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Giovanni Bongiorno
Islam Makhachev è il fighter migliore al mondo?
13 feb 2023
13 feb 2023
Sabato notte Alexander Volkanovski lo ha messo in grande difficoltà.
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Giovanni Bongiorno
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IMAGO / ZUMA Wire
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UFC 284 è stato il Super Bowl delle MMA, non solo per la coincidenza temporale (il fatto che sia avvenuto nello stesso week-end del Super Bowl vero e proprio) ma anche perché si è trattato di un evento capace di rappresentare il meglio dello sport. Si è tenuto in Australia, in una Perth infuocata per il fighter di casa Alexander Volkanovski, che contro Islam Makhachev si è giocato, in un match pazzesco, la cintura dei pesi leggeri e il primo posto nella speciale classifica pound for pound. Che, nel caso non lo sappiate, è la classifica dei migliori fighter indipendentemente dalla loro categoria di peso, una classifica che difficilmente può mirare ad essere oggettiva ma che, dopo incontri del genere in cui si confrontano due pretendenti al primo posto, campioni di categorie diverse ma vicine, assume quanto meno una parvenza di serietà. Makhachev metteva in palio la sua cintura mentre Volkanovski (che comunque aveva lo svantaggio di dover salire di categoria) il suo posto come numero uno pound for pound. Nel frattempo, sui siti di settore e sui social, sui profili di UFC prima di tutto, si criticava Dana White (che non è stato presente all’incontro) per aver promosso maggiormente la sua Power Slap, l’organizzazione di schiaffi in faccia che sta avendo anche problemi per le questioni legate alle concussion (è uno sport, ammesso che di sport si possa parlare, interamente basato sulle concussion), e non quello che molti consideravano come il miglior confronto tra campioni degli ultimi anni.Entrambi i fighter sono dotati del famoso “fattore X”, quella qualità che permette di dominare un’intera categoria di peso. Ed entrambi sono dotati di un grandissimo “fight IQ”, oltre che di mezzi fisico-atletici d’élite, in particolare di un cardio fuori scala.

Il combattimento è partito con Volkanovski che ha cercato di accorciare su Makhachev, stando bene attento al possibile cambio di livello, combinando il jab seguito con il diretto. L’australiano ha anche cambiato guardia all’occorrenza, per tagliare meglio le distanze e non dare riferimenti al suo avversario. Il russo nelle prime battute poteva sembrare arrugginito, ma era solo impressione: appena si è aperto un minimo spazio, ha messo a segno un primo middle kick rapido e potente come una frustata. Volkanovski è dotato di una mobilità evidente e probabilmente anche di una migliore qualità nello striking, ma a fine match ha confessato: «Forse io ho sottovalutato le qualità del suo striking, come lui ha sottovalutato le qualità del mio grappling». Come prevedibile, il primo round è stato quello più di studio, eppure, quando i due sono arrivati alla collisione non si sono risparmiati, e Makhachev è uscito vincitore delle prime azioni. Nonostante la differenza di stazza fosse abbastanza evidente quando si è arrivati al clinch ci sono stati dei momenti in cui Volkanovski ha mostrato di poter arrivare molto vicino alla qualità del russo. Come detto da Bisping, questo è stato il match più impegnativo per Makhachev, che mai all’interno della gabbia aveva trovato qualcuno capace di arginare il suo wrestling e le sue qualità nella lotta a terra. I due comunque, almeno inizialmente, si sono saggiati molto bene negli scambi in piedi, specie nella seconda ripresa quando sembrava essere partito un tacito accordo per capire chi dei due avesse il mento più forte. Inizialmente è parso fosse Makhachev quello più a proprio agio nel match, dopo che ha chiuso il primo round sulla schiena di Volkanovski, ma nella seconda ripresa è stato proprio Volkanovski a muoversi da una posizione leggermente più distante cambiando il livello e colpendo anche il bersaglio grosso. Salendo di categoria non è parso perdere freschezza, cardio o brio, ma un minimo rallentamento lo ha subito, sacrificando un po’ di dinamismo in favore dell’esplosività e della forza.

Makhachev ha ottenuto dei takedown di una delizia tecnica difficile da replicare, inizialmente con l’aiuto della gabbia, dalla quale comunque Volkanovski ha saputo divincolarsi e rimettersi in piedi. Volkanovski ha sorpreso fan e addetti grazie alla capacità di contenere, a più riprese, atterramenti e clinch considerati incontenibili finora, e probabilmente è l’unico ad aver vinto degli scramble con Makhachev.Durante la quarta ripresa c’è stato un momento nel quale, ad attacco verticale di Volkanovski (in una sua versione effettivamente molto più offensiva del solito, dove brilla come fighter elusivo), Makhachev ha risposto al centro dell’ottagono scomparendo davanti alla sua offensiva e afferrandogli le gambe con una rapidità impressionante, portandolo a terra. Volkanovski, forse per pigrizia, forse per eccesso di confidenza, si è trascinato a gattoni alla parete, dove Makhachev non ha perso tempo e con una manovra da ninja gli ha preso la schiena e ha messo il triangolo al corpo. Da lì è iniziata una scenetta che se non fosse stato per la pericolosità effettiva della posizione, avrebbe strappato più di qualche risata. Il triangolo al corpo con le gambe ha tenuto a terra Volkanovski, che però ha tenuto il polso che cercava di cinturare il collo ed ha iniziato a colpire il volto di Makhachev alle sue spalle, mentre a parole lo invitava a proseguire l’azione e a non “stallare”.

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Il quinto round è stato probabilmente il più interessante di tutti. Con un forte dubbio riguardo l’assegnazione degli ultimi due round, Volkanovski (spinto anche dal suo angolo) ha cercato il colpo risolutore. Nell’ultima ripresa, in effetti, Makhachev sembrava leggermente più provato e anche l’angolo di Volkanovski gli aveva detto che con tutta probabilità avrebbe ritentato di portarlo a terra. Dopo un pressing asfissiante, nelle battute finali, il russo ha effettivamente tentato il takedown, ma Volkanovski, con un timing davvero invidiabile, ha preso perfettamente le misure e lo ha centrato alla tempia mentre andava giù. Da lì in poi, Makhachev è riuscito a contenerlo, lo ha chiuso nella sua guardia e ha subito un forte ground and pound tra corpo e testa che lo ha segnato in volto, ma è riuscito a resistere nella posizione fino alla sirena finale. Volkanovski sembrava più fresco del suo avversario, ma alla fine i giudici hanno premiato unanimemente Makhachev (48-47, 48-47, 49-46).

Dico spesso che quando i fighter offrono match di tale portata, con un equilibrio di questo genere, passa un filo davvero molto sottile tra vincitore e vinto. Ciò detto, sebbene in un match altamente equilibrato, la cintura dei pesi leggeri resta alla vita di Islam Makhachev, ma grazie alla sua grande prestazione in una categoria di peso superiore Volkanovski ha mantenuto la prima posizione nella classifica p4p . Perché il match è stato combattuto ed equilibrato, un po’ come ce lo aspettavamo quando lo abbiamo inserito nel pezzo sui fighter da seguire nell’anno in corso. Nelle interviste post match Makhachev ha detto di volere delle sfide dure, probanti, e ha ringraziato Volkanovski per avergli offerto un match competitivo: «È così basso, ma così forte!». Ha altresì detto di aver dimostrato di essere il numero uno, cosa confermata da Bisping. Non ha lasciato in secondo piano il suo pensiero per Siria e Turchia, ricevendo finalmente il primo applauso di un pubblico chiaramente non contento del risultato. Volkanovski, subito dopo, ha chiesto alla folla di dedicare un applauso a Makhachev, campione meritevole, e ha detto che vuole tornare presto in scena contro Yair Rodriguez, fresco vincitore nel co-main event del titolo ad interim dei pesi piuma. Solo poche ore dopo l'incontro, però, Volkanovski ha iniziato a mettere in discussione il giudizio dei giudici, sostenendo di aver vinto tre riprese su cinque, aprendo così la porta a un possibile re-match.Il ritorno del "Pantera"Era dal 16 luglio dello scorso anno che non si vedeva Yair Rodriguez all’interno di una gabbia e diciamolo: ci era mancato. Spettacolare, intelligente, di difficile lettura, Rodriguez aveva già messo in difficoltà Max Holloway nel loro match a UFC Fight Night 197. “El Pantera” è migliorato molto in ogni area del combattimento e UFC, dopo la vittoria mutilata contro Brian Ortega (incontro finito anzitempo per un infortunio di Ortega), aveva deciso di metterlo contro Josh Emmett, con in palio il titolo dei pesi piuma ad interim. Come dire: un’eliminatoria prima dell’incontro con Volkanovski. Rodriguez aveva detto di sapere come battere Emmett, una formula semplice per un combattimento che comunque non sarebbe stato facile, contro un avversario pericoloso. Emmett è noto per la potenza dei suoi pugni e ha ottenuto una vittoria sul filo del rasoio (per alcuni generosa) contro Calvin Kattar, con cui si è guadagnato uno spot importante in top 5. Rodriguez è un fighter completo e imprevedibile: footwork multidirezionale, colpi spettacolari sia di braccia che di gambe, ottimo submission game, forse con qualche lacuna nelle fasi lottatorie in piedi ma capace di tenere benissimo la distanza e di dettare i tempi di attacco e difesa. Emmett, al contrario, è un fighter ben leggibile, dotato del colpo da KO e di un’aggressività che, se sfruttata bene, può essere letale. Rodriguez ha iniziato fiaccando con calci circolari il corpo di Emmett. Ad ogni circolare a segno provava a chiudere con un gancio largo per guadagnare la distanza ideale da cui far ripartire l’azione. Ciononostante, Emmett è riuscito ad accorciare in un paio di occasioni e a punire il messicano. Indietreggiando, utilizzando al meglio il counterstriking e sorprendendo Emmett con colpi inusuali - come ginocchiate saltate e question-mark kick - Rodriguez ha fiaccato Emmett limitando la sua lucidità. Nella seconda ripresa, quella di chiusura del match, ha rischiato una ginocchiata sforbiciata che è andata a segno, ma che gli è costata la posizione, visto che Emmett è riuscito a portarlo a terra. Già nel primo round Emmett c’era riuscito, ma aveva subito lo striking schiena a terra del messicano, che si distendeva e attaccava con gomitate verticali e pugni la testa del suo avversario, dentro la sua guardia e in top position. Stavolta Emmett ha chiuso Rodriguez a parete, ma ancora una volta il messicano, incredibilmente elastico e creativo, ha fatto uscire il proverbiale coniglio dal cilindro: ha iniziato a lavorare con le gambe per una armbar, ma presto ha trasformato la chiusura in una posizione da triangolo, chiudendolo immediatamente e costringendo Emmett alla sua prima sconfitta per sottomissione in carriera.

Rodriguez al microfono si è complimentato con Emmett e con il pubblico di Perth ed ha detto di voler affrontare Volkanovski quando si sarà ripreso, augurandogli buona fortuna nel main event che doveva ancora andare in scena. Gli applausi hanno confermato la simpatia che il pubblico nutre per un grande atleta come Rodriguez, accompagnato all’uscita dagli applausi e, ovviamente, dalla sua cintura ad interim nuova di zecca che, nonostante suggelli “solo” il suo ruolo da contender numero uno, come ha lui stesso affermato «era il mio sogno da bambino».

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