Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Venti souvenir dall'Islanda
06 lug 2016
06 lug 2016
Le cose che ci porteremo dietro da questo incredibile Europeo islandese.
(di)
(foto)
Dark mode
(ON)

Nella mitologia Norrena il Ragnarok è la battaglia finale verso cui volgono le saghe, dove le forze dell’ordine e della luce affrontano quelle delle tenebre e del caos. I due lupi magici finiscono la rincorsa verso il sole e la luna, e finalmente li divorano, spegnendo le stelle e facendo calare il buio. Gli dei combattono contro le proprie nemesi e il mondo viene distrutto da diversi cataclismi naturali.

 

Domenica sera Payet, Pogba e Griezmann si sono abbattuti sull’Islanda sotto forma di cataclismi naturali, facendo in piccoli pezzi, in appena 45 minuti, l’hype generatosi sull’Islanda in questo mese di Europei.

 

https://www.youtube.com/watch?v=b4q_xTaJZfQ

 

Niente di impronosticabile, ma fa sempre impressione vedere la facilità con cui a volte le storie su cui proiettiamo tante aspettative vengono cancellate in un attimo. Vedere uomini che avevano giocato sotto invasamento mistico improvvisamente svuotati dei loro poteri, di nuovo normali e fuori contesto di fronte a una squadra che li prende a pallonate e rispetto a cui il dislivello tecnico è ridicolo.

 

Ma l’opera di demolizione della Francia non deve farci dimenticare quanto è stata assurda e incredibile e magnifica l’esperienza dell’Islanda agli Europei. Avendo poca fiducia nella memoria umana, ho raccolto e messo insieme per voi tutti le cose che dovremmo mettere da parte e tenere nel nostro cuore dell’Islanda a Euro 2016.

 


Questo Europeo ci ha aperto gli occhi su quanto piccola sia l’Islanda. I tifosi islandesi al seguito della squadra in Francia erano complessivamente il 10% degli abitanti dell’isola, e davanti al televisore durante gli ottavi contro l’Inghilterra c’era

totale. Ovvero: tutti. Il fatto che siano così pochi ha generato ironie statistiche ai confini del situazionismo. In un meme circolato parecchio negli scorsi giorni è stato dimostrato come fosse quasi possibile contare gli islandesi uno a uno fino a rimanere con i 23 selezionabili.

 

Posti rispetto a cui l’Islanda ha meno abitanti:


 

 


Tutti insomma ci siamo accorti di quanto l’Islanda sia piccola. Tutti tranne Cristiano Ronaldo, che dopo il pareggio del Portogallo all’esordio ha lanciato un ammonimento: “Quando non provi a giocare e pensi solo a difenderti, difenderti, difenderti, secondo me hai poca mentalità e non andranno da nessuna parte nel torneo”, riuscendo nell’impresa paradossale di rosicare contro la squadra più debole del torneo, quella che tutto il mondo tifa.

 

Cristiano Ronaldo ha rimproverato una mentalità provinciale alla Nazionale di uno stato che ha appena 50mila abitanti in più rispetto all’isola di Madera, quella dove, appunto, è nato Cristiano Ronaldo.

 


Gli islandesi sono pochi ma a quanto pare sono tutti simpatici. Il che rende l’Islanda il posto con meno stronzi sulla faccia del pianeta. Su

si indicano dieci motivi per cui questa rappresenta una verità incontrovertibile; su

si definiscono gli ospiti islandesi “i migliori tifosi del torneo”, capaci di bere molta birra senza mai diventare aggressivi. Nel pezzo a un certo punto un tifoso dice “è bello dimostrare al resto dell’Europa che esistiamo”. Commentando la violenza dei tifosi inglesi, che hanno affrontato agli ottavi, hanno

di “preferire gli abbracci”. Nelle foto di questi giorni i tifosi islandesi sono sembrati elfi magici, umpa lumpa sbarcati sul continente da un’isola fiabesca dove le persone viaggiano volando su nuvole fatte di cioccolato. In effetti, una descrizione non troppo distante da come l’Islanda è realmente.

 


La più evidente particolarità del calcio islandese è che si ama giocare senza palla. Un concetto filosoficamente estremo, se ci pensate. Sono tante le squadre che preferiscono lasciare il controllo del pallone agli avversari, sviluppando una proposta di gioco reattiva, ma la pochezza dei mezzi tecnici islandesi ha portato questa idea su un altro livello di radicalità. L’Islanda ha tenuto il pallone tra i piedi meno di qualunque altra Nazionale in questi Europei, 36% di possesso, con una percentuale di passaggi riusciti del 67%. Contro l’Inghilterra ai quarti il dato del possesso è precipitato al 32%, con un 63% di passaggi completati; ma se questo rientra per certi versi dentro i confini della normalità, anche in partite contro avversari di livello simile, come l’Austria, la percentuale di possesso non ha superato il 31%.

 

È un dato impressionante, se pensiamo che la squadra di club che ha tenuto meno il pallone tra i maggiori campionati europei, cioè il Carpi, ha comunque un 40%. Ma è un dato impressionante soprattutto se pensiamo che da questa percentuale l’Islanda ha comunque ricavato un’efficacia che l’ha spinta fino ai quarti di finale di un Europeo, mentre tutte le squadre di club con il minor possesso palla dei rispettivi tornei (Sporting Gijon, Carpi, Hannover, West Bromwich, Excelsior) sono retrocesse o ci sono andate vicine.

 


Gli islandesi non hanno un buon rapporto col pallone. Del resto in un calcio dove è sempre più complicato trovare strategie offensive efficaci, il gegenpressing può diventare il miglior regista, e per una squadra come l’Islanda tenere troppo il pallone può diventare un problema del tutto evitabile. Per questo certe volte tra i loro piedi

.

 

Gli islandesi magari hanno anche belle idee, ma la palla non li segue, ha vita propria.




Anche per questo tutto il calcio dell’Islanda, ogni sua azione e movimento, rappresenta uno sforzo continuo di ridurre il margine di errore al minimo. È davvero un inno alla prudenza. Perché se le squadre faticano a costruire azioni offensive credibili sono costrette a sperare nell’errore degli avversari. E l’Islanda fa di tutto per non concedere nessun appiglio.

con quanta disperazione gli islandesi rincorrono all’indietro una palla persa per una giocata azzardata. Il difensore la spazza come se stesse buttando un coccodrillo dalla finestra.

 

Il gioco offensivo dell’Islanda è fondamentalmente uno strumento difensivo. E non c’è giocata offensiva più difensiva, concettualmente, di un lancio lungo, il passaggio che allontana il più possibile la palla dalla propria porta. I lanci dell’Islanda, dall’inizio dell’Europeo, sono 350, una media di 70 ogni novanta minuti: non vi sto neanche a dire che è la squadra che lancia in avanti di più, anche più dell’Irlanda del Nord. Di riflesso l’Islanda è anche la squadra, dopo l’Irlanda del Nord, che prova meno passaggi corti: circa 230 ogni novanta minuti.

che lancia una palla avvelenata in mezzo all’area francese <3. L’Islanda che in qualche modo tortuoso riesce comunque ad andare al tiro <3.


 


 

Cristiano Ronaldo ha stampato questo screenshot e lo guarda ogni sera per motivarsi.

 



 



Okay, gli islandesi sono simpatici ma rimangono persone nate in mezzo a montagne che eruttano fuoco e lava e a buche che sputano vapore. In una delle isole meno densamente popolate del pianeta, dove il calcio è stato finanziato per combattere l’alcolismo e il black metal è praticamente la musica nazionale. Quindi la loro simpatia è comunque venata da una certa pazzia oscura, rappresentata al meglio dal suo commentatore virale.

 

https://vimeo.com/171957152?ref=fb-share&1

 

 


L’Islanda è ovviamente la squadra che ha giocato il maggior numero di duelli aerei in questi Europei: 215 in totale, la maggior parte dei quali sono ricaduti sulle due punte, Sightorsson e Bodvarson, che farebbero bene a informarsi bene sul problema delle

anche nel calcio. In due hanno giocato 117 duelli aerei, quasi gli stessi dell’intera Nazionale italiana, per esempio.

 


Il glitch di questo sistema è che Kolbeinn Sightorsson vince un numero irrazionale di duelli aerei. Contro il Portogallo, per esempio, ha vinto 18 duelli aerei su 23 tentati. Se ci fosse modo per stabilirlo, sono sicuro sarebbe un record. È una media più simile a un difensore in buona giornata che contrasta un attaccante non in buona giornata, con il vantaggio di dover impattare delle traiettorie che vengono incontro.

 

Sightorsson è il giocatore che ha giocato più duelli aerei in tutti gli Europei: 76, 17 ogni 90 minuti. Molti di più di tutti gli altri giocatori, difensori compresi. Quasi 30 in più del secondo di questa classifica, Chris Smalling. Ve la metto giù in termini ancora più estremi: Sightorsson ha effettuato 123 passaggi in tutto l’Europeo. Questo significa che ogni tocco e mezzo di piede Sightorrson fa un tocco di testa. Come si dice ‘assurdo’ in islandese?

 


Sightorsson ha relativizzato i limiti delle cose che si possono fare con la testa nel gioco del calcio. Qui di testa fa stop e passaggio in verticale. I suoi compagni lo assecondano e costruiscono un’azione, un gioco a tre, senza far mai scendere la palla a terra.


 


Il tempismo puro di Sightorsson a volte è ridicolo. Qui il portiere rinvia in zona centrale, dove non sembra esserci nessun giocatore islandese. Pepe va tranquillo per lo stacco ma a un certo punto spunta il 9 dell’Islanda come fosse uscito da una buca. Nella gif fate caso al suo movimento orizzontale a partire dal rinvio del portiere.

 


 


Il rinvio del portiere è una delle situazioni più studiate dall’Islanda. La tasca di spazio ricercata è più o meno sempre la stessa, ed è quella in cui Sightorsson può sfilarsi dalla morsa dei centrali per creare un mismatch con i centrocampisti. Qui la facilità con cui il suo movimento a pendolo manda a vuoto il colpo di testa del giocatore ungherese è irrisoria.

 


Questo colpo di testa non è particolarmente bello o importante, ma guardate quanto si alza la palla dopo il suo tocco. Esce addirittura dall’inquadratura: è normale?! A volte viene il sospetto che la testa di Sightorsson non sia come quella delle altre persone, che la sua calotta cranica sia rivestita di plutonio.

 




Fun fact: Sightorsson, che ci crediate o no, secondo la UEFA è anche il giocatore che nella prima giornata ha toccato la velocità di punta più elevata. Probabilmente Ymir, divinità norrena progenitore della stirpe dei giganti, lo ha toccato per trasmettergli virtù sovrannaturali.




 

 


L’Islanda: gioca meglio con la palla in aria che con la palla per terra. Per questo buona parte del gioco islandese è stata finalizzata a lanciare la palla in aria, che sia con i lanci lunghi, o con le rimesse laterali, disciplina in cui gli islandesi si distinguono fra i migliori al mondo.

 

Fratello di un giocatore professionista di pallamano (sport nazionale in Islanda), Gunnarsson è un vero maestro dell’uso della

: “sin da quando ho 15 anni mi alleno a superare la linea di fondo con la rimessa laterale”. Ecco una breve guida:

 

Innanzitutto

, meglio se fatto di pelle di volpe artica. Asciugare con cura la sfera per migliorare l’attrito tra mani e pallone.


 




 

le posizioni ai compagni come in un tavoliere di Warhammer.

 



 

un piccolo movimento di stretching preparatorio.

 

Avanzare fino alla linea e piantarci le gambe facendo leva come una catapulta.

una rimessa laterale ben eseguita, dove si incrocia la magistrale arte di Gunnarsson di rimettere in gioco con il tempismo di Sightorsson nel gioco aereo.

vediamo invece il gol del pareggio con l’Inghilterra, dove Arnason ha sfruttato l’assurda impreparazione delle marcature inglesi. Forse la rete più importante dell’Europeo islandese.


 


Perché la sua barba e le sue rimesse laterali rischiano di oscurare delle qualità tecniche magari non eccezionali, ma di sicuro superiori alla serie b inglese in cui milita. E soprattutto perfette per il gioco islandese. Se la squadra caricava un lato di giocatori, la palla a un certo punto tornava indietro verso Gunnarsson che

sul lato debole. Da dove gli islandesi attaccavano spesso in parità numerica.

 

 


Quelle che ci siamo sentiti ripetere in ogni telecronaca. Che fa il regista televisivo, che ha girato un video per una canzone scritta per l’Eurovisione. Un video peraltro davvero terribile. Che quando aveva 21 anni pesava 200kg e un amico gli ha detto di provare a fare il portiere, e allora lui si è messo a fare il portiere, e qualche giorno fa ha parato un colpo di testa a Cristiano Ronaldo. Ce le hanno ripetute mille volte ma non mi stancherei mai di ascoltarle. Vorrei un romanzo su Halldorsson.

 


“Ehi aspetta, chi è quello?! Il capitano dell’Islanda?! Ma che barba ha?! Ma quanto è fico?! Ma quanto è poetico?!” e poi cercare foto hipster di Gunnarson, e scoprire che è un coatto antico sposato con una bodybuilder professionista.

 



 


Sono stati i momenti tra i più iconici di questi Europei, quando Gunnarsson andava sotto la curva a ritmare i battiti di mani e gli ululati baritonali. Inizialmente si era sparsa da voce che si trattasse di un canto di guerra vichingo, segno di quanto lavorava la nostra immaginazione davanti all’esotismo islandese. In seguito si è scoperto che si tratta un coro preso in prestito dal tifo scozzese.

 

https://www.youtube.com/watch?v=X_cwcTNGp3U

 

In ogni caso vale la pena continuare a credere alla prima versione, e a tenerci stretti nel cuore tutti i dettagli dell’esperienza islandese a questi Europei. Non tanto per la sua struttura da fiaba, visto che le fiabe sono in fondo tutte uguali. Quanto per la sua profonda e veramente interessante stranezza, per la sua assoluta unicità.

 

 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura