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Diario Italia: vs Irlanda
22 giu 2016
22 giu 2016
Un bilancio emotivo prima della partita con l’Irlanda. La Spagna sta arrivando.
(articolo)
11 min
(copertina)
Illustrazione di Andrea Chronopoulos
(copertina) Illustrazione di Andrea Chronopoulos
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Daniele

Ciao Simone, con l’Italia già qualificata e un tabellone infernale davanti vorrei cominciare chiedendoti che ne pensi di questo Europeo a 24 squadre e di questo terzo turno che sta regalando alcune tra le partite peggiori del torneo. Mentre guardavo Inghilterra-Slovacchia ho pensato che magari siamo solo noi italiani ad aver vissuto con intensità la fase a gironi. Per lo scetticismo iniziale, perché in realtà ci si aspettava (una parte consistente dell’opinione pubblica italiana si aspettava, cioè, influenzando anche l’altra magari distratta) un fallimento più o meno immediato e questo ha reso le cose più interessanti. Ha reso interessante persino la partita con la Svezia, aggiungendo una tensione irrazionale (eh ma anche lo scorso Mondiale avevamo vinto all’esordio) a una partita che per valori tecnici e tattici potevamo aspettarci bruttina.

È un Europeo molto difensivo sia perché alcune squadre, diciamo “minori”, si organizzano sotto questo punto di vista, sia perché quelle che avrebbero i giocatori per fare un gioco offensivo di qualità non hanno un’organizzazione all’altezza. Magari il livello del calcio per club ha aumentato troppo le nostre aspettative e dalle Nazionali possiamo aspettarci solo l’epica del dentro o fuori (e, senza quella, la noia)? Anche senza pressing sono pochissime le squadre che hanno un’idea di come far gol. Sembra di guardare un calcio vecchio di vent’anni, in cui le partite possono essere risolte quasi solo da una giocata.

Questa qui sotto è una gif che da sola riassume la qualità di Inghilterra-Slovacchia:

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È un discorso che si ricollega a quello che facevamo anche nella scorsa puntata del diario sui grandi giocatori di oggi che hanno bisogno del contesto giusto, e che infatti in questo Europeo non stanno brillando. So che ami la fase “squadre cuscinetto”, per cui non mi aspetto solidarietà….

Simone

Ciao Daniele, a me questa formula a 24 continua a sembrare il compromesso migliore tra le 16 del vecchio Europeo e le 32 del Mondiale. Certo, la qualità ne risente, e se penso all’ideale penso a un Mondiale a 24, però insomma, non tornerei indietro a una competizione a 16. Mi sembra un valore già irrinunciabile quello di vedere che quasi tutte le squadre qualificate alla fase finale possano sperare di andare agli ottavi fino all’ultima partita. Ho sempre trovato davvero crudele il fatto che dopo tanto sforzo, dopo qualificazioni durate due anni e un ritiro di quasi un mese, il percorso di una Nazionale possa essere virtualmente esaurito dopo 180’.

Ma, oltre al dispiacere che possono provare i tifosi e la frustrazione che possono provare i calciatori, mi sembra ovvio che una squadra ancora in corsa garantisca un andamento più regolare del torneo. Non parlo di combine, di biscotti e di squadre che perdono apposta, ma lo sai meglio di me quanto possano spostare le motivazioni in questo gioco. Io non penso che il livello sia medio basso perché ci sono più squadre, ma credo che sia più legato a quello che dici tu: si è alzato il livello del calcio per club e siamo, anche inconsciamente, senza averne piena percezione, abituati bene, cioè a vedere automatismi che difficilmente sono replicabili in una nazionale, e a risentirne è prima di tutto il ritmo, perché se ti senti meno sicuro, ci pensi due volte prima di giocare un pallone, e se ci pensi due volte dimezzi la velocità del gioco, e noi ci annoiamo.

Poi vabbè, c’è Iniesta, che è l’equivalente calcistico di un film di Nolan, e a un certo punto non lo capisci più se il ritmo è alto o basso e i concetti di veloce e lento si perdono nella bellezza.

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Daniele

È vero che la maggior responsabilità sui piedi di ogni giocatore abbassa il ritmo, in questo senso ci sarebbe anche quel discorso sulla velocità del calcio degli ultimi anni che di fatto sta disabituando i giocatori più di valore a giocare a ritmi bassi… Europeo a parte, non credo sia un bene.

Parlando dell’Italia, invece, ho l’impressione che le ragioni per cui a qualcuno piace siano le stesse per cui ad altri non piace, e che in entrambi i casi ci sia un fraintendimento di fondo sull’identità del gioco italiano. Ad esempio, dopo il primo tempo bruttino con la Svezia, in cui l’Italia ha lasciato la palla a una delle squadre meno propositive del torneo, si è rafforzata l’idea che l’Italia fosse una squadra difensiva. Di quelle che provano piacere nella sofferenza, che si esaltano nelle difficoltà ecc. A parte la retorica consumatissima sull’argomento, da Mourinho a Simeone, e i soliti pregiudizi sull’arte della difesa come arte dei poveri (come se di giocatori dotati tecnicamente finiti in difesa ci fossero pochi esempi, o come se saper difendere non fosse un dono), il punto è che in realtà l’Italia nel primo tempo ha difeso molto perché ha giocato male.

Nel secondo tempo, in cui ha giocato meglio, ha avuto più possesso e ha spinto la Svezia più lontana dalla propria area. Probabilmente, come hanno detto dopo la partita, è stato anche a causa del caldo e della tensione per una seconda partita che sentiva di non poter fallire. Ma il controsenso è evidente: l’Italia aspetta con il 5-3-2, che in fase offensiva con gli esterni che salgono deve diventare un 3-3-4, ma se si abbassa troppo diventa difficile risalire il campo. L’Italia deve per forza di cose fare pressing se non vuole schiacciarsi, e deve costruire molte occasioni se vuole avere abbastanza probabilità di segnare.

Prima parlavamo di quanto conta avere un’idea di come segnare: l’Italia con Belgioe Svezia ne ha messe in atto addirittura due diverse, passando per il centro e per le fasce. Il peggior luogo comune, il più lontano dalla verità, è quello secondo cui Conte avrebbe costruito una squadra difensiva perché non ha grandi giocatori. Il contrario semmai! Conte ha lavorato molto sulla fase offensiva proprio perché sapeva di non poter contare sulle qualità individuali.

Simone

Che la difesa conti meno dell’attacco è una cazzata che ormai neanche provo più a contrastare nelle discussioni tra amici o colleghi. Difendere è difficile, bello e nobile, e non solo nel calcio. Veniamo da una gara-7 di Finals Nba incredibile, e di questo ultimo atto resterà per sempre nella storia del basket un gesto difensivo che è espressione di eccellenza atletica, tecnica e tattica.

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Quindi no, l’arte della difesa non è l’arte dei poveri, spesso è il concetto di economia e nello specifico di massimizzazione del profitto applicata al calcio: si fa con quello che si ha, e Conte ha la difesa più forte di questo campionato Europeo, è logico che costruisca a partire da quello. Poi con la Svezia per larghi tratti della partita non è riuscito a costruire niente, e ok, ma non è che uno riesce fare sempre tutto quello che ha in mente, nel calcio e nella vita. Però se ti sai difendere hai sempre tempo, perché di norma la partita continua e tu non stai perdendo, e gli altri comunque si stanno stancando un po’ più di te per trovare il varco, e quindi quando poi riesci a costruire è più facile che quel varco lo trovi tu.

Il gol con il quale l’Italia ha vinto la partita non è frutto del caso o dello smisurato talento individuale di un calciatore particolarmente dotato, è un gol corale e figlio delle competenze parcellizzate e introiettate grazie al lavoro dell’allenatore. C’è la mentalità di Chiellini che, invece di passare la palla indietro e impostare una giocata conservativa, rischia una rimessa che può facilmente condurre ad un possesso avversario a un minuto dalla fine della partita, e nel farlo non dà la palla sui piedi di un compagno, ma nello spazio. C’è Zaza che asseconda e raccoglie l’invito piombando su quella palla con prepotenza e, nel momento in cui fa quella sponda a ridosso del fallo laterale, allarga il fronte d’attacco per aprire il corridoio a favore dell’inserimento di Eder. C’è Eder che sa che arriverà quella sponda e quindi si tiene nel giusto raggio d’azione, ed è pronto e bravo a sfruttare quel corridoio in velocità e poi a chiudere l’azione con una finalizzazione da attaccante spietato come non lo si vedeva da mesi.

Insomma, per me questa combinazione non è casuale, e se può non essere provata nella sua esatta conformazione vista in partita, non può non essere figlia del fatto che ogni giocatore sa che ha due o tre compiti ben precisi, e la riuscita dell’azione dipende dal fatto che si concateni una sequenza di scelte giuste per ognuno dei calciatori chiamati in causa.

Daniele

Considerando che con l’Irlanda vedremo molte facce nuove, chi ti aspetti che possa diventare utile nella seconda parte di Europeo? Io sono curioso di vedere se e come verrà utilizzato Insigne (forse seconda punta?) ma anche El Shaarawy: contro una squadra tipo Spagna o Croazia che sicuramente terrà la palla prima di noi potrà essere fondamentale, magari a partita in corso. Credo anche di essere uno dei pochi a cui piace Sturaro, e dato che gioca poco cerco di guardarlo bene ogni volta che posso. Sturaro contro i muscoli irlandesi secondo me potrebbe regalarci “grandi gioie”. Ma anche Zaza contro O’Shea… perché se O’Shea pensava che Lukaku fosse un osso duro si sbagliava.

Simone

Sturaro che regala grandi gioie mi sembra eccessivo, ma è anche eccessivo chi dice che non abbia nessun titolo per essere tra i 23. Diciamo che può sicuramente tornare utile, ok? Se poi diventa il Fabio Grosso di questi Europei puoi screenshottare la prima riga di questo paragrafo e mandarmela ogni giorno su whatsapp appena mi sveglio. Anche io come te sono molto curioso di vedere El Shaarawy, per le sue caratteristiche e anche perché la sua stagione è iniziata a gennaio, e anche nel finale di stagione della Roma si è visto come stesse bene fisicamente, oltre ad essere entrato in un circolo virtuoso di fiducia che forse neanche più lui sognava di poter vivere di nuovo. Davanti mi piacerebbe vedere Insigne e Zaza, e spero che Conte voglia provare Florenzi a destra, che Thiago Motta giochi una partita ai suoi livelli, e che alla fine di questo Europeo siano scesi in campo tutti i convocati tranne i due portieri, proprio come nel 2006.

Daniele

Eh eh, su Sturaro che ci regala gioie avevo messo le virgolette paracule a posta… ma secondo me è un giocatore sottovalutato, non è Pirlo, non è neanche Marchisio o Vidal (per fare paragoni interni al suo universo di club), ma io vedo una qualità atletica eccezionale e comunque grandi margini per portare la sua tecnica ad alto livello…

Per quanto riguarda il discorso sulla difesa migliore dell’Europeo non sono sicuro quanto te. E non per la competizione (e allora Hummels-Boateng? E Glick-Pazdan?), ma più che altro perché secondo me va considerato il valore della difesa di squadra. Fatta la tara a limiti e difetti della nostra “BBC” che nelle partite migliori riescono a nascondere benissimo, non sono comunque convinto dell’organizzazione difensiva dell’Italia (anzi, ho l’impressione che quella offensiva sia migliore). Dovremo migliorare soprattutto nel pressing e nelle transizioni difensive: non possiamo né chiuderci a ridosso della nostra aerea, per le ragioni di cui sopra, né andare avanti a falli tattici o marcature preventive da standing-ovation. Oltretutto, nei momenti in cui l’Italia ha difeso bassa con il 5-3-2 lo ha fatto con passività, senza provare attivamente il recupero della palla, e questo contro una squadra che non si limita a buttare la palla in area ma che vive di tagli e scambi palla a terra potrebbe essere rischioso (a parte che lo è anche con le squadre che crossano e basta: sia con il Belgio che con la Svezia abbiamo corso più rischi di quanti la narrativa da vincitori adesso conceda ricordare).

Avremo modo di parlare della Spagna nella prossima puntata, ma lasciami dire che probabilmente è la squadra peggiore che potessimo affrontare. Anche in una partita che la Croazia ha meritato di vincere, la Spagna è stata semplicemente ingiocabile per tutto il primo tempo. L’Italia non ha le ripartenze della Croazia nel proprio repertorio e non potremo aggrapparci alla capacità individuale di gente come Candreva per risalire ogni volta il campo. In fase di difesa posizionale mi preoccupa soprattutto la parte centrale davanti alla difesa, quello spazio tra le linee difficile da schermare per il 5-3-2, considerata anche l’ampiezza spagnola data dai terzini… forse converrebbe quasi giocare a 4… ecco, sono già nel panico.

Più di tutto temo che l’Italia esca giocando una partita in difesa e rafforzando ancora di più l’idea secondo me errata di “squadra difensiva”. Conte non avrà molto tempo per studiare e preparare le giuste soluzioni, ma non molti allenatori oltre lui potrebbero farcela, per cui vedremo. Se poi per caso batteremo la Spagna, be’, avanti il prossimo, ce la giochiamo davvero con tutte.

Simone

Ok, hai ragione, ci sono altre grandi difese: facciamo un patto, tu non usi mai più BBC in mia presenza e io prendo in considerazione le altre coppie di centrali che mi sottoponi, ok? Ok, andiamo avanti.

Hai presente questo equivoco che ci portiamo dietro da inizio Europeo sul fatto che l’Italia giochi con una difesa a tre o cinque a seconda delle fasi di gioco? Ecco, te lo tolgo subito l’equivoco, negli ottavi di finale l’Italia ce l’avrà a cinque la difesa. Che palle, la Spagna, di nuovo. Non ci voleva, non è impossibile ma proprio non ci voleva. Il punto è proprio quello che dici tu, cioè che nella partita in cui ha perso ha comunque giocato da Spagna, che è un gioco che come prima conseguenza comporterà che i nostri esterni saranno schiacciati in basso e si sfiancheranno per coprire il campo in ampiezza fino all’ultimo centimetro.

Io credo che esista la combinazione giusta nei nostri 23 per battere la Spagna nella gara singola, ma non sono sicuro che sia quella vista contro Belgio e Svezia. Diventa ancora più importante la partita di oggi, per capire chi stia bene tra quelle che fino ad ora sono state riserve e provare a giocarsi una o due sorprese tattiche contro quel vecchio volpone di Del Bosque.

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