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Giovanni Bongiorno
Date un'altra chance a Robert Whittaker
22 feb 2024
22 feb 2024
Dopo la vittoria con Costa sarebbe bello vederlo di nuovo combattere per la cintura.
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Giovanni Bongiorno
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IMAGO / ZUMA Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Wire
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Per i bravi ragazzi che amano le MMA - ci sono anche loro - sentir parlare e vedere combattere Robert Whittaker è sempre stato motivo d’orgoglio. Tranquillo, pacato, mai sopra le righe, ma sempre intelligente, simpatico al di fuori dell’ottagono, con delle opinioni sempre equilibrate e veritiere (come quando Adesanya lo aveva messo KO nel loro primo incontro e lui rispose ad una domanda un po’ pungente dicendo di non avere nulla da dire su uno che lo aveva messo culo a terra, o in ultimo, l’ammissione che il calcio alla testa ricevuto da Costa è stato letale e che la sirena l’ha salvato), ma nondimeno fiero combattente all’interno dell’ottagono. Ex campione dei pesi Medi, Robert Whittaker si è meritato l’affetto dei fan e due soprannomi un po’ particolari: uno, quello ufficiale, è “The Reaper”, il Mietitore, cioè la Morte - diciamo per la sua capacità di togliere slancio e ambizioni ai propri avversari - l’altro, più scherzoso, ma che comunque conserva le sue caratteristiche, è “Bobby Knuckles”, cioè Bobby “nocche”, in riferimento probabilmente alla durezza dei suoi pugni. L’ultimo periodo di Whittaker nell’ottagono non era stato troppo felice, più che Mietitore era stato mietuto, più che le sue di nocche aveva sentito la durezze di quelle degli altri. Dopo aver perso di misura un rematch contro Adesanya (anche se per molti aveva vinto lui), era risalito in cattedra battendo Marvin Vettori, per poi però incappare in una sconfitta per TKO con l’attuale campione di categoria Dricus du Plessis. Otto mesi dopo, senza minimamente calare la qualità dei suoi avversari, a UFC 298, Whittaker ha accettato un match contro un rientrante Paulo Costa, di certo non un avversario da prendere a cuor leggero. Nel co-main event della serata (qui se volete abbiamo scritto dell’incontro principale tra Ilia Topuria e Alexander Volkanovski) i due hanno offerto un incontro di alta qualità, in un match che forse valeva come title eliminator - che proietta, cioè, il vincitore verso un incontro per la cintura con Du Plessis. Paulo Costa, detto “Borracinha” (cioè “fatto di gomma”) era fuori dai giochi da un pezzo e non aveva combattuto nel 2023, probabilmente a causa di un trapianto di capelli (e di tutto ciò che ne consegue, ovvero le sostanze da assumere), e aveva disputato appena un match all’anno dal 2018. Le sue qualità però rimangono indiscutibili e pur nella sconfitta ha dimostrato ancora una volta di essere un fighter che “è intelligente, ma non si applica”, come si dice. Costa è dotato di un fisico eccezionale - ragion per cui molti pensano sia dopato anche se si tratta del fighter più testato degli ultimi anni in UFC, risultando sempre pulito - e la sua potenza nei pesi Medi non è seconda a nessuno, ma le sue scelte in termini di carriera rimangono discusse e discutibili. Per tornare velocemente in cima, Costa ha accettato il match con Whittaker, sperando, nel caso in cui lo avesse battuto, di sfidare poi il campione. Nell’ottagono, però, si sale in due e, nonostante il brutto momento attraversato, Whittaker ha risposto alla grande, superando il brasiliano in maniera convincente.

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I due sono partiti in maniera rapidissima, con Costa che ha impressionato per la rapidità dei suoi calci alla testa, contenuti da Whittaker, e l’australiano che ha risposto dapprima con dei calf kick precisi che hanno segnato la gamba di Costa, per passare grazie al suo footwork fatto di in&out, ma spesso multidirezionale, all’aggressione con jab e gancio mancino in preparazione del diretto verticale ascendente che lo caratterizza. Whittaker spesso si chiude, si abbassa, tira un jab dritto che parte quasi come un montante all’americana, passa al gancio e chiude col diretto dalla corta distanza che massacra il volto del suo avversario. E lo fa con una precisione chirurgica. Inizialmente, Costa è riuscito a contenere questa tendenza, forse anche per una certa timidezza di Whittaker, probabilmente dovuta al rispetto della potenza del brasiliano, ma poi nella seconda e nella terza ripresa i suoi blitz si sono fatti più frequenti. Whittaker, in realtà, in maniera intelligente aveva portato a casa anche il primo round, ma Costa lo ha centrato perfettamente con uno spinning wheel kick che lo ha segnato al volto e gli ha fatto tremare le gambe. Non è esagerato dire che in questo caso la campanella, per sua stessa ammissione, ha salvato Bobby.Whittaker è rientrato in gabbia con una concentrazione superiore nelle riprese successive, caratterizzate dalla sua guardia bassa, aperta per vedere partire i colpi di un Costa sempre meno fresco. La strategia ha avuto gli effetti sperati e Costa non ha avuto successo nemmeno coi suoi giochetti mentali, quando tirava fuori la lingua o sfidava Bobby al centro dell’ottagono. Whittaker è stato più veloce e preciso e ha aumentato la frequenza dei colpi nelle combinazioni, rischiando sì sul rientro di Costa, ma disorientandolo e costringendolo spesso verso la parete. I suoi leg kick hanno fatto il resto, permettendogli di gestire il brasiliano. «Be smart», gli era stato detto dal suo angolo prima del terzo round, «sii furbo», e Whittaker ha puntato tutto sull’attesa e il counterstriking, trovando quasi sempre la via per il volto di Costa, che inizialmente ha provato a rispondere e caricarlo (il suo jab nel primo e nel secondo round era molto presente, mentre nel terzo ha avuto un calo piuttosto visibile), per poi comprendere che negli scramble di striking Whittaker riusciva praticamente sempre ad entrare nella sua guardia e avere l’ultima parola. Il risultato non ha lasciato dubbi nemmeno ai giudici: due 29-28 ed un 30-27 hanno consegnato la vittoria per decisione unanime a Whittaker, che ha ringraziato come sua abitudine tutti e si è detto pronto per tornare alla caccia del titolo. A 34 anni, con 32 incontri - e solo 7 sconfitte in totale, di cui 3 negli ultimi 10 anni arrivate contro con i due ultimi campioni della categoria Du Plessis e Adesanya - Whittaker non avrà molte altre occasioni per puntare alla cintura. Certo, non è necessario per entrare nei cuori dei tifosi, in particolare di quei bravi ragazzi che apprezzano chi sa far parlare le mani mantenendo il giusto rispetto dell’avversario e di uno sport già abbastanza duro di suo. Noi, nel nostro piccolo, tifiamo per lui.

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