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8 cose da seguire in Serie A questo weekend
13 ott 2017
13 ott 2017
Una piccola guida su come passare tutto il weekend a guardare il campionato italiano.
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Indice. A pagina 1 trovate le preview di Roma-Napoli e Juventus-Lazio, la sfida personale di Milinkovic-Savic e il possibile esordio in questo campionato di Ricky Saponara. A pagina 2, le preview di Sampdoria-Atalanta, Sassuolo-Chievo e Bologna-Spal, e un toto-esoneri visto che molti allenatori arrivano a questa giornata in un clima di tensione.

Fra Napoli e Roma vincerà chi giocherà meglio negli spazi di mezzo

di Fabio Barcellona

Il campionato di Serie A aspetta ancora la squadra in grado di fermare il Napoli, vincitore di tutte le partite giocate finora. Il cammino della squadra di Sarri non è però stato sempre agevole. La SPAL, l’Atalanta e la Lazio - almeno nei primi tempi - hanno messo in difficoltà i partenopei. Pur con approcci difensivi abbastanza diversi queste squadre hanno affrontato il Napoli con una difesa a 3 e due uomini che marcavano o, comunque, gravitavano nella zona delle mezzali avversarie. Sebbene non sia necessariamente vero che il Napoli possa andare in difficoltà offensivamente contro le difese a 3, è plausibile sostenere che una linea arretrata con 3 calciatori, unita magari a un controllo dei movimenti delle mezzali, sia una delle maniere più efficaci di negare alla squadra di Sarri il dominio degli half-spaces, vero cuore del sistema offensivo del Napoli. Nel 4-3-3 di Di Francesco la zona degli half-spaces coincide con quella alle spalle delle 2 mezzali.

Difensivamente invece il Napoli è stato messo in difficoltà dalla strategia adottata da Paulo Fonseca nella sfida di Champions contro lo Shakhtar Donetsk. Il gioco di posizione degli ucraini liberava continuamente le mezzepunte del 4-2-3-1 dietro la linea di pressione avanzata del Napoli, in particolare alle spalle di Zielinski e Hamsik e ai fianchi del mediano Diawara.

Si può quindi immaginare che una delle chiavi tattiche della partita si troverà nella relativa capacità delle 2 squadre nel difendere la zona dietro linea della prima pressione e in particolare alle spalle delle mezzali. Proprio in quest’aspetto la Roma di Di Francesco ha mostrato più di qualche difficoltà. Troppo spesso i giallorossi hanno concesso alla manovra avversaria di progredire con pericolosità concedendo ricezioni tra le linee e negli half-space ai fianchi di Daniele De Rossi. Un difetto risultato evidente sia durante fasi di pressing più aggressivo, quando imprecisioni nei tempi e negli spazi di pressione hanno concesso spazi dietro la linea, ma anche durante fasi difensive puramente posizionali, evidenziando un’eccessiva passività della squadra e della linea difensiva. Purtroppo per la Roma, il Napoli sarebbe abilissimo a sfruttare e punire tale specifica debolezza della sua fase difensiva. Di Francesco non può quindi permettersi, specie contro la squadra di Sarri, di continuare a concedere ricezioni alle spalle delle sue mezzali.

Dall’altro lato del campo, la Roma invece non ricerca sistematicamente la zona degli half-spaces, preferendo, come è tipico del gioco di Di Francesco, sviluppare la manovra tramite i meccanismi coordinati delle catene laterali. La circolazione bassa del pallone della Roma, però, non è ancora fluida e non sembra capace di liberare con continuità gli spazi dietro la linea di pressione avanzata del Napoli.

Nell’incrocio tra le caratteristiche di gioco e le qualità delle due squadre, il Napoli sembra quella che in fase difensiva tende a concedere meno ricezioni negli half-space e, in fase offensiva, quella che prova a sfruttare maggiormente questa fondamentale zona del campo. Se Di Francesco riuscirà a ribaltare questa tendenza e a vincere la battaglia degli half-space, in entrambe le fasi, aumenterà le possibilità di dare fastidio alla squadra, in questo momento, più in forma del campionato.

La Lazio riuscirà a complicare la vita alla Juventus come in Supercoppa?

di Alfredo Giacobbe

L’esito dell’ultimo incontro tra Juventus e Lazio, lo scorso agosto per la Supercoppa italiana, pone diverse questioni sulla partita di sabato. Prima di rifilarne 3 alla Juventus nella notte di Supercoppa, nei 5 precedenti la Lazio non aveva segnato neanche un gol. Complice però una preparazione fisica deficitaria e il meccanismo di pressing escogitato da Inzaghi, nella sfida di Supercoppa la Juventus si era allungata sul campo finendo per concedere numerose ripartenze a una delle squadre più a suo agio ad attaccare in transizione.

Riuscirà la Lazio a complicare la vita ai bianconeri allo stesso modo?

La Lazio marca tutti i riferimenti della Juventus. Cuadrado viene incontro per offrire una linea di passaggio ma Lucas Leiva è aggressivo, gli sfila il pallone e innesca la transizione.

Nei primi minuti del derby della Mole, come nel primo tempo della partita contro l’Atalanta, la Juventus ha mostrato un palleggio veloce e preciso che ha messo in difficoltà gli avversari. Un segnale che il rodaggio d’inizio stagione tipico delle squadre di Allegri potrebbe essersi concluso.

Probabilmente Allegri dovrà rinunciare a Miralem Pjanic, il miglior regista in rosa, per problemi fisici. Rodrigo Bentancur, grande sorpresa di questo inizio di stagione, viene dalla logorante trasferta sudamericana e forse rimarrà in panchina. Allora sarà importante che Khedira e Matuidi trovino un’intesa sulla suddivisione dei compiti di impostazione e inserimento, nonostante in stagione abbiano giocato insieme solo 22 minuti (e peraltro come mezzali in un 4-3-3).

I due centrocampisti dovranno trovare un modo per limitare Luis Alberto, che prima della sosta era il giocatore più in forma tra quelli a disposizione di Inzaghi. Lo spagnolo è in grado di trovare sulla trequarti lo spazio per la ricezione e il tempo per piazzare la giocata, che sia il filtrante in velocità sulla corsa di Immobile o il tiro da fuori.

Nel secondo tempo della partita dell’Olimpico, l’inserimento di Douglas Costa aveva creato alla Lazio più di qualche problema. Uno scenario che sarà possibile rivedere, viste le precarie condizioni fisiche di Mario Mandzukic, tornato malconcio dagli impegni con la Croazia. Ecco un altro tema tattico: dalla scelta del terzino biancoceleste di seguire o meno i tagli esterno-interno dell’ala avversaria, e dal tempismo nell’uscita dalla linea del difensore centrale esterno, dipenderà molto della solidità difensiva della Lazio.

Come giocherà Milinkovic-Savic

Una notizia che ci restituisce bene l’hype che è attorno a Milinkovic-Savic: Mourinho era in tribuna nella sfida fra Austria e Serbia e i media anglofoni hanno riportato la notizia che fosse lì per osservare proprio il trequartista della Lazio, che potrebbe aggiungere al proprio pregiato mobilio offensivo (insomma: stazza e tecnica sono riconosciuti come all'altezza dello United). In realtà, però, Milinkovic-Savic non era stato neanche convocato, e quindi più verosimilmente “Mou” era solo lì per controllare lo stato di forma di Nemanja Matic (o per godersi una giornata a Vienna, chissà).

L’interesse attorno a Milinkovic è però al suo apice. In questo inizio di stagione, a essere onesti, dopo una grande e risolutiva prestazione contro il Chievo, si è fatto rubare la scena da Immobile e Luis Alberto. Eppure il suo apporto tattico all’ottimo inizio di stagione della Lazio è inestimabile: giocando più largo a sinistra del solito, Milinkovic ha un’influenza totale sul gioco della sua squadra, aiutando nella risalita del pallone e offrendosi come sponda aerea continua, aggiungendo qualità nel palleggio sulla trequarti e verticalità nella rifinitura. In partite come quella di sabato contro la Juve, Milinkovic deve però rimettersi al centro della scena perché sono partite come queste a definire i limiti di un talento.

Saponara potrebbe esordire dal primo minuto (!)

L'esordio di Saponara dal primo minuto è già un motivo sufficiente per non perdersi neanche l’anticipo delle 12 e 30 - che poi, davvero, cosa avete da fare alle 12 e 30 se non cucinare con la partita in sottofondo o aspettare il pranzo con la partita in sottofondo?

Saponara si è infortunato alla caviglia ad inizio agosto ed è rientrato nell’ultima mezz’ora contro il Chievo, sembrando in grave ritardo di condizione. Dopo due settimane però Pioli potrebbe provarlo a schierare dal primo minuto al posto di Eysseric e l'attesa è molto alta, considerando ciò che Saponara aveva promesso a Empoli. Sui siti della Fiorentina i tifosi gli scrivono delle lettere accorate e i siti di Fantacalcio hanno ormai dedicato praticamente una rubrica settimanale alle sue condizioni cliniche.

Se Saponara tornasse davvero ai livelli di Empoli - ed è qualcosa di indimostrabile, non solo per i problemi fisici ma anche per la specificità tattica del contesto da cui proviene - la Fiorentina troverebbe tutt’altra pericolosità offensiva. Il ruolo di trequartista centrale nel 4-2-3-1in teoria calzerebbe a pennello sulle caratteristiche di Saponara, non solo per la sua qualità nel gioco verticale nei corridoi centrali ma anche per la sua intensità senza palla.

Saponara è un giocatore dalle caratteristiche quasi uniche, sia per tecnica che per intensità in una zona sensibile del campo, quindi lo riaccogliamo in Serie A con grande giubilo.

UPDATE: Dopo la pubblicazione dell'articolo la Fiorentina ha comunicato che Saponare deve recuperare da un infortunio (diverso da quello della caviglia) che non lo ha fatto allenare col gruppo. La situazione verrà valutata ulteriormente nei prossimi giorni.

La Samp è una prova di maturità per l'Atalanta

di Daniele Manusia

Questa partita va vista anzitutto perché Atalanta e Sampdoria sono due delle squadre in Serie A con l’identità tattica più definita. L’anno scorso il rombo di Giampaolo (che si porta dietro dai tempi dell’Empoli, quando ha potuto ricalcare il disegno tattico di Sarri) e il sistema di marcature di Gasperini hanno dato vita a due partite divertenti. A Genova è finita 2-1 per la Sampdoria, ma era agosto, quel periodo dello scorso anno in cui si parlava di esonero per Gasperini. Un’altra vita, praticamente. Al ritorno finì 1-0 per l’Atalanta.

In questo breve scorcio di campionato, la Samp è sembrata una delle squadre più in forma, anche se con qualche ombra. Ha vinto in maniera convincente contro Fiorentina e Milan, ma poi ha pareggiato col Verona e ha perso in maniera pesante contro l’Udinese (4-0). L’Atalanta, invece, ha già affrontato Napoli, Roma e Juventus, perdendo con le prime due e pareggiando con i campioni in carica, e i due punti che la separano dalla Samp (che però deve ancora recuperare la partita con la Roma) si spiegano più con il calendario che non con l’efficacia del gioco.

La squadra di Gasperini tatticamente è una delle squadre più complicate da affrontare di tutto il campionato, con continui aggiustamenti in corsa che le permettono di adattarsi a contesti e avversari diversi. La buona notizia per gli uomini di Giampolo è che una delle poche cose che il 3-4-2-1 (o 3-4-1-2) dell’Atalanta soffre strutturalmente è la presenza di un trequartista centrale alle spalle della coppia di centrali di centrocampo. In questo senso, il rombo della Sampdoria (4-3-1-2) sarà un specie di esame di maturità per l’Atalanta.

L’Atalanta quest’anno si è già scontrata contro il rombo del Chievo. Gasperini non ha cambiato modulo, accettando l’inferiorità a centrocampo ma compensandola con un sistema di scalate laterali. L’Atalanta marcava tre dei quattro centrocampisti di Maran (playmaker, mezzala dal lato forte e trequartista), lasciando libera la mezzala sul lato debole.

La freccia indica il movimento di Birsa, seconda punta quel giorno, che viene incontro marcato da Palomino. Quella evidenziata in giallo, invece è la mezzala lasciata libera dalle scalate dell’Atalanta.

Un rischio calcolato, considerando la difficoltà per i moduli con il rombo di cambiare lato del campo velocemente. Il vantaggio di questo sistema sta nel poter aggredire in parità numerica la costruzione centrale, e nel caso specifico della partita con la Sampdoria permetterebbe all’Atalanta di tagliare fuori dal gioco Torreira: fonte di gioco principale per il gioco basso doriano e uno dei giocatori più di valore in rosa.

In questo modo, oltretutto, il centrocampista atalantino che resta in marcatura sul trequartista avversario permette di difendere in superiorità numerica (quattro contro tre) al centro.

In questo caso, per garantire la superiorità in area, dopo l’inserimento della mezzala del Chievo sul lato debole (e l’uscita di Palomino dalla posizione per seguire Castro) l’esterno a tutta fascia dell’Atalanta stringe vicino ai difensori.

Giampaolo quest’anno sta dando un’interpretazione diversa del rombo sarriano, più adatto alle caratteristiche degli attaccanti a disposizione. Considerando la tendenza di Quagliarella a restare in zona centrale, è il trequartista, Gastón Ramírez, a muoversi spesso sui lati per associarsi con la mezzala e il terzino. Quando invece è Zapata ad allargarsi, Ramírez diventa un secondo attaccante.

Nella fase iniziale di possesso della Samp, la mezzala si abbassa nello spazio liberato dal terzino e uno dei tre giocatori offensivi si avvicina alla linea laterale per creare il triangolo.

Sarà interessante vedere come la Sampdoria resisterà alla pressione dell’Atalanta, ma il punto debole di Giampaolo è la linea difensiva lenta ad accorciare e fragile quando scappa all’indietro. L’Atalanta ha un cinismo da grande squadra per come sfrutta gli spazi in campo aperto (si è visto anche in Europa League) e ci vorrà grande concentrazione per non andare in difficoltà alla prima palla persa o al primo cambio di campo veloce degli orobici.

Come detto, la Sampdoria potrebbe provare a sfruttare i movimenti del trequartista alle spalle della coppia centrale a centrocampo, ma anche nei tagli interno-esterno tra il centrale di difesa dell’Atalanta e i due difensori di destra e sinistra. La qualità tecnica a disposizione è molta e in particolare Praet e Ramírez sembrano parlare la stessa lingua, ma ci vorrà grande coraggio per vincere i duelli necessari a scardinare il sistema di marcature gasperiniano.

A livello tattico ma anche psicologico ci sono molti più di tre punti in gioco. Una sconfitta in casa metterebbe in discussione la forza delle idee di Giampaolo, mentre una vittoria terrebbe la Samp agganciata al treno per l’Europa League. Al tempo stesso, se Gasperini vuole ripetere il successo dello scorso anno (e ne ha tutti i mezzi) è fondamentale provare la superiorità del proprio gioco sul resto della classe media del campionato e rimettere a posto la propria classifica da subito.

Bucchi deve vincere contro il Chievo per salvare la panchina

di Dario Saltari

Sassuolo e Chievo si incontrano in momenti diametralmente opposti e un risultato netto a favore dell’una o dell’altra potrebbe darci delle risposte significative sulle reali ambizioni delle due squadre. Con una vittoria, il Chievo potrebbe ambire ufficialmente a diventare la grande sorpresa di questa Serie A, con la possibilità di sfiorare addirittura la zona Europa League e superare squadre come Torino e Milan. In caso di sconfitta, invece, il Sassuolo rimarrebbe a quattro punti, impantanato nella zona retrocessione. Inutile dire che un risultato opposto servirebbe a ridare coraggio alla squadra di Bucchi e minerebbe le certezze psicologiche di quella di Maran.

Il Sassuolo al momento è in grossa difficoltà e non riesce a trovare la luce in fondo al tunnel del post-Di Francesco: nel periodo compreso tra le ultime due pause per le Nazionali ha perso quattro delle cinque partite giocate, segnando appena quattro gol (di cui due su rigore) e subendone 12. Per Expected Goals Difference (cioè la differenza tra Expected Goals fatti e subiti) il Sassuolo è una delle peggiori squadre del campionato, facendo meglio solo di Benevento, Torino, Verona e Genoa.

Ma ad accendere un campanello d’allarme è piuttosto il modo in cui sono arrivate queste sconfitte: il Sassuolo con il 5-3-2 si è dimostrato passivo senza palla, senza alcuna idea su come riconquistare il possesso, e con una difesa piatta e vulnerabile.

Con il pallone tra i piedi la squadra di Bucchi funziona meglio. Il Sassuolo ha dimostrato di poter attaccare con efficacia quando è in controllo del pallone, ricevendo con le mezzali nei mezzi spazi, mentre i due terzini, molto alti e larghi, attaccano l’ampiezza. Se Bucchi riuscisse a rendere più solida la sua squadra una volta perso il pallone, migliorando i meccanismi di riconquista immediata, potrebbe mettere in difficoltà il Chievo, che va in apnea quando deve difendersi basso per periodi prolungati.

Anche la fase offensiva ha i suoi nodi da sciogliere, comunque, a partire da Berardi, che non sembra ancora a suo agio nel ruolo di seconda punta di un attacco a due. La coppia con Matri è molto abile a far risalire la squadra, ricevendo tra le linee, ma non riesce a dare profondità, permettendo agli avversari di stringere le linee di difesa e centrocampo. Per Bucchi quella di trovare un modo per valorizzare il suo talento principale deve essere la prima delle priorità nelle prossime settimane, nella speranza che nel frattempo possa comunque incidere sui risultati delle prossime partite.

Il Sassuolo ha avuto almeno l’alibi di un calendario difficile, avendo già incontrato Lazio, Juventus e Atalanta e perdendo con tutte e tre. Per questo motivo, il DS della squadra di Squinzi, Giovanni Carnevali, ha fatto capire che la permanenza di Bucchi dipenderà dalle prestazioni e dai risultati delle prossime tre giornate, in cui il Sassuolo affronterà Chievo, Udinese e SPAL, che evidentemente sono considerate allo stesso livello.

Per Bucchi è una strada verso la sopravvivenza più accidentata di quanto non sembri, a partire dal Chievo, che invece arriva forte di due vittorie consecutive e di otto punti conquistati nelle ultime cinque partite, nonostante abbia affrontato Juventus, Atalanta e Fiorentina (perdendo solo contro la squadra di Allegri).

Le squadra veronese è al terzo anno di gestione Maran e sembra giovarsi, oltre che del grande lavoro del suo allenatore, anche di un gruppo che è rimasto praticamente immutato dall’inizio dell’esperienza del tecnico trentino. Il Chievo ha già dimostrato la forza della varietà del suo gioco contro un’altra squadra in costruzione come la Fiorentina, e il vantaggio di avere un sistema tattico già interiorizzato dai propri giocatori peserà anche col Sassuolo.

Il Chievo non ha sfigurato nemmeno quando ha perso contro le prime della classe.

Maran sta cambiando lentamente pelle alla sua squadra: quest’anno attacca meno in campo lungo in transizione, cerca di attirare maggiormente il pressing avversario con un possesso basso paziente per poi giocare tra le linee. Più in generale, il Chievo sembra una squadra meno ossessionata dalla solidità difensiva e più spensierata nel prendersi rischi in attacco (soprattutto con gli inserimenti dei centrocampisti: Castro e Hetemaj soprattutto, col finlandese che sarà probabilmente sostituito da Bastien in questo caso).

Forse Maran sta cercando di risolvere la cronica sterilità degli anni passati, uno sforzo evidente anche nei tentativi di trovare l’attaccante “giusto” da affiancare ad Inglese. Pucciarelli fino ad adesso non ha convinto del tutto, proprio per la sua inefficacia sotto porta, e il tecnico trentino ha provato addirittura Birsa da seconda punta, con Castro trequartista. In ogni caso, l’abilità del Chievo nel trovare l’uomo tra le linee e la sua organizzazione nelle transizioni sembra incastrarsi alla perfezione con i difetti difensivi del Sassuolo, una squadra che si disorganizza facilmente, con una difesa molto restia ad accorciare sul centrocampo.

Per il Sassuolo, insomma, non sarà facile, ma una vittoria, o almeno una prestazione molto convincente, potrebbe essere di converso un primo passo importante per rilanciare tutta la stagione. Se per Bucchi è iniziato un periodo cruciale non è detto che sia un male affrontare subito una sfida come quella posta del Chievo. Come si dice in questi casi: o nuoti, o affoghi.

Bologna - Spal è un derby tra due eccellenze difensive

di Emanuele Atturo

In un campionato ricco di storie negative, di squadre che ci si affretta a considerare non all’altezza, Bologna e Spal sono belle eccezioni. E questo di per sé è un buon motivo per guardare la partita.

La SPAL ha solo 5 punti in classifica, ma li ha ottenuti mostrando un’organizzazione di gioco promettente, che per la situazione recente delle neopromosse nel nostro campionato è già qualcosa. La SPAL rinverdisce la tradizione italiana, che ultimamente rischiavamo di dimenticarci, delle neopromosse iper-organizzate che vendono cara la pelle. In queste prime giornate ha gestito male alcune situazioni e ha finito per raccogliere meno di quanto seminato - contro il Crotone nell’ultima partita, ma anche contro il Napoli, costretto a pescare un tiro di Ghoulam da fuori per vincere.

Dall’altra parte invece troverà una squadra che sembra aver trovato il modo per capitalizzare al massimo le proprie occasioni. Viene da due vittorie consecutive (il Bologna non fa una striscia di tre vittorie consecutive dal 2013) e ha rischiato di raccogliere punti anche con l’Inter, contro cui ha pareggiato per via di un rigore contestato a ridosso del fischio finale.

Nelle guide che avevamo preparato prima dell’inizio del campionato, avevamo descritto il Bologna come una squadra che nell’ultima stagione aveva mostrato problemi d’agonismo ed è evidente oggi quanto Donadoni abbia lavorato su quest’aspetto: in questo inizio di stagione i “felsinei” sono la squadra con più cartellini gialli, 23. Donadoni ha messo il Bologna in assetto da battaglia, convincendo i suoi giocatori che la salvezza se la devono sudare nonostante un talento a disposizione superiore a diverse squadre.

Bologna - Spal è sopratutto la sfida fra due eccellenze difensive del nostro campionato, essendo rispettivamente la seconda e la quarta squadra migliore del campionato per xG concessi, e il Bologna è addirittura fra le prime dieci in Europa. Avendo a disposizione più talento davanti che dietro, Donadoni ha deciso spesso di adottare un atteggiamento più conservatore, cercando di mettere i suoi difensori nelle migliori condizioni possibili, consapevole che poi i giocatori offensivi saranno comunque in grado di trovare una giocata risolutiva (come il gol di Palacio al Genoa). Se il Bologna è una squadra camaleontica, che fa della capacità di adottare più canovacci tattici - abbassando o alzando le linee di pressione e i ritmi - la squadra di Semplici invece trae la propria forza dalla continuità nel suo 3-5-2, cercando anche di difendersi col possesso palla, quando possibile.

Un dato interessante per provare a inquadrare la partita: nonostante la SPAL sia la quarta migliore in Serie A per xG concessi è anche la quarta peggiore per tiri concessi (16 e mezzo a partita), segno che lascia agli avversari spesso la possibilità di concludere da fuori. Una situazione causata a volte da una certa passività della linea difensiva e alla naturale tendenza di Viviani, il mediano, ad abbassarsi fra i centrali.

Per il Bologna sarà importante cercare di sfruttare i suoi due maggiori talenti, Di Francesco e Verdi, per attaccare l’ampiezza e aprirsi spazi pericolosi in area o fra le linee. In questo senso potrebbe essere sensato rispolverare Destro, che è il giocatore che attacca meglio l’area e mettere in difficoltà i difensori della SPAL nella difesa dei cross, dove non sembrano il massimo dell’affidabilità. Donadoni ha mostrato di amare mettersi a specchio contro i 3-5-2 avversari ma l’assenza di Maietta dovrebbe portarlo a tornare al 4-2-3-1.

Se il Bologna dovesse vincere arriverebbe a 14 punti, che comincerebbero ad essere abbastanza per mettere il campionato sotto una luce interessante (in città già si parla di possibili rinforzi a gennaio se la squadra rimarrà in odore d’Europa).

Se siete amanti delle raffinate fasi difensive della tradizione italiana, e magari state vivendo con insofferenza queste stagioni in cui piovono gol, Bologna - Spal è la partita per rifarvi gli occhi. Se non vi bastano le ragioni più puramente calcistiche vi devo ricordare che Bologna - Spal è anche un derby: al momento della promozione i tifosi spallini hanno dedicato un coro al Bologna, e il Bologna ha contraccambiato dalla curva alla notizia.

Campanilismo+Maestria nell’arte difensiva: c’è qualcosa di più italiano?

Toto-esoneri

Marco Baroni

Possibilità esonero: 70%

Anche Marco Baroni è nel gruppo degli allenatori a metà fra il regno dei vivi e quello dei morti. Da settimane il presidente parla molto poco velatamente del suo possibile esonero. L’ottima prestazione contro l’Inter ha addolcito un po’ le vibrazioni attorno a lui, ma il Benevento rimane a zero punti, Ciciretti ha la febbre e il Verona è la squadra peggiore con cui perdere una partita in questo momento.

Fabio Pecchia

Possibilità esonero: 60%

Il Verona è forse la squadra tatticamente più strampalata della Serie A, davvero non si capisce qual è la sua idea di calcio. Ma il motivo per cui Pecchia sembra rischiare meno di Baroni, più che la paradossale rimonta contro il Torino nell’ultima giornata, è il fatto che per lo meno pare avere la fiducia del suo presidente, che in settimana ha dichiarato che il tecnico non rischia. Chiaramente perdere col Benevento renderebbe la sua situazione insostenibile. In ogni caso, il posticipo del lunedì è una partita estremamente affascinante per gli spettatori che amano volteggiare sopra le teste degli allenatori a rischio esonero.

Vincenzo Montella

Possibilità d’esonero 50%

Situazione fiducia in Montella: Silvio Berlusconi che in settimana dichiara che, fosse stato per lui, avrebbe tenuto Brocchi. Montella sembrava in una situazione disperata già prima della sconfitta contro la Roma ed è stato costretto a muovere le sue carte, che nella pratica si è tradotto nel cacciare un preparatore atletico. Il 2 a 0 subito in casa dai giallorossi non ha certo reso più solida la sua panchina.

Massimo Rastelli

Possibilità d’esonero: 40%

Un anno e mezzo fa Rastelli e Juric, sulle panchine di Cagliari e Crotone, si erano affrontati per la vetta della classifica di Serie B. Alla fine la spuntò Rastelli, che chiuse il campionato primo, un punto sopra i calabresi. Nonostante una promozione sicura e una salvezza piuttosto tranquilla lo scorso anno, Rastelli è rimasto comunque perennemente in discussione nel Cagliari. Anche in questo inizio di stagione - dove i sardi hanno comunque 6 punti, con l’attenuante di un campionato complicato, e arrivati attraverso un gioco quantomeno gradevole - la panchina di Rastelli traballa. «So che in questo mestiere contano i risultati», ha ammesso con fatalismo Rastelli, come peraltro ha ormai imparato a ripetere come un mantra. L’impressione è che in questo periodo a Rastelli è mancato solo il colpo di grazia, un risultato abbastanza eclatante da legittimare un esonero che tutti nell’ambiente sembrano volere. In questo senso, la sfida casalinga contro una delle peggiori squadre del campionato è un’occasione veramente ghiotta. Ad abbassare la sua percentuale è il fatto che perdere contro il Genoa sembra un’impresa troppo complessa per il momento.

Ivan Juric

Possibilità d’esonero: 30%

Con 5 sconfitte e 2 pareggi il Genoa è stato protagonista del peggiore avvio di campionato della sua storia. I confini fra le colpe del tecnico e l’inadeguatezza della rosa, come sempre in questi casi, sono sfumati, ma Juric sembra comunque di nuovo molto vicino all’esonero. Questa, per dire, era la rosa con cui il Genoa venne promosso in Serie A nel 2006/07; questa è quella attuale. Ad aggiungere pessimismo alla situazione, anche un tabù statistico. Nella sua storia il Genoa ha giocato 18 volte a Cagliari, con risultati sconfortanti: 3 vittorie, 4 pareggi, 11 sconfitte.

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