Un modo altrettanto semplice, invece, per cominciare ad accorgersi del suo lavoro (della sua "mano") è quello di guardare quanto il Real Madrid sia cambiato in questi due anni e mezzo.
Se è vero che l’ossatura della squadra è più o meno la stessa che vinse la Champions League con Ancelotti, Zidane è stato bravo a lavorare su piccoli cambiamenti mantenendo un’identità di squadra. Un principio profondo è rimasto lo stesso sin dall’inizio della sua gestione: il Real Madrid come squadra che controlla la partita attraverso il pallone, che tramite la palla disordina e riordina i momenti del gioco, creando un contesto nel quale si può sopravvivere solo grazie al dominio tecnico. Anche questa idea è tutt’altro che scontata: il Real Madrid di Mourinho, quello di Ancelotti e anche quello di Benitez erano squadre di transizioni, che esercitavano la propria superiorità attraverso le corse in campo aperto.