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CL 16-17: guida ufficiosa al girone G
13 set 2016
13 set 2016
Il gruppo del Leicester è uno dei più fiacchi, ma è pieno di giocatori da tenere d'occhio.
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Io credo che al Leicester proveranno ad evitare con tutti i loro mezzi a disposizione di fare la partita e di avere il controllo del pallone. Quando gli è capitato, in questo avvio di stagione, non hanno mostrato una proposta offensiva efficace. Conscio delle difficoltà, Ranieri ha provato ad alzare il tasso tecnico della squadra tenendo contemporaneamente in campo Musa, Vardy e Okazaki in alcuni momenti della partita, senza grandi risultati.

 



Le opzioni in fase di possesso del Leicester si limitano a: lancio lungo verso Mahrez che fa la sponda di testa in profondità per Okazaki o Vardy; giro palla scolastico che si conclude con il pallone che arriva a Mahrez, pronto all’1 vs 1 sul terzino per creare superiorità numerica; azione verticale con un uomo in appoggio che viene incontro e scarica, poi con apertura rapida in profondità verso il “terzo uomo” che è quasi sempre Vardy (“treccia” ripetuta anche due volte di fila in alcuni casi). Nell’amichevole di Barcellona per brevissimi tratti si era visto uno schieramento asimmetrico (più europeo e meno britannico) interessante con un terzetto di difensori a consolidare la costruzione bassa (Huth, Morgan e Simpson che si stringeva) e l’ampiezza garantita dall’esterno destro Gray e dal terzino sinistro mancino Chilwell, con Albrighton che si stringeva come trequartista: questa soluzione è rimasta sospesa e Ranieri ha preferito insistere in partite ufficiali su strategie meno sofisticate ma più interiorizzate dai giocatori.

 

Può darsi anche che il Leicester si ritrovi a fare la partita nei gironi di Champions, ma in quel caso credo che sarà una strategia mirata della squadra avversaria, per evidenziare i limiti delle fasi di possesso del Leicester e allo stesso tempo stanarlo in transizione sfruttando la lentezza di Huth e Morgan a coprire la profondità. Più probabile che la squadra di Ranieri “faccia” la partita attraverso il controllo dello spazio anziché del pallone.

 

https://www.youtube.com/watch?v=JycP1Vb_m0w

Nel frattempo il Leicester ha subito una disfatta ad Anfield. Come assorbiranno l’impatto Champions difensori come Morgan e Huth?


 

 



Concordo con Federico e Alfredo nel dire che, nonostante sia senza dubbio la "Squadra Da Battere" del gruppo, il Leicester non abbia le risorse tattiche e tecniche per fare la partita, se con “fare la partita” intendiamo dominare il possesso palla schiacciando l’avversario nella propria trequarti. Il problema è che il differenziale di blasone obbligherà comunque la squadra di Ranieri a dare almeno l’impressione di voler controllare le sorti delle partite in questione (soprattutto in casa). Questo vuol dire che nella maggior parte dei casi vedremo partite caotiche, con strappi, ripartenze, iniziative individuali, squadre lunghe, e così via.

 

 



 



La mia curiosità è aumentata dopo gli ultimi scampoli del mercato estivo e non per i movimenti fatti dal Leicester. Sono stato molto sorpreso dal fatto che due giocatori, considerati di alto profilo e nel giro della nazionale, come Jack Wilshere e Joe Hart hanno trovato posto solo nel Bournemouth e nel Torino, due formazioni sicuramente ambiziose ma di seconda fascia, oggi come oggi. È quindi possibile che io, come molti altri, abbiamo sovrastimato il valore di questi giocatori, se non di un intero movimento. Vardy valeva l’Arsenal? Mahrez era davvero un giocatore da Barcellona? La partecipazione del Leicester in Champions League è un banco di prova diretto soprattutto per loro.

 



Le sorti della squadra dipenderanno quasi unicamente dalla solidità delle fasi di non possesso. Il Leicester non ha un pressing organizzato e ha sofferto molto quando le punte salivano a pressare i difensori centrali avversari o i centrocampisti che si abbassavano. In quel caso o la squadra si allungava, o era costretta ad alzarsi e concedere quella profondità che Huth e Morgan fanno tanta fatica a coprire: ad Anfield sabato scorso Schmeichel è stato costretto a tantissime uscite fuori area e ha subito 2 gol per lo stesso motivo. Il Leicester dovrà aspettare necessariamente con gli attaccanti sulla seconda linea avversaria, come nel

 dove Vardy e Okazaki erano in 2 vs 2 su Carrick e Fellaini e tutto il resto della squadra schierata alle spalle.

 

La Champions secondo me sarà il palcoscenico perfetto nel quale il Leicester potrà di nuovo sperimentare quelle sensazioni di gioia e incoscienza che hanno contribuito a scrivere

. In Premier quest’anno si vedono già giocatori dal body language schiacciato dal peso della conferma (che non ci sarà) e del confronto con una stagione irripetibile, senza Kanté per giunta. L’Europa però potrà essere, oltre che una splendida divagazione, anche uno strumento per rimpinguare le casse e non è escluso che, passato eventualmente nelle fasi a eliminazione diretta, il Leicester non possa diventare una minaccia per chiunque nelle partite secche.

 

 



Secondo me il sorteggio è stato meno favorevole per il Leicester di quanto non appaia in prima battuta. Con un girone così “facile” adesso tutti si aspettano che la squadra di Ranieri passi almeno agli ottavi e questo può essere un fardello psicologico non da poco nel caso in cui le cose dovessero iniziare ad andare male per una squadra che l’anno scorso ha cibato le proprie motivazioni con lo stupore e la sorpresa. La trasformazione di Davide in Golia è sempre un passaggio delicato che di solito fa molte vittime. Questo per dire che ho paura che il Leicester possa non arrivarci nemmeno al contesto di altissimo livello della Champions, cioè almeno agli ottavi, visto il gruppo di Europa League che gli è capitato in sorte per adesso.

 

 


Ranieri interpreta Golia.


 

 



 



Nel doppio confronto con la Roma, il Porto si è trovato nella miglior condizione possibile per le proprie caratteristiche: non dover mai inseguire il risultato, non dover mai sbilanciarsi. Tanto sono delicati gli equilibri per questo Porto che Nuno Espirito Santo ha schierato una formazione conservativa al ritorno nonostante la necessità di segnare almeno un gol fuori casa. Il Porto non ha il passo né l’organizzazione per prendere il controllo della partita, sia per le caratteristiche dei centrocampisti (Danilo Pereira senza palla mette i brividi), sia per la difesa molto lenta ad accorciare, e appena prova ad aggredire, come successo nel derby perso contro lo Sporting, concede spazi enormi da attaccare in velocità, quindi il miglior cliente possibile per il Leicester. Però ha una buona mole di talento offensivo, giocatori rapidi e tecnici che contro un 4-4-2 come quello di Ranieri potranno facilmente far valere la superiorità numerica a centrocampo e sfruttare i cambi di gioco sul lato debole. Un ulteriore punto di domanda: per la produzione offensiva, il Porto dovrà fare grande affidamento su giocatori molto giovani come André Silva e Óliver, che per quanto clamorosamente esaltanti porteranno con loro tutti i dubbi sulla continuità derivanti dalla carta di identità.

 



Per andare agli ottavi sarà necessario minimizzare i rischi, e per fare questo credo sia sufficiente (almeno contro Brugge e Copenaghen) evitare di andare a portare inutile pressione col rischio di allungare la squadra, vista la difficoltà (come dice Francesco) dei difensori nell’accorciare in avanti. Se il Porto si schiererà con un normale 4-4-1-1 simile a quello dell’andata contro la Roma (o con il 4-1-4-1 visto all’Olimpico o contro lo Sporting) con un baricentro medio-basso sarà sufficiente per proteggere Casillas e contemporaneamente aprire il campo per le combinazioni veloci dei trequartisti.

 

Per battere il Leicester e per il primo posto nel girone servirà qualcosa in più dei numerosissimi lanci lunghi delle prime partite, che favorirebbero esponenzialmente Huth e Morgan nei duelli aerei. Il Porto non ha schemi molto consolidati in fase di possesso ma dispone comunque (come giustamente sottolineato anche qui da Francesco) di giocatori molto tecnici e rapidi nello stretto, sia nel dribbling individuale che in veloci triangolazioni di prima, che potrebbero fare male ai difensori macchinosi di Ranieri. Al tempo stesso il Porto dovrà compattarsi e non concedere profondità a Vardy: mi auguro sarà uno scontro molto interessante.

 

https://www.youtube.com/watch?v=UwPM2CRD1fQ

Il 3 a 0 inaspettato all’Olimpico. Esperienza europea?


 

 



Secondo me “l’esperienza europea” è un fantasma che viene chiamato in causa quando una squadra vince e non si sa dare una spiegazione logica (cosa ci hanno fatto il Milan o l’Inter con la loro esperienza europea in questi anni? Tanto per fare un esempio). Il Porto è una squadra che ha una età media che non arriva lontanamente ai 26 anni (25,5), in cui l’unico giocatore davvero esperto è quello che ha fatto più errori nel preliminare di Champions League (Casillas) e in cui gli altri giocatori importanti sono stati messi fuori rosa o venduti da Espirito Santo. Quando parliamo di esperienza europea in relazione al Porto, non so davvero di cosa stiamo parlando. La squadra portoghese non troverà tante altre squadre ingenue come la Roma e secondo me il passaggio del turno è tutt’altro che scontato.

 

 



 



Il Club Brugge è una delle più belle realtà del campionato belga, ma è difficile prevedere se riuscirà o meno a passare il turno. La JPL è uno dei campionati più impegnativi a livello atletico (il Club Brugge, nella stagione 2014/15 ha giocato 63 partite tra competizioni nazionali e internazionali: più di tutti, in Europa), e c’è da vedere se Preud’homme in seguito preferirà concentrarsi sul campionato, iniziato male peraltro. Non aiuta il fatto che la rosa dei belgi sia composta per lo più da giocatori giovani e inesperti a livello internazionale: per loro sarà un banco di prova importante. In particolare mi aspetto tanto da Izquierdo, il giocatore maggiormente in grado di fare la differenza, e da capitan Timmy Simons, il più esperto e sul quale graveranno probabilmente le maggiori pressioni.

 



Mi sarei aspettato uno sviluppo maggiore dalle giovani leve del Club Brugge, Brandon Mechele sembrava poter diventare un centrale di difesa elegante e aggraziato e adesso è quarto/quinto nelle rotazioni di Preud’homme, Bolingoli Mbombo è rimasto incastrato negli equivoci tattici sulla sua posizione, Dion Cools (che dev’essere

) è evidentemente un bel prospetto e avrà tempo di crescere, ma nel ruolo di esterno destro è arrivato anche Ricardo van Rhijn dall’Ajax, che era stato menzionato in ottica Inter e poi opportunamente accantonato. Vanaken è probabilmente il più interessante (oltre che il più esperto, è un classe ‘92) perché riesce in qualche modo ad abbinare piedi buoni e capacità di inserimento con i suoi centonovantaquattro centimetri, un esperimento suggestivo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=BVGA5IxTPzU

Vanaken per Dion Cools, discreta combinazione.


 



Il Club Brugge può lottare per il passaggio del turno solo se alza vertiginosamente il ritmo delle partite, e dovrebbe obbligatoriamente ottenere i 6 punti contro il Copenaghen. Mi è sembrata una squadra molto dinamica e reattiva in fase di pressing e nell’organizzare le coperture preventive, e invece piuttosto debole a difesa schierata. Se riuscirà a mantenere un recupero alto e costante del pallone, con molto coraggio e intensità, potrà avere una chance di fare risultato pieno in almeno una delle 4 sfide contro Leicester e Porto: soprattutto contro i portoghesi, che sono meno forti in campo aperto rispetto alle Foxes e hanno comunque mostrato di fare un po’ di fatica a uscire dal primo pressing ricorrendo spesso a lanci lunghi verso il centravanti André Silva. Viceversa se il Club Brugge non riuscirà ad alzare il baricentro diventerà preda della maggiore caratura tecnica e della maggiore fisicità delle due avversarie più forti, che emergerebbero in un contesto dal ritmo medio-basso.

 

 



 



Io guarderò verso la panchina dei danesi per rimpiangere i bei tempi andati e i capelli di Stale Solbakken, meteora al Wimbledon 1997-98.

 



Il mio buon motivo è Ludwig Augustinsson, terzino sinistro che mi colpì agli Europei U21 del 2015 vinti proprio dalla sua Svezia per la bravura nel cross. In campionato poi non l’ho più seguito, ma quest’estate si parlava di un interesse del West Ham e del Liverpool.

 

https://www.youtube.com/watch?v=1omVx65RiZ4

In Inghilterra avevano già preparato il consueto video di benvenuto.


 



Il mio invece è la sconfitta dello stereotipo della squadra-nordica-solo-palle-lunghe. Anzi, mi prendo la responsabilità di dire che il Copenaghen sia addirittura la squadra migliore del girone nel costruire fraseggi stretti centrali, nel trovare sempre corridoi sia orizzontali che verticali attraversati con dei passaggi corti, rapidi e precisi. La struttura posizionale a inizio azione rimane forse un po’ troppo piatta ma il coraggio e la capacità di giocare il pallone ci sono tutti. Chiaro che gli avversari del girone saranno di un altro livello rispetto a quelli incontrati fin qui, forse Club Brugge escluso, ma sarà interessante testare la squadra danese anche in chiave qualificazione Europa League. Peccato per il materiale umano a disposizione, sarebbe bello vedere Solbakken in un contesto di caratura superiore.

 



Io punto la mia scommessa personale su Andrija Pavlovic, giovane attaccante serbo pescato dal Copenaghen nel Cukaricki. Prima punta fin troppo classica, ma dai buoni movimenti, Pavlovic ha fatto per adesso quattro gol e due assist in poco più di 800 minuti giocati. Almeno un gol nella fase a gironi me lo aspetto, dai.

 





 

 

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