
Dopo aver corteggiato alla luce del sole Rasmus Hojlund e più di nascosto Dusan Vlahovic, il Milan sembra aver scelto il suo nuovo centravanti: Victor Boniface. A convincere Tare sembra sia stata la volontà del Bayer Leverkusen e del giocatore di accettare un prestito con diritto di riscatto intorno ai 30 milioni di euro (5 milioni per il prestito e tra i 25 e i 27 per l’eventuale riscatto), una modalità che non costringe il club a impegnarsi in maniera definitiva, come avrebbe dovuto fare con altri candidati.
Il suo approdo alla corte di Allegri, rispetto a un qualunque altro centravanti disponibile, sarebbe quindi dovuto a meri motivi contabili. Sappiamo che il calciomercato si fa anche con le occasioni e le possibilità, ma dobbiamo credere che, comunque, per il Milan Boniface è una scelta anche tecnica e tattica. Anche perché parliamo di un ottimo centravanti.
COME STA BONIFACE
Per parlare di Boniface bisogna però partire dal corpo di Boniface. In queste ore si sta parlando molto della sua cartella clinica: due rotture del legamento crociato quasi in serie, prima nel marzo del 2019 e poi nel novembre 2020 quando giocava nel Bodo/Glimt, poi un infortunio serio agli adduttori a gennaio 2024 quando già era al Bayer Leverkusen, infine un infortunio alla coscia che lo ha tenuto fuori a cavallo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Ma davvero è abbastanza per considerarlo finito? Non sembra, soprattutto perché dalla doppia rottura del crociato, avuta giovanissimo, si è ripreso alla grande e gli altri infortuni sono di quelli che possono capitare a un calciatore professionista.
Se nella scorsa stagione ha giocato poco è soprattutto perché è venuto a mancare un patto di fiducia tra lui e il club. Alla fine del mercato di gennaio 2025, Boniface era praticamente un giocatore dell’Al-Nassr: «Ero pronto a partire. Ho fatto le valigie. L'offerta era così alta che ho persino regalato alcuni dei miei abiti di lusso ai miei amici. Ero nella mia camera d'albergo a pregare che l'accordo si concretizzasse, ma all'ultimo minuto è saltato tutto», ha raccontato. Era stato lui stesso a chiedere al Bayer di essere ceduto nel bel mezzo della stagione, per andare a guadagnare una montagna di soldi: «Pensavo: mi sono infortunato così tante volte. Se andassi in questo posto, giocherei due, tre stagioni…».
Una scelta che non deve essere piaciuta ai suoi compagni e all’allenatore, tanto che Schick in quei giorni lo aveva punzecchiato: «Ho 29 anni e ho ancora l'ambizione di giocare ai massimi livelli», aveva sottolineato stizzito in riferimento alla tentata fuga del compagno.
Al suo ritorno in squadra Boniface è sembrato poco connesso: a marzo ha addirittura spinto il compagno di squadra Buendia colpevole di averlo anticipato in un’occasione da gol. Da quel momento Xabi Alonso lo ha tenuto quasi sempre in panchina, anche per la grande stagione di Schick, facendolo entrare negli ultimi minuti delle partite, prima di una ricaduta del vecchio infortunio che gli ha fatto saltare le ultime giornate. Un andamento che giustifica anche perché nel 2025 “ha saltato più partite che gol segnati”, come scritto dalla Gazzetta dello Sport.
Se un ventiquattrenne è disposto a lasciare un club come il Bayer Leverkusen per l’Arabia Saudita vuol dire che qualcosa è venuto a mancare nella volontà di Boniface di essere un calciatore d'élite, ma è difficile credere che sia atleticamente finito o che non possa recuperare il massimo della brillantezza con il lavoro: teoricamente non è ancora neanche entrato nel prime della sua carriera, che per un centravanti inizia intorno ai 26 anni.
COME GIOCA BONIFACE
Allegri e il suo staff dovranno quindi lavorare sì sul fisico di Boniface, che nelle ultime partite giocate in Germania è apparso appesantito, probabilmente ben oltre il suo peso forma, ma anche e soprattutto sulla testa. L’allenatore del Milan è sempre stato abile nel motivare i suoi giocatori, renderli partecipi all’interno del gruppo squadra e la scelta del centravanti nigeriano di accettare l'offerta del Milan sembra raccontare una volontà di tornare a esprimersi ad alti livelli. Non avere le coppe, e quindi poter dedicare tanto tempo agli allenamenti, potrebbe essere un ulteriore vantaggio per Boniface.
Quando sta bene Boniface è un centravanti che unisce grandi doti atletiche a un'imprevedibile capacità di sorprendere e trovare soluzioni originali grazie alla sua tecnica. Prendete questo gol, come riesce per due volte a saltare l’avversario in mezzo e finire con un delizioso tocco sotto.
Non ha una tecnica pulitissima, ma è molto bravo nel tenere il pallone vicino, risolvere con notevole rapidità (guardate anche il gol successivo), per il fisico che si ritrova, anche situazioni complicate. Nell’Union Saint-Gilloise ha giocato anche da attaccante esterno, proprio per questa bravura nel districarsi col pallone, ma è evidente come il suo ruolo sia quello del numero nove. Da questo punto di vista i suoi numeri al Bayer Leverkusen sono notevoli, seppur aiutati da una squadra che era una macchina da occasioni da gol. Boniface ha beneficiato del lavoro di Xabi Alonso, ma è stato anche il terminale perfetto per quella squadra, che nel 2023/24 è stata in grado di rimanere imbattuta per 52 delle 53 partite giocate (perdendo l’ultima contro l’Atalanta).
In quella stagione magica Boniface ha segnato 21 gol a cui ha aggiunto 10 assist, pur saltando quasi tre mesi di stagione. Numeri che brillano di più se convertiti nella media per 90’: il centravanti nigeriano ha chiuso la stagione con e 0.90 gol da 0.95 xG, a cui aggiungere 0.43 assist, il tutto con 4.51 tiri per 90’, producendo circa il doppio dei suoi compagni di reparto.

Il radar di Hudl-Statsbomb evidenzia come sia un centravanti molto presente per alcune cose e pochissimo per altre.
Boniface non è quindi un centravanti capace di segnare tutto quello che tocca, ma è abile nel crearsi le sue occasioni, con un fisico abbastanza potente per battere i difensori sui cross (pur non essendo molto forte di testa), ma anche e soprattutto autosufficiente negli ultimi 20 metri di campo. I suoi numeri nei dribbling tentati e riusciti (anche spettacolari) sono elevatissimi per un centravanti (nel Bayer gliene riuscivano più di Frimpong, per dire) e gli permettono, soprattutto quando riceve in corsa, di saltare il diretto avversario e concludere sia di destro che di sinistro.
Anche i numeri della scorsa stagione - 11 gol e 1 assist, come detto molto meno fortunata di quella prima - rimangono piuttosto alti per novanta minuti: 0.70 gol da 0.71 xG, meglio di tutti gli attaccanti del Milan la scorsa stagione, in una squadra che comunque offensivamente non è stata male. Numeri che confermano come Boniface sia un centravanti nella media per quanto riguarda la concretezza, ma capace di crearsi molte occasioni. Se lo ricorderanno anche i tifosi del Milan, visto che la scorsa stagione ha segnato il gol decisivo a San Siro, un gol banale, ma abbastanza indicativo di quella abilità richiesta ai centravanti di essere al posto giusto al momento giusto.
OLTRE I GOL
Non è tutto oro, comunque. Sono dati a cui va fatta la tara: Boniface ha sempre segnato ma in campionati come quello norvegese, belga e tedesco, dove l'ossessione difensiva è minore rispetto alla Serie A. Ha segnato tanto anche in Europa League (11 gol), ma ha giocato pochissimo in Champions League (4 partite, 1 gol). Uno degli ultimi gol segnati col Bayer, nel supplementare del turno di Coppa di Germania contro il Colonia, è uno di quei gol che ti fanno pensare: questo in Italia non glielo lascerebbero mai segnare (che poi è così vero?).
Come reagirà Boniface a un calcio molto più chiuso, che offre meno occasioni e richiede più sforzo per procurarsele? C’è da dire che la sua combinazione di fisico e tecnica sembra una garanzia sufficiente da questo punto di vista, e se non potrà beneficiare del gioco iper-offensivo del Bayer e della presenza di giocatori come Wirtz e Grimaldo il suo contributo in area di rigore può rimanere di buon livello.
Più difficile districarsi su quelli che saranno gli altri compiti con il pallone che gli verranno richiesti. Boniface ha sempre giocato in squadre che preferivano arrivare sulla trequarti palla a terra, coinvolgerlo in contesti associativi dove poteva scambiare con compagni vicini nei pressi dell’area di rigore (e infatti anche i suoi numeri sugli assist sono ottimi). Nel Milan di Allegri, probabilmente, non sarà così.
A Boniface sarà chiesto di far salire la squadra col gioco spalle alla porta, duellando coi difensori, portando palla in campo aperto. Dal linguaggio del corpo non sembra un centravanti che ama particolarmente questo tipo di gioco, sbattersi lontano dalla porta, e preferisce di gran lunga ricevere guardando la porta, ma ancora una volta le sue caratteristiche fisiche e tecniche fanno pensare che può far bene.
Qui un esempio di come può usare il corpo per anticipare elegantemente il difensore su un lancio lungo, riuscendo anche a scavalcarlo con una specie di sombrero (certo poi l’idea di tirare non è un granché). Sotto invece un altro scenario simile, in cui Boniface però non ci prova neanche a contendere il pallone al difensore.
Generalmente, quando non è coinvolto, Boniface non è molto propenso ad aiutare la squadra. Senza palla i suoi numeri difensivi sono nulli, ma per un centravanti, in una squadra che non punterà tutto sul pressing, non è poi così grave e il Milan può anche beneficiare da un attaccante che preferisce concentrare le sue energie nella fase offensiva.
COME SI INSERISCE NEL MILAN
Un’altra questione è come Allegri vorrà inserire Boniface nel Milan. L’allenatore è ripartito dal 3-5-2 che è diventata la sua coperta di Linus nel secondo ciclo alla Juventus. Dovendo fare a meno di Gimenez, impegnato con la Nazionale e che inoltre non sembra convincerlo, ha scelto di puntare su Leao centravanti con Pulisic accanto (trovate tutto nella guida al Milan). L’avvicinamento del portoghese alla porta è un tema interessante, ma con Boniface cosa può cambiare a livello tattico?
Se Allegri dovesse rimanere fedele al 3-5-2, una possibilità sarebbe quella di spostare Pulisic sulla fascia destra e affidare l’attacco a Leao e Boniface. Questa disposizione avrebbe due problemi: il primo è che Pulisic è un attaccante da oltre 10 gol a stagione, e sbatterlo a fare tutta la fascia non sembra una grande idea. Il secondo è la possibile divisione degli spazi tra Boniface e Leao. Il nigeriano non è un totem fisso al centro, e anzi ama ricevere nel mezzo spazio di destra, per aprirsi sul destro e calciare in porta. Sono movimenti anche molto istintivi e che sarebbe difficile contenere.

La sua heat-map al Bayer Leverkusen evidenzia una tendenza ad agire più sul centro destra.
La soluzione del 3-4-3 sembra difficilmente realizzabile per la struttura attuale del centrocampo, mentre un 4-3-3 con Boniface al centro e Leao e Pulisic ai lati, sulla carta, ha un bel potenziale, viste anche le capacità del centravanti nell’attaccare i cross bassi dal fondo e associarsi con due giocatori tecnici come le ali del Milan.
In ogni caso Allegri è un allenatore che preferisce provare e costruire le sue squadre in corsa, quindi è prematuro fare ipotesi. La sensazione è che Boniface, se ben coinvolto e stimolato, possa alzare il livello del Milan.