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Federico Principi
Rimonta senza epica
13 apr 2016
13 apr 2016
Il Real Madrid passa il turno grazie a Cristiano Ronaldo, ma non risolve nessuno dei suoi problemi.
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Federico Principi
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Prima del

di qualche giorno fa la stagione del Real Madrid era mirata verso la Champions League, unico obiettivo possibile in quel momento. La vittoria nel confronto diretto contro il Barcellona e la successiva sconfitta dei catalani a San Sebastián hanno riportato il Real a -4 dalla vetta. Paradossalmente la brutta prestazione dei

e la sconfitta a Wolfsburg di una settimana fa avevano contribuito a cambiare la situazione in soli sette giorni, dando al Real una nuova occasione di riscatto mantenendo aperte le porte anche per un secondo potenziale trofeo.

 



Per farlo, però, il Madrid doveva rimontare il 2-0 rimediato in Germania, in una partita in cui se avesse subìto un solo gol avrebbe dovuto farne 4. La squadra di Zidane, quindi, sapeva di dover condurre la partita, e la curiosità stava nel capire se lo avrebbe fatto attraverso fasi di possesso consolidate come nelle primissime uscite di Zidane allenatore (nelle quali Casemiro era scomparso dal campo) o con un calcio meno fraseggiato e più verticale.

 

Già dalle scelte di formazione si poteva intuire che il piano di Zidane non sarebbe stato stravolto rispetto a quello dell'andata: il francese ha impostato la partita su una parola chiave: pazienza. «È fondamentale sapere che abbiamo a disposizione 90 minuti, non 5». Confermato Casemiro in mediana («con Casemiro abbiamo trovato equilibrio»), con tutti i problemi che comporta nella velocità di impostazione, ma con la certezza di avere una diga per sbarrare eventuali transizioni del Wolfsburg. In attacco è tornato Benzema, dopo i problemi fisici dell'andata, ma il solo vero cambio di Zizou ha riguardato il marcatore di

: non più Danilo (in netta difficoltà in Germania) ma Carvajal. I tedeschi, da parte loro, sono scesi in campo con lo stesso undici della settimana scorsa.

 



I frequenti problemi del Real Madrid nell'uscita della palla, verificatisi anche nella partita di andata, avrebbero potuto incoraggiare il Wolfsburg ad attaccare la costruzione dei “Blancos” anche con atteggiamento aggressivo, per cercare quel gol che avrebbe tagliato definitivamente le gambe agli uomini di Zidane.

 

Ma era più prevedibile un piano gara reattivo, per provare a sfruttare l'altro grosso problema del Real, le transizioni difensive, venuto fuori nella partita d'andata, ma anche per  non concedere profondità ai “merengues”. Più volte (nell'ultimo

, come nel vecchio Real di Ancelotti, il cui manifesto fu la semifinale contro il Bayern di Guardiola) i madrileni hanno dimostrato di essere letali in contropiede: sfidare la BBC in campo aperto, con gente con la velocità di Dante e Naldo, non sarebbe stata la soluzione tattica migliore per il Wolfsburg. Meglio, quindi, tappare gli spazi centrali e indirizzare più possibile il Real sugli esterni, ed eventualmente al cross, sfruttando l'altezza e la fisicità dei difensori centrali.

 

Hecking avrebbe potuto scegliere a che altezza sistemare il 4-1-4-1/4-3-3 del Wolfsburg, con l'appiattimento maggiore o minore di Luiz Gustavo sulla linea difensiva, al limite lasciando il solo Schürrle ad attaccare la profondità in contropiede. Il Wolfsburg nelle fasi iniziali ha accennato a un timidissimo pressing, presto abbandonato, con Luiz Gustavo finito quasi subito a protezione dei centrali.

 


Soprattutto le prime fasi di non possesso del Wolfsburg sono state molto timide. Luiz Gustavo (cerchiato) rimaneva il pivot davanti alla difesa, con un 4-1-4-1 abbastanza netto.



 

Le fasi di possesso del Wolfsburg nel primo quarto d'ora si sono limitate a brevi folate verticali subito soffocate dal ritmo del Real Madrid, e a un giro palla lento nella propria metà campo che terminava nei rilanci del portiere Benaglio, nell'intenzione di cercare il

aereo tra Bruno Henrique e Marcelo. Con la palla, gli esterni del Wolfsburg si alzavano quasi sulla linea di Schürrle, con una mediana a tre con Luiz Gustavo vertice basso e Guilavogui e Arnold mezzali, ma l'atteggiamento davvero troppo timido dei tedeschi con la palla non gli ha permesso di superare praticamente mai la metà campo.

 


Bruno Henrique va a raccogliere il consueto rilancio di Benaglio verso destra. Draxler contemporaneamente si alza simmetricamente a formare un tridente. Guilavogui e Vieirinha si avvicinano per raccogliere un'eventuale seconda palla. In fase di possesso il Wolfsburg lascia Guilavogui e Arnold davanti a Luiz Gustavo ma sostanzialmente in una mediana a 3.



 

E proprio da un cambio di campo impreciso è nato il primo gol del Real Madrid. Sessanta secondi dopo il Real Madrid ha trovato il secondo gol su angolo, facendo saltare il banco di Hecking e qualsiasi possibilità di controllo della gara da parte del Wolfsburg.

 



 



Se il risultato non fosse stato così tondo, magari avremmo potuto sottolineare come la squadra di Zidane abbia ribaltato le sorti dell'incontro senza aver fornito una prestazione davvero convincente. La costruzione bassa ha evidenziato gli stessi problemi delle ultime partite e sviluppare l'azione centralmente è risultato molto complicato.

 

Il Wolfsburg ha attaccato alti i primi portatori di palla del Real soltanto dopo il terzo gol di Ronaldo, ma fino a quel momento, con i giocatori madridisti liberi di impostare l'azione senza alcun problema, la manovra è apparsa tutt'altro che fluida. Esattamente come nella partita di andata (e ormai è una costante stagionale), Kroos e Modric si abbassavano e si trovavano praticamente sulla stessa linea, costringendo Casemiro a "togliere il disturbo" (alzandosi, cioè, dietro il primo uomo in pressione del Wolfsburg). Zidane avrebbe almeno potuto rischiare uno dei due mediani più tecnici oltre il primo pressing, anche senza ricorrere a Isco al posto di Casemiro come nel suo primissimo periodo. Con il 4-1-4-1 (con linee non sempre cortissime) il Wolfsburg concedeva a volte dei “mezzi spazi” potenzialmente attaccabili.

 


Casemiro si sta alzando, ma non verrà servito. Il centro del campo è totalmente svuotato di giocatori del Real Madrid, spaccato fondamentalmente in due blocchi. Questo nonostante il Wolfsburg in questa circostanza non sia estremamente compatto e lasci anzi spazi tra le linee anche per via della posizione intermedia di Luiz Gustavo tra i due blocchi.



 

Non solo Casemiro andava a occupare lo spazio tra le linee senza ricevere mai il pallone, ma la posizione così stretta dei difensori centrali del Real (quasi coincidente a quella di Kroos e Modric) non permetteva di aprire il gioco in ampiezza. Raramente Benzema e solo qualche volta Ronaldo sono venuti incontro per dare sfogo all'impostazione in zone centrali. Uno dei pochi esempi di questa soluzione inesplorata con continuità dal Real Madrid è arrivato al minuto 64, quando Ronaldo ha trovato perfettamente un varco tra le linee e ha creato un'azione pericolosa dove la conclusione di Benzema è stata murata.

 


Ronaldo, nella posizione di Casemiro dietro il primo pressing, viene ovviamente servito a differenza del brasiliano e crea i presupposti per un'azione pericolosa.



 

Pepe e Ramos, come detto, sono rimasti tutta la partita molto stretti, lasciando come unico sfogo alla circolazione della palla l'uscita verso uno dei due terzini, quasi sempre sulla stessa linea dei centrali. Una volta ricevuta palla, il terzino in questione si limitava a giocare la palla sulla sua fascia, l'unico sbocco naturale di una manovra centralmente difficoltosa. Ed è difficile capire se i centrali non si allargavano per l'atteggiamento dei terzini o se i terzini non si alzavano per dare un'opzione semplice ai centrali.

 



 


La posizione costantemente bassa dei terzini del Real in fase di impostazione (sopra) ha permesso ai merengues di attaccare prevalentemente attraverso le fasce laterali.


 

Il Real Madrid ha utilizzato una circolazione della palla simile a quella delle squadre di calcio a 5, disposte a quadrato, con Casemiro unico fulcro centrale ma sostanzialmente inutile perché ignorato dai compagni in fase di possesso.

 


Qui Casemiro è anche schermato, ma è sintomatico il fatto che indichi chiaramente che è meglio che il giro palla non passi da lui.



 



Il Wolfsburg avrebbe potuto approfittare della tendenza del Real a scaricare il gioco sulle fasce per alzare la pressione, aiutandosi con la linea laterale, ma i tedeschi (più che sul piano tattico) sembravano aver compromesso la qualificazione a livello psicologico subito dopo i primi due gol.

 

Solo dopo i primi venti minuti del secondo tempo il Wolfsburg ha cominciato ad uscire palla a terra con fluidità, sembrando persino più efficace del Real Madrid, aumentando così i rimpianti per l'approccio iniziale esageratamente passivo e attendista, e per l'infortunio del giocatore con il maggior talento, Draxler, dopo poco più di 30 minuti dal via. Quando il Wolfsburg ha progressivamente diminuito il numero dei lanci (il dato finale è di 83 passaggi lunghi contro i 59 del Real) lasciandoli solo allo specialista Dante, e con una ritrovata costruzione bassa, è persino riuscito a mettere saltuariamente a nudo la disorganizzazione del pressing dei “Blancos”.

 


Il Wolfsburg esce da una semplice rimessa dal fondo: il Real vuole aggredire i primi portatori avversari ma i reparti sono slegati. Modric e Kroos accorciano male in avanti liberando però lo spazio per il tracciante di Guilavogui su Arnold, senza passare per appoggi semplici verso Vieirinha o Luiz Gustavo. Arnold salterà anche Casemiro (schiacciato a protezione) ma l'azione non si concretizzerà.



 

Neanche l'indirizzamento della manovra del Real sulle fasce, e i frequenti cross (29), sui quali Dante e Naldo hanno comunque giganteggiato, hanno contribuito ad agevolare la partita difensiva del Wolfsburg. Il terzo gol su calcio piazzato ha chiuso una partita che sembrava comunque indirizzata in quella direzione. La sostanziale facilità con cui il Real Madrid ha trovato la porta in occasioni in cui non è sembrato compiere alcuno sforzo, fanno pensare a un gap psicologico, prima ancora che tecnico o tattico.

 


Sui rinvii di testa a protezione dell'area il Wolfsburg è stato teoricamente perfetto grazie ai centrali difensivi (il Real invece ne ha messi a segno 6 positivi su 8). Nella statistica manca ovviamente l'anticipo aereo con cui Ronaldo ha battuto un distratto Luiz Gustavo in marcatura nel secondo gol.



 

Ancora una volta, la Casa Blanca ha mostrato il suo campionario di errori: è difficile capire quanto sia progredita tatticamente la struttura del Real Madrid sotto la guida di Zidane.

 

Zizou non ha voluto prendersi neppure il più piccolo rischio: la prima sostituzione è avvenuta al minuto 84, ormai già sul 3-0. Il tecnico francese, consapevole dei problemi della sua squadra, sapeva che quella in campo era in ogni caso la formazione più equilibrata possibile (con tanti saluti a Isco e James).

 

È invece chiaro che la sua gestione ha tranquillizzato e rivitalizzato alcuni giocatori: in una squadra che vive di grandi individualità, si tratta comunque di un cambiamento significativo.

 

La prestazione mostruosa di Cristiano Ronaldo ne è la prova: non si tratta solo dei 3 gol, che in una partita così delicata definiscono di per sé il concetto del campione, ma anche della leadership mentale. Al momento dell’inno della Champions, la faccia di CR7 sembrava quella di un pugile che nessuno può contenere, come se nella sua testa fosse già pronto alla tripletta. E d’altronde solo con una mentalità così agonisticamente feroce si può spiegare una continuità quasi incredibile: parliamo dell’unico giocatore nella storia ad aver segnato più di 30 gol per ben 6 stagioni consecutive. E quest’anno si appresta a battere il suo stesso record di reti in Champions League: dopo i 17 segnati nella stagione della Decima, quest’anno è già a quota 16.

 

I tedeschi hanno subito in pieno il famoso “miedo escénico” del Bernabeu, quel timore reverenziale nei confronti di un palcoscenico tanto importante

. Il Wolfsburg è una squadra insicura, che sta disputando una Bundesliga anonima nonostante grandi ambizioni, e non è riuscito a reggere la pressione: la sfortuna dell’infortunio di Draxler è stata quasi un colpo finale. Da quel momento i tedeschi hanno forse cominciato a pensare di essere le vittime predestinate di una nuova rimonta del Real.

 



 


Sudditanza talmente elevata da generare una mappa povera di expected goals nel match di ritorno (sopra). L'immagine sotto invece si riferisce all'intero doppio confronto e tutto sommato il Real Madrid ha meritato la qualificazione alla sesta semifinale consecutiva in Champions.



 

Il mantenimento del risultato è una strategia efficace soltanto in particolari situazioni, e soprattutto se i minuti in cui stringere i denti sono pochi. Il Wolfsburg si è ricordato troppo tardi che in fondo questo Real Madrid era simile a quello dell’andata: il rimpianto per un’occasione davvero storica tormenterà a lungo i sonni dei tedeschi.

 

 

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