Bravi, avete indovinato.
Se Pogba lo scorso Europeo era il regista arretrato della squadra, con il compito di far uscire la palla dalla difesa, quest’anno in una squadra maggiormente verticale, che attacca spesso in transizione, si muove lungo tutto l’asse centrale. Coprendo una distanza, una porzione di campo, equivalente a quella di due giocatori, a volte dando l'impressione di essere passato da un'area all'altra con tre passi.
Pogba, in questa Francia, non deve forzare le sue giocate per rompere contesti statici, il suo stile è più fluido e ritmato (i suoi critici direbbero che ha meno "fronzoli"). In un contesto in cui tutti sbagliano qualcosa - la percentuale di passaggi riusciti di Pogba, 79,5%, è la più alta tra i giocatori offensivi della Francia, e chiaramente inferiore a quella del triangolo difensivo Varane-Umtiti-Kanté - i suoi errori pesano di meno. Le sue corse palla al piede, in cui perde volutamente il contatto con la palla per aumentare il passo, e i suoi dribbling in controtempo, vengono percepiti come il tentativo naturale di dare continuità a una fase offensiva elettrica, che ha bisogno di una scintilla per prendere fuoco.
E Kanté è il giocatore che ha effettuato più tackle e anticipi (in media su 90’). La coppia perfetta?