
CHI IN PIÙ: Sportiello, Ahanor, Kamaldeen Sulemana.
CHI IN MENO: Retegui, Ruggeri, Rui Patricio, Toloi, Cuadrado, Lookman (formalmente ancora a disposizione, ma in rotta con la società).
UNA STATISTICA INTERESSANTE DALLO SCORSO ANNO: Stando al tracciamento di Opta/FBref, l’Atalanta è stata la squadra col minor numero di tocchi nella propria area di rigore nell’ultima Serie A: 2035, 0.5 in meno a partita dell’Hellas Verona penultimo in graduatoria. I nerazzurri, d’altro canto, sono stati anche la squadra con il maggior numero di tocchi nell’area avversaria nella Serie A 2024/25: 1076, nella media a partita 0.7 in più dell’Inter, seconda in questa classifica.

Il 75% delle sconfitte dell’Atalanta nella scorsa Serie A sono arrivate tra agosto - un momento difficile tra crociati e menischi lesionati (Scamacca), certificati medici per stress (Koopmeiners) e mancate convocazioni per voci di mercato (Lookman) - e le settimane a cavallo di Pasqua, con la sconfitta nello scontro diretto con l’Inter a rimettere nel cassetto ogni sogno scudetto. Più in generale il calo di forma fisica e mentale di alcuni elementi tra gennaio e aprile è costato non solo la possibilità di restare in scia di Napoli e Inter, ma anche l’eliminazione da Supercoppa Italiana, Coppa Italia e Champions League.
Un fisiologico passaggio a vuoto di una stagione lunghissima, che non ha portato titoli, ma che ha visto l'Atalanta giocarsela alla pari contro Arsenal, Real Madrid, Barcellona, Napoli e Inter. La dimostrazione che il connubio con Gian Piero Gasperini, conclusosi dopo 9 stagioni storiche, è stato glorioso fino all’ultimo.
TUTTI I CAMBIAMENTI DELL’ATALANTA
Questo, però, è il passato. Dal 25 maggio a oggi è cambiato più o meno tutto in casa dell’Atalanta. Se ne sono andati l'allenatore, il capocannoniere, il miglior giocatore (o almeno sembra destinato ad andarsene dopo aver rotto con la società); mentre il leader carismatico del reparto difensivo dovrà saltare una parte della stagione a causa di un infortunio al crociato. Senza Gasperini, Retegui, Lookman e Kolasinac (almeno fino ad autunno inoltrato), l’Atalanta 2025/26 partirà con tantissime incognite.
Va tenuto conto anche delle partenze, simbolicamente pesanti, di Ruggeri e Toloi: il primo per ciò che ha rappresentato per il suo legame con la provincia bergamasca, il secondo per come ha fatto propri i valori nerazzurri nell’ultimo decennio, anche i loro vuoti (più “carismatici” che tecnici) non saranno semplici da colmare.
Discorso opposto, invece, se si considerano i principi della “cultura di lavoro” instillati a Zingonia da ormai una quindicina d’anni. Ivan Juric, primogenito del coaching tree dal Gasp, è il tecnico che in questo momento è stato considerato più funzionale, con l’idea di mantenere le caratteristiche con cui è stata modellata l'Atalanta nell’ultimo triennio. Inoltre la sua scelta è un attestato di stima verso Tony D’Amico, DS dell'Atalanta e principale sponsor del croato (i due hanno già lavorato insieme all'Hellas Verona dal 2019 al 2021).
Cristian Raimondi e Stefano Brambilla (rispettivamente collaboratore tecnico e match analyst) sono gli unici superstiti di uno staff arricchito tra gli altri da Marco Savorani (preparatore dei portieri per 8 stagioni tra Roma, Tottenham e Fiorentina prima di seguire Spalletti con la Nazionale), Miguel Veloso (mente dei 22 gol da calcio piazzato del Pisa di Inzaghi, che ritrova Juric dopo esser stato allenato dal croato per 98 partite tra il 2016 e il 2021 con Genoa e Hellas Verona) e Marcello Iaia (Special Analyst of Performance con trascorsi da professore universitario e 168 partite nello United di Ferguson).
L’ulteriore irrobustimento delle fondamenta di Zingonia – non solo in senso letterale, visti gli acquisti dei terreni attorno al Bortolotti Training Center per una prossima espansione di campi e strutture d’allenamento – è tangibile anche dagli ingressi di John Murtough (curriculum quasi trentennale tra staff e dirigenze d’Inghilterra, all’Atalanta in qualità di Direttore dello Sviluppo Internazionale) e Rogier Noordman, 29enne ex Football Data Scientist del PSV, integrato come Head of Data & Football Analytics.
Forse è da questa nuova struttura che è partito l'input per quello che nei prossimi giorni probabilmente diventerà l’acquisto più oneroso della storia dell’Atalanta: Rodrigo Muniz. Quante società europee possono andare a comprare in Premier un centravanti di 24 anni nella fase ascendente della sua carriera?
Un investimento su cui poi parlerà in campo, ma che intanto racconta della solidità del club e anche della volontà di avere un centravanti di alto livello da alternare a Scamacca.
DIVERGENZE E AFFINITÀ TRA JURIC E GASPERINI
Così come nella quotidianità di Zingonia, anche per il campo da gioco l’Atalanta di Juric dovrebbe provare a mantenere fede ai prìncipi che distinguono il club bergamasco dal 2016 a oggi.
Qualcosa però cambierà, anzi, qualcosa sta già cambiando. In attesa di conoscere come si completerà la rosa, le settimane di preparazione a Zingonia e le prime amichevoli hanno chiarito alcune delle gerarchie più fluide e imprevedibili del 2024/25: Brescianini coinvolto nelle rotazioni dei centrocampisti centrali; Samardžić con la 10 sulle spalle libero di gestire la manovra a varie altezze di campo ma sempre nella fascia centrale del campo; Maldini e Kamaldeen Sulemana ad alternarsi sul centrosinistra (il primo più adatto a contesti in cui fornire la “pausa” e fungere da appoggio anche spalle alla porta, il secondo più tendente a strappi in campo aperto).
In difesa, l’arrivo di Ahanor allunga le rotazioni a sinistra - dove per i primi mesi mancherà Kolasinac - e aumenta i centimetri, con un giocatore adatto alle marcature a uomo.
In fase di non possesso le differenze con la gestione Gasperini sono impercettibili. A Lipsia, contro un tridente perfetto per far saltare il sistema di marcature di Juric - una punta centrale mobile per portare a spasso Hien (Openda), ali di dribbling e strappo da fermo per punire gli anticipi secchi di Kossounou e Scalvini (Diomande e Bakayoko) - l'Atalanta pressava coi due attaccanti del 3-4-1-2 i centrali difensivi avversari, Pasalic aveva il compito di schermare il playmaker mentre Ederson e de Roon andavano a pressare i terzini quando gli arrivava la palla.
Niente di diverso, quindi, se non per una posizione di partenza degli esterni a tutta fascia leggermente più arretrata e tendente al raddoppio a sostegno degli interni di difesa – cosa che magari cambierà col miglioramento della condizione fisica, permettendo ancora maggiore aggressività – e uno schieramento a zona più compatto e statico a protezione dell’area piccola sui calci d’angolo a sfavore.
È nella fase di possesso che si sono viste differenze maggiori: dalla costruzione quasi ossessiva delle catene laterali, con i centrocampisti che svuotano il centro, ai tagli interni dei quinti o dei centrali di difesa, come “esca” per attirare la pressione, sfruttando l’atletismo dei giocatori in campo aperto e arrivare dal centravanti.
In questo nuovo contesto due giocatori potrebbero assumere nuova importanza: Samardzic, la cui centralità - a livello di zone di campo coperte e di considerazione agli occhi di Juric - sembra maggiore rispetto a quella avuta finora, e Raoul Bellanova, liberato ancor più sistematicamente nelle prime amichevoli dai movimenti a stringersi o abbassarsi di De Ketelaere/Samardzic. L'esterno ha già fatto faville con Juric (1 gol e 7 assist nel Torino 2023/24) e si propone per diventare qualcosa in più di una macchina da cross.
COME DOVREBBE GIOCARE
Retegui e Lookman, a livello di minutaggio, sono stati il 6° e l’11° più utilizzato tra tutte le competizioni nel 2024/25, e 48 dei 104 gol totali hanno portato la loro firma. Un vuoto nel terzo finale che sarà difficile colmare. Il rientro di Scamacca e l’inserimento di un’altra punta (Muniz?), tutto sommato, potrebbero non far sentire troppo la mancanza di un attaccante efficiente come Retegui.
Più arduo invece, riempire il vuoto che lascerà Lookman: se l’Atalanta, nella Serie A 2024/25, è stata capolista per conduzioni palla al piede nel terzo offensivo (696, 48 in più del Milan 2° e 109 più della Lazio 3°), è stato in gran parte grazie a lui. Lookman è stato un catalizzatore della risalita offensiva sul centrosinistra, con le attenzioni dei sistemi difensivi avversari concentrate su di lui e meno attente ai tagli senza palla di Kolasinac e Zappacosta.
Né Sulemana, né Maldini, né qualsiasi altro profilo giungesse nelle ultime battute di calciomercato avrebbe nell’immediato lo stesso impatto: un problema su cui Juric potrebbe scontrarsi in particolare nelle partite contro i blocchi bassi della medio-bassa Serie A.
El Bilal Touré non farà parte di questo gruppo e uno dei motivi è probabilmente la presa di posizione sui social a favore di Lookman.
Nella prima uscita stagionale a Lipsia, Juric ha riproposto dal 1’ una soluzione adottata più volte anche negli anni gasperiniani: un trequartista e due punte mobili, Pasalic alle spalle di De Ketelaere-Sulemana.
A mancare, durante tutte le amichevoli della preparazione, è stato il “peso” offensivo, tradotto in capacità di abbassare il baricentro avversario, quando in campo non c'era Gianluca Scamacca. Il possibile arrivo di Rodrigo Muniz potrebbe aumentare le opzioni a disposizione di Juric, ma è comunque difficile immaginare una soluzione che pareggi i picchi di Lookman e Retegui della scorsa stagione.
Sempre rimanendo nell’ambito di problemi non insolubili: questa è l’ennesima estate in cui ci si chiede se Marten de Roon raggiungerà il giusto grado di bollitura per considerarlo un punto debole e non un porto sicuro per i meccanismi nerazzurri. La società ha deciso di rinviare nuovamente l’inserimento di un sostituto che possa avvicinare gli standard del miglior de Roon. Ibrahim Sulemana nella prossima stagione farà molto meglio rispetto a quella passata? In caso di emergenza a centrocampo basterà schiacciare lo stesso panic button dello scorso anno, ovvero Pasalic, che in pre-stagione ha giocato come punta centrale, trequartista e mediano?
De Roon è reduce da un’annata da 50 partite, con 1300 minuti circa in più in gare ufficiali rispetto a ogni altro membro della rosa. C’è evidente fiducia che possa mantenersi su livelli simili anche nel 2025/26, ma in stagione compirà 35 anni...
MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
I 91 giorni di pausa - la più lunga, al pari della 2019, dell’ultimo decennio atalantino - erano necessari per una squadra reduce da due stagioni senza soste. Rodrigo Muniz, Diego Moreira e Federico Chiesa: questi gli ultimi tasselli dell’estate nerazzurra. Kamaldeen Sulemana non avrà la raffinatezza di Lookman, ma il calcio estremamente verticale e diretto di Juric lo rende l’atleta più devastante nella metà campo avversaria d’Italia. Tutti i trequartisti o attaccanti nerazzurri andranno a referto con almeno 5 gol a fine stagione.
La perfetta alternanza tra Scamacca e Muniz garantisce un centravanti in grado di aprire e sfruttare gli spazi sempre in campo: l’italiano e il brasiliano raggiungono in coppia, a marzo, i 28 gol di Retegui nella passata stagione, in occasione del 3-0 sul Bayer Leverkusen che ipoteca il superamento degli ottavi di finale di Champions League.
La richiesta della società di giocare tutte le gare di Coppa Italia con la seconda maglia per sfoggiare il logo della Dea dorata che corre come nel 1963, sortisce effetto: il secondo trofeo italiano della storia dell’Atalanta è conquistato grazie a de Roon, finalmente decisivo in una finale con la maglia nerazzurra. Il suo gol decide una sfida con l’Inter intossicata dalle conferenze stampa disertate da entrambe le dirigenze alla vigilia e dal confronto con Lookman in campo (la gara dell’Olimpico si conclude con 3 espulsioni per parte).
Tipo così.
L’andamento in Serie A è il ritorno alle origini dell’Atalanta che vola in primavera: un girone d’andata mai tra le prime 4, con le forze concentrate sul passaggio agli ottavi di Champions senza passare dai playoff, un ritorno da 41 punti che garantisce il terzo posto finale. Da metà febbraio in avanti, la Dea non perde più in casa in campionato – l’unico stop, doloroso, è nei quarti di Champions col Liverpool – e supera Juventus e Milan nella corsa agli ultimi posti per un piazzamento nell’Europa che conta.
PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
L’Atalanta continua a non capire le necessità dell’Inter di aggiungere Lookman per formare la ThuLaLo, accettando un mancato guadagno presente e futuro e mantenendosi un “peso morto” in rosa per i primi mesi di stagione. La sconfitta a Parma della seconda giornata fa ricomparire i fantasmi della passata stagione: nell’area di rigore sotto la Bagnaresi, il tentativo di scivolata di Scamacca ad anticipare l’intervento di Delprato provoca uno stiramento al polpaccio destro al centravanti di Fidene. Scamacca non sarà mai a disposizione, in stagione, per più di 9 partite consecutive tra Serie A, Coppa Italia e Champions League.
Il sorteggio europeo abbina la Dea all'Atletico Madrid: la trasferta al Wanda Metropolitano del penultimo turno, coi Colchoneros già qualificati tra le prime 8 e infarciti di seconde linee, è deciso dal rigore parato da Musso a De Ketelaere e dall’imperioso stacco di testa di Ruggeri al 93’. La qualificazione almeno ai playoff del gruppo di Juric si decide il 28 gennaio 2026: è psicodramma Atalanta in casa col Galatasaray, con Osimhen tornato da una decina di giorni dalla Coppa d’Africa che esulta esibendo una maglia della salute con scritto “#FreeMola”.
Come nel 2024/25, anche questa Coppa Italia si interrompe ai quarti di finale. Come nell’ultima edizione, a estromettere l’Atalanta è la futura vincitrice: la Juventus passa grazie alla doppietta di Yıldız, con Juric in lacrime per la prima sconfitta in carriera da mister con Tudor.
Tipo così.
Il mancato acquisto di un quinto mancino titolare espone brutalmente la parabola calante di Zappacosta e l’immaturità di Palestra: il buco sull’out di sinistra è solo una delle posizioni in cui il rendimento rispetto alle ultime 9 Serie A crolla. La fiducia a Juric è garantita fino a fine stagione, ma il 9° posto con 42 gol fatti rappresenta il peggior risultato dal 2015/16. La polvere che si è cercato di mettere sotto al tappeto nell’estate 2025 viene scoperchiata: sarà un'estate di rivoluzione, a partire dalla guida tecnica. Preludio del ritorno all’Atalanta della “vecchia dimensione”?
GIOCATORE DA PRENDERE AL FANTACALCIO
Se si unisce la capacità delle squadre di Juric a concedere in media poche occasioni da gol agli avversari - nelle ultime 5 stagioni complete in Serie A, Verona e Torino hanno concesso i seguenti xG: 53.7 (10°), 49.5 (8°), 38.9 (5°), 40.0 (4°), 37.4 (4°) - al portiere che lo scorso anno è risultato il migliore in Italia per “Gol salvati sopra le aspettative” secondo Hudl Statsbomb (post-shot xG “ponderati”), la scelta più sensata potrebbe essere quella di Marco Carnesecchi.
POSSIBILE SORPRESA
C’è chi ha interpretato la scelta di Lazar Samardžić di impossessarsi della 10 liberata da Zaniolo come un gesto arrogante, chi lo ha letto come una dimostrazione di estrema fiducia da parte di Juric, chi come la scintilla che provocherà la sua definitiva esplosione.