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Giuliano Adaglio
Shopping in Scandinavia
23 mar 2016
23 mar 2016
I nove talenti più interessanti da tenere d'occhio nei campionati di Norvegia, Svezia e Danimarca.
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Giuliano Adaglio
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Negli ultimi vent’anni il mercato globale del calcio è radicalmente cambiato. La sentenza Bosman, l’avvento di investitori dal portafoglio illimitato e la crescita esponenziale del peso dei diritti televisivi nei campionati maggiori hanno allargato a dismisura la forbice tra questi ultimi e i tornei cosiddetti minori.

 

I tre principali campionati del Nord Europa – l’Allsvenskan, la Superligaen e la Tippeligaen – hanno accusato il colpo, faticando a formare club in grado di ben figurare nelle coppe, escluse alcune estemporanee eccezioni. I tempi in cui Brøndby, Rosenborg e Göteborg facevano paura alle grandi squadre del continente sono lontani anni luce: al momento, le migliori formazioni scandinave (utilizziamo la definizione “estesa” del termine, ma dal punto di vista strettamente geografico la Scandinavia non comprenderebbe la Danimarca) devono accontentarsi di svolgere il ruolo di comparse ai gironi di Champions o di Europa League.

 

Eppure, Svezia, Danimarca e Norvegia continuano a produrre giocatori di buon livello che, quando inseriti nel contesto giusto, rappresentano un buon investimento per i club che scelgono di acquistarli. Al netto di alcune promesse non mantenute – il reclamizzatissimo Martin Ødegaard del Real Madrid su tutti, anche se stiamo parlando di un ’97 con margini di crescita ancora molto ampi –, tra i fiordi e le brughiere del Nord si possono nascondere talenti molto interessanti. Ne abbiamo scelti nove, tre per ciascun campionato, tutti nati dal ’94 in poi.

 



 





 

Cresciuto a Öland, una delle due grandi isole del Baltico (quella lunga e stretta, l’altra è Gotaland), si è messo in luce nel Mondiale Under 17 del 2013, nel quale la Svezia ha ottenuto un sorprendente terzo posto. In quella squadra Engvall faceva coppia con Valmir Berisha, acquistato dalla Roma proprio in seguito al sensazionale rendimento nel torneo, che lo aveva visto aggiudicarsi il titolo di capocannoniere con 7 gol in 7 partite. A differenza del compagno di reparto – un finalizzatore puro, in stato di grazia in quelle settimane – Engvall è un attaccante completo, generoso, sempre pronto a buttarsi negli spazi ma anche molto bravo a difendere il pallone spalle alla porta.

 

https://youtu.be/LnGcq12i-mc?t=47s

Le azioni sui gol del 2-0 e del 3-0 all’Argentina nella finale per il terzo posto dimostrano la capacità di Engvall di usare il corpo per liberarsi degli avversari.


 

Dotato di un fisico compatto (1,84 x 82) e di una tecnica funzionale al ruolo, ha confermato le proprie qualità con la maglia del club che lo ha cresciuto, l’IFK Göteborg. Le sue cifre (8 gol in 20 partite nel 2014, 5 in 25 nel 2015) non raccontano dell’apporto fornito alla squadra, fatto di pressing, presenza su tutto il fronte d’attacco e assist ai compagni. Nella scorsa stagione, dopo aver passato una primavera complicata da una serie di infortuni, si impone come il punto di riferimento dell’attacco dei

, specie dopo la cessione in Inghilterra del bomber danese Lasse Vibe. In autunno, una sua doppietta sul campo dell’AIK tiene in corsa il Göteborg per il titolo, che sfuggirà solo all’ultima giornata. Dopo

nel primo tempo, nella ripresa s’inventa un destro incrociato che anticipa difensore e portiere, mettendo in mostra una

piuttosto rara a quelle latitudini. Legato al Göteborg fino a dicembre 2017, a gennaio sembrava destinato a lasciare l’Allsvenskan per la Premier League, destinazione Stoke City. Non se n’è fatto nulla, ma è molto probabile che gli inglesi tornino a bussare alla porta dell’IFK in estate.

 





 

Di quella selezione Under 17, uno dei due centrali difensivi era Linus Wahlqvist, all’epoca appena sedicenne. Nonostante la giovane età, si era distinto per la grande calma e per la capacità di effettuare buone letture, sfruttando una capacità di piazzamento naturale e un sistema difensivo ben oliato, che lo vedeva in coppa con un altro difensore di prospettiva, Noah Sonko Sundberg (AIK), più portato all’anticipo e più forte fisicamente. L’attitudine a giocare sempre il pallone, unita alle necessità del suo club, l’IFK Norrköping, hanno spinto l’allenatore Janne Andersson a impiegarlo stabilmente come terzino destro nel 4-4-2, concedendogli maggiore libertà di movimento.

 

I trascorsi da centrale si vedono nella pulizia degli interventi e nella capacità di mantenere la posizione in arretramento quando si trova ad affrontare avversari veloci e abili nel dribbling. La buona tecnica gli consente di appoggiare con qualità la manovra offensiva, proponendosi con discreta frequenza al cross e al tiro, come dimostrano i 3 gol e 3 assist realizzati in 53 presenze in campionato con il club, a poco più di 19 anni. I gol segnati nella scorsa stagione ad AIK e Djurgården – quasi la fotocopia l’uno dell’altro – mettono in mostra anche un ottimo tiro da fuori.

 

https://youtu.be/WKSclaWgHvQ?t=29s

 





 

Il cognome, piuttosto comune in Svezia, non dice molto. Il nome, pur rimandando a una leggenda dello sport, nemmeno. Eppure Jordan Larsson è tutt’altro che uno qualunque, essendo il figlio di uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio svedese, Henrik “Henke” Larsson. Come il padre, di professione fa l’attaccante e come l’ex centravanti di Celtic e Barcellona sembra possedere un mix interessante di fisicità, tecnica e fiuto del gol. A differenza dell’illustre genitore, destro naturale, Jordan è mancino e col sinistro ama disegnare parabole a giro che ricordano quelle di attaccanti più famosi di lui.

 

https://youtu.be/t3LEGYcDA_s?t=10s

 

Se la cava di testa, anche se non è uno specialista, deve migliorare nell’uno contro uno con il portiere e rendere più efficaci le proprie giocate, ma a soli 18 anni può già vantare 36 presenze e 3 gol in campionato, seppur in una squadra disastrata come l’Helsingborg dell’ultimo biennio. Le cose migliori, per ora, le ha fatte vedere nella coppa nazionale, con 6 gol in 8 presenze. Non ha ancora esordito con la nazionale Under 21, ma c’è da scommettere che sarà tra i protagonisti del prossimo biennio, e magari anche delle Olimpiadi in programma ad agosto a Rio de Janeiro.

 



 





 

Della spedizione olimpica svedese farà parte, con ogni probabilità, anche Ludwig Augustinsson, terzino sinistro di proprietà del Copenaghen, già protagonista della squadra capace di aggiudicarsi l’ultimo Europeo Under 21. Una rosa meno talentuosa delle avversarie, Italia compresa, ma capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo e conquistare un titolo del tutto inatteso. Ciò non toglie che a disposizione del c.t. Håkan Eriksson ci fossero buone individualità, come John Guidetti, oggi al Celta Vigo, e i palermitani Quaison e Hiljemark. L’elemento più interessante di quel gruppo, però, gioca ancora in Scandinavia: laterale mancino moderno, Augustinsson abbina un fisico da quattrocentista (1,81 x 74) a un sinistro educato, col quale sa disegnare precisi cross dal fondo o dalla trequarti. Formatosi nel settore giovanile del Brommapojkarna, uno dei migliori di Svezia, ha visto la propria crescita interrompersi nel 2013 a causa di due brutti infortuni che lo hanno tenuto fuori per tutta la stagione. L’anno successivo, però, si è imposto rapidamente come miglior interprete del campionato nel suo ruolo, attirando l’attenzione del Copenaghen, che lo ha acquistato per circa un milione e mezzo di euro dal Göteborg.

 

Pur denunciando qualche limite di personalità, può diventare un ottimo giocatore di sistema, abbinando corsa e tecnica in un ruolo da sempre povero di interpreti di livello. Al Copenaghen si occupa di calci d’angolo e punizioni, un’arma particolarmente efficace quando in squadra hai specialisti del colpo di testa come Cornelius e Jørgensen

 

https://youtu.be/zpHaDko788w

 





 

Il

 lo ha fatto conoscere al mondo, ma quella sera un altro ragazzo, Marcus Rashford, gli ha rubato la scena. Ciò non toglie che Pione Sisto sia uno dei giocatori più interessanti della sua generazione, non solo in Danimarca. Figlio di rifugiati del Sud Sudan, si è imposto all’attenzione degli osservatori fin dalle prime uscite con la maglia del Midtjylland. Anzi, all’epoca già circolavano video con le sue giocate nelle giovanili

 

https://www.youtube.com/watch?v=Hl_pgWULPz0

 

Giocatore dell’anno in Danimarca nel 2014, presente nella maggior parte delle liste di talenti futuribili stilate dai giornali di tutta Europa, è atteso da tempo al salto di qualità in un torneo più probante della Superligaen. Sfacciato nel dribbling e nella conclusione, sembra talvolta confidare in maniera eccessiva nei propri mezzi, cercando giocate impossibili e ignorando i compagni meglio piazzati. Sono limiti che rischiano di condizionarne la carriera, ma resta un giocatore dal potenziale molto elevato.

 

Legatissimo alle sue origini, ha comunque scelto con orgoglio di rappresentare la Danimarca a livello internazionale. Quando è stato convocato per la prima volta nell'Under danese, nel dicembre 2014, i suoi genitori hanno fatto irruzione nella conferenza stampa e hanno festeggiato col figlio

.

 

Qualche mese dopo, in occasione del gol decisivo alla Repubblica Ceca nell’Europeo di categoria, i giornali danesi hanno celebrato il suo gol con un’immagine e un hashtag che recitava più o meno così: «Oggi sono stato il match winner per la Danimarca, #InPassatoSonoStatoUnRifugiato». Un bel messaggio, in un periodo e in una nazione

.

 





 

Se Sisto è universalmente riconosciuto come il prospetto più interessante della Superligaen danese, le ultime stagioni hanno messo in evidenza un giocatore molto meno reclamizzato, proveniente da uno stato storicamente povero di talento calcistico. Il lituano Lukas Spalvis è, numeri alla mano, il miglior attaccante del torneo, avendo realizzato finora 15 gol in 19 partite. La qualità delle realizzazioni, che alternano

 a

 e

, restituiscono il quadro di un attaccante completo, che abbina un gran fisico (1,89 x 78) a un’ottima varietà di soluzioni, compresa la capacità di smarcarsi con profitto in area di rigore.

 

https://www.youtube.com/watch?v=IvHEwUaiF88

 

La cattiva notizia è che Lo Sporting Lisbona lo ha già prenotato per luglio, quando riaprirà il mercato, versando poco più di un milione e mezzo di euro nelle casse dell’Aalborg. Spalvis avrà quini modo di mettersi alla prova in un torneo da sempre molto generoso con gli attaccanti (specie se stranieri) e in una squadra tornata recentemente ai massimi vertici del calcio portoghese, anche grazie al lavoro di Jorge Jesus, arrivato in estate dai rivali storici del Benfica.

 



 





 

In un torneo che ha visto partire nell’ultima sessione di mercato alcuni dei suoi migliori elementi – i centrocampisti Ajer (classe 1998), passato al Celtic, Selnaes (1994) al Saint Étienne e Fossum (1996) all’Hannover – uno dei giocatori più chiacchierati è l’esterno d’attacco dell’Odd Rafik Zekhnini. Origini marocchine, ha vissuto la propria epifania calcistica nell’agosto dello scorso anno, durante un turno preliminare di Europa League che opponeva la sua squadra al Borussia Dortmund.

 

Il risultato complessivo è un devastante 11-5 per i tedeschi, ma all’andata l’Odd spaventa i gialloneri: dopo 22 minuti, infatti, i norvegesi sono in vantaggio 3-0. A sbloccare il match è proprio

, che lascia sul posto Gonzalo Castro e premia l’inserimento di Samuelsen a centro area. L’ala sinistra dell’Odd resta una spina nel fianco del Dortmund per tutto l’incontro e la dichiarazione di Hummels a fine partita è quasi un’investitura. Il centrale tedesco sottolinea le qualità del ragazzo e resta stupito quando

che Zekhnini ha solo 17 anni.

 

https://youtu.be/Ja2i_07SgHM?t=2m41s

 

Come Pione Sisto, anche Zekhnini ha bisogno di sgrezzarsi dal punto di vista tattico: i doppi passi e gli scatti improvvisi possono far la differenza in Norvegia, meno in un contesto più competitivo

 





 

Elyounoussi rappresenta la versione 

 di Zekhnini. Stesse origini (è nato ad Al Hoceima, nord del Marocco), stesso ruolo e stessa capacità di saltare l’uomo in velocità. I quattro anni in più di esperienza, però, lo rendono un giocatore ormai pronto al grande salto. Non a caso, nei mesi scorsi, Celtic e Leicester hanno tentato di strapparlo al Molde, dove ha fatto benissimo nelle ultime due stagioni: 13 gol in campionato il primo anno, 12 il secondo, a cui si devono aggiungere i 7 segnati in Europa, tra preliminari di Champions e Europa League. Tra le sue vittime anche Fenerbahçe, Celtic (sia all’andata,

) e Standard Liegi.

 

Mohamed sembra destinato a una carriera più luminosa del fratello Tarik, che pure ha collezionato quasi 40 presenze con la nazionale norvegese e da un paio d’anni è protagonista in Bundesliga con la maglia dell’Hoffenheim. Mohamed è più alto, più potente e sembra possedere anche una tecnica migliore, che gli consente di concludere spesso in porta in maniera efficace e spettacolare.

 

https://youtu.be/K1ywOJWs56M

 

Elyounoussi e Zekhnini sono due dei prodotti calcistici più interessanti della “nuova Norvegia”, che comprende altri ragazzi di origine straniera come Zymer Bytyqi dello Stabaek e Bersant Celina del Manchester City (kosovari), Ghayas Zahid del Vålerenga (pakistano) e Veton Berisha del Greuther Fürth (albanese). Tutti elementi di buona tecnica e fantasia, che potrebbero donare alla nazionale nordica una dimensione diversa da quella – fondata sul fisico e il rigore tattico – che da sempre l’ha caratterizzata.

 





 

«Un portiere così, in Norvegia, non lo vedevano dai tempi di Erik Thorstvedt». Parola di Dag-Eilev Fagermo, allenatore dell’Odd nonché mentore di Sondre Rossbach, il miglior prospetto nel ruolo di tutta la Scandinavia. Figlio dell’ex portiere della nazionale Einar, si è imposto come titolare in Tippeligaen nonostante la giovanissima età, conquistando anche la maglia di numero uno dell’Under 21 norvegese. Molto bravo nelle uscite basse, efficace tra i pali, dove fa valere l’ottima elevazione e il colpo di reni, talvolta pare poco ortodosso negli interventi, secondo uno stile simile a quello della scuola tedesca, che ricorda, in parte, quello dei portieri di pallamano.

 

https://youtu.be/z7QbED77dA4?t=2m24s

 

Come il compagno di squadra Zekhnini, anche Rossbach si è messo in mostra contro il Borussia Dortmund in Europa League, nonostante la

e

, dal punto di vista della curva. Pur avendo già attirato l’interesse di diverse squadre straniere, Rossbach ha dichiarato che per il momento non è interessato a lasciare Skien (la città in cui gioca l’Odd), ritenendolo il posto migliore per crescere sotto il profilo tecnico e caratteriale.

 

 

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