a livello di talento, ma alla squadra potrebbe servire un riferimento più stabile al centro, che impegna la difesa e riceve quanto creato alle sue spalle da Fernandes, Félix e Silva, e soprattutto che dia profondità alla manovra. Per questo è possibile che, pur partendo leggermente indietro nelle gerarchie, alla fine tornerà molto utile Diogo Jota, l’alternativa migliore in mano a Fernando Santos per aggiungere la verticalità che manca all’attacco portoghese.

 

🇵🇹 Diogo Jota’s form = _______

The Portugal forward turns 24 today! 🥳#HBD | @selecaoportugal pic.twitter.com/N8YymxH1Xq

— UEFA EURO 2020 (@EURO2020) December 4, 2020


Dove può arrivare?

Non sarà semplice difendere il titolo, anche perché stavolta ci sono più pressioni: il Portogallo non è più un’outsider ma una delle favorite. Di talento ce n’è abbastanza in ogni reparto, e anche se il gioco non ruba l’occhio Fernando Santos è un allenatore scaltro e ha già vinto il torneo con un cammino tutt’altro che trionfale cinque anni fa.

 

La Francia è più forte, ma i portoghesi hanno buone possibilità di chiudere il girone davanti alla Germania e di guadagnarsi quindi un abbinamento più morbido agli ottavi. A quel punto, con un po’ della fortuna avuta agli ultimi Europei, anche stavolta il Portogallo può arrivare fino in fondo. Magari con un cammino più brillante, anche se forse ha meno ordine ed equilibrio rispetto a cinque anni fa.

 

Tags : euro 2020portogallo

Federico Aquè ha collaborato con Sprint&Sport, Datasport e Sportmediaset.

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