Il 2020 verrà ricordato come un anno bizzarro e surreale anche nelle MMA, che prima si sono fermate (pochissimo) poi sono ripartite con provvedimenti ad hoc per affrontare una pandemia alla quale nessuno poteva essere preparato. L’UFC si è adattata e, seppur perdendo il coinvolgimento del pubblico, non ha mancato di regalare emozioni e stimoli per essere seguita con sempre maggiore curiosità. Anzi, paradossalmente l’UFC ha guadagnato in visibilità nel momento in cui tutti gli sport maggiori si sono fermati, anche perché - grazie alle iniziative sempre al limite, ogni tanto anche oltre, di Dana White - era riuscita a riprendere, mantenendo intatta la qualità che la contraddistingue.
Qui sotto ho scelto i cinque fighter che, in condizioni in cui per alcuni era complicato persino allenarsi, sono riusciti a mettersi maggiormente in mostra. È doveroso però citare Khabib Nurmagomedov, votato come sportivo dell’anno dalla BBC, che ha annunciato il ritiro dopo un’ultima prestazione sontuosa. Così come altri fighter rimasti fuori ma che hanno avuto una buona serie di incontri nel 2020, tipo Kevin Holland (peso medio statunitense che ha messo a segno ben cinque vittorie) o anche Jan Blachowicz, che si è preso la cintura dei Massimi-Leggeri lo scorso settembre, e Petr Yan, che ha conquistato quella dei Pesi Gallo a luglio.
Deiveson Figueiredo
Sebbene il suo 2020 si sia concluso con un pareggio maggioritario contro Brandon Moreno, la scalata che ha portato Deiveson Figueiredo nel corso degli ultimi dodici mesi a conquistare il titolo dei Pesi Mosca è stata rapida e fulminante. Figueiredo ha modificato alcune delle caratteristiche fondanti della divisione facendo aumentare l’interesse verso di essa, che tra l’altro l’UFC non aveva fatto mistero di voler tagliare. Ma come si può rinunciare a una categoria di peso con un combattente così spettacolare? Come convincere il pubblico davanti a un fighter che, al di là della perizia tecnica, ha fatto della potenza e della fisicità due nuovi requisiti fondamentali anche in una divisione così leggera? Alla fine, anzi, la promotion ha eletto Figueiredo come “fighter of the year”.
Se consideriamo che quella dei Mosca è la divisione di peso maschile più bassa in UFC, le prestazioni di Figueiredo nel 2020 fanno ancora più paura: ha vinto tre match e ne ha pareggiato un altro, demolendo in maniera spietata per due volte Joseph Benavidez, contendente al titolo di lunga data, e schiantando il pericoloso Alex Perez. Riuscendo, infine, a mantenere la cintura anche contro il più cervellotico Brandon Moreno, in quello che è stato definito l’incontro più spettacolare della storia dei Pesi Mosca.
Moreno ha messo in piedi la prestazione perfetta per strategia e gestione, ma non è riuscito comunque a superare il campione, il quale ha anche stabilito un nuovo record per quanto riguarda il periodo passato tra una difesa titolata e l’altra: appena 21 giorni. Che Figueiredo sia un campione dominante è evidente, l’ultima prestazione però ha lasciato qualche piccolo dubbio, il che non fa aumentare l’interesse per il prossimo anno e un possibile rematch con Moreno.
Weili Zhang
Weili Zhang ha combattuto una sola volta quest’anno, contro Joanna Jedrzejczyk, e sembra passato già un secolo. Ma se si considera che nell’agosto del 2019 si è laureata campionessa, con una prestazione sfavillante contro Jessica Andrade, diventata campionessa a sua volta schiantando con una slam fantasmagorica Rose Namajunas, allora si capisce quanto valga aver conservato la cintura contro un’altra ex-campionessa. Zhang non ha solo sorpreso tutti per aver messo KO Andrade, ma soprattutto per averci messo appena 42 secondi, diventando la prima campionessa cinese in UFC (vale anche se si considerano le categorie maschili).
Al tempo stesso la scalata rapida di Zhang è sembrata estemporanea, per questo che UFC si è affrettata a organizzare dapprima un match titolato contro Rose Namajunas (una proposta alla quale Thug Rose ha risposto dicendo di non essere interessata al momento, salvo poi tornare a combattere contro la propria nemesi Andrade, vincendo di misura) poi un confronto su cinque riprese e con la cintura in palio, contro Joanna Jedrzejczyk.
Lo scontro fra le due è stato epico, forse il miglior match femminile mai visto, sicuramente uno dei migliori al di là dei generi. La fighter polacca ne è uscita con una deformazione sulla fronte che ha fatto temere qualcosa di più grave di ciò che effettivamente poi è stato constatato. Parlammo del match in uno dei nostri articoli con un po’ di stupore, ma nemmeno tantissimo conoscendo le qualità delle due fighter, per l’intensità e la ferocia di un combattimento portato avanti quasi ad armi pari. Quasi, appunto, perché Zhang quel giorno ha aperto un nuovo capitolo, inaugurando il proprio regno con la prima grande difesa titolata della sua carriera, contro quella che era stata la campionessa più dominante nella storia della divisione. Oggi non sapremmo nominare una sfidante al suo livello e quello con Jedrzejczyk è praticamente in ogni lista dei “fight of the year”.
Marvin Vettori
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Il 2020 di Marvin Vettori, fra rinvii e avversari impossibilitati, lo ha visto combattere due match e in entrambi il suo dominio è stato chiaro ed evidente. È stato l’anno in cui finalmente Vettori ha raggiunto quella visibilità tanto agognata, guadagnando vividezza nelle prestazioni e sfondando il muro delle prime cinque posizioni nel ranking dei Pesi Medi. La prima vittima è stata Karl Roberson, solido combattente che prima di incontrare Vettori vantava un record nelle MMA di 9 vittorie e 2 sconfitte. Dopo numerosi cambi di programma, con un taglio del peso anticipato e ripetuto poi a distanza di una settimana, Vettori ha portato a termine il proprio lavoro e ha letteralmente pulito l’ottagono col suo avversario, sconfiggendolo nel corso del primo round con una rear-naked choke.
Dopo l’ennesima campagna promozionale volta a chiedere un avversario di spessore, Vettori è stato poi accontentato dall’UFC, che gli aveva concesso di affrontare Jacare Souza, un fighter che non ha bisogno di presentazioni ma che era fuori dai ranking. A una settimana dal match fra Kevin Holland e l’ex numero 4 di categoria Jack Hermansson (e a due dal match programmato contro Jacare Souza), Vettori è stato chiamato a sostituire Holland, positivo al coronavirus, salvando una card falcidiata anche da altri match saltati. Che Marvin Vettori facesse sul serio l’avevamo capito, ma che potesse accettare il numero 4 al mondo con una settimana di preavviso, arrivando al match in una forma smagliante, in perfetto peso e con una condizione atletica davvero sorprendente sui cinque round, forse era un sogno troppo bello per diventare realtà. E invece Vettori è diventato il primo italiano a vincere un main event UFC e, soprattutto, ha rispettato le promesse fatte con la miglior prestazione della sua carriera. Oltretutto ha stabilito, insieme al suo avversario, un nuovo record sul numero totale di colpi combinati in un match fra Pesi Medi. Vettori ha sempre detto che l’obiettivo ultimo è la cintura e mai come nel 2020 il suo sogno si è avvicinato alla realtà.
Israel Adesanya
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Ma se di titolo mondiale si deve parlare, non si può non menzionare il campione in carica. Israel Adesanya nel 2020 ha raggiunto la doppia decina nel conteggio delle vittorie del suo record MMA e la cosa più impressionante è che sembra solo all’inizio. Poco importa se i suoi detrattori continuano a twittare video con le sue sconfitte nella kickboxing (una carriera comunque gloriosa con pochissime macchie rosse), il campione dei Medi è ancora imbattuto.
Nel corso di quest’anno Adesanya ha intelligentemente reso inoffensivo Yoel Romero in quello che è stato uno dei match più noiosi (ma al tempo stesso razionali) della sua carriera, superando il cubano dopo cinque riprese prive di grande intensità con un verdetto unanime. Un match che però gli è valso qualche critica, comprese quelle del suo avversario: Romero ha detto di non rispettare un campione come Adesanya, accusandolo di aver evitato il confronto, lo scambio selvaggio, preferendo rimanere all’esterno a fare punti in virtù del suo incredibile allungo e della sua innegabile qualità nel footwork. E però, la tattica e la strategia fanno parte delle MMA.
Le accuse lasciano il tempo che trovano e il record di Adesanya è rimasto intatto anche contro il secondo sfidante dell’anno, Paulo Costa, in uno dei match più attesi del 2020. Dire che Adesanya ha avuto vita facile sarebbe riduttivo: il campione ha annientato Costa, evidenziando la discrepanza dal punto di vista tecnico-tattico, con una lezione persino umiliante per il brasiliano, messo KO nel corso del secondo round e poi bullizzato anche nei festeggiamenti.
Il 2021 di Adesanya potrebbe addirittura ingrandire ulteriormente suo status di fenomeno: sembra a un passo l’ufficialità del suo match contro Jan Blachowicz per il titolo dei Massimi-Leggeri, e si parla ancora di un possibile superfight contro Jon Jones. Una vittoria, in entrambi i casi, lo farebbe entrare nell’élite di questo sport, in quel discorso chiuso a pochissimi che riguarda il migliore dei migliori.
Khamzat Chimaev
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Khmazat Chimaev è la più grande sorpresa del 2020: spauracchio di due divisioni contemporaneamente, quella dei Welter e quella dei Medi, svedese di origine cecena, con tre match nel 2020, tutti sostenuti e dominati nella più grande promotion al mondo, è diventato in brevissimo tempo uno dei fighter con più hype intorno. Giustificato, per ora. Dopo la gavetta in Brave FC ha colto tutte le opportunità che gli sono state date fino a meritarsi il match, poi saltato, contro Leon Edwards, numero 3 dei ranking. In teoria era in programma per lo scorso 19 dicembre, ma Edwards si è ammalato di Covid-19, l’incontro allora è stato spostato al 6 gennaio ma - notizia di poco tempo fa - è di nuovo saltato, stavolta per cause sconosciute che hanno messo fuori causa Chimaev.
Riassumere il 2020 di Chimaev è molto semplice: ha combattuto meno di un round in tre incontri sommati: 4 minuti e 38 secondi per l’esattezza. Ha vinto tre bonus Performance of the Night e battuto il record per il più breve lasso di tempo fra un match e l’altro in UFC, combattendo due incontri a soli 10 giorni di distanza l’uno tra l’altro. Oltretutto, ha dimostrato la capacità di star bene sia nella divisione dei Welter che in quella dei Medi.
Chimaev è stato inserito al numero 15 del ranking dei pesi welter, sebbene i suoi match in UFC si siano svolti per la maggior parte nella divisione dei medi (contro John Phillips e Gerald Meerschaert, l’unico in quella categoria è il match con Rhys McKee), segno che gode anche di ottima reputazione fra i dirigenti della promotion. Ma di Chimaev sono pazzi tutti: non solo i fan ma anche i fighter suoi colleghi, anche per il suo stile ricorda vagamente quello di Khabib, con in più una pericolosità e una buona creatività in fase di stand-up e il record da imbattuto (9-0).
Il 2020 è stato il suo anno e anche il 2021 potrebbe esserlo, anche se le prove che lo aspettano saranno più difficili. Chimaev ha mostrato di gradire moltissimo le prove complicate e la UFC, per adesso, non può che accontentarlo. Il match con Edwards ci avrebbe detto qualcosa di più su cosa aspettarci nei prossimi tempi da lui, ma anche se dovremo aspettare più del previsto le aspettative sono molto alte. Chimaev, intanto, posa su Instagram con la cintura in spalla, promettendo di arrivarci il prossimo anno, e non è detto che non arrivi quanto meno a una chance titolata.