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Alfredo Giacobbe
Un primo punto statistico sulla Serie A 2017/18
06 ott 2017
06 ott 2017
Abbiamo usato gli Expected Goals per capire meglio le tendenze di queste prime partite di campionato.
(di)
Alfredo Giacobbe
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Quale miglior momento della pausa per le Qualificazioni al prossimo Mondiale, arrivata dopo 7 giornate di campionato, per fermarci a riflettere su quanto abbiamo visto sui campi della Serie A? Ci si lamenta spesso del ritmo degli eventi, del numero di partite l’una dopo l’altra che non lascia tempo alle squadre, ai giocatori e agli spettatori di rifiatare e guardare le cose in prospettiva. Be’, adesso, mentre l’Argentina soffre e si preoccupa, al contrario di Germania e Inghilterra, possiamo guardare con un po’ di spirito analitico al nostro orto di casa.

 

Prima di cominciare è doveroso fare una premessa: la possibilità che, con un così ridotto numero di partite giocate, alcune squadre abbiano avuto un percorso più semplice rispetto ad altre è reale ed è da tenere in conto. Per questo ho provato anche a valutare chi ha avuto un

più abbordabile, mettendo in ordine le squadre a seconda della difficoltà del calendario avuto. Non è un’operazione semplice, ma bisogna provare a cercare un criterio di oggettività anche in questo caso.

 


In alto, le squadre con il calendario più “abbordabile”.


 

Aggregando diversi tipi di statistiche delle 69 partite giocate finora in stagione (dagli Expected Goals ai dati di possesso palla, ai passaggi completati), ho messo in ordine le squadre per le difficoltà che il calendario ha posto loro. Quello che ho utilizzato è solo uno dei metodi possibili per fare una valutazione di calendario: avrei potuto ordinare gli incontri finora disputati per difficoltà, assegnando un punteggio maggiore alle squadre che la scorsa stagione si sono classificate più in alto in Serie A (dato che, tra gli altri, ha tenuto in conto Florent Toniutti per fare una valutazione simile sulla Ligue 1); oppure avrei potuto considerare una classificazione dei club secondo delle serie storiche di risultati (è quello che ad esempio fa clubelo.com).

 

Invece ho preferito rimanere aderente alle statistiche delle poche partite giocate in questa stagione considerando che non è dimostrato, ad esempio, che la classifica della stagione precedente abbia un effetto su quella dell’anno successivo; e che gli indici sulle serie storiche invece sono lenti per costruzione nel reagire ai cambiamenti recenti nel tempo. Quello che interessava a me, a parte valutare la difficoltà del calendario nel modo più oggettivo possibile, era anche valutare la difficoltà per come si è espressa in queste sette giornate, considerandola come una miniserie significativa a sé utile più che altro per capire lo stato di forma, qui e ora, delle singole squadre.

 

Premesso ciò, per i dati analizzati sembra essere la Sampdoria la squadra che finora ha avuto gli avversari più abbordabili (ai doriani però manca il recupero casalingo con la Roma), mentre la SPAL è la squadra che è stata maggiormente penalizzata dal calendario (i ferraresi hanno già affrontato Napoli, Inter e Lazio, due di queste fuori casa). Ovviamente la difficoltà del calendario è influenzata anche proprio dalle avversarie affrontate, è un ragionamento circolare: si potrebbe dire, specularmente, che se una squadra affronta avversarie difficile produrrà numeri più bassi e a sua volta risulterà tra le avversarie più semplici.

 

In questo senso, ma solo in piccola parte anche merito loro (esattamente una frazione di un settimo di merito), che hanno abbassato i numeri delle avversarie affrontate, se Inter, Roma e Juventus sono così in alto in classifica. Da notare invece la Lazio, la squadra più in alto in classifica con il calendario fin qui “peggiore”.

 

Questa classifica, con tutti i suoi difetti, servirà a fare la tara alle mie prossime considerazioni. Come sempre, ci fidiamo della capacità dei nostri lettori di portare avanti indipendentemente alcuni ragionamenti, tipo questo.

 


Il calendario del Napoli non è stato più semplice di quello, ad esempio, della Juventus. Ciò nonostante gli azzurri hanno fatto meglio dei bianconeri in questo avvio. Parla la classifica reale, prima di tutto, ma anche le evidenze statistiche confermano questa impressione.

 

Rispetto alle prime 7 partite della scorsa stagione, il Napoli ha segnato 6 reti in più (come sempre i rigori sono esclusi da queste considerazioni) con un incremento da un anno all’altro di 4,3 Expected Goals. La squadra di Sarri ha tirato più spesso verso la porta avversaria (+22 tiri) e con una precisione maggiore (il 45% dello conclusioni finite nello specchio contro il 35% di un anno fa).

 


A destra, i tiri effettuati dal Napoli questa stagione. A sinistra quelli dell’anno scorso.


 

Dal grafico delle posizioni di tiro, si nota come il Napoli trovi maggiore profondità quest’anno, con molte più conclusioni di piede dall’interno dell’area di rigore, ovvero occasioni con alte probabilità di diventare una segnatura.

 

Ma la vera novità stagionale,

, è che rispetto allo scorso anno sono migliorati anche i numeri difensivi del Napoli. E, per ora, sono persino superiori a quelli fatti registrare dalla Juventus, accreditata per aver avuto nelle passate stagioni una fase difensiva granitica.

 


A destra i tiri subiti fin qui, di meno come numero e pericolosità rispetto a quelli della scorsa stagione, a sinistra.


 

Il Napoli ha subito 2 reti e 1,7 xG in meno rispetto alla scorsa stagione. In termini di Expected Goals concessi, il Napoli è la migliore squadra nei 5 maggiori campionati: sta facendo anche meglio del Manchester City di Guardiola, partito fortissimo in questo avvio di Premier League, e prossimo avversario in Champions League proprio degli azzurri.

 

Da un anno all’altro sono diminuiti i tiri in volume concessi dal Napoli, soprattutto quelli lasciati all’interno dell’area. L’unico tallone d’Achille per il Napoli restano le conclusioni di testa, per le quali è addirittura, paradossalmente, fanalino di coda in Europa. Almeno Sarri sa esattamente su cosa lavorare.

 


Rispetto all’avvio del campionato 2016/17, i tiri concessi dalla Juventus sono invece aumentati del 34%. Tra questi l’incremento maggiore è ad appannaggio dei tiri più pericolosi, ovvero quelli scagliati di piede su azione, che sono passati dall’essere 31 nelle prime 7 giornate dello scorso campionato, ai 46 attuali.

 

La mappa qui sotto mostra anche come la rosa delle conclusioni sia più stretta nella zona centrale del campo e dell’area di rigore.

 


A destra i pericoli subiti quest’anno, maggiori rispetto allo scorso anno.


 

In sostanza i bianconeri possono ringraziare anche la poca precisione degli avversari finora affrontati, che hanno centrato lo specchio della porta solo con una percentuale del 19%, di parecchio inferiore al 28% delle prime 7 avversarie affrontate lo scorso anno.

 

La ripresa del campionato presenterà a Napoli e Juventus la doppia sfida contro le due romane. Sarà importante soprattutto lo scontro di Torino tra Juventus e la Lazio, che ha dimostrato di avere un’identità di gioco definita e che sta mostrando valori di xG pari, se non appena superiori a quelli della Juventus. La Lazio ha anche vinto l’ultimo scontro diretto, quello di Supercoppa, e forse questo potrà costituire un piccolo vantaggio psicologico sui bianconeri. Si tratterà probabilmente di una di quelle partite che definiscono (statisticamente e non solo) dandole una direzione netta, la stagione in corso di una squadra.

 



Lo scorso anno,

, in un periodo leggermente successivo a questo, gli Expected Goals misero in evidenza come il Milan avesse raccolto nei risultati più di quanto prevedesse la statistica (come evidenziato anche

e

). Dopo le prime 7 i rossoneri erano terzi con 13 punti, nonostante gli xG prodotti e subiti li posizionavano alla decima posizione.

 

Gli xG all’inizio della passata stagione, invece, lasciavano soprattutto presagire che ci fosse del buono in quel di Bergamo: per la statistica l’Atalanta valeva molto più del tredicesimo posto occupato in quel momento.

 


La differenza reti “attese”, cioè la differenza tra xG positivi e negativi.


 

Se oggi ordiniamo le squadre per la loro differenza delle reti attese, notiamo che i valori espressi dalla classifica in questo momento corrispondono grosso modo alla differenza tra le prestazioni fornite dalle squadre. C’è un solo scostamento vistoso, ed è quello del Torino.

 

La statistica accredita al Torino la terzultima posizione mentre, per i punti conquistati, i granata valgono la sesta piazza (o la settima se consideriamo la differenza reti reale).

 

La squadra di Mihajlovic ha incassato 115 conclusioni, il numero più alto escludendo Benevento e Verona. Ha inoltre subito 9 gol (contro gli 11,1 previsti in media dalla statistica), 5 dei quali segnati in open-play su tiri scagliati all’interno dell’area.

 


I tiri del Toro quest’anno, a destra, e lo scorso, a sinistra.


 

Anche la prestazione offensiva del Torino è preoccupante per certi versi. Anzi, rispetto alla performance difensiva, la distanza tra le reti segnate (11 più 2 rigori) e il livello stabilito dalla statistica (6,4 xG) è addirittura superiore. Rispetto alle prime 7 dello scorso anno, il Torino ha segnato un gol in meno, penetra con minor frequenza in area di rigore e in generale registra un decremento delle conclusioni del 27%.

 

Finora il Toro si è rinfrancato grazie alla precisione degli attaccanti: il 37% delle conclusioni è finito nello specchio della porta, una percentuale che avvicina il Toro alle migliori (Juventus e Inter sono poco più avanti con il 41%); il 13% del totale dei suoi tiri è stato trasformato in un gol (anche qui Inter e Atalanta sono vicine con il 14%).
È interessante notare come, da un anno all’altro e con un cambio di modulo nel mezzo, la shot location del Torino ha subito un netto spostamento verso la sinistra del fronte d’attacco, verso la zona di creazione del pericolo prediletta da Ljajic e da Belotti.

 

L’esperienza ci insegna che il campionato vive di brevi trend, segnati dai periodi di forma delle squadre. Sappiamo anche che la sosta per gli impegni internazionali di solito ha l’effetto di rimescolare le carte. Da qui al 12 novembre - data nella quale la Serie A si fermerà ancora - si giocheranno altre 5 giornate. Potrebbero avvenire dei piccoli stravolgimenti, ma in generale, con 119 partite giocate, a quel punto i rapporti di forza di questo campionato inizieranno ad essere più chiari. E potremo mettere ancora meglio in prospettiva anche questo inizio di campionato, i suoi trend, le sue eccellenze e le sue anomalie.

 

Il Napoli resterà nell’élite europea per le statistiche difensive? La Juventus tornerà a diventare impenetrabile o questa sua forma difensiva è la nuova realtà a cui ci dobbiamo abituare? La classifica del Torino continuerà a differire dalle statistiche o i due dati si verranno incontro? Sicuramente, tra un mese, avremo più risposte. Ma anche più domande.

 

 

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