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Illustrazione di Filippo Nicolini
Calcio WC2014 Daniele Manusia 14 giugno 2014 8'

Diario Italia: vs. Inghilterra

Inizia oggi il nostro Mondiale. Alcuni temi da tenere bene a mente quando stanotte vedremo gli Azzurri contro l’Inghilterra all’Arena da Amazônia.

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SALA D’ATTESA
A inizio settimana riflettevo sullo scetticismo con cui l’Italia arriva all’esordio delle competizioni importanti e la mia teoria è che le polemiche sul codice etico e i giocatori che ci stanno antipatici possano servire per non guardare alle difficoltà oggettive che ci aspettano in questo Mondiale. All’Arena da Amazônia di Manaus (al di là del terreno colorato) ci si giocano solo quattro partite dei gironi (Camerun-Croazia, Usa-Portogallo, Honduras-Svizzera oltre a Italia-Inghilterra) e anche i molti chilometri per gli spostamenti vanno considerati nelle condizioni iniziali poco favorevoli per l’Italia. Poi ci sono le avversarie e il bizzarro sorteggio FIFA che mette in un girone le due finaliste dell’edizione precedente e in quello della Francia qualificata grazie allo spareggio con l’Ucraina fa finire Honduras e Ecuador più la Svizzera, che potrebbe essere una delle sorprese del torneo ma deve dimostrare ancora tutto. Secondo quello stesso ranking il girone dell’Italia è il più duro del Mondiale, e anche se nessuna delle tre parte tra le favorite del torneo l’incrocio di due squadre europee con grande tradizione e la terza sudamericana (anche solo se si guarda alle qualificazioni, senza pensare al Mondiale 2010 o la Copa America 2011) è oggettivamente uno scenario difficile in cui muoversi.

 

Tutto questo ha poco a che fare con le scelte di Prandelli, Hodgson Tabarez e Pinto. Ma serve per introdurvi allo stato d’animo con cui affronto l’esordio al Mondiale dell’Italia (leggete in alto, c’è scritto “diario”): personalmente non ritengo sarebbe neanche così vergognoso se l’Italia uscisse dopo il girone. Non penso che succederà, ma in caso non credo sarebbe così terribile date le circostanze. Mi preparo a tutto anche perché la mia capacità di previsione è prossima allo zero. Se capirne di calcio significa saper prevedere il risultato o l’andamento di una partita allora io ne capisco pochino e non fatico ad ammetterlo. Ieri sera prima di Spagna-Olanda pensavo che l’Olanda avrebbe lasciato il controllo al centro ai cinque giocatori spagnoli e che la Spagna avrebbe portato i terzini alti schiacciandola. È successo il contrario, la Spagna (io pensavo avrebbe giocato Juanfran) ha costantemente ignorato lo spazio sulle fasce che anzi è stato sfruttato dall’Olanda con gli esterni alti come il resto della linea difensiva (oooooh che partita sublime ha giocato Blind, due assist, quasi tre, e grazie a Fabio Barcellona che mi aveva fatto puntare gli occhi su di lui).
Non credo che indovinare il risultato rientri tra i miei compiti (io guardo i siti di scommesse per capire come è più probabile che finisca la partita) ma posso indicarvi alcuni temi da tenere a mente quando si guarda Italia-Inghilterra.

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La famosa Y che a Prandelli è venuta in mente guardando Ritorno al Futuro.

 

“WHAT’S WRONG MC FLY? CHICKEN?”
Perdonatemi se parto considerando il modulo “a Y”. Oggi Luigi Garlando sulla Gazzetta ha scritto 4-1-3-1-1 e mi sembra la formulazione più corretta—se in campo c’è Cassano, altrimenti 4-1-3-2; ma perdonatemi se io continuo a chiamarlo modulo “a Y” o “flusso canalizzatore”. Rimarrà un inside joke tra i lettori di Ultimo Uomo.
Per ringraziarvi vi rivelo un mio metodo: quando voglio capire cosa può succedere in una partita faccio un disegnino con i due moduli intrecciati. Salvo sorprese l’Inghilterra giocherà con il 4-2-3-1 delle ultime uscite, che io disegno con i due mediani (Gerrard e Henderson, sempre forse) tra le mezzali della Y italiana (Marchisio e Candreva). Poi faccio i trequartisti all’altezza del primo playmaker italiano, con Rooney vicino a De Rossi e gli esterni (due tra Welbeck, Lallana e Sturridge) nello spazio tra De Rossi e i terzini italiani.
La prima cosa di cui parlare è lo scontro De Rossi-Rooney. Su questo punto rimando al pezzo di Zonal Marking e riassumo: due anni fa quando tutta Europa sapeva che bisognava pressare Pirlo qualsiasi maglia vestisse, Rooney ha completamente fallito nel compito restando alto per pigrizia o mancanza di forma e forse Hodgson potrebbe addirittura pensare a mettere Sturridge su un lato e Lallana al centro dietro a Rooney. Cosa improbabile anche perché Rooney negli ultimi anni si esprime ad alti livelli da numero dieci atipico, con davanti una punta.
Ma forse il vero nodo della questione è che quest’anno non basterà marcare il nostro playmaker basso (che poi sarebbe De Rossi e non Pirlo). Bisognerebbe marcarli tutti e due ma, almeno per come lo disegno io, uno dei due centrali del centrocampo inglese sarà costretto a scegliere tra la mezzala e il secondo playmaker italiano (oppure deve uscire dalla sua posizione il terzino e lasciare spazio per le discese del nostro).

 

La seconda questione riguarda i nostri terzini, in inferiorità se quelli avversari si sovrappongono e in probabile difficoltà nelle transizioni difensive (quando cioè l’Italia sta attaccando e perde palla o l’azione finisce e senza una soluzione di continuità si deve difendere).
Già nel 2012 abbiamo sofferto quasi unicamente per gli inserimenti di Glen Johnson e quest’anno a sinistra ci sarà la novità Leighton Baines (tecnico ma non molto profondo) o la super-novità Luke Shaw (velocissimo e molto tecnico, forse più adatto per un gioco di ripartenze, ma pur sempre un classe ’95 con 1 presenza e ½ in Nazionale). E, sempre guardando al 2012, uno dei pochi tiri in porta pericolosi della partita l’abbiamo subito su un taglio di Welbeck da sinistra verso il centro, dopo che Rooney ha chiuso il triangolo di tacco.

 

In settimana sul Corriere dello Sport ho letto un trafiletto in cui si parlava dell’attenzione portata dall’Italia alle “marcature preventive” (quando cioè un giocatore pensa a come difendere mentre la sua squadra sta ancora attaccando) e in effetti mi sembra una questione della massima rilevanza (sul CdS era citato Maurizio Viscidi, collaboratore tecnico di Prandelli, senza però riportarne il virgolettato, peccato): se perdiamo palla con i terzini alti di certo non basta la copertura di De Rossi e andrà applicato qualche altro accorgimento. Soprattutto se si considera la velocità dei trequartisti inglesi (se entra o gioca dall’inizio Sterling poi non ne parliamo).

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Il 3-4-3 in fase di possesso. Qui De Rossi è già scivolato tra i centrali di difesa che si sono allargati mentre i terzini si sono alzati sulla linea di Pirlo e Verratti. Marchisio e Candreva intanto sono tra le linee di centrocampo e difesa avversaria, pronti a inserirsi in profondità o a cercare la seconda palla di Balotelli. (Se pensate al contrario i movimenti descritti si forma il 4-1-4-1.)

 

IL TRIPLO PLAY
Dopo la partita con il/la (l’ho letto in entrambi i modi) Fluminense, Prandelli ha detto che Balotelli e Immobile, insieme sarebbero una scelta forzata. E una punta e una mezza punta: Balotelli/Cassano o Immobile/Cassano? Prandelli parlava sinceramente o era pre-tattica per non dare informazioni a Roy? Stava cercando di calmare l’Italia che ha già deciso che Immobile è il nuovo Schillaci (io spero per lui che abbia una carriera migliore nel suo complesso)?
Prendendo per vero questo suggerimento dovremmo pensare che l’Italia giocherà con Pirlo e Verratti in campo, con quel modulo che è stato interpretato dai quotidiani sportivi nazionali come un 4-1-4-1. Nel calcio moderno parlare di moduli è di per sé riduttivo e scegliere tra una delle (almeno due) forme che una squadra assume in una partita è una scelta soggettiva. Il 4-1-4-1 è come l’Italia si sistema per la fase difensiva, quando invece ha palla e De Rossi scende tra i centrali diventa un 3-4-3 con i terzini diventati centrocampisti. Ma, come detto, saranno fondamentali i passaggi dall’uno all’altro. Le transizioni.
L’unica vera imprecisione che ho notato riguardo questo secondo modulo è che si parla di “doppio-play” e invece in questo caso i playmaker sono tre.

 

Semplificando:
doppio-play = Y
triplo play = 3-4-3/4-1-4-1

 

Un’altra differenza tra le due tattiche è che la Y permette due punte (o una punta e una mezza punta) e il 3-4-3 no. Per questo se devono giocare insieme Pirlo, Verratti e De Rossi (sommando il numero medio dei loro passaggi a partita l’Italia mette in campo 214 passaggi potenziali solo con loro tre, non molti di meno di quelli eseguiti ieri da tutta l’Olanda e dall’intero Camerun) non c’è spazio per Balotelli + Immobile. Perdiamo quindi la possibilità del 2vs2 contro i centrali difensivi inglesi e guadagniamo in qualità e uomini in mezzo. E non è neanche detto che sia un male giocare con una sola punta: Balotelli ha giocato una partita splendida contro l’Inghilterra lo scorso europeo ed è stato ordinato (quasi sempre) anche nelle ultime amichevoli. Non è vero che è un giocatore in declino o un talento sprecato: in campo il suo unico problema, da sempre, è il mantenimento dello stesso livello di intensità e concentrazione durante tutta una partita, e la tendenza anarchica ad andare dove vuole lui quando è frustrato.
Nel 2012 Balotelli è riuscito a occupare da solo entrambi i centrali difensivi inglesi, vincendo anche qualche duello importante e ha avuto un’occasione limpidissima correndo alle loro spalle. In quel caso si fece recuperare da Terry in scivolata ma pochi giorni dopo, sfruttando la profondità, ha segnato il secondo gol alla Germania (non metto il link: chiudete gli occhi e ricordatelo).

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Anche Hodgson non ha una grande reputazione.

 

PROBLEMI VERI E IPOTESI CHE FORSE VERRANNO SMENTITE
Hodgson dovrà scegliere se giocare con la difesa alta per mettere pressione su Pirlo e Verratti, recuperare palla nella metà campo italiana e ripartire con pochi passaggi; oppure abbassarsi per evitare che Balotelli buchi i centrali in profondità come è successo nel 2012.
La cosa bella di questo schema è che anche se l’Inghilterra si abbassa, sia Pirlo che Verratti sono in grado di trovare la linea di passaggio e Marchisio e Candreva possono attaccare la profondità in pochi metri di campo. L’Italia vuole il controllo dietro le linee e lo scopo è quello di portare Pirlo e Verratti più vicini alla porta, non c’è bisogno di farli arrivare per forza tra le linee.
In teoria, quindi, Hodgson non ha altra scelta se non quella di pressarci in alto lasciandoci degli spazi. Poi può fare la scelta pazza di giocare con il 4-3-3 e puntare sul blocco Liverpool e allora è un’altra storia (forse sarebbe la soluzione migliore, con tutti e dieci i giocatori dietro la linea di De Rossi e due uomini su Pirlo e Verratti).

 

Il difetto del triplo-play italiano è sempre nei terzini. In misura maggiore rispetto alla Y dato che in questo caso devono salire sulla linea dei centrocampisti per dare ampiezza. Lo scenario peggiore vede l’Italia perdere palla con Verratti e Pirlo e l’Inghilterra che riparte con Welbeck (o Lallana o Sterling) nel buco del nostro terzino, con Rooney in appoggio e Sturridge in profondità, un 3vs3 drammatico per la nostra difesa non velocissima. Per questo l’infortunio di De Sciglio è particolarmente problematico e se davvero Prandelli dovesse scegliere Chiellini non so come potrebbe replicare gli ultimi due sistemi (soprattutto il 3-4-3 mi sembra molto difficile).
Va anche detto prima che il pezzo finisca che sia questa soluzione che la “Y” sono state sperimentate nelle ultime amichevoli e non possiamo escludere che Prandelli sperimenti ancora o torni indietro (e non creerei allarmi neanche se giocassimo con il 3-5-2, non è per forza di cose una strategia difensiva, come ha mostrato ieri l’Olanda).

Poi ci sono gli altri fattori e soprattutto la forma fisica che in questo Mondiale è una delle variabili che peseranno di più sul risultato finale.

Vi lascio però con una previsione che in futuro potrete tirarmi in faccia volendo: secondo me l’unica squadra certa del passaggio nel nostro girone è la Costa Rica.

 

Tags : brasile 2014inghilterraitaliamondiali

Daniele Manusia, direttore e cofondatore dell'Ultimo Uomo. È nato a Roma (1981) dove vive e lavora. Ha scritto: "Cantona. Come è diventato leggenda" (Add, 2013) e "Daniele De Rossi o dell'amore reciproco" (66th & 2nd, 2020) e "Zlatan Ibrahimovic, una cosa irripetibile" (66th & 2nd, 2021).

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