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15 gare che hanno segnato il decennio della Formula 1
17 gen 2020
17 gen 2020
Le gare più belle, le più importanti, le più interessanti degli anni '10.
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14 min
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Per la prima volta nella sua storia, la Formula 1 ha premiato due sole case costruttrici nell'arco di un decennio. Per uno strano gioco del destino, tra queste due non c'è quella che aveva aperto il 2010 con l'acquisto del miglior pilota dell'epoca e con una doppietta nella prima gara. La Ferrari, dopo sei decenni consecutivi con almeno un titolo, questa volta è rimasta a mani vuote.

La svolta ibrida del 2014 ha rivoluzionato la Formula 1 come mai prima, creando la netta spaccatura tra l'egemonia Red Bull e quella Mercedes. Forse negli anni centrali del decennio è andata un po' in crisi la spettacolarità del prodotto, ma non sono mancate gare entusiasmanti e significative neanche in quel periodo, oltre che soprattutto nei primi tre e negli ultimi tre anni degli anni '10. Ho provato a scegliere le 15 gare che, per motivi molto diversi, hanno marcato quest'epoca.

15. La transizione: Gran Premio degli Stati Uniti 2013, Austin

Vincitore: Sebastian Vettel (Red Bull-Renault)

Austin 2013 è la gara di un record rimasto ancora intatto: Sebastian Vettel ha messo a segno l'ottava vittoria consecutiva superando Michael Schumacher, e chiuderà a quota nove in Brasile. Ma ad Austin l'egemonia Red Bull trovò soprattutto la sua sublimazione simbolica in un messaggio radio, lanciato proprio dallo stesso Vettel al team dopo la gara, che suonerà come un sinistro presagio per la sua carriera e per il futuro del team:

«Dobbiamo ricordarci di questi giorni. Non dureranno per sempre. Godiamoceli finché durano».

Vettel aveva già conquistato il suo quarto titolo mondiale e fallirà, almeno per questo decennio, l'assalto al campionato con la Ferrari. Nel 2013 vinse 13 gare, appena due in meno di quante ne avrebbe vinte la Red Bull da quel momento a fine 2019, schiacciata dalla rivoluzione ibrida e dall'egemonia Mercedes.

14. L'ultima impresa del Kaiser

Gran Premio di Monaco 2012, Montecarlo

Vincitore: Mark Webber (Red Bull-Renault)

Il dominio delle frecce d'argento non era ancora arrivato quando, all'alba del decennio, Michael Schumacher decise di firmare per la Mercedes per provare a estendere la propria leggenda, tornando a correre in Formula 1 a 41 anni. Forse condizionato dal serio incidente in moto nel 2009, prima di lasciare un ricordo sbiadito della sua ultima esperienza Schumacher abbandonò dicendo: «In questi tre anni non siamo riusciti a creare una squadra vincente alla Mercedes».

Il suo lavoro pose le prime basi affinché il team Mercedes si affermasse, pochi mesi più tardi, come forse il più solido di sempre. E nonostante la sua incostanza, Schumacher riuscì a sfruttare l'unica occasione in cui si ritrovò in mano la vettura migliore. Sconfisse il suo compagno Rosberg e le due Red Bull nelle qualifiche di Montecarlo 2012, registrando la sua pole position più amara. Per via di una penalizzazione rimediata nel precedente appuntamento, dovette partire sesto ritirandosi poi nel finale.

I riflessi nella precisione massima di guida tra i muretti a 43 anni e nello staccare la mano sinistra dal volante, per regolare la ripartizione di frenata durante la percorrenza della prima chicane delle Piscine, sono il suggello finale del talento del pilota dalla carriera più gloriosa di sempre.




13. La vittoria più inaspettata: Gran Premio di Spagna 2012, Barcellona

Vincitore: Pastor Maldonado (Williams-Renault)

Non solo Barcellona 2012 è l'unica vittoria del decennio del team Williams, che negli anni '10 ha vissuto un crollo progressivo, ma il successo di Pastor Maldonado è anche l'unico di un pilota pagante nel decennio. O meglio, di un pilota che successivamente per troppi anni, dopo il passaggio in Lotus e i ripetuti errori, ha giustificato la sua permanenza in Formula 1 solo grazie ai pesanti sponsor statali venezuelani, la cui mancanza - dopo il 2015 - ha compromesso la sua carriera.

Anni dopo è stato lo stesso Maldonado a spiegare l'inspiegabile: «La nostra macchina era sensibile al vento ma in quel weekend non ci fu, e arrivò il primo step aerodinamico evolutivo». Dopo la pole position del sabato, Maldonado vinse di forza e di ritmo soprattutto nel finale, distanziando Alonso su Ferrari. Resterà l'unico successo nel decennio di un team di seconda fascia.


12. La morte: Gran Premio del Giappone 2014, Suzuka

Vincitore: Lewis Hamilton (Mercedes)

Dopo oltre 20 anni lo scorso decennio è stato anche quello in cui il mondo della Formula 1 è tornato a fermarsi al cospetto di un nemico che sembrava sconfitto: la morte in pista.

La sottovalutazione del pericolo, all'epoca, è riconoscibile nel video sopra. Adrian Sutil esce di pista e provoca l'intervento di un mezzo, ma al tempo la gestione della Safety Car era molto più allegra rispetto a oggi. La vettura di sicurezza entra solamente 50 secondi dopo l'immagine dalla quale si intuisce che anche Jules Bianchi è andato a sbattere nello stesso punto. Nonostante la gravità del suo incidente sia parsa rilevante fin da subito, la bandiera rossa viene sventolata oltre 7 minuti dopo il suo impatto.

Il dramma di Bianchi - morto nove mesi più tardi - ha influenzato tutte le procedure e le misure di sicurezza adottate successivamente. Dal 2015 è stata messa a punto la Virtual Safety Car, perfezionata negli anni, e dal 2018 è arrivata l'introduzione di Halo che ha evitato guai fisici molto seri a Charles Leclerc in Belgio nel 2018, a Jordan King e Sean Gelael nel drammatico incidente mortale di Hubert in Formula 2 a Spa, qualche mese fa, e ad Alex Peroni a Monza, in Formula 3, una settimana più tardi.

Ancora una volta il motorsport non è riuscito a evitare che fosse necessario il sacrificio di un ragazzo per garantire l'incolumità dei piloti.

L'ultimo giro da qualifica di Jules Bianchi.




11. Il colpo di scena: Gran Premio della Malesia 2016, Sepang

Vincitore: Daniel Ricciardo (Red Bull-Renault)

Il 2016 è stato l'anno della rottura del duopolio Vettel-Hamilton. Nico Rosberg, consumandosi, è riuscito a sconfiggere il suo compagno di squadra annunciando il ritiro subito dopo la vittoria nel Mondiale, evidentemente provato. Ma per riuscirci, oltre a qualche prestazione scintillante soprattutto in qualifica, ha avuto bisogno di un po' di fortuna.

In Malesia era stato centrato da Vettel in partenza ed è ripartito dall'ultimo posto, mentre Hamilton conduceva la gara. L'inglese però è stato messo alle strette dalle due Red Bull che, diversificando la strategia e giocando con un solo pit stop con Ricciardo, hanno costretto Hamilton a usare per troppo tempo la mappatura del motore a massima potenza per crearsi la finestra per la seconda sosta, provocando l'incredibile rottura.

Una gara stupenda anche per il bellissimo e feroce duello tra le due Red Bull; recuperatelo nel video sopra. In quel momento sembrava valesse solo per il secondo posto, ma la straordinaria resistenza di Ricciardo gli è fruttata la vittoria.


10. La guerra di ego Gran Premio di Gran Bretagna 2019, Silverstone

Vincitore: Lewis Hamilton (Mercedes)

L'ultimo Gran Premio di Silverstone è stato quello con la battaglia più dura del decennio. Un duello, quello tra Verstappen e Leclerc, inaprito dal fatto che nessuno dei due si è risparmiato. In gioco c'erano solamente l'onore e la supremazia in vista del futuro, soprattutto dopo l'episodio dell'Austria che aveva dato consapevolezza a Leclerc, oltre che aver generato nuove disposizioni dalla direzione gara, sul fatto di poter spostare in avanti la soglia dell'aggressività.

Oltre alla capacità dei due giovani di lambire i confini regolamentari in una lunga scazzottata, la gara è stata spettacolare anche per un altro stupendo corpo a corpo, inedito, tra Hamilton e Bottas. Prima di restare fregato dalla Safety Car il finlandese ha mostrato forse per la prima e unica volta i suoi muscoli, con lo splendido controsorpasso alla Copse.


9. La marea rossa Gran Premio d'Italia 2019, Monza

Vincitore: Charles Leclerc (Ferrari)

La vittoria di Charles Leclerc a Monza, con la sua capacità di sconfiggere tutte le piccole trappole disseminate in tutto il weekend, tra la sua furbizia in qualifica e la sua intelligenza nella gestione sia delle gomme che dei corpo a corpo in gara, è senza dubbio l'immagine più simbolica di cosa possa rappresentare vincere un Gran Premio a Monza con la Ferrari.

Non solo, per una volta, la spettacolarità della gara è data dall'assenza del sorpasso decisivo, dalla sua attesa, ma in una prospettiva più ampia il successo di Leclerc è ancor più avvalorato dalla pressione e dalla mistica del Tempio della Velocità. L'icona di Leclerc, al suo esordio in Ferrari, la sua giovanissima età e la sua crescita "in casa" attraverso le formule minori riportano alla memoria i tempi in cui Enzo Ferrari adorava scoprire futuri campioni per affermarli nella casa automobilistica più prestigiosa al mondo.


8. Lo spettacolo della pioggia: Gran Premio del Canada 2011, Montréal

Vincitore: Jenson Button (McLaren-Mercedes)

Nell'unica gara della storia della Formula 1 a superare le 4 ore di distanza tra l'inizio e la bandiera a scacchi, il topos dell'imprevedibilità e dell'adrenalina della pioggia ha raggiunto il suo picco massimo nel decennio, più ancora di altri appuntamenti come Hockenheim 2019.

La gara è diventata centrale anche per la narrazione sull'invincibilità di Jenson Button in condizioni meteorologiche miste. L'inglese aveva azzeccato in anticipo il pit stop sia dalle gomme wet alle intermedie, sia dalle intermedie alle slick, e aveva un ritardo di 27.8 secondi da Vettel a 20 giri dalla fine, già più che dimezzato prima dell'ultima Safety Car grazie al tempismo dell'ultimo pit stop. Il suo inseguimento finale e il suo successo, dopo essersi trovato 21esimo a metà gara, hanno esaltato le sue capacità di guida e le emozioni del finale di gara.


7. La gara dei rimpianti: Gran Premio di Abu Dhabi 2010, Yas Marina

Vincitore: Sebastian Vettel (Red Bull-Renault)

Abu Dhabi 2010 è la gara sliding doors per eccellenza, quella in cui si sono intrecciati in maniera significativa i destini di tre piloti. Per i due favoriti al titolo mondiale, Alonso e Webber, Abu Dhabi 2010 significa fare i conti con il ricordo malinconico della possibilità, svanita definitivamente, di aggiudicarsi rispettivamente un titolo mondiale con la Ferrari e un titolo mondiale in assoluto.

La strategia della Rossa di coprire Webber ha spianato la strada al primo Mondiale di Vettel. Nell'ultima gara di Formula 1 senza DRS, la Renault di Petrov - dotata di F-duct che le faceva guadagnare molta velocità di punta in rettilineo - si è rivelata impossibile da superare per i primi due favoriti del campionato. Il tappo di Petrov ha scavato un solco che ha permesso ad altre vetture - che avevano fatto il pit stop sia insieme al russo che dopo Alonso - di infilarsi tra Vettel e lo spagnolo della Ferrari, regalando al tedesco il primo di quattro mondiali consecutivi.


6. Il duello tattico: Gran Premio di Spagna 2017, Barcellona

Vincitore: Lewis Hamilton (Mercedes)

Il dualismo Ferrari-Mercedes ha vissuto di alcune delle gare più tirate e affascinanti non solo di questo ultimo decennio. La battaglia di ritmo e di strategia a Barcellona 2017 ne è il massimo esempio: una corsa dove sia Vettel e Hamilton che le rispettive torri di comando hanno dovuto dare fondo alle proprie capacità.

Dopo aver bruciato Hamilton in partenza, Vettel ha leggermente anticipato il primo pit stop per evitare l'undercut dell'inglese. La Mercedes ha potuto giocare su questo aspetto, ritardando la sosta di Bottas e impedendo a Vettel di scappare con le soft, mentre Hamilton era passato alle gomme medie. Nel terzo stint l'inversione di mescola, oltre che il tempismo nel fermarsi proprio in chiusura di Virtual Safety Car, hanno creato i presupposti per il sorpasso decisivo dell'inglese, bravo anche ad aprire il gap per impedire a Vettel di passare alla strategia a tre soste.

Ma di questo Gran Premio il sorpasso di Vettel su Bottas - per spettacolarità, rischio e peso nella lotta per il Mondiale - è il più bello del decennio.


5. Bastano due auto per fare una corsa: Gran Premio del Bahrain 2014, Sakhir

Vincitore: Lewis Hamilton (Mercedes)

Il Times titolò in questo modo il giorno dopo la battaglia tra Gilles Villeneuve e Didier Pironi in casa Ferrari a Imola nel 1982. Lo sciopero dei team inglesi e le rotture meccaniche delle Renault lasciarono da sole in testa le due Rosse che non si risparmiarono. Ma l'egemonia più forte di un team nella storia della Formula 1 è senza dubbio quella della Mercedes nella prima metà del campionato 2014.

Il duello tra Hamilton e Rosberg, concluso a fine 2016, ha tenuto vivo l'interesse in stagioni dove la differenza con gli altri team era troppo elevata. Arrivata più volte allo scontro, la rivalità raggiunse il suo massimo splendore nel confronto più pulito. In Bahrain nel 2014 il magnifico duello premiò Hamilton, capace di stupendi e ripetuti controsorpassi sia prima del primo pit stop - per avere la priorità nella chiamata dal box - che nello stint finale dopo la Safety Car, dove montava una gomma più dura rispetto a Rosberg.


4. Il duello a distanza: Gran Premio di Germania 2018, Hockenheim

Vincitore: Lewis Hamilton (Mercedes)

Se Bahrain 2014 è la gara più simbolica sul dualismo in casa Mercedes e sull'influsso psicologico di Hamilton su Rosberg, Hockenheim 2018 è la gara della risoluzione della rivalità tra Hamilton e Vettel e tra Ferrari e Mercedes. La grande rimonta dell'inglese dalla 14esima posizione, sia nel primo stint che con l'arrivo della pioggia, ha messo Vettel sotto pressione a distanza e gli ha forzato il grave errore al tornantino.

Il grande colpo di scena non ha rappresentato unicamente il turning point decisivo del Mondiale 2018, ma è anche l'episodio più simbolico sulla contrapposizione sempre più netta tra il processo di completamento di Hamilton e la crescita della sua icona da un lato, e il ridimensionamento di Vettel per via di alcune sue irrisolte difficoltà tecniche e psicologiche dall'altro. Una serie di problemi che il tedesco ha mostrato anche nel 2019 e che lo mettono ora in difficoltà al cospetto di Leclerc.


3. La forza di Alonso: Gran Premio di Europa 2012, Valencia

Vincitore: Fernando Alonso (Ferrari)

Per lunghi tratti, fino alla sua lenta autodistruzione e ai nuovi record di Hamilton, Fernando Alonso è stato il pilota del decennio pur non avendo vinto titoli mondiali. La sua forza e la sua saggezza tattica - soprattutto nella stagione 2012 in cui ha sfiorato il Mondiale con una vettura inferiore - gli hanno permesso a tratti di manipolare l'ordine naturale delle cose a suo piacimento.

Valencia 2012 è la sintesi della sua essenza per almeno tre aspetti: la grande partenza, grazie a cui recupera subito tre posizioni, dall'undicesima all'ottava; la visione tattica, grazie alla quale non spinge subito nel primo stint per preservare le gomme, aspettando che altri piloti avanti a sé anticipino il pit stop e finiscano nel traffico; la forza nei duelli, soprattutto dopo il primo pit stop, quando si divincola in fretta e con molta aggressività tra diverse vetture che riesce a mettere tra sé e Raikkonen. Soprattutto, però, anche per lo splendido sorpasso a Grosjean che vale la vittoria.


2. Il colpo di coda: Gran Premio degli Stati Uniti 2018, Austin

Vincitore: Kimi Raikkonen (Ferrari)

In quella che il grande giornalista Giorgio Piola ha definito la gara più bella del decennio, il pilota più amato dagli appassionati si è prodotto nel suo canto del cigno. Già accordatosi con l'Alfa Romeo per l'anno successivo, Kimi Raikkonen ha rovesciato la sua narrazione trasformandosi in un pilota insolitamente aggressivo, forse con la consapevolezza che quella potesse essere la sua ultima occasione, senza perdere l'equilibrio che lo distingue.

Da 33 gare non guadagnava una posizione in partenza e da ben 114 non si aggiudicava una vittoria. Ad Austin l'una è stata la conseguenza dell'altra: per riuscire nel suo capolavoro Raikkonen ha tirato fuori dapprima le sue qualità più classiche nella gestione di gomme più morbide nel primo stint e di una strategia a una sosta, e successivamente anche delle energie nascoste nel lungo corpo a corpo con Hamilton a metà gara, durato tre giri, nel quale ha resistito all'inglese nonostante fosse un secondo al giro più lento.

Il capolavoro di una carriera forse incompiuta, ma che ha vissuto nella sua ultima vittoria una sorta di catarsi.


1. La gara più bella: Gran Premio di Ungheria 2014, Budapest

Vincitore: Daniel Ricciardo (Red Bull-Renault)

Ci sono diversi motivi per i quali Budapest 2014 può risultare il Gran Premio più affascinante degli anni '10: le condizioni meteorologiche variabili; la sconfitta delle invincibili Mercedes e la loro ennesima lotta interna; un altro dei capolavori di Alonso; e soprattutto uno splendido e interminabile finale di gara in cui tre piloti diversi - Alonso, Hamilton e Ricciardo - con tre vetture diverse si sono giocati la vittoria, metro dopo metro, con tre strategie differenti.

Nella peggiore stagione degli ultimi 25 anni, la Ferrari ha soltanto sfiorato l'unica vittoria nel campionato. Alonso è riuscito comunque a sconfiggere le due Mercedes, puntando su una strategia azzardata e sulla sua straordinaria visione di gara per realizzare un capolavoro che fotografa perfettamente e in modo amaro la sua incompiutezza. La sua resistenza a Hamilton a gomme finite, il trenino a tre con la rimonta - e lo splendido sorpasso sull'inglese - di Ricciardo e l'ennesimo corpo a corpo tra Hamilton e Rosberg all'ultimo giro sono stati dei fattori che, tutti insieme, hanno generato una miscela esplosiva di adrenalina per uno dei finali di gara con più pathos di sempre.




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