È tempo di bilanci in Serie A e le selezioni dei “migliori 11” si sprecano. Cercare aiuto nelle statistiche sembrerebbe una buona idea per non far torto a nessuno, ma in verità ogni criterio, anche uno che è oggettivo per natura, ha dietro una certa quota di soggettività. Anche in questo per questa Top XI statistica è inevitabilmente così: per ogni ruolo, infatti, è stato il mio occhio a scegliere alcune statistiche specifiche che rappresentano cosa io vorrei da un calciatore in ogni zona di campo – criteri che giustamente non tutti potrebbero condividere. In questo modo, quindi, ho escluso alcuni grandi giocatori del nostro campionato, che però interpretano il ruolo diversamente dalla mia idea. Tanto per fare un esempio su tutti: Marcelo Brozovic ha disputato un’ottima stagione e la qualità nella distribuzione del gioco è evidente anche nei numeri. Però nel 3-4-2-1 che ho scelto per questa Top XI – il modulo di riferimento della nuova scuola gasperiniana che ha sempre più proseliti da noi come in Europa – ho preferito avere una mezzala creativa e una mezzala di rottura: un uomo capace di servire l’ultimo passaggio, l’altro prettamente difensivo. Purtroppo la vita è ingiusta anche nel mondo dei numeri.
Tutte le statistiche che trovate sono state aggiustate per possesso. Per rendere l’idea: in una squadra di bassa classifica, che lascia l’iniziativa agli avversari, i giocatori vedono gonfiarsi le loro statistiche difensive per i molti interventi compiuti senza palla; al contrario, hanno poche occasioni per mettersi in mostra in fase offensiva. Con questo metodo, invece, si tiene conto del possesso palla e si normalizzano le statistiche per permettere a tutti i calciatori di mostrare le proprie qualità.