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La nuova centralità di João Cancelo
03 mar 2021
03 mar 2021
Uno dei segreti del Manchester City di Guardiola.
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Foto IPA / Fotogramma
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Di João Cancelo si è parlato e scritto tanto nelle ultime settimane, e ci sono diverse buone ragioni. Il Manchester City ha vinto le ultime ventuno partite giocate in tutte le competizioni - un record per il calcio inglese - e Cancelo è stato tra i giocatori più decisivi. Forse il più importante in assoluto per far ritrovare un certo ritmo al City, quello che secondo Pep Guardiola era mancato a inizio stagione. «Il nostro calcio può essere giocato a un solo ritmo», aveva spiegato il tecnico catalano a fine dicembre dopo la vittoria sul Newcastle, «non possiamo andare su e giù velocemente, dobbiamo giocare con il nostro ritmo di mille passaggi al momento giusto». Uno dei passi necessari, forse il più importante per il ritmo cercato da Guardiola, è la superiorità, numerica e posizionale, al centro nello spazio tra difesa e trequarti, ed è qui che entra in gioco Cancelo. Non importa se parta da destra o da sinistra, il portoghese attiva il noto meccanismo del “falso terzino” e si accentra di fianco al mediano (lo ha fatto in pratica in ogni partita degli ultimi mesi, ma nell'ultima vinta 4-1 contro il Wolverhampton ha giocato invece alto e largo a sinistra). È un movimento a cui Guardiola non rinuncia anche quando non schiera Cancelo tra i titolari - lo fa anche Zinchenko partendo da terzino sinistro, ad esempio - ma il portoghese lo interpreta in un modo unico. Cancelo non si limita a occupare una zona fondamentale per il possesso, a farsi trovare come uomo in più e a spostare subito al centro la manovra. Non si limita cioè a rinforzare il palleggio a inizio azione e ad assicurare la quantità di passaggi necessari secondo Guardiola per avanzare con ordine. Di solito il meccanismo del falso terzino è utile come esca per liberare i compagni tra le linee più avanti, nel caso di Cancelo è lui stesso che va a occupare gli spazi liberi in zone avanzate, e quindi a intervenire sull’azione fino a definirla nei metri finali, eseguendo l’ultimo o il penultimo passaggio. Cancelo è uno dei pochi terzini che accentrandosi riesce a creare vantaggi concreti, perché non si limita a tenere la posizione e a rendere più sicuro il possesso, ma sa muovere il pallone in avanti con qualità ed è abile a vedere e occupare gli spazi che lui stesso ha contribuito a creare con il suo movimento iniziale.

Qui con la sua presenza al centro Cancelo dà una soluzione comoda per aggirare il primo pressing del Chelsea. Il portoghese è solo in mezzo al campo, si gira e poi sceglie di appoggiarsi a destra su Bernardo Silva, fuori inquadratura.

Il tempo di adattarsi Per l'influenza che ha sul possesso, e l'impossibilità di essere inquadrato in un ruolo definito, forse l'unico paragone possibile è quello con Alaba, che partendo da falso terzino – ai tempi di Guardiola al Bayern Monaco - si faceva trovare in diverse zone nella stessa azione e riusciva a fare sempre la cosa giusta. Come l'austriaco, anche Cancelo è abile sia dentro il campo che sulle fasce, portato al fraseggio ma allo stesso tempo capace anche di iniziative personali risolutive, disinvolto a ogni altezza del campo, che si tratti di iniziare l’azione, di farla continuare o di rifinirla. E come al Bayern Monaco, anche al City il meccanismo del falso terzino si accompagna a due ali alte e larghe, a dare ampiezza e liberare spazi al centro, così da aiutare a far arrivare la manovra nella zona preferita per la rifinitura: i lati corti dell’area. Certo, Cancelo ci ha messo più tempo di Alaba per adattarsi al gioco di Guardiola. «È arrivato la scorsa stagione ed era un po’ confuso all’inizio», ha raccontato il tecnico catalano a gennaio. «Si aspettava qualcosa che non potevamo offrirgli, ma è un bravo ragazzo, con un grande cuore e una fisicità incredibile. Il giorno dopo una partita può giocare ancora e questo è molto importante per noi. La scorsa stagione ha avuto dei problemi a inserirsi in un nuovo club, ora è qui da più tempo e ci aiuta a fare qualcosa di cui abbiamo bisogno». Abituato a dare un grande contributo a livello offensivo, ma avendo come riferimento la linea laterale e il movimento dell’ala davanti a lui per capire se sovrapporsi all’interno o all’esterno, il portoghese si muoveva da terzino classico nel suo primo anno al City, e ha giocato poco, più spesso a destra come alternativa a Walker che a sinistra, anche se da quel lato Guardiola avrebbe avuto bisogno di un terzino affidabile, visti i problemi fisici di Mendy e la cessione a metà campionato di Angeliño. A gennaio di un anno fa Guardiola non aveva nascosto la sua delusione, tanto da parlare di una possibile cessione del portoghese: «Ha grandi qualità, riesce a fare quei due o tre assist. È un ragazzo, però deve decidere se vuole restare qui a lottare insieme a noi oppure no. Noi l'abbiamo comprato per molti anni, non per sei mesi. Non so cosa accadrà tra qualche settimana e in estate ne discuteremo. Se un giocatore vuole andarsene, è semplice: l'agente deve chiamare il club e arrivare a un accordo. Se lo trova, allora il suo assistito può andare via. Altrimenti resta qui». Col tempo Cancelo è cresciuto, e anche se magari Guardiola aveva in mente fin dall’inizio di spostare il portoghese al centro, è solo quando ha notato che la sua squadra non riusciva più a far circolare la palla con la solita continuità e brillantezza che ha chiesto quel movimento a Cancelo. L’impiego del portoghese come falso terzino è stato, insomma, un tentativo fatto da Guardiola in un momento in cui il City aveva perso il solito palleggio, in cui la necessità di rendere più stabili le transizioni a palla persa si era tradotta in una manovra più rigida e verticale, che si preoccupava di tenere sempre un numero sufficiente di giocatori sotto la linea della palla e inevitabilmente rendeva più faticosa la risalita del campo. Una soluzione ai problemi di circolazione Cancelo, già in una prima fase da terzino sinistro, si era imposto come un riferimento per il possesso. Se il City non riusciva più a passare dal centro come prima, l’uscita più naturale per far avanzare la palla era a sinistra sul portoghese, un terzino più portato a costruire l’azione rispetto a Walker sul lato opposto. Ricevendo a sinistra, e quindi potendo rientrare sul destro, Cancelo aveva la possibilità di riportare il gioco al centro, ma doveva fare i conti con alcune limitazioni. La linea laterale, anzitutto, che riduceva le sue scelte e rendeva prevedibile il suo movimento verso l’interno; ma anche la strana rigidità del City, che non gli creava linee di passaggio vicine e lo faceva ricevere isolato, puntando poi sulla sua iniziativa per saltare la pressione e far risalire la palla. Il primo derby stagionale con il Manchester United, finito 0-0, è una partita simbolica in questo senso. Il City era schierato con il 4-2-3-1, con i terzini bassi e un centrocampista ad abbassarsi sulla linea difensiva per blindare la prima circolazione, le ali e la punta distanti a impegnare la linea difensiva, e il solo De Bruyne a muoversi in appoggio tra il primo blocco e i giocatori più avanzati, scivolando in orizzontale nella zona in cui usciva la palla. A inizio azione il City formava insomma due linee da tre e si appoggiava soprattutto a sinistra su Cancelo per portare la palla fuori dalla difesa, ma i collegamenti con i trequartisti e la punta erano difficili. Qui sotto è Rodri che abbassandosi forma la prima linea a tre, più in avanti Fernandinho resta solo a una certa distanza dai terzini ai suoi lati. La palla arriva a Cancelo, che è orientato con il corpo verso il centro ma non ha soluzioni comode vicine, e quindi fa la scelta più sicura, quella di appoggiarsi all’indietro su Dias.

Anche quando il City manovrava nella metà campo avversaria, con le linee più vicine e più possibilità di palleggiare, i collegamenti tra Cancelo e i compagni più avanzati restavano difficili. Distanze e smarcamenti non facilitavano gli scambi e lo United andava facilmente in superiorità numerica scivolando sui lati. Qui sotto Sterling si avvicina e toglie spazi, De Bruyne è coperto, mentre Fernandinho e Rodri danno un appoggio ma tenendo una posizione prudente per non sbilanciare lo schieramento in caso di errore, il primo allargandosi verso sinistra e il secondo restando a presidio del centro. Cancelo è pressato, non ha spazio per puntare il suo avversario e ancora una volta non può fare altro che tornare indietro.

Trovandosi spesso isolato, il modo migliore per servire Cancelo e fargli giocare la palla con spazio a sufficienza in avanti era con i cambi di gioco da destra a sinistra. Con questo possesso più verticale e orientato sulle fasce il City in effetti aveva raggiunto l’obiettivo di ridurre le occasioni subite in transizione, ma la rinuncia ad aspetti fondamentali per il suo gioco come il controllo del centro e il palleggio in zone interne per risalire il campo con pazienza, l’aveva trasformato in una squadra prevedibile e poco pericolosa. Guardiola ha indicato come momento di svolta della stagione la partita contro il Newcastle nel Boxing Day, la prima in cui Cancelo ha giocato da falso terzino. Con questa mossa il City ha ritrovato il controllo del centro e il solito ritmo nel palleggio, accompagnando la risalita del campo con molti giocatori e infiniti passaggi corti. Il possesso è tornato brillante e il problema della stabilità nelle transizioni difensive è stato comunque risolto, perché il City ha sempre un uomo in più e non perde mai la palla.

Le posizioni medie dalla partita contro il Tottenham, vinta 3-0. Una squadra stretta che accerchia gli avversari con un possesso infinito in cui tutti si passano la palla.

La nuova centralità di Cancelo L’appoggio su Cancelo è il colpo sulla prima tessera del domino che fa cadere tutte le altre. Ricevendo libero e in mezzo al campo, il portoghese forza una scelta nello schieramento avversario e può far continuare l’azione senza essere limitato dalla linea laterale. Gli appoggi comodi sono almeno due, quello sul mediano di fianco e quello sull’ala in ampiezza, e a ogni passaggio si genera una superiorità che si trasmette di mossa in mossa, perché nel frattempo l’avversario o è uscito in pressione o copre la zona, e quindi lascia almeno una linea di passaggio libera per continuare il possesso. Qui sotto c’è un esempio da un altro derby con lo United, giocato in Coppa di Lega a tre settimane di distanza dal primo e vinto 2-0 dal City. Cancelo riceve poco oltre il centrocampo sulla destra, attira l’uscita di Pogba, che libera quindi De Bruyne alle sue spalle. Sul belga allora deve scivolare Fred, che però ha Mahrez alle spalle, senza contare che davanti a lui si è smarcato Fernandinho, che può ricevere comodamente il passaggio in orizzontale di Cancelo. L’azione non porta a nulla perché Fernandinho sbaglia il passaggio sul solito inserimento di De Bruyne sul lato corto dell’area, ma è proprio su questa serie di scelte e spazi che gli avversari sono costretti a liberare che si fonda il possesso continuo e ipnotico del City.

Come sono cambiate le opzioni di Cancelo tre settimane dopo il primo incontro con il Manchester United.

Per quanto Guardiola provi a evitarlo in ogni modo, ovviamente anche la sua squadra ogni tanto è costretta a cedere il possesso (e anzi nella vittoria per 4-1 sul Liverpool a tenere la palla per la maggior parte del tempo sono stati proprio i “Reds”) ma la stabilità delle transizioni difensive è comunque garantita. Cancelo, infatti, aumenta la presenza al centro per recuperare subito la palla se il possesso si interrompe, e se gli avversari hanno campo libero e riescono a superare la prima pressione è comunque veloce a tornare nella sua posizione di terzino. La presenza di Cancelo è diffusa in ogni fase, e la sua partecipazione al gioco è così peculiare che sfugge a ogni definizione. Jonathan Liew sul Guardian ha usato il termine “anti-ruolo”, «un ruolo che non esiste, basato sull’inganno e l’elusione e sull’essere in ogni momento nel posto esatto in cui meno ti aspetti che si trovi». Cancelo non fa solo cadere la prima tessera del domino generando la prima superiorità, ma sullo sviluppo dell’azione riesce a dare un contributo decisivo a prescindere dalla zona in cui riceve. Ovviamente sa ancora allargarsi e crossare, anche se ha meno occasioni per arrivare sul fondo ed è più portato a farlo dalla trequarti, come ha mostrato con i due gol propiziati nella gara di andata degli ottavi di Champions League contro il Borussia Mönchengladbach, in cui ha giocato sulla fascia sinistra. Ma ha anche piedi e visione da trequartista per dare il passaggio filtrante nella zona centrale poco oltre il limite dell’area, e quando è sulla destra nel corridoio interno si è specializzato nella verticalizzazione sul lato corto dell’area, un passaggio in cui ha una grande intesa soprattutto con Sterling.

Cancelo è al centro poco fuori l’area e fa passare il pallone sotto le gambe dell’avversario. Sterling arriva sul lato destro dell’area piccola e sul suo passaggio all’indietro segnerà Gündogan.

L’accentramento di Cancelo non certo è l’unico segreto dietro all’incredibile striscia di vittorie del City. Il portoghese non è sempre stato titolare e la squadra di Guardiola non ha comunque smesso di vincere. Però quella mossa è stata una premessa decisiva per dare una svolta alla stagione del City, per alzare la qualità del possesso e risolvere altri problemi più specifici. Ora la squadra di Guardiola dipende meno a livello creativo da De Bruyne e ha continuato a vincere senza affanni anche quando il suo miglior giocatore è rimasto fuori per un infortunio. Quando gioca, il belga accentra su di sé molte responsabilità nel creare occasioni, si prende dei rischi, verticalizza anche da zone del campo scomode e in situazioni difficili, e inevitabilmente obbliga Cancelo a occuparsi un po’ meno della rifinitura e un po’ di più delle fasi precedenti dell’azione. Ma quando è mancato De Bruyne le responsabilità in rifinitura erano maggiormente distribuite e la pericolosità del City è rimasta comunque alta. Oltre a questo, Cancelo ha aiutato in modo indiretto a risolvere il problema dell’assenza di Gabriel Jesus e Agüero, poco presenti nella stagione del City anche a causa degli infortuni e del coronavirus. Il loro contributo a livello realizzativo è stato marginale (Jesus però ultimamente sta giocando di più e ha segnato una doppietta contro il Wolverhampton), ma la squadra di Guardiola è comunque riuscita ad assorbire la loro assenza grazie ai gol degli esterni, e soprattutto di Gündogan, diventato a sorpresa il miglior marcatore del City. Come ha notato Jamie Carragher dopo la vittoria sul Liverpool, la presenza in mezzo al campo di Cancelo ha tolto responsabilità in costruzione a Gündogan e lo ha portato a spingersi in avanti e occupare l’area come non aveva mai fatto nella sua carriera. Sono tanti i motivi per cui il City è tornato a essere la miglior squadra in Inghilterra, e una delle migliori in Europa, tra le favorite in Champions League ora che è più solido a livello difensivo e non ha bisogno di creare molto per vincere le partite. La nuova centralità di João Cancelo è uno dei principali.

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