
«Noi dell'Atalanta però abbiamo una certezza ed è che la squadra e Gasperini, con tutto il suo staff, daranno sempre il massimo e onoreranno come sempre la maglia, perché tutti hanno capito qual è lo spirito della nostra società». Con le sue parole Percassi ha dovuto sottolineare ciò che fino a un anno fa era l’ovvio, e cioè che Giampiero Gasperini è la garanzia, per un’altra annata di grande gioco e successi. Lo ha dovuto sottolineare perché c'è stato un certo momento, verso la fine della stagione, in cui non era così scontato che il tecnico rimanesse all'Atalanta.
La scorsa stagione l’Atalanta è arrivata ottava: il piazzamento più basso dell’era Gasperini. Più basso del settimo posto del secondo anno, quello in cui di più la squadra aveva pagato l’assestamento nella sua nuova dimensione, quella in cui si giocavano partite ogni tre giorni. Peggiore perché arrivata dopo tre terzi posti consecutivi, e le aspettative inevitabilmente più alte. Soprattutto, peggiore perché per la prima volta la squadra è sembrata a fine ciclo, impoverita nei suoi storici punti di forza, migliorata dai nuovi acquisti meno di quanto ci si potesse aspettare. Era legittimo, in un certo senso, domandarsi se valesse la pena continuare con Gasperini, o se invece il rapporto tra il tecnico e la squadra era ormai logoro. Il mercato che sta cominciando, quindi, dovrà essere un mercato di rigenerazione. L’Atalanta dovrà trovare nuove certezze attorno a cui strutturare un nuovo ciclo.
In difesa tutto a posto?
Il primo acquisto formale dell’Atalanta è stato il riscatto di Merih Demiral, non scontato visto che il difensore è costato venti milioni di euro. Una cifra che fino a qualche anno fa per l’Atalanta (fuori dalla Champions) sarebbe stata impensabile.
Demiral, escluso un calo di forma proprio nel finale, ha rappresentato una delle poche certezze dello scorso anno. L’Atalanta ha peggiorato quasi tutte le sue statistiche, tranne quella dei gol subiti, rimasta sostanzialmente invariata. Questo anche grazie a un atteggiamento spesso più prudente e conservatore del solito. Sospettavamo che nel sistema di marcature a uomo Demiral si sarebbe esaltato, ma non era scontato che giocasse così bene anche nelle fasi di difesa posizionale. Accanto a lui però ci sono diverse incertezze. Rafael Toloi, per esempio, l’anno scorso è partito titolare appena 14 volte a causa degli svariati problemi muscolari sofferti. A 32 anni comincia a non offrire più le stesse garanzie, in un sistema molto esigente dal punto di vista atletico. La sua assenza è stata compensata da una grande stagione di Palomino (32 anni), di Djimsiti (29 anni) e dall’occasionale abbassamento in difesa di De Roon. L’anno scorso il club aveva investito in Matteo Lovato, che dopo un deludente girone d’andata è stato però girato in prestito al Cagliari. Oggi sembra di nuovo sul mercato e l’Atalanta potrebbe aver bisogno di un altro centrale difensivo.
Circola il nome del giovane Mauro Perkovic, croato di 19 anni che gioca all’Istria. Nella sua squadra gioca braccetto sinistro della difesa a tre e ha mostrato un piede sinistro niente male. La conoscenza della difesa a tre e l’aggressività in anticipo lo rendono un profilo interessante, ma è difficile - conoscendo la diffidenza di Gasperini per i nuovi arrivati - che possa essere utile subito, nel caso arrivasse. Diverso il discorso per Levi Colwill, che ha la stessa età di Perkovic ma già una stagione da titolare in Championship con l’Huddersfield. È un centrale mancino che riesce a esercitare uno spaventoso dominio atletico sui suoi avversari. È uno di quei centrali che gioca costantemente proiettato in avanti, come piace a Gasperini. È di proprietà del Chelsea, è considerato tra i giovani difensori più interessanti al mondo, quindi sembra complicato possa arrivare all’Atalanta. Non girano nomi di difensori più pronti, l’Atalanta sembra concentrata altrove, ma Jason Denayer, in scadenza di contratto col Lione (e forse destinato al campionato turco), potrebbe essere un acquisto intelligente.
I problemi sugli esterni
Gli esterni di Gasperini sono un marchio registrato, le macchine che volano sulle corsie, l’ingranaggio principale dei sofisticati meccanismi sulle catene laterali. L’anno scorso però questo meccanismo si è inceppato: l’intera batteria degli esterni ha messo insieme, in totale, 7 gol, quasi la metà di quelli segnati da Robin Gosens nella stagione 2020/21. Di sicuro ci sono delle ragioni tattiche dietro questo calo, ma anche il rendimento individuale non è stato all’altezza delle aspettative. Zappacosta porta tante conduzioni, ma produce poco in termini di gol e rifiniture. Pezzella è più difensivo e oggi sembra sul mercato. Hateboer non è più debordante nelle corse come un paio d’anni fa, prima dell’infortunio. La vera delusione, però, è stato Joakim Maehle, che a sinistra sembrava avere tutti i crismi dell’esterno perfetto di Gasperini (faccia squadrata, muscoli ipertrofici, corse disperate), soprattutto dopo un Europeo in cui era riuscito a segnare due gol. Anche a causa di qualche infortunio, è andata peggio del previsto. Contro l’Olympiakos ha segnato e giocato una delle migliori partite stagionali, ma poi è quasi sparito dal campo.
È anche per questo che l’Atalanta sta provando a prendere Nuno Tavares, grande delusione dell’Arsenal la scorsa stagione. Arrivato dal Benfica per 8 milioni, ha giocato quasi sempre partendo dalla panchina, considerato inaffidabile in fase difensiva e troppo impreciso in quella offensiva. D’altro canto sembra il classico esterno che con Gasperini può arrivare a vincere il Pallone d’Oro: mostruoso a livello atletico, con una mentalità totalmente verticale e offensiva e con una presenza in area di rigore interessante. Cosa non trascurabile, sembra molto affidabile nel gioco aereo, sia quando deve difendere che in proiezione offensiva. Si dice che l’Arsenal chieda 40 milioni, ma non sono cifre credibili per un giocatore inutilizzato. Si è parlato anche a lungo di Andrea Cambiaso, che in questo momento pare vicino alla Juventus.
La Lazio pare invece che abbia proposto Lazzari come contropartita per Carnesecchi - per cui l’Atalanta chiede 18 milioni. Potrebbe essere una buona soluzione per tutti, visto che per Sarri tiene troppo palla mentre per Gasperini quello può essere un pregio. Ancora meglio di Lazzari sarebbe Singo, che quest’anno a tratti è stato immarcabile negli inserimenti sul secondo palo in area di rigore. Il tipo di azione che gli esterni dell’Atalanta ripetono anche nel sonno. Gasperini, comunque, dovrebbe provare a prendere un esterno titolare sia a sinistra che a destra, vista la situazione attuale.
Ivan Ilic è per oggi o per il futuro?
In estate c’è stato un cambiamento radicale passato quasi sotto traccia, e cioè l’arrivo di Tony D’Amico come DS, arrivato per sostituire Giovanni Sartori, che era alla Dea dal 2014 e considerato uno dei principali artefici della crescita del club. Al Verona D’Amico ha lavorato, negli anni recenti, con un sistema simile: sa comprare giocatori per il 3-4-3 e un sistema di marcature a uomo. L’unico giocatore del Verona di cui si parla, però, è Ivan Ilic, un centrocampista peculiare, che nei sistemi frenetici di Juric e Tudor si è preoccupato soprattutto di dare la pausa e mettere calma e precisione tecnica con le sue conduzioni nei corridoi centrali.
Nonostante il fisico longilineo, Ilic spicca per i dribbling eleganti in spazi stretti con cui cambia ritmo. Non ha grandi numeri offensivi per ora, ma ha visione di gioco un sinistro estremamente sensibile. Resta difficile capire in che modo potrà convivere col più importante acquisto dell’Atalanta lo scorso anno, e cioè Teun Koopmeiners, che ha caratteristiche simili. Ilic potrebbe dare la possibilità di far ruotare i giocatori senza perdere qualità, visto anche il calo recente di Remo Freuler. Sembra più che altro un acquisto per il futuro.
Cosa aspettarsi in attacco
I problemi dello scorso anno dell’Atalanta, però, nascono in attacco. Nel 2019/20 la squadra aveva segnato 98 gol, l’anno dopo 90, nell’ultimo 65. Senza Gomez e Ilicic l’Atalanta era diventata una squadra offensivamente meno complessa, più facile da difendere, Luis Muriel e Duvan Zapata avevano compensato soprattutto attraverso i gol. Lo scorso anno però hanno vissuto un grande calo di forma. Complici gli infortuni, Zapata ha segnato solo 10 gol, tornando alle medie pre-gasperiniane. Il dato più preoccupante è quello della conversione: con -4.4 xG Zapata è stato il giocatore più in underperformance dello scorso anno.
Luis Muriel è passato da 22 a 9 gol. In certe giornate è ancora capace di momenti d’onnipotenza, che sono però sempre più rari. Giudicare le prestazioni individuali dell’attacco dell’Atalanta non è semplice, perché i problemi sono sembrati più collettivi, ma le due cose sono legate. La scarsa forma - e in parte la scarsa qualità - degli attaccanti è stata pagata in termini di produzione offensiva, ma anche di disfunzionalità tattica. L’Atalanta è riuscita sempre più raramente a imporre quelle lunghe fasi di attacco posizionale che erano il risvolto col pallone del pressing alto. Aveva meno giocatori di qualità a ricevere tra le linee, e capaci di un gioco meno qualitativo rispetto agli interpreti degli scorsi anni.
Consapevole di questi problemi, a gennaio dello scorso anno l’Atalanta ha comprato Jérémie Boga: un’ala capace di portare una minaccia costante con i suoi dribbling, un aspetto fondamentale a livello tattico per la squadra (la squadra che in questi anni ha saltato l’uomo di più in Serie A). Boga ha mostrato quanto quel ruolo, esterno offensivo con Gasperini, richieda un’intelligenza tattica nei movimenti e una sofisticazione delle letture più alta di quanto immaginiamo. Il tecnico lo ha lasciato spesso fuori, utilizzandolo soprattutto a partita in corso per disordinare difese stanche. Come sempre Boga ha oscillato tra momenti in cui sembrava poter rompere il gioco del calcio e altri in cui era un organismo tossico per la propria squadra. È costato 20 milioni, però, e l’Atalanta dovrà per forza avere di più da lui il prossimo anno, magari anche da Miranchuk, su cui però non sembrano esserci grandi speranze, nonostante un finale di stagione in crescita. Boga ha chiuso l’anno con zero gol e zero assist: con più o meno gli stessi minuti giocati Ilicic ha messo insieme 3 gol e 4 assist.
In giro ci sono giocatori che potrebbero esaltarsi nel sistema di Gasperini, su cui comunque non circola nessuna voce. Manor Salomon si libererà dallo Shakhtar per una cifra contenuta, ma sembra vicino al Fulham. Damsgaard ha vissuto una stagione di transizione, rovinata dagli infortuni, ma potrebbe avere le caratteristiche per dare un’altra dimensione tecnica all’attacco dell’Atalanta. Bertrand Traorè potrebbe andar via dall’Aston Villa, gioca a destra e il suo atletismo potrebbe essere devastante in Serie A.
L’Atalanta però sembra abbia come priorità quello di risolvere il problema dei gol, per questo sta provando a convincere l’Inter ad accettare un’offerta per Pinamonti inferiore a quella del Monza, forte anche del desiderio del giocatore. Non è un giocatore che potrebbe sostituire il lavoro spalle alla porta che Zapata ha fatto questi anni, trascinando e abbassando inter reparti difensivi avversari. In area di rigore, però, si muove alla grande e potrebbe funzionare in una squadra che strutturalmente tende a crossare molto. Il club ha messo sul mercato sia Muriel che Zapata, intanto, e a seconda di chi riuscirà a cedere possiamo immaginare altre mosse future.
Confermarsi ogni anno ai vertici della classifica, per una società come l’Atalanta, non può essere dato per scontato e una flessione poteva essere immaginata, visto il logoramento del gruppo storico che ha portato tanti risultati. Le ultime sessioni di calciomercato non hanno aiutato, visto che quasi nessuno degli acquisti fatti ha reso quanto previsto. La capacità di creare un nuovo gruppo vincente misurerà le possibilità per l’Atalanta di restare, in Italia, una squadra che si qualifica con costanza alle coppe europee. Molto dipenderà dagli investimenti di quest’estate, e da quanto si riveleranno giusti.