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(di)
David Breschi
Armi non convenzionali
05 gen 2018
05 gen 2018
Come Ben Simmons e Giannis Antetokounmpo riescono a dominare in NBA senza tiro in sospensione.
(di)
David Breschi
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Nella prima delle due clip Antetokounmpo gioca il pick and roll con ampio spazio per attaccare mentre la difesa resta con i tiratori. Nella seconda clip James è pronto a collassare in area per aiutare, ma Antetokounmpo legge la sua rotazione e pesca il compagno libero in angolo.


 


 

 

Simmons marcato da un giocatore più piccolo può tirargli sopra la testa nel cuore dell’area, oppure prendere d’infilata un giocatore delle sue dimensione ma notevolmente più lento.


 



 



 





 


 

 

In queste clip tutta la devastazione portata da Giannis in campo aperto. La difesa non ha tempo di capire quello che succede che il greco dei Bucks in tre falcate ha già corso tutto il campo, iniziando il terzo tempo dalla lunetta per arrivare fino al ferro.


 


 

 

Highlight del genere si sprecano nella Rete e la dicono lunga sull’impatto fisico e rivoluzionario di Giannis: recupera palla a centrocampo, fa un solo palleggio, inizia il terzo tempo fuori dalla linea dei tre punti e va a schiacciare.


 



 


 

 

Quando ha ampi spazi per prendere velocità e alzare i giri del suo motore non c’è modo di precludergli il centro area. Il giro in palleggio lanciato in corsa senza deragliare o rovinarsi le ginocchia è una cosa inspiegabile.


 



 


 

 

Come si vede delle clip, quel metro che viene lasciato per il tiro, in uno-contro-uno diretto o dopo il pick and roll passando dietro al blocco, per Giannis diventa un vantaggio da sfruttare attaccando lo spazio e trasformando una situazione statica in una situazione dinamica.


 



 


 

 

Simmons è abile a crearsi una linea di penetrazione quando la difesa invece vuole evitarla, e una volta messi i piedi in area ha molti modi per chiudere con un canestro: mano destra, mano sinistra oppure appoggiandosi al difensore spizzicando la palla con quel gancetto in corsa.


 





 


 

 

Nella prima delle due clip dedicate a Giannis il cambio difensivo favorisce un mismatch che il greco è bravo a sfruttare tirando sopra la testa al suo difensore. Nella seconda con lo step back crea separazione di un metro con il suo avversario e può tirare comodamente dalla lunetta in quel che è a tutti gli effetti un tiro libero.


 



 


 

 

Protegge il ferro in difesa, conduce il contropiede da playmaker, stacca con i piedi dalla linea tratteggiata della lunetta e conclude in appoggio nella restricted area semplicemente allungando le braccia. Oppure arriva in prossimità della restricted area con un passo, potrebbe alzarsi per tirare facilmente in testa al suo marcatore, attira le attenzioni della difesa e pesca libero il compagno per un tiro ad altissima percentuale.


 



 


 

 

Le clip parlano da sole: due palleggi-arresto-tiro usando la mano sinistra, ganci cielo dai 4 metri con la mano destra. Se non è talento questo.


 



 


 

 

Nel momento in cui arriva in area potrebbe fare un palleggio-arresto-tiro come farebbe quasi ogni giocatore NBA; lui invece ha in visione il compagno che si muove e costruisce un tiro ancora migliore del suo. Nella seconda clip anziché forzare un tiro da 6 metri passa la palla a Dario Saric perché vede il suo uomo flottato in area. Questa è una lettura semplice ma non scontata: a livello NBA una cosa del genere la fanno in pochi - i vari James, Harden, Paul ad esempio. Riaprendo il gioco, la palla torna nella sue mani con spazi diversi per attaccare, Simmons fa collassare la difesa attorno a lui e anziché tirare, ancora una volta scarica fuori per la tripla in ritmo di Saric.


 





 


 

 

All’interno dell’articolata Motion Offense dei Sixers, dopo aver iniziato lo schema il ruolo di Simmons cambia: da playmaker diventa ala forte e si posizione nel “dunker spot”, da cui può ricevere uno scarico oppure correggere un tiro, farsi vedere per un taglio e infine, schiacciato sulla linea di fondo, aprire spazio ai tagli dei compagni portandosi appresso il proprio difensore come nelle ultime due clip della partita contro i Lakers.


 



 


 

 

Se nei pick and roll le difese avversarie eseguono i loro schemi difensivi ponendo l’enfasi sulla palla anziché sul rollante, Giannis ha spazio per esplodere a canestro o seguire il rimbalzo per correggere il tiro come un centro vero, di quelli che spostano gli equilibri. Se invece le difese onorano il roll di Giannis ruotando da lato debole, oggi il numero 34 dei Bucks ha la maturità cestistica per leggere il gioco e cercare il compagno libero su scarico.


 


 

 

Quando invece le difese avversarie cambiano per non dargli facili conclusioni al ferro, i Bucks sono bravi a isolarlo in punta - un posto dove gli aiuti difensivi o i raddoppi sono inefficaci - per lasciarlo creare con movenze che strizzano l’occhio ad un tedesco di Wurzburg che due cosine in NBA le ha fatte.


 



 


 

 

Antetokounmpo non trova linee di penetrazioni dopo il pick and roll con Brogdon, riapre il gioco per la guardia e si invertono i ruoli. Questa situazione compromette ogni strategia difensiva degli avversari che devono cambiare copertura sul pick and roll nel giro di una frazione di secondo e se la comunicazione non è tempestiva si creano le condizioni per canestri facili.


 





 


 

 

Negli schemi dei Sixers è previsto questo particolare set, usato spesso dagli Spurs per LaMarcus Aldridge, per isolare Simmons in post dopo che ha sfruttato un doppio blocco cieco. La ricezione è garantita e se la difesa non cambia Simmons ha vantaggio di centimetri per concludere contro un esterno; se invece la difesa cambia con il lungo, Simmons usa il suo consueto gancio con la mano destra per chiudere a canestro.


 



 


 

 

Se marcato da un giocatore più lento Giannis fronteggia il canestro e attacca in palleggio; se marcato da un giocatore più piccolo lo sposta fin sotto canestro, dove nemmeno triplicare serve a dissuaderlo da portarsi a casa il ferro. Se la difesa invece inizia a ruotare non appena riceve, la sua lettura dei raddoppi gli permette di capire quando dare via la palla, aggiungendo poi la correzione volante come extra.


 



 



 

 

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