In questa stagione l’Atalanta sta mettendo in mostra la perfetta sublimazione delle idee di Gasperini. Una squadra costruita nel giro di quattro stagioni, vendendo e comprando, ma sempre tenendo fede ad alcune regole precise: le marcature a uomo in tutte le zone del campo, il pressing, i movimenti sincronizzati, i difensori che arrivano in area di rigore, l’occupazione organizzata dello spazio e gli esterni che vanno a mille.
Certo il sistema di Gasperini per funzionare bene ha dovuto trovare il talento di alcuni giocatori unici, come il Papu Gomez e Ilicic, ma niente ci stupisce più degli esterni di Gasperini, una categoria dello spirito a parte: non sono mai fenomeni o pippe, non hanno piedi delicati o calciano bombe all’incrocio, non sono maghi dell’assist o fenomeni nelle coperture preventive. Gli esterni di Gasperini sono dei robot prodotti in serie in qualche fabbrica nascosta nel cuore della Mitteleuropa. Ad una prima occhiata sono tutti uguali, poi quando li vedi meglio ti accorgi che sono davvero uguali. Quelli leggermente diversi non funzionano: quest’estate era arrivato Arana per fare l’esterno di Gasperini, ma evidentemente era difettoso e l’hanno mandato indietro. Sicuramente nel prossimo mercato arriverà una versione migliore sottotraccia, sconosciuto.
Oggi ovviamente gli esterni di Gasperini sono sulla bocca di tutti, ma è da quando allena che Gasperini affina esterni di Gasperini. Abbiamo messo in classifica i più importanti, partendo da quando sedeva sulla panchina del Crotone in C1 fino ad arrivare agli esterni che gli faranno vincere la Champions League.