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Volata finale: Bundesliga
25 apr 2015
25 apr 2015
Quali duelli interessanti riserva ancora il campionato tedesco? Quali prospettive per il futuro?
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Mancano poche giornate al termine di una Bundesliga che il Bayern Monaco continua a vincere con la sigaretta in bocca. Dietro però, oltre al Wolfsburg già secondo, il campionato riserva ancora duelli importanti e apre interessanti prospettive per il futuro. Si vede qualcosa oltre il Bayern?Chi arriverà terzo?Federico Aquè La sfida più interessante è tra due squadre in forma, Borussia Mönchengladbach e Bayer Leverkusen, attualmente a pari punti. Lo scontro diretto del 9 maggio è la partita più importante del campionato da qui alla fine. Difficile indicare una favorita: il Borussia deve ancora affrontare il Wolfsburg, mentre il Bayer, prima della sfida decisiva al Borussia-Park, ospita il Bayern Monaco. Dovessi scommettere, punterei le mie fiches sul Bayer, nonostante sia abbia perso Emir Spahic (contratto rescisso dopo una rissa e una testata a uno steward alla fine della sfida col Bayern in Coppa di Germania), uno dei perni della squadra. Mauro F. Giorgio Chiaro che, a parità di punti e stato di forma, gli scontri importanti fanno la differenza, con il Leverkusen che forse risulta svantaggiato a livello di calendario, dovendo affrontare il Bayern prima dello scontro diretto decisivo del 9 maggio. Tuttavia il perentorio 4-0 rifilato allo Hannover nella 29.esima giornata, che ha causato l’inevitabile esonero di Korkut, ha consentito l’aggancio ai rivali di Westfalia. Il Mönchengladbach affronterà il Wolfsburg nella 30.esima giornata. La logica mi porterebbe a propendere per i Fohlen ma credo anch’io che le Aspirine abbiano qualcosa in più, sia a livello di individualità che come collettivo. Ma chi meriterebbe di più l’accesso diretto in Champions?Mauro F. Giorgio A rendere ancora più bella questa sfida c’è che Mönchengladbach e Leverkusen, a una cinquantina di km l’una dall’altra, sono divise da un’accesa rivalità calcistica. Le squadre partono da due diversi presupposti: quello solido ed equilibrato di Favre e quello a trazione decisamente anteriore di Schmidt. Entrambi i club hanno mostrato comunque un’organizzazione di base intelligente e matura. Lavoro e idee chiare nella Germania meritocratica merkeliana sono tutto e da questo punto di vista non c’è, di fatto, una squadra che meriti più dell’altra il terzo posto. Da una parte l’alacre e paziente lavoro di Favre in questi 4 anni meriterebbe un giusto riconoscimento poiché ha saputo far riemergere il M’Gladbach dai bassifondi della classifica nel quale da tempo era precipitato, dall’altra il Leverkusen grazie a Roger Schmidt, come e più dell’era Hyypiä, incarna un modello alternativo e modernista di calcio teutonico con il suo 4-2-3-1 “alare” e ultra-offensivo. Federico Aquè Se dovessimo premiare la continuità lo meriterebbe il Borussia Mönchengladbach, che a un certo punto del campionato era pure secondo. Non che il Bayer Leverkusen si sia mai allontanato troppo dalla zona Champions, però tra le due è stata la più discontinua. Per quanto riguarda la solidità difensiva mi pare che il gegenpressing del Bayer di cui abbiamo parlato pochi giorni fa sia diventato finalmente efficace: nelle ultime sette partite, tutte vinte, il Bayer ha preso gol solo contro il Magonza. Il Gladbach è più forte a centrocampo: la classe di Xhaka, in un campionato abbastanza uniformato sulla corsa e la fisicità, fa la differenza. In proiezione scontro diretto, sarà davvero molto bella la sfida con Calhanoglu. Davanti non vedo grandi differenze: Herrmann, Kruse e Raffael valgono Bellarabi, Son e Kiessling. Per me è davvero molto equilibrata, poi se parliamo di merito tutte e due meritano di andare in Champions. È giusto che chi perderà avrà comunque la possibilità di arrivarci attraverso i preliminari. https://www.youtube.com/watch?v=9Y3zfx8YHD0 Come interpretare la strana stagione del Borussia Dortmund?Federico Aquè È molto difficile, però il Borussia Dortmund può ancora entrare in zona Europa League. La corsa per me la fa più sull’Augusta che sullo Schalke, nonostante siano a pari punti. Oltre al deficit a livello tecnico, l’Augusta ha rallentato negli ultimi mesi dopo un campionato al di sopra delle aspettative. Il Dortmund ha diversi scontri diretti in calendario (Eintracht, Hoffenheim e Werder Brema) e quindi in teoria la rimonta è possibile, ma è obbligato a vincerle tutte da qui alla fine. Mauro F. Giorgio Il Dortmund è una squadra che potenzialmente può vincere le ultime 5 partite del campionato, quindi il problema non sta tanto nei sei punti tra sé e l’Augsburg quanto nel fatto che qualcosa di importante si sia rotto nell’ingranaggio di una delle più belle macchine calcistiche degli ultimi anni. Le dimissioni, annunciate da Klopp, a fine stagione ne sono testimonianza. Uno dei capi d’imputazione è il rapporto un po’ logoro tra allenatore e società (e di conseguenza anche giocatori). Altri fattori sono stati la sequela ininterrotta degli infortuni, i reintegri tardivi di Gündogan e Blaszczykowski, non tornati per altro ai livelli delle annate precedenti, la discontinuità di rendimento di alcuni uomini chiave come Weidenfeller e Mkhitaryan, la perdita di Lewandowski e l’innesto mal riuscito di Immobile e Ramos (5 gol in due in Bundesliga contro i 20 del polacco lo scorso anno). Federico Aquè Non aver sostituito adeguatamente Robert Lewandowski è l'origine di tutti i mali. Il confronto con Immobile e Ramos nel numero dei gol è impietoso, ma voglio andare oltre. Il polacco l'anno scorso era stato capace di servire 6 assist, dato che spiega l'altra parte del suo gioco, a volte sottovalutata. Lewandowski non è solo un attaccante che segna, ma partecipa alla manovra e ha la qualità per servire i compagni che si inseriscono alle sue spalle quando accorcia a centrocampo. Immobile e Ramos questa qualità non ce l'hanno ed è anche per questo che la fase offensiva del Dortmund è peggiorata rispetto agli anni passati: la media gol è precipitata e fa sensazione confrontare gli 80 gol segnati nell'ultimo campionato con i 38 dell'attuale. Attaccare male significa difendere male, specie per una squadra diretta e verticale come il Dortmund, che non si fa problemi a portare otto giocatori nella metà campo offensiva. Delle tante ripartenze subite avevamo parlato a inizio stagione: oltre agli infortuni io citerei pure l’inevitabile declino del 35enne Kehl, l'equilibratore della squadra e l'uomo guida per il pressing quando funzionava alla perfezione. Insomma, la sensazione della fine di un ciclo era piuttosto netta: quel che resta da capire adesso è se l'annuncio dell'addio da parte di Klopp sarà la spinta motivazionale per arrivare in Europa League o se al contrario queste ultime partite del Dortmund saranno come quando a scuola mancava il professore e allora facevi quello che ti pareva. Eppure il Borussia può ancora arrivare in Europa e si gioca l’ingresso in finale di Coppa di Germania. Ci sono i margini per rivalutare la loro stagione e di non ritenerla completamente fallimentare?Mauro F. Giorgio Ci sono stati evidenti segnali di ripresa che hanno scongiurato l’ipotesi molto concreta di un’annata catastrofica. L’ancora di salvezza è rappresentata dall’ottimo percorso effettuato dal Borussia in DFB Pokal dove però in semifinale incontrerà il Bayern Monaco, deciso a non concedere nemmeno un pasticcino nel rinfresco di fine partita ai rivali di sempre. Tutti elementi che messi insieme non servono a costruire nulla di concreto. Considerate le ambizioni, fondate sugli investimenti effettuati dalla società negli ultimi anni, il cammino fatto sin qui in ambito nazionale e internazionale è davvero troppo poco per non considerarla un’esperienza fallimentare. Naturalmente il dopo-Klopp, rappresentato dall’(auspicabile) era Tuchel non sarà propriamente un “anno zero” poiché il Dortmund ripartirà dalle fondamenta che hanno garantito al club un posto d’onore nel pantheon dei club europei degli ultimi 5 anni. Non ci sarà dunque una rifondazione ma si tratterà piuttosto di lavori di ristrutturazione contestuali a un progetto già “edificato” che procede secondo una linea di continuità, puntellato semmai da qualche cessione e qualche acquisto di rinforzo nell’attesa di recuperare pienamente tutti gli infortunati. In questi termini non giunge casuale la scelta di Tuchel, già allievo e successore di Klopp al Mainz, propugnatore di idee calcistiche non dissimili da quelle del maestro. https://www.youtube.com/watch?v=ZzZkiHBOuH8 Quali sono state le cose migliori di questa Bundesliga?Federico Aquè Parto dai giocatori: Arjen Robben e Kevin De Bruyne hanno dominato la stagione. Il premio per il miglior giocatore dell’anno non può andare al di là di uno dei due. Personalmente continuo a preferire l’olandese del Bayern Monaco, nonostante la costanza di rendimento di De Bruyne. Scontata anche la squadra dell’anno, il Wolfsburg di Dieter Hecking, che tornerà in Champions League sei anni dopo la prima volta e che si è dimostrato l’unico rivale (se così si può dire...) del Bayern Monaco. Io però voglio uscire dal duopolio Bayern-Wolfsburg per dare spazio alle squadre e ai giocatori dei quali si parla meno. Torno sul Bayer Leverkusen e su uno degli allenatori più intriganti d’Europa, Roger Schmidt. Tre nomi su tutti: Son, Bellarabi, tra i migliori esterni d’attacco di questa Bundesliga, e Calhanoglu, 21 anni, futuro crack che si è confermato ad alti livelli dopo aver entusiasmato nello scadente Amburgo della scorsa stagione. Ancora più importante è stato il campionato del Borussia Mönchengladbach, la migliore squadra, insieme al Wolfsburg, da gennaio in poi. È un altro capolavoro di Lucien Favre, capace in passato di portare al quarto posto l’Hertha Berlino e lo stesso Gladbach tre anni fa. Qui cinque nomi: il portiere Yann Sommer, il centrocampista centrale Granit Xhaka, Patrick Herrmann, l’ennesima stella della trequarti prodotta dal calcio tedesco, i centrocampisti offensivi/attaccanti Max Kruse e Raffael. Tutti quanti sono ai vertici di rendimento in Bundesliga nei rispettivi ruoli. Chiudo con Alexander Meier, 19 gol con l’Eintracht e un infortunio al ginocchio che gli impedirà di difendere la prima posizione nella classifica marcatori; Roberto Firmino, stella dell’Hoffenheim che si sta imponendo pure nella Nazionale brasiliana, e l’ottimo campionato dell’Augusta, snobbato come sempre alla vigilia e capace di smentire tutti ancora una volta. Tra l’altro ha messo in vetrina Abdul Baba, terzino sinistro classe ’94 da seguire con attenzione. Mauro F. Giorgio Nella lista di quelli bravi privilegerei il criterio della “differenza” individuando quelle realtà che, al di là della classifica, si sono maggiormente distinte per aver portato qualcosa di nuovo in un calcio, quello tedesco, estremamente omologato e uniformato all’idea di grande densità nel gioco di centrocampo, possesso palla e palleggio orizzontale. Qualcosa di sostanziale è cambiato dagli anni ’90 al calcio contemporaneo in Germania, dal 5-3-2 si è passati al 4-2-3-1 ma viene ancora portata avanti un’idea conservativa di possesso palla e soprattutto una fisicità espletata nel gioco sulla mediana. Ci sono state però evoluzioni a partire da Heynckes e Klopp, che hanno spostato il baricentro del gioco notevolmente più avanti, sfruttando la verticalità sia sulle corsie laterali che attraverso i corridoi centrali. Da questo punto di vista le squadre che, oltre ovviamente il Bayern—che in Bundesliga sta facendo un po’ storia a sé—, hanno rapito l’interesse sono state Wolfsburg, Leverkusen e Borussia M’Gladbach. Tre squadre peraltro diversissime tra loro. Il segreto di Hecking è quello di aver responsabilizzato in maniera decisiva tutto il collettivo. Quando giocano i “lupi” si ha l’impressione di un gioco corale, unitario, dove se non funziona un reparto, non funzionano neppure gli altri (vedi la sconfitta col Napoli nell’andata dei quarti di Europa League). De Bruyne è il fulcro centrale, il faro dell’offensivismo wolfsburghese cui contribuisce però tutta la squadra, a partire da Rodriguez e Vieirinha, dove importantissime si rendono le due dighe di centrocampo Luiz Gustavo e Guilavogui. Favre invece ha affidato ai piedi di Xhaka le sorti del centrocampo del M’Gladbach, è lui che decide dove, quando e come la squadra deve muoversi, dettando i tempi e trovando gli spazi. Fondamentale il dialogo poi tra Herrmann, Raffael e Kruse, un asse che non dà mai punti di riferimento precisi per le difese. Una nota di merito non possiamo non attribuirla all’Augsburg, prossimo a uno storico piazzamento in Europa League. Una squadra solida, concreta, organizzatissima, operaia così come l’ha concepita Weinzierl, in grado di attutire anche gli urti delle corazzate e di saper far male a più riprese con un tandem di attaccanti, Bobadilla-Tobi Werner, molto ben assortito (15 gol in due, non una coppia sputafuoco ma abbastanza funzionale alla causa). E le peggiori?Federico Aquè Del Dortmund abbiamo parlato ma mi sembra giusto citarlo come la più grande delusione della stagione. Nella Ruhr se la sono passata piuttosto male: anche lo Schalke ha giocato un campionato anonimo. Roberto Di Matteo, da quando è subentrato a Jens Keller, ha tirato su i “Königsblauen”, ma non abbastanza per arrivare in Champions League, l’obiettivo di inizio stagione. Jefferson Farfan e Julian Draxler sono stati fuori praticamente per tutta la stagione e non è un aspetto che si può sottovalutare. Ho però dei dubbi che Di Matteo possa essere l’uomo giusto per far sbocciare la generazione di talenti su cui costruire il futuro della squadra. Escludendo Draxler (comunque un ’93, non bisogna dimenticarlo), che ha smesso da tempo di essere una semplice promessa, ci sono Leon Goretzka, Max Meyer e Leroy Sané, che non vanno oltre i 20 anni e avrebbero bisogno più di un maestro di calcio che non di un gestore come Di Matteo. https://www.youtube.com/watch?v=nueFzk7QDgc Anche il Magonza ha deluso, ma in questo caso la percezione è distorta dal settimo posto della scorsa stagione. Forse è anche ingiusto confrontare le due annate: i “Nullfünfer” lottavano per non retrocedere, ma si sono tirati fuori vincendo lo scontro diretto contro il Friburgo e battendo poi lo Schalke. Probabilmente è questa la loro giusta dimensione. Tutto ciò non fa che sottolineare la bravura di Thomas Tuchel, uno dei migliori allenatori della nuova generazione nel panorama europeo, il protagonista dei grandi campionati del Magonza (c’è stato anche un quinto posto nel 2011). Insomma, a Dortmund hanno scelto bene il successore di Jürgen Klopp. Mauro F. Giorgio Se qualcuno pensava che Stoccarda e, soprattutto, Amburgo avessero mostrato tutto il peggio nella scorsa Bundesliga, si è evidentemente sbagliato. Mai viste due istituzioni del calcio tedesco ridotte a contendersi in una lotta quasi fratricida un posto per la salvezza, o per lo spareggio salvezza nel limbo della “Relegation”. Stoccarda e Amburgo, in un sistema calcio estremamente funzionante, rappresentano una sorta di bug, di paradosso logico. Il sistema calcio tedesco funziona perché ci sono governance societarie che funzionano, anche perché la DFB (Deutscher Fussball Bund), la Federcalcio tedesca, è molto vigile a riguardo. Questo significa che una società più è vincente e più attiva il volano economico, più incassa e più investe per foraggiare ambizioni sempre maggiori. Detto in soldoni: se non vinci non guadagni, se non guadagni non investi, se non investi non vinci. Un circolo vizioso. Ci sono due modi per spezzare questa catena perversa che ancora Stoccarda e Amburgo non hanno messo in pratica: cercare nuovi investitori e, meglio ancora, attribuire ruoli chiave come quello di “direttore sportivo” a figure di maggior competenza per poter fare un mercato più oculato e proficuo. Purtroppo però l’Amburgo con Peters ha fatto un flop clamoroso e lo Stoccarda ha appena dato il benvenuto a Robin Dutt. Chi sta messo peggio nella lotta salvezza?Federico Aquè Tanti scontri diretti in programma, con cinque squadre in quattro punti dal Friburgo all’Amburgo: la lotta per non retrocedere è la competizione più avvincente della Bundesliga. Oltre a quella dell’Amburgo ultimo (con Bruno Labbadia siamo al quarto allenatore della stagione), la posizione peggiore è quella dell’Hannover: il calendario duro e il crollo verticale nel girone di ritorno (ancora nessuna vittoria) ne fanno una seria candidata alla retrocessione. Il Friburgo ha il destino nelle proprie mani, visto che incontrerà tutte le dirette concorrenti nelle prossime giornate. Il più difficile, col Magonza, è andato male, ma non ha comunque intaccato le buone chance di salvezza. Lo Stoccarda più del Paderborn ha la possibilità di tirarsi fuori dalla zona rossa: il rientro in difesa di Antonio Rüdiger è un’ottima notizia e anche in avanti ha più armi, specie ora che sembra aver trovato il suo centravanti, Daniel Ginczek, 5 gol nelle ultime 4 partite. Mauro F. Giorgio Anche qui pesa tantissimo la qualità degli scontri. Lo scontro diretto della 29.esima giornata culminato con un pareggio a reti bianche tra Hertha e Colonia e la vittoria in trasferta del Mainz a Friburgo collocano i club di Berlino, Colonia e Magonza in una situazione di relativa tranquillità a debita distanza (7 punti) dalla zona caldissima di classifica. Nonostante qualche lunghezza di ritardo da Hannover e Friburgo, attualmente fuori per un soffio dalla retrocessione e dalla “Relegation”, e una Bundes da galera, Stoccarda e Amburgo al di là del loro blasone, possiedono un organico qualitativamente superiore a quello delle concorrenti. Il Paderborn è forse la realtà più debole del contesto, disabituata da neopromossa a una situazione di “bellum omnium contra omnes”, ma è anche quella che in fin dei conti, sempre da neopromossa, ha meno da perdere. Fatto sta che l’organico a disposizione di Breitenreiter è oggettivamente quello meno competitivo del mucchio. Cambiare allenatore nelle fasi finali di un campionato potrebbe non essere il sistema migliore per conquistare la salvezza, ma se nel caso dello Hannover l’esonero del turco Korkut lascia un po’ nella disperazione una squadra che sembra incapace di trovare soluzioni alla caduta a precipizio nel girone di ritorno, la ricomparsa dopo cinque anni di Bruno Labbadia sulla panchina dell’Amburgo potrebbe rappresentare, se non un salto qualitativo da un punto di vista puramente tecnico, quel surplus di esperienza necessaria a gestire una condizione psicologica di squadra e ambiente estremamente delicata. Chi può insidiare il Bayern Monaco?Mauro F. Giorgio I bavaresi hanno dato qualche segnale di cedimento: la sconfitta in campionato col M’Gladbach, la débacle in Champions League col Porto, tutta la questione degli infortuni con relative dimissioni del responsabile storico dello staff medico, Müller-Wohlfahrt. Ma è difficile immaginare la fine di questo dominio. A me sembra che la “malattia” Bayern versione Guardiola, inoculata in una Bundes che in quest’annata ha contemplato lo smarrimento dell’unica realtà in grado di rivaleggiare con i Signori dello Schale, quelli della “Banda dell’Oro”, non trovi effettivi anticorpi. Il Bayern a pieno organico non ha rivali. È uno strapotere di uomini e mezzi. Ne incontra pochi in Europa (vincere 6 a 1 in un quarto di Champions non è una cosa normale), figuriamoci in Germania, in una lega che affascina per il suo generale equilibrio di forze ma che, fatta eccezione per i bavaresi e per il Dortmund, non eccelle in fatto di valori assoluti. Il Wolfsburg, il Leverkusen, il M’gladbach sono ottime squadre, ma assolutamente improponibili come reali concorrenti per insidiare e insediarsi sul gradino più alto del podio tedesco. https://www.youtube.com/watch?v=0weAnHifm0I Federico Aquè Come si può ristabilire un minimo di competitività se la squadra nettamente più forte va a indebolire la concorrenza togliendole i giocatori migliori? Dopo aver preso dal BVB Götze e Lewandowski (e abbiamo visto cosa abbiano significato queste cessioni per il Dortmund), sembra che gli occhi del Bayern siano caduti su De Bruyne. Per il Wolfsburg la perdita sarebbe talmente grave da costringere a ripensare il proprio modello di gioco, specie se non si riuscirà a trattenere nemmeno Ricardo Rodríguez. Bisogna quindi guardare altrove, anche per una questione di storia e tradizione: il Wolfsburg che nel 2009 vinceva la Bundesliga l’anno successivo arrivò ottavo e quello dopo ancora rischiò di retrocedere. Solo Bayer Leverkusen e Borussia Dortmund potrebbero avvicinarsi al Bayern l’anno prossimo. Confido molto in Tuchel e sono convinto che riporterà in alto il BVB, ma dubito che possa cancellare il gap che c’è in questo momento col Bayern. Lo stesso vale per Schmidt, nonostante la crescita evidente della squadra. Forse il problema è anche la strada che si sceglie di seguire per intaccare la posizione di dominio della squadra di Guardiola. In Germania sembra che tutte le squadre tendano a un modello ideale basato sull’esasperazione del pressing e dei ritmi. La corsa e la fisicità prevalgono sulla tecnica: basta pensare che pochissime squadre giocano con un play in mezzo al campo (ad alti livelli solo il Borussia Mönchengladbach con Xhaka) e che solitamente il giocatore di maggiore classe viene fatto giocare da trequartista nel 4-2-3-1, il modulo largamente più utilizzato in Bundesliga. Probabilmente il calcio tedesco avrebbe bisogno di nuove idee e di qualcuno che decida di deviare dalla strada principale: magari è così che si troverà l’alternativa al Bayern Monaco.

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