Michael Porter Jr. ha iniziato la stagione appena conclusa con aspirazioni da prima scelta assoluta, così come i maggiori siti di riferimento lo proiettavano in vista del Draft 2018, al pari di talenti come Deandre Ayton, Luka Doncic e Marvin Bagley. Ma se gli altri tre prospetti hanno sentito chiamato il loro nome con le prime scelte, Porter Jr. ha dovuto aspettare molto più del dovuto, fino alla scelta numero 14 dei Denver Nuggets e immediatamente successiva a quella di Jerome Robinson, un prospetto che fino a qualche giorno fa non aveva neanche la velleità di essere scelto al primo giro.
In questo unico episodio si racchiude tutta l’incertezza del Draft NBA e di conseguenza il perchè, ogni singolo anno, la nottata delle scelte rimane uno degli eventi imperdibili della stagione NBA. Michael Porter Jr. non è stato l’unico protagonista (in negativo, in questo caso), andiamo quindi a vedere nello specifico come si sono comportate le franchigie, valutando scelta per scelta le loro decisioni nella serata più pazza dell’anno.
PHOENIX SUNS - Deandre Ayton (C - Arizona)
I Suns non hanno disatteso le aspettative e con la prima scelta assoluta sono andati con il centrone che mancava da anni nel roster della franchigia dell’Arizona. Ayton è un giocatore pronto a dare un contributo fin dal primo giorno, con qualità che lo inseriscono immediatamente nel quintetto titolare, ma che ha ancora un sacco di potenziale da esprimere, probabilmente uno dei più alti della storia recente. Ayton è un lungo dal fisico statuario e dalla grande freschezza atletica, a cui combina doti offensive che gli permettono di agire sia dentro che fuori dal perimetro e di essere fin da subito una delle prime opzioni realizzative anche in NBA. La difesa rimane un punto interrogativo più per fondamentali che per mezzi fisici (diciamo che ha l’hardware giusto ma il software sbagliato), ma difficile trovare una prima scelta così sicura.
SACRAMENTO KINGS - Marvin Bagley III (FC - Duke)
Fino a poche ore dal Draft si è creduto che quella attorno alla scelta dei Kings fosse una cortina di fumo e che avrebbero rispettato il pronostico prendendo Luka Doncic, ma a ridosso delle scelte si è avuta la conferma che i Kings non avevano alcuna intenzione di chiamare il fenomeno sloveno, preferendogli un giocatore come Bagley, l’unico ad accettare il provino con la squadra californiana. Il lungo di Duke è un giocatore che offensivamente ha un rendimento sicuro grazie a un dinamismo e a istinti già traslabili a livello NBA, così come le superbe doti di rimbalzista. Un prospetto che già al primo anno può garantire almeno 15 punti e 10 rimbalzi a partita, forse anche di più se verrà coinvolto parecchio nella fase offensiva. Le grandi domande sono sull’utilità di queste cifre, specialmente perché difensivamente le lacune sono così tante da rendere negativo il suo impatto complessivo in campo. Inoltre ci sono dubbi su quanto potrà migliorare in alcuni aspetti (tiro e passaggio su tutti) per fare definitivamente di lui un’ala e non una via di mezzo con un centro. L’altro quesito pesante invece va fatto sulla dirigenza dei Kings: quanto peserà non aver scelto un prospetto sicuro come Doncic, per una squadra che da anni non riesce a trovare risposte esaustive al Draft?
DALLAS MAVERICKS (via ATLANTA) - Luka Doncic (G - Real Madrid)
Non c’è alcun dubbio che Luka Doncic sia al momento il miglior giocatore del Draft, e non potrebbe essere altrimenti dopo questi anni in cui si è imposto nella più importante competizione al mondo dopo la NBA. I Mavericks sono riusciti a cogliere la palla al balzo rinunciando (volentieri) a una prima scelta futura protetta in top-5 e puntando sull’interesse degli Hawks per Trae Young, andando a prendere un giocatore pronto a dire la sua in campo fin da subito. Sarà interessante vedere come andrà la convivenza negli ultimi scampoli di carriera di Dirk Nowitzki e, soprattutto, come funzionerà il backcourt con Dennis Smith Jr. negli anni a venire, che perlomeno sulla carta promettono di integrarsi molto bene dal punto di vista offensivo. Il tutto nelle mani di Rick Carlisle, forse uno dei migliori allenatori a cui affidare il talento dello sloveno.
Tutoring di livello.
MEMPHIS GRIZZLIES - Jaren Jackson Jr. (C - Michigan State)
La voglia di cedere questa scelta per impacchettare i dead money di Chandler Parsons da ri-usare sul mercato sembra sia rimasta fino all’ultimo momento, ma non trovando contropartite adeguate i Grizzlies si sono buttati su quello che era il miglior giocatore disponibile in Jaren Jackson Jr.. Giovanissimo lungo di prospettiva con un profilo estremamente moderno, promettendo difesa di alto livello e spaziature in attacco, caratteristiche che gli permettono di essere un giocatore poliedrico, adattabile a molte situazioni di gioco e quintetti. Forse non è il prospetto che può dare un impatto immediato a una franchigia che vede Conley e Gasol allontanarsi dal loro prime, ma è un ottimo innesto per una squadra che a livello di futuribilità ha sempre lasciato a desiderare.
ATLANTA HAWKS (via DALLAS) - Trae Young (PG - Oklahoma)
L’interesse degli Hawks su Young c’era da tempo, tanto che ci si aspettava usassero le scelte successive e qualche asset per arrivarci senza toccare la scelta numero 3. Non ci sono riusciti, ma in compenso hanno guadagnato una scelta al primo giro per andarsi a prendere un prospetto che valutavano molto più in alto rispetto ad altre franchigie. Young più volte è stato avvicinato a Steph Curry per le similitudini nel loro modo di giocare e di stare in campo, e il GM Travis Schlenk sembra essere sicuro di voler iniziare la ricostruzione da lui. Sarà molto interessante vedere come negli anni gli verrà costruita la squadra intorno.
ORLANDO MAGIC - Mo Bamba (C - Texas)
Probabilmente beffati da Atlanta nella corsa a Trae Young, i Magic hanno deciso di accontentarsi di un prospetto unico nel suo genere, un lungo difensivo che punta ad essere rivoluzionario per il modo con cui combina lunghezze da Mr. Fantastic a proprietà tecniche in crescendo, come dimostra il lavoro intensivo sul tiro nelle sedute pre-Draft. Ragazzo super a livello di testa e comprensione, i dubbi sulla composizione fisica necessaria per tenere il livello fisico NBA sono legittimi ed è per questo che la scelta, nonostante sia comprensibile, rimane ad alto rischio. I Magic tentateranno di blindare il front-court del futuro con lui e Jonathan Isaac.
CHICAGO BULLS - Wendell Carter Jr. (C- Duke)
I Bulls sembravano essere la prima squadra ad avere la possibilità di premere il grilletto su Michael Porter Jr, e invece hanno deciso di andare su un giocatore con meno talento in prospettiva ma solido come una roccia, capace di assicurare 10/15 anni di buona carriera NBA nel ruolo di centro. Carter è stato oscurato dall’ombra di Bagley sia offensivamente che difensivamente in questa stagione a Duke, ma quello che porta sul campo rispecchia i canoni della Lega nel ruolo: non sembra avere grande potenziale, ma è già capace di mettere palla a terra, tirare e passare con naturalezza, aggiungendo anche presenza difensiva, un playmaking-5 sui due lati del campo. Fit perfetto con Lauri Markkanen, anche per dare un segnale di continuità a un ambiente che ne aveva molto bisogno.
CLEVELAND CAVALIERS - Collin Sexton (PG - Alabama)
Qui invece l’inserimento all’interno della squadra al momento è di difficile valutazione e il motivo non credo ci sia bisogno di spiegarlo: Cleveland ha deciso di scommettere su un giocatore dalla forte personalità, un vincente con grande cultura del lavoro e una cattiveria agonistica innata. C’è da capire cosa ci si può costruire, a livello tecnico, intorno a questo temperamento di primo livello. Il primo tassello del post-LeBron.
La fiducia in se stesso non è certamente un problema per Sexton.
NEW YORK KNICKS - Kevin Knox (F - Kentucky)
Per il secondo anno consecutivo i Knicks preferiscono puntare sulla progettualità e questo, nonostante i soliti fischi e scenette patetiche, non può che essere un’ottima notizia per i tifosi. Knox ha molto tempo davanti a sé per crescere ed esiste il forte sospetto che la disfunzionalità di Kentucky non abbia aiutato a capire il suo attuale livello di gioco, dove oltre alla bellissima e fluida meccanica di tiro e alla prontezza tattica per giocare da 3 ha fatto vedere poco. L’aspetto più interessante del suo gioco è la stazza legata a una presunta versatilità che gli potrebbe permettere di giocare tre ruoli in NBA, anche il 5 in situazioni di emergenza.
PHOENIX SUNS (via PHILADELPHIA) - Mikal Bridges (F - Villanova)
Questa era una pick telefonata da tempo, solo che ci si aspettava che la facesse Philadelphia, ovvero l’originaria proprietaria della scelta e non Phoenix, arrivata in seguito offrendo la 16 e la prima scelta 2021 (e non ce lo si aspettava). Per i Suns è il segnale di massima fiducia verso Devin Booker e la sua crescita come creatore dal palleggio, mettendogli accanto un 3&D capace di trovare benissimo le mattonelle in campo per fare male senza necessità di dominare il pallone, né la qualità per farlo. E finalmente un difensore di squadra all’altezza per una squadra negli ultimi anni ha fatto grande fatica nella propria metà campo.
L.A. CLIPPERS - Shai Gilgeous-Alexander (PG - Kentucky)
Con questa scelta i Clippers si sono assicurati la loro point guard del futuro. La crescita annuale di SGA è stata incredibile: partito da cambio del play a Kentucky, si è velocemente preso la squadra sulle spalle per la grande capacità di creare per gli altri da situazione di pick and roll, fino a guadagnarsi un posto in lottery. Qualche carenza a livello di realizzazione pura, ma l’impatto sui due lati del campo è intrigante nel lungo periodo.
Oltre alla lottery, SGA ieri si è conquistato anche il Samaki Walker Award per il peggior completo indossato (foto Jennifer Pottheiser/Getty Images)
CHARLOTTE HORNETS - Miles Bridges (F - Michigan State)
Charlotte perde il pelo ma non il vizio e con questa scelta - scambiata con i Clippers con l’aggiunta di due seconde scelte future - decidono di prendere un’altra combo-forward sebbene nel roster non manchino di certo. Bridges nonostante la giovane età è un prospetto pronto per la NBA grazie a capacità atletiche e senso tattico ben sviluppati, in parte dimenticato dopo la rinuncia a fare il salto lo scorso anno, ma trovare spazio nel roster degli Hornets rischia di non essere facile.
L.A. CLIPPERS - Jerome Robinson (G - Boston College)
Sorpresona. Era indicato come uno dei prospetti in ascesa negli ultimi giorni, ma il salto fatto da Robinson - indicato come materiale da secondo giro non più tardi di una settimana fa - è incredibile ed è il segnale che nei workout individuali deve aver fatto molto bene. Combo-guard capace di garantire punti dal jumper e agire anche in fase di costruzione, sceglierlo prima di Michael Porter Jr. è un rischio che può fare solo una dirigenza con grande pelo sul petto come quella guidata da Jerry West.
DENVER NUGGETS - Michael Porter Jr. (F - Missouri)
Precipitato, sembrava che il suo momento non dovesse arrivare mai. Nonostante il talento realizzativo di primo livello, gli esami medici devono aver dato risultati disastrosi e per questo nessuna squadra con scelta precedente a questa ha deciso di correre il rischio.
Interessante l’inserimento in una squadra con un core così giovane, ma aspettiamoci di vederlo in campo raramente nei prossimi mesi.
WASHINGTON WIZARDS - Troy Brown (GF - Oregon)
Un coltellino svizzero che a fianco di realizzatori può dare molto, grazie alla versatilità sui due lati del campo non ancora sostenuta da caratteristiche che gli permettono di essere un realizzatore affidabile. Al fianco di John Wall e Bradley Beal, tatticamente, potrebbe risultare molto utile, garantendo playmaking e difesa su più ruoli. Prospetto da seguire attentamente, probabile late bloomer a livello di punti nelle mani.
PHILADELPHIA 76ERS - Zhaire Smith (GF - Texas Tech)
I Sixers hanno ceduto una scelta che sembrava fatta e finita per il loro sistema di gioco (Mikal Bridges) per arrivare a questo straordinario atleta che chiude una carriera universitaria partita in salita (valutato come mediocre per il college) e chiusa con un contratto garantito in NBA. Prospettone a lungo termine, affascinante difensivamente per dinamismo élite e lunghe leve, ma estremamente limitato in attacco. Schiacciatore da All-Star Weekend già da subito.
MILWAUKEE BUCKS - Donte DiVincenzo (SG - Villanova)
Protagonista assoluto della Finale NCAA con i 31 punti che hanno regalato il titolo a Villanova, anche DiVincenzo ha guadagnato molto terreno rispetto alle aspettative iniziali grazie a un ultimo mese eccellente a livello di workout e colloqui individuali. I Bucks si aggiudicano questo giocatore di sistema solido sotto tanti punti di vista, senza particolari eccellenze, ma capace di garantire intensità, difesa e poliedricità in guardia.
SAN ANTONIO SPURS - Lonnie Walker (SG - Miami)
Possibile steal, non un caso quando si parla degli Spurs. Walker è un attaccante che nel sistema di Popovich potrebbe imparare come incanalare nella giusta maniera tutto il potenziale realizzativo di cui è a disposizione. È messo nelle migliori condizioni per crescere e gli Spurs si aggiudicano prospettiva e futuribilità nel reparto esterni in coppia con Murray.
I capelli ElfridPaytoniani hanno già colpito.
ATLANTA HAWKS - Kevin Huerter (SG - Maryland)
Dopo aver preso alla 5 l’emulo di Steph Curry, alla 19 Atlanta si affida a un giocatore che punta a ripercorrere le orme di Klay Thompson, provando a riformare la coppia degli Warriors. Scherzi a parte, Huerter ha il potenziale per essere uno dei migliori giocatori del Draft ad agire senza palla, dotato di decision-making e grande impegno a livello difensivo. Gli Hawks con queste scelte hanno deciso di tracciare una direzione precisa a livello tecnico e tattico, perlomeno.
MINNESOTA TIMBERWOLVES - Josh Okogie (GF - Georgia Tech)
Coach Tom Thibodeau ha e avrà sempre i suoi fidati archetipi in termini di prospetti. Josh Okogie da questo punto di vista centra perfettamente il profilo: un esterno di stazza, atletico e difensore con ancora molto potenziale da esplorare, un 3&D in divenire. Feeling per il gioco e ball-handling sono i grossi limiti da superare, ma uno che in futuro può essere usato per equilibrare i quintetti da 7°/8° uomo.
UTAH JAZZ - Grayson Allen (SG - Duke)
I Jazz erano alla ricerca di un tiratore che potesse garantire energia costante in campo e un apporto fin da subito, e con Allen sembra abbiano trovato il profilo giusto. I problemi a livello di scelte offensive si limitano in un sistema offensivo così preciso in cui avrà poche possibilità di creare e molte più di attaccare e aggredire, cose che gli riescono molto bene. Un immediato inserimento nelle rotazioni.
CHICAGO BULLS - Chandler Hutchison (SF - Boise State)
Una promessa è una promessa, e come ampiamente previsto i Bulls con la 22 vanno a prendersi questo 3&D capace di agire in entrambi ruoli di ala senza pagare troppo in centimetri e fisicità. Late-bloomer, può rivelarsi un prospetto che a 22 anni non ha ancora terminato la curva di crescita.
INDIANA PACERS - Aaron Holiday (PG - UCLA)
Il need dei Pacers in fatto di point-guard ha portato il front office a spendere una chiamata al primo giro per questo ragazzo che sicuramente conosce il mondo NBA come nessun altro (fratello di Jrue e Justin), ma che non sembra eccellere nelle caratteristiche fisiche e nelle conseguenti skills per approcciarsi a una NBA che vira sempre di più sul sovradimensionamento. Scelta con molte incognite, specialmente avendo già una sua versione completamente sviluppata in Darren Collison.
PORTLAND TRAIL BLAZERS - Anfernee Simons (G - IMG Academy)
Per una volta la telenovela del Mystery Man non tocca a un europeo (la maggior parte delle volte in maniera ingiustificata) ma a un prospetto americano. Simons arriva dalla famosa Prep School della Florida senza aver mai calcato nessuno dei maggiori eventi liceali, mostrando il suo talento solo a livello molto basso. Guardia realizzatrice e atletica, è un progetto a lunghissimo termine, scenario molto particolare per una franchigia che non ha ancora una sua squadra in G-League.
LOS ANGELES LAKERS - Moritz Wagner (C - Michigan)
Scelta abbastanza strana perché Wagner, oltre ad essere un giocatore perfetto a livello offensivo, non sembra soddisfare nessun’altra caratteristica di quello che serve a un lungo del genere per garantire efficienza in NBA. Giocatore solido e tecnico a livello realizzativo che rischia di pagare in difesa e a rimbalzo.
PHILADELPHIA 76ERS - Landry Shamet (PG - Wichita State)
È vero che nello stesso ruolo c’era molto più talento nel ruolo ancora a disposizione, ma Shamet in tre anni a Wichita State ha dimostrato di essere un ottimo giocatore di flow offensivo, sapendo agire sia con la palla che senza, un ottimo preludio per poter giocare nel sistema di Brett Brown e con Ben Simmons.
BOSTON CELTICS - Robert Williams (C - Texas A&M)
Altro grande sconfitto della nottata, se non altro perché lo scorso anno era proiettato verso la lottery prima di togliere il suo nome dal Draft, mentre ora si ritrova scelto a fine primo giro. Ma nella disgrazia c’è una luce, perchè si trasforma in una win-win situation sia per il giocatore che per la squadra. Williams è quel tipo di rim-runner atletico e sottodimensionato ma con braccia lunghe per attaccare spazio verticale sia in attacco che in difesa, un giocatore che messo nel contesto giusto rischia di quadruplicare il suo valore nel giro di tre anni. E le capacità di Brad Stevens le conosciamo tutti.
GOLDEN STATE WARRIORS - Jacob Evans (SF - Cincinnati)
Un mini-Andre Iguodala - da prendere con le dovute pinze - che avrà la possibilità di portare la sua difesa grit & grind alla corte dei campioni del mondo. Non un giocatore di prospettiva, deve assolutamente mettere a posto scelte e percentuali al tiro per diventare un giocatore di rotazione anche nel breve periodo.
BROOKLYN NETS - Dzanan Musa (SF - Cedevita)
Troppe volte ci si dimentica della sua età perchè il talento bosniaco calca i campi professionistici sin dall’età di 16 anni e questo lo ha portato a mostrare una sicurezza in campo che esula dalla carta d’identità. Non il carattere più semplice del mondo, ma stazza, tiro e conoscenza cestistica sono presenti e Brooklyn potrebbe lasciarlo in Europa (dove ha grande mercato) per poterlo veder crescere ulteriormente.
ATLANTA HAWKS - Omari Spellman (C - Villanova)
Un’altra sorpresa della dirigenza degli Hawks che con l’ultima scelta del primo giro - la terza per loro - si assicura un lungo sottodimensionato e con grossi limiti atletici ma rimbalzista con alto QI e capacità per stare all’interno di un attacco di movimento, dotato di range di tiro e presenza difensiva. Un uomo di sistema, molto più maturo dell’età che ha.
Le migliori scelte del secondo giro
Nel secondo giro Suns e Mavericks hanno completato un Draft superbo aggiungendo due tra le migliori backup point guard del lotto: a Phoenix arriva il francese Elie Okobo e la sua innata pericolosità nel tiro dal palleggio, mentre a Dallas Jalen Brunson è il leader dalla panchina che potrebbe (finalmente) mandare in pensione J.J. Barea.
Interessanti le mosse di Orlando con Melvin Frazier, 3&D di prospettiva con braccia infinite ed esplosività, e Philadelphia, che con Shake Milton si prende una delle migliori combo-guard difensive a disposizione, capace anche di poter reggere l’urto con i lunghi e di garantire tiro sugli scarichi in attacco.
E un applauso al vero vincitore della serata. Uno che ha aggirato l’embargo imposto dalla NBA sull’anticipazione delle chiamate con classe innata. Lunga vita a Woj.