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(di)
Alessandro Piccolo
Una vita in difesa
01 lug 2016
01 lug 2016
Jerome Boateng è il miglior centrale di difesa al mondo?
(di)
Alessandro Piccolo
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Circa un mese fa, il difensore dello Schalke e della nazionale tedesca Benedikt Howedes, ha pubblicato su Twitter delle foto che lo ritraevano al fianco di Jerome Boateng. Sopra le foto, nel tweet, c’è scritto: “Se vuoi vincere titoli, devi avere vicini di casa come lui”.

 

https://twitter.com/BeneHoewedes/status/736849872003960832

 

Il riferimento era alle parole di Alexander Gauland, cofondatore del partito tedesco di estrema destra Alternativa per la Germania, che ha

che nessuno vorrebbe Boateng come vicino di casa, nonostante il suo contributo in campo. Fortunatamente, la maggior parte della popolazione tedesca si è schierata dalla parte di Boateng, e giorni dopo Gauland è stato costretto a smentire le sue stesse affermazioni.

 

Non era la prima volta che il difensore centrale tedesco si ritrovava ad essere vittima di attacchi razzisti. Poco prima, infatti, un altro partito xenofobo tedesco, Pegida (acronimo per

, ovvero Europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente), aveva attaccato l’iniziativa della Kinder di mettere sulle proprie confezioni i volti di alcuni giocatori della nazionale tedesca, come Gündogan o lo stesso Boateng.

 

https://twitter.com/JuliaKloeckner/status/736820681309073408

Simpatico il tweet di Julia Klockner, appartenente al partito della Merkel:”Meglio Boateng che Gauland come vicino di casa”


 

D’altra parte, Boateng dovrebbe essere abituato a ribaltare dicerie e stereotipi, oggi che è uno dei migliori centrali di difesa al mondo e una delle colonne su cui si poggia la nazionale campione del mondo. Jerome è cresciuto all’ombra del fratello Kevin, che era considerato il vero fenomeno in famiglia, quello su cui venivano riposte le maggiori aspettative. Kevin era un giocatore tecnico e stravagante, mentre Jerome sembrava spento e meno dotato. Oggi sappiamo chi dei due aveva i mezzi per arrivare più lontano, e forse è stato proprio il fatto che è cresciuto a distanza dalle pressioni familiari che l’ha portato a superare i suoi limiti in maniera così inaspettata.

 

 



 

Ci sono giocatori, come Buffon, De Gea e

, che nascono in un ruolo e vengono adattati soltanto in tarda età. Jerome Boateng è fisicamente e tecnicamente perfetto per fare il difensore centrale, eppure anche lui si è dovuto adattare dopo aver cominciato a giocare come terzino destro, ruolo in cui ha esordito con la maglia dell’Herta Berlino. La sua prima partita in Bundesliga l’ha giocata contro l’Hannover, una sconfitta per 5-0, e da quel momento è entrato definitivamente a far parte della prima squadra.

 

Da terzino, Boateng non aveva spiccate tendenze offensive ma si limitava a sostare nella sua metà campo, gestendo il pallone e dialogando con il centrocampo. Non tentava quasi mai il dribbling e raramente percorreva la fascia in velocità. Se oggi il terzino fluidificante svolge un ruolo fondamentale nella transizione offensiva delle squadre, lui aveva un’interpretazione opposta del ruolo. Il suo punto di forza era la solidità difensiva, che in un certo senso permetteva alla squadra di giocare con un difensore in più, e il fisico grazie al quale vinceva la maggior parte dei contrasti. Ma in quel ruolo Boateng probabilmente non sarebbe mai diventato il fuoriclasse che è oggi.

 

Paradossalmente, ancora oggi di Boateng si ricordano più

che i suoi effettivi meriti.

Francesco Lisanti, il tedesco è diventato una barzelletta in seguito al gol subito dal Bayern

, ma in generale l’azione evidenzia una caratteristica che per Jerome si è rivelata croce e delizia.

 

https://www.youtube.com/watch?v=maeWJbJ0hIE

Una sfilza di anticipi e prodezze difensive di Boateng


 

 

 



 

Boateng non temporeggia quasi mai nell’uno contro uno, non aspetta mai che l’avversario lo punti, ma fa valere la propria reattività e l’abilità nell’intuire quale sarà la sua prossima mossa. Il risultato è che, quando non riesce a prendere il pallone, l’avversario può saltarlo e andarsene facilmente. Se da una parte può essere indice di coraggio e mettere in difficoltà gli attaccanti senza un grande istinto nel dribbling, o particolarmente associativi e tendenti a dialogare con il centrocampo spalle alla porta, dall’altra il fatto che provi l’anticipo così facilmente può diventare un difetto contro giocatori molto tecnici.

 

In un

, Boateng si sofferma proprio sulla difficoltà di giocare contro giocatori del genere: si può studiarli per settimane, conoscere i loro movimenti, i loro punti di forza e i punti deboli, ma quando ci si trova nell’uno contro uno non c’è niente che ti possa aiutare. Bisogna essere perfetti, non si può sbagliare, perché fuoriclasse del genere riescono a fiutare la paura del difensore, a colpire al momento perfetto.

 

È una lotta contro il tempo, e Boateng ne è consapevole. “

”, aggiunge nello stesso pezzo. Per questo non ha paura di spezzare la linea difensiva per avanzare e anticipare l’avversario, e si è visto anche negli Europei in corso, in particolare contro la Polonia.

 


In questa azione, per esempio, su contropiede degli avversari e con la difesa che arretra, Boateng si stacca dalla linea e attacca il pallone diretto a Milik, che non ha il tempo né la reattività per accorgersi del pericolo.


 

Da notare come, nonostante questo, Boateng sia uno dei difensori che scende meno in scivolata. Giocatore di estrema correttezza, riesce a far valere le sue doti fisiche senza dover ricorrere al tackle, ma facendo leva su quella fantastica capacità che sembra avere di controllare il tempo prendendo la decisione giusta. In quest’ottica è stata importante per la sua crescita mentale la figura di Pep Guardiola, come

: con il catalano in panchina si è imposto come uno dei migliori centrali al mondo, e soprattutto ha acquisito esperienza imparando ad esprimersi al meglio.

 

Boateng sa far valere i suoi centimetri in campo vincendo il 70.73% dei duelli aerei e il fatto che non sia un “difensore goleador” indica che, nonostante sia quasi insuperabile in elevazione, è meno abile nell’indirizzare il pallone di testa.

 


15 centimetri sopra tutti. Da fermo.


 

Sottolineare la sua propensione per gli anticipi non significa negare il fatto che Boateng sia abile anche nella copertura della profondità. Sia la Germania che il Bayern giocano con difese molto alte e tantissimo spazio tra portiere e centrali: Boateng sa far valere non tanto la sua rapidità quanto la reattività, vero punto di forza e probabilmente unica caratteristica in cui eccelle.

 

 



 

Il punto di svolta della carriera di Boateng si trova nel passaggio dal Manchester City al Bayern. Nei primi anni in Germania il tedesco veniva considerato un buon giocatore, ma la stagione in Inghilterra non fu positiva soprattutto a causa dei ricorrenti problemi fisici. In quel periodo sembrava poter aspirare al massimo ad una carriera da giocatore mediocre ma con il ritorno in patria si riscopre un nuovo Boateng, che sotto l’ala di Guardiola diventa difensore-regista.

 

Eppure Jerome Boateng non è nato con un piede da centrocampista: il suo merito, più che altro, è stato più che altro quello di imparare a

, migliorando la sua abilità in costruzione soprattutto a partire da quel talento nella lettura delle azioni, che gli permette di rendere anche in fase difensiva.

 

Ha migliorato le sue capacità e la sua visione di gioco, intuendo in anticipo i movimenti dei compagni e quelli degli avversari, chiara conseguenza dell’organizzazione tattica impartita da Pep. Ha imparato a tagliare il campo in verticale con i suoi

rasoterra, a lanciare i compagni e all’occorrenza cambiare gioco, accelerandolo o rallentandolo, tutte caratteristiche fondamentali all’interno di un gioco basato sul possesso come quello del Bayern o della Nazionale di Loew.

 


Le doti di Boateng in impostazione, con un lancio perfetto a tagliare il campo orizzontalmente.


 

In coppia con Hummels (da poco acquistato dal Bayern) forma una delle difese migliori al mondo in fase di possesso, con la capacità di saltare il centrocampo con passaggi in verticale: una freccia in più all’arco dei loro allenatori, in un calcio in cui si lavora sempre di più sul pressing volto all’isolamento dei principali costruttori di gioco, i centrocampisti.

 

Boateng non è solo tra i migliori centrali al mondo in marcatura ma anche con la palla tra i piedi e per capire esattamente la sua posizione nel contesto contemporaneo proverò a paragonarlo statisticamente a tre dei migliori centrali in impostazione: Sergio Ramos, Bonucci e Hummels, che è probabilmente il giocatore che più gli somiglia.

 

https://youtu.be/Ha1Q_VdGrBI?t=92

A tutto Boateng. E al minuto 1.30 fa un lancio assurdo.


 

Secondo i calcoli di Squawka, Boateng crea più occasioni di tutti (0.87 ogni 90 minuti), più del doppio di quelle di Bonucci (0.43), quasi il triplo di quelle di Ramos (0.32) e più del triplo di quelle di Hummels (0.25).

 

I lanci di Boateng hanno una lunghezza di 22.16 metri, di poco minore rispetto a quelli di Bonucci (22.53m), che

gradisce questo tipo di soluzioni, ma maggiore rispetto a quella degli altri due (20.7 Hummels, 18.8 Ramos). È, insieme a Hummels, quello che verticalizza più volte nei 90 minuti (65.9 lui, Hummels 65.7, Bonucci 55 e Ramos 47.5) e quello che effettua più passaggi chiave in assoluto (addirittura 0.67 ogni 90 minuti).

 

Per il resto, è quello che vince meno tackle alla pari di Bonucci ma è anche quello che ne sbaglia di meno; è quello che fa meno errori difensivi (0, per la precisione, nella scorsa stagione; contro lo 0.05 di Ramos, 0.07 di Hummels e 0.11 di Bonucci), ma è anche quello che intercetta meno palloni.

 

https://www.youtube.com/watch?v=YQjttRClrI8

In questo video lo vediamo allargare il gioco, spezzarlo, gestire il ritmo e lanciare di destro e di sinistro: Boateng sembra non avere un piede debole.


 

Con la maglia del Bayern, Boateng ha imparato anche a pesare nei momenti decisivi , capacità più unica che rara per un difensore centrale. È titolare sia con il club che con la nazionale e si è tolto

, dimostrando esperienza, maturità e abilità di

.

 

Il tedesco al Bayern è sembrato essere il prolungamento di Guardiola sul prato verde. E se il lavoro di un allenatore va giudicato in base al rendimento dei suoi giocatori, Boateng è forse il suo capolavoro, il giocatore che più di tutti è riuscito a migliorare sotto la sua guida, superando i suoi stessi limiti e probabilmente addirittura le sue reali capacità.

 

https://www.youtube.com/watch?v=3cfZxffAkWw

L’assist che serve a Muller nella prima azione del video lascia senza parole


 

Boateng è maturato abbastanza per continuare sui suoi livelli nonostante il cambio di allenatore, e sebbene con Ancelotti gli verrà chiesto un altro tipo di lavoro e compiti di diverso genere, è sicuro che riuscirà ad adattarsi ad ogni situazione, forte di una determinazione e una voglia di migliorarsi che, nonostante l’età ormai piuttosto avanzata, rappresenta un fattore fondamentale per la sua carriera, che gli ha permesso di emergere su giocatori magari anche più talentuosi di lui.

 

Boateng è il miglior giocatore della Germania, che dovrà dimostrare in campo di essere la squadra migliore di questo Europeo. Di certo il “nuovo Boateng”, quello plasmato da Guardiola, quello che gestisce i ritmi come un mediano, costruisce come un interno e anticipa gli avversari come un perfetto difensore centrale, è lontano da quello faceva alzare le spalle ai suoi critici, e se sarà difficile dimenticare il dribbling di Messi, ogni partita per Boateng è un’occasione per smentire tutti quelli che ancora oggi lo considerano sopravvalutato. E chissà che un giorno non troppo lontano non si cominci a parlare di lui come del miglior centrale difensivo al mondo.

 

 

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