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14 dettagli a cui stare attenti in Portogallo-Galles
06 lug 2016
06 lug 2016
Cosa guardare nella semifinale di stasera, oltre a Bale a Cristiano Ronaldo.
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Foto di Stu Forster/Getty Images
(foto) Foto di Stu Forster/Getty Images
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È la semifinale sulla carta meno interessante, il risultato finale della parte depressa del tabellone. Neanche il migliore possibile, almeno dal punto di vista del prestigio delle Nazionali. Il Portogallo è riuscito ad arrivare in semifinale addirittura senza vincere neanche una partita nei novanta minuti, ma ha comunque superato avversari di livello e più quotati, come Croazia e Polonia. Il Galles ha avuto un percorso più semplice, ma i quarti contro il Belgio hanno esaltato una delle migliori organizzazioni di gioco del torneo. Quelli che seguono sono 14 dettagli a cui fare attenzione mentre state guardando la partita.

Perché vale la pena cambiare modulo Il sistema base di Fernando Santos è il 4-1-3-2, che con pochi accorgimenti si può trasformare in un 4-3-3, scelto dal CT del Portogallo per affrontare l’Austria nella seconda partita del girone. Per una strana coincidenza, i portoghesi hanno finora sempre affrontato squadre che si difendevano col 4-4-2, impegnate, una volta consolidato il possesso, dalla posizione centrale di Nani e Ronaldo e dal costante sostegno dei terzini, cui spetta il compito di garantire l’ampiezza. Il Galles, invece, difende a 5 e potrebbe così trovarsi in costante superiorità numerica dietro: chissà allora che Fernando non decida di tornare al 4-3-3 e di puntare tutto sull’uno contro uno dei tre attaccanti e dei due terzini contro la linea a 5 del Galles. Vista la qualità superiore dei propri giocatori, non sarebbe un grosso azzardo.

Cristiano Ronaldo vs. Gareth Bale È la narrazione più scontata, ma anche la più necessaria. Portogallo-Galles, almeno a livello narrativo, è Cristiano Ronaldo contro Gareth Bale. Per quanto ci si sforzi a riportare la sfida a una normale partita tra due squadre, è chiaro che Ronaldo e Bale catalizzino le attenzioni, che al fischio finale analizzeremo soprattutto le loro prestazioni, che le confronteremo per capire chi è stato più decisivo. Per una volta la personalizzazione di una partita ha un senso, per l’influenza che Ronaldo e Bale hanno nelle rispettive Nazionali, per il loro status di supereroi tra le persone normali. Sarà la sfida tra i due giocatori che più di tutti sfiorano la perfezione tecnica e atletica, i due prototipi del calcio del futuro, in due momenti molto diversi della loro carriera, con un approccio totalmente differente a come usare il proprio talento nel mondo. Ad accomunarli il fatto che sono i due giocatori dell’Europeo ad aver scagliato più tiri verso la porta avversaria: 36 Cristiano Ronaldo (più di 6 ogni novanta minuti), 21 Bale. Sono in sostanza loro a rendere la semifinale sulla carta meno interessante, oltre che meno ricca di sovrastrutture, una partita d’avanguardia.

Cristiano Ronaldo vs. Cristiano Ronaldo Ricordate che i vostri occhi sono tanti piccoli specchi per Ronaldo. Fallire questa partita farebbe crollare parte del suo mondo interiore.

Trova le differenze tra Danilo Pereira e William Carvalho William Carvalho è stato il mediano titolare del Portogallo dalla partita con l’Austria. Le due ammonizioni prese contro Croazia e Polonia gli impediranno di giocare la semifinale per squalifica e al suo posto ci sarà Danilo Pereira, titolare all’esordio contro l’Islanda. Carvalho ha migliorato sensibilmente il gioco del Portogallo, per la maggiore velocità con cui gioca la palla e le scelte meno conservative in fase di impostazione. Danilo contro l’Islanda si è limitato all’appoggio più facile e inoltre resta più vicino ai propri centrali di difesa, garantendo da un lato maggiore protezione, ma rendendo dall’altro meno fluido il possesso, rischiando oltretutto di allungare la squadra allontanandosi dal/i compagno/i di reparto. Contro l’Islanda ha fatto anche una pessima figura nei duelli aerei, perdendone ben 13 su 18 (anche se contro Sigthórsson).

Come farà il Portogallo ad aggirare il primo pressing del Galles Il Galles nel primo pressing porta il centravanti e i due trequartisti sulla stessa linea a schermare il centro e indirizzare la manovra avversaria sulle fasce. Il Portogallo non ha ancora affrontato squadre con una prima linea di pressing formata da 3 giocatori e il cambio Carvalho-Danilo fa perdere rapidità e intelligenza negli smarcamenti. Così Fernando Santos avrà due possibilità: formare un quadrilatero a inizio azione (tra i due difensori centrali e due centrocampisti, o magari tenendo più bloccato un terzino e facendo abbassare il mediano, scegliendo quindi di attaccare in maniera asimmetrica) per riguadagnare la superiorità numerica; oppure girare costantemente il pallone ai terzini e da lì risalire il campo, lasciando gli esterni a muoversi negli spazi intermedi tra difensore centrale e terzino avversari. Scelte fondamentali per garantirsi il controllo della gara e attaccare in maniera efficace il muro del Galles.

Gli spazi che potrebbero decidere la partita Per il Portogallo, ai lati di Allen e Ledley. Il modulo del Galles oscilla tra il 5-2-3 e il 5-3-2 a seconda della posizione di Ramsey (assente per squalifica), che si allinea a Bale e al centravanti nel primo pressing per poi scalare a centrocampo. È un meccanismo che lascia spesso i soli Allen e Ledley a coprire il campo in orizzontale, concedendo quindi molto spazio ai loro lati.

Un esempio dalla partita contro la Slovacchia. In questo caso Williams è uno dei tre giocatori che scherma l’inizio azione avversario e poi si abbassa a centrocampo. Gunter si occupa dell’esterno slovacco, Chester è pronto ad accorciare tra le linee, Allen ripiega, ma alle sue spalle c’è grande spazio per Mak.

Specie se riesce a cambiare velocemente gioco da una fascia all’altra, lo spazio ai lati di Ledley e Allen può essere il punto debole da sfruttare per attaccare il Galles, che tende anche a schiacciarsi molto in caso di possesso consolidato nella propria metà campo. Una situazione che ha saputo sfruttare Nainggolan e che potrebbe favorire i tiratori dalla distanza del Portogallo (qualcuno ha detto Ronaldo e Renato Sanches?). La squadra di Coleman potrebbe invece mandare in inferiorità numerica il Portogallo in mezzo al campo grazie all’abbassamento di Bale, che spesso col suo movimento va a formare un centrocampo a 3 con Allen e Ramsey. Il Galles può sfruttare la disposizione in fase di non possesso del Portogallo, che tiene in verticale i due centrocampisti concedendo spazi davanti alla propria linea difensiva. Oltretutto, pur occupando bene il campo e riuscendo a indirizzare la manovra avversaria sulle fasce grazie al posizionamento di Nani e Ronaldo davanti ai difensori centrali e a una linea a 3 alle loro spalle, i portoghesi vanno in difficoltà quando scatta il pressing, per la mancata coordinazione dei movimenti e per l’assenza di un giocatore in grado di dare i tempi d’uscita.

Nani decide di attaccare Vida, alle sue spalle i compagni sono impreparati: André Gomes è lontano da Strinic, nessuno scala su Badelj, che resta così libero di ricevere.

Il piano del Portogallo funziona finché riesce a costringere i propri avversari a lanciare lungo, ma può essere sabotato se al contrario i portoghesi vengono sfidati sul palleggio, specie se prolungato per attirarli fuori dalle loro posizioni.

Chi sostituisce Ramsey? L’assenza di Aaron Ramsey non è pesante solo per il Galles, ma anche per tutti gli spettatori neutrali che si aspettano di vedere una bella partita. Ramsey è un giocatore chiave per i gallesi, che fondano la loro pericolosità offensiva sulle connessioni tra i 3 giocatori più forti: Bale, Allen e appunto Ramsey. Il numero 10 è fondamentale per la qualità tecnica, l’intelligenza nei movimenti e la capacità di coprire davvero tutto il campo, senza avere un ruolo fisso, ma interpretando di volta in volta la situazione per permettere alla squadra di risalire il campo e rendersi pericolosa (il che significa abbassarsi davanti alla difesa o al contrario tagliare alle spalle di quella avversaria, o magari allargarsi sulla fascia). Ramsey fin qui ha segnato un gol, fornito 4 assist (il migliore in assoluto con Hazard) ed è tra i migliori per occasioni create (ha mandato al tiro un compagno in media 3 volte a partita). Chris Coleman, il CT del Galles, non ha nella propria rosa un altro giocatore in grado di raccogliere l’eredità creativa di Ramsey e la scelta per sostituirlo sembra sia ristretta ad Andy King e Jonathan Williams. King, numero 10 del Leicester di Ranieri, non ha mai giocato da titolare finora, ma per qualità e dinamismo potrebbe essere il sostituto più indicato di Ramsey e sdoppiarsi come lui tra centrocampo e trequarti. Williams è stato invece titolare all’esordio contro la Slovacchia, facendosi notare più che altro per le corse senza il pallone. Un po’ poco per essere un buon sostituto di Ramsey.

Chi sostituisce Davies? L’altra assenza pesante per il Galles è quella di Ben Davies, terzino sinistro del Tottenham riconvertito da Coleman a centrale sinistro della difesa a 3. Il dinamismo e la velocità di Davies mancheranno alla linea difensiva gallese, in cui potrebbero subentrare il più esperto James Collins del West Ham, difensore centrale di ruolo, ma probabilmente troppo lento e macchinoso per coprire con successo il ruolo di terzo centrale, in cui si è continuamente sollecitati a uscire per chiudere lo spazio tra le linee o coprire l’esterno dal proprio lato, oppure Jazz Richards del Fulham, terzino come Davies, anche se destro e non mancino come il compagno. Chiunque sceglierà Coleman, si tratterà comunque di un ripiego di qualità inferiore rispetto a Davies.

Chi può sostituire Bale se per caso incappasse in una serata no? Nessuno.

Pepe o non Pepe? Fernando Santos potrebbe essere costretto a rinunciare a Pepe, alle prese con un piccolo infortunio. Il CT portoghese perderebbe così il proprio difensore chiave dopo essere riuscito a dare solidità alla squadra grazie alla coppia formata dal giocatore del Real Madrid e da José Fonte (solo 5 tiri in porta subiti nelle due partite contro Croazia e Polonia). Pepe è il pilastro del sistema di recupero palla portoghese, che punta a forzare il lancio lungo degli avversari (e Pepe è il primo per duelli aerei vinti, 3,2 in media a partita) e sul costante anticipo degli attaccanti avversari per tenere la squadra il più possibile fuori dall’area di rigore (e se si difende in avanti Pepe è il più bravo, con 2,6 anticipi in media a partita, anche se paga le sue continue uscite dalla linea con qualche dribbling subito di troppo).

Seriamente: cosa aspettarsi da Cristiano Ronaldo. Pur non essendo riuscito a incidere quanto avrebbe sperato (segnando comunque 2 gol e fornendo un assist), Cristiano Ronaldo è in ogni caso il giocatore chiave della manovra portoghese. Pur non avendo le responsabilità di Bale nel creare i presupposti di pericolosità per la propria squadra, Ronaldo è il giocatore che ordina il Portogallo, semplicemente con la sua presenza. Fernando Santos gli ha dato totale libertà di movimento e i compagni si muovono di conseguenza, spostandosi in base alla posizione che Ronaldo decide di tenere di volta in volta. Se si allarga, allora gli esterni entrano dentro il campo; se si abbassa, un compagno compensa il suo movimento alzandosi a giocare da punta, e così via. A volte però si vedono scene paradossali.

Ronaldo riceve sulla fascia sinistra e Guerreiro, invece di sovrapporsi si fa da parte, tornando indietro.

Oltre a questo, è l’unico in grado di colpire di testa in area e l’unico che tira in porta con una certa (ossessiva: 36 volte, 15 più del secondo di questa classifica) costanza. Il Portogallo senza centravanti è come un puzzle senza un pezzo, quel pezzo ce l’ha in tasca Cristiano Ronaldo.

Gli aiutanti di Cristiano Ronaldo Se dovesse mancare dell’influenza della sua star indiscussa, e quindi del suo riferimento per i compagni, per il Portogallo diventerebbero fondamentali i centrocampisti con più intelligenza tattica, André Gomes e João Mário. I due sanno leggere l’azione e sanno muoversi di conseguenza, per lasciare spazio a Ronaldo, ma dando al Portogallo una struttura coerente in fase di possesso, sdoppiandosi nel doppio ruolo di mezzali/esterni per dare ampiezza o garantire lo sviluppo dell’azione posizionandosi negli spazi intermedi tra difensore centrale e terzino avversario. Entrambi poi hanno la qualità per innescare la fase di rifinitura o dare l’ultimo passaggio in prima persona (1,8 passaggi chiave in media a partita a testa). André Gomes ha saltato per infortunio il quarto di finale con la Polonia (e la fase di possesso portoghese ne ha risentito): il suo recupero per questa semifinale sarebbe determinante.

Renato Sanches Supernova Non dovesse farcela André Gomes, ecco che si aprirebbero le porte per Renato Sanches, il dodicesimo uomo del Portogallo, subentrato in 3 delle 4 partite giocate fino agli ottavi e titolare ai quarti con la Polonia in assenza di Gomes. Renato Sanches è il giocatore più indecifrabile e imprevedibile di questi Europei: si muove in maniera anarchica e a volte controproducente per la squadra, non dà un grande contributo in fase difensiva, ma è in grado di aggiungere pericolosità al Portogallo come nessun altro centrocampista in rosa. Ha qualità tecniche e atletiche incredibili per un ragazzi di 18 anni: è rapido, agile, difficile da buttare giù con un contrasto, e poi ha un gran controllo di palla, che tiene sempre attaccata al piede. Assomiglia a un’ala quando si ferma per puntare l’avversario (e nessuno nel Portogallo fa meglio dei suoi 2,5 dribbling medi a partita), a un trequartista quando parte in progressione palla al piede. È davvero un diamante grezzo molto raro, se ripulito potrebbe imporsi come uno dei migliori giocatori della sua generazione.

Gli eroi per caso: Quaresma e Robson-Kanu Se Galles e Portogallo sono arrivati fin qui lo devono anche a due unsung hero: Hal Robson-Kanu e Ricardo Quaresma. Centravanti da rotazione il primo (titolare in 2 delle 5 partite giocate dal Galles finora), prima di Euro 2016 aveva segnato solo 2 gol in tutta la propria carriera in Nazionale, bottino eguagliato con le reti, pesantissime, alla Slovacchia (decisiva) e al Belgio (una delle più belle del torneo, impreziosita dalla “Cruyff turn”). Personificazione dell’incostanza il secondo, capace di grandi prestazioni e di lunghi periodi di inconcludenza, di ritorni inaspettati e discese in contesti meno competitivi, è stato il giocatore decisivo agli ottavi e ai quarti per il Portogallo. Chissà che le grandi aspettative della sfida tra Ronaldo e Bale si concludano con un nulla di fatto e che a decidere chi andrà in finale tra Galles e Portogallo ci pensino ancora una volta uno tra Robson-Kanu e Quaresma.

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